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Capitolo 25. L’emergenza della vita

Prarthana1830590, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

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Con le prossime pubblicazioni giungiamo alla conclusione della prima parte, titolata Aurora e Nascita. La fine della prima parte, che si è concentrata sui processi di creazione e venuta all’essere, è a sua volta titolata L’emergere della vita e permette di compiere il passaggio dalla riflessione sui processi di creazione alla successiva riflessione sui processi di crescita e sviluppo. L’emergenza della vita è da intendere a più livelli: cosmico, umano, e interiore o spirituale. Pertanto, in quest’ultima sezione sarà trattato sia il tema dell’Aurora come emergenza della vita a livello cosmico, sia il tema della nascita umana e, infine, il tema della fede, intesa come la vittoria dell’essere sul nonessere, della luce sulla tenebra, a livello spirituale o interiore. Affronteremo, dunque, da una parte il passaggio iniziale del processo vitale umano, cosmico e interiore, dall’altra la conclusione del processo di creazione divino e oltre-divino che ha posto finalmente le condizioni per lo sviluppo dell’essere in tutte le sue forme. Si tratterà, in altri termini, di riflettere sul primo punto di partenza della vita, intesa, quest’ultima, in senso tipicamente vedico, ovvero come fenomeno complesso e profondamente olistico.

Incominciamo con la figura dell’Aurora (Usas), a cui i testi vedici danno grande rilievo. Il Rg-veda contiene molti inni ad essa dedicati, i quali permettono di caratterizzare l’Aurora nel modo che segue.

Ogni uomo, quale che sia la sua provenienza e il suo tempo, suppongo sia rimasto, almeno una volta, affascinato dall’avvenimento – che rimane tale nonostante avvenga poi ogni giorno – del sorgere del giorno dalla notte. I testi vedici contengono diverse riflessioni dedicate al fenomeno, e danno sicuramente espressione ad una fascinazione per l’evento giornaliero o quasi-giornaliero della vittoria della luce sulle tenebre. Capiamo facilmente che, in definitiva, si tratta di una fascinazione per la luce tout court, per la vita e per l’espressione dello spirito.

L’Aurora è femmina; è la figlia prediletta del Cielo e l’amante del Sole. Abbiamo, nei testi vedici, un modo curioso e interessante di leggere il fenomeno del sorgere del sole, che, una volta interiorizzato, non potrà non determinare in modo nuovo il nostro sguardo rivolto al primo inizio della giornata. Sappiamo che il rapporto tra l’Aurora e il Sole è di inseguimento, un inseguimento d’amore. Il Sole segue la sua «amata», la sua «Dea splendente». È l’Aurora che, con il suo fascino rilucente, cattura e trascina l’amante per tutta la giornata. Non sembra un inseguimento vano e disperato da parte del Sole, poiché, è scritto, giunge il momento in cui Aurora diviene la sposa di Sole. Possiamo immaginare che questo avvenga quando il Sole è allo zenit.

Ogni giorno si ripete l’inseguimento degli amanti. Ogni giorno Aurora mostra la sua infinita bellezza e gioia. Ogni giorno si celebrano le nozze tra Sole e Aurora. La luce scaccia l’oscurità, e il giorno vince la notte. Ogni giorno la legge che ordina l’universo è rispettata con solerzia. Non ogni giorno, tuttavia, è esattamente come il precedente. L’Aurora è detta splendere sempre più ampiamente, col passare dei giorni. D’altra parte ogni nuovo giorno è nel contempo la registrazione d’una vittoria. Per tanto, con il sommarsi dei giorni aumenta la gloria, il successo e la miracolosità stessa dell’evento vittorioso, almeno allo sguardo incantato e al cuore ardente dell’uomo che, al mattino presto, mena il naso verso il Cielo.

La vittoria sulle tenebre, costantemente replicata, e dunque la regolare nascita del nuovo giorno, l’emergenza del visibile dall’oscurità che lo nasconde, non è forse uno dei fenomeni che più è in grado di stupire l’uomo nel suo stato naturale? Non è legittima la domanda che chiede quale forza garantisca ogni volta la vittoria della luce sull’oscurità?

Tanto più che alla contrapposizione luce-ombra viene a sovrapporsi, naturalmente, la contrapposizione bene-male, cosicché la nascita del giorno è anche la vittoria del bene sul male. La dispersione delle ombre e della notte è la dispersione del male. Il bene dà battaglia al male e vince ogni volta una volta in più. Inoltre, la vittoria della luce sulle tenebre è il primo e necessario momento che permette l’estrinsecazione della vita. È forse possibile immaginare la vita nell’oscurità? Forse, ma nel caso si tratterà di una forma di vita corrotta e malvagia. Sicché l’apparire dell’Aurora e, poi, il compimento del suo cammino, la sua stessa vicenda d’amore, non è che l’atto con cui il Tutto permette il risveglio ad ogni forma di vita.


Francesco Margoni

Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università di Trento. Studia lo sviluppo del ragionamento morale nella prima infanzia e i meccanismi cognitivi che ci permettono di interpretare il complesso mondo sociale nel quale viviamo. Collabora con la rivista di scienze e storia Prometeo e con la testata on-line Brainfactor. Per Scuola Filosofica scrive di scienza e filosofia, e pubblica un lungo commento personale ai testi vedici. E' uno storico collaboratore di Scuola Filosofica.

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