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Brexit: il 51% della storia!

Il Brexit, così chiamata con un acronimo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, è un risultato inaspettato anche per il promotore del referendum, Farage. In diretta da Londra ore 2.00 della notte del 23.06.2016, il politico inglese riconosceva la sconfitta del suo movimento (sic!), giacché era sotto di ben 6 punti rispetto al fronte contrario. Neppure lui ci credeva, allora, visto che non ha neppure detto una volta: “aspettiamo, vediamo come va a finire”. Insomma, si tratta dell’ennesimo caso in cui un politico fonda tutta la sua aspettativa su un rifiuto di uno stato di cose senza avere neppure idea di cosa fare nel caso migliore.

Nell’intelligence strategica si parla di sorpresa strategica in due casi. Per inciso, l’intelligence strategica si occupa di comprendere i comportamenti attesi e non attesi degli avversari della scena internazionale: forse sarà il caso di elaborare una qualche forma di “x-strategica” anche in altri campi… Dunque, si diceva della sorpresa nel campo dell’intelligence strategica. Ebbene, qualcuno sarà sorpreso (a sua volta) di scoprire che i danni più grandi dall’elemento sorpresa prevedono il caso peggiore e il caso migliore. Supponiamo che voi siate un giovane di belle speranze. Vedete una bella ragazza. Non siete i tipi irriflessivi, di quelli che non sicurano minimamente del futuro (e quindi non possono avere sorprese, da notare). Sicché pensate: forse forse ci parlo. Alla fine, andate dalla ragazza. Due scenari opposti: nel primo caso, arriva subito come un falco il possente compagno della giovane che vi minaccia di percosse e voi, assai sorpresi, ve ne andate intimoriti. Infondo, non ci avevate pensato, non avevate pensato ad una storia da raccontare per fargli credere che davvero volevate soltanto una sigaretta. Ma può capitare anche l’opposto. Andate a parlarci e lei è molto più disponibile di voi. Siete a tal punto disorientati che non sapete più cosa dire e finite per balbettare qualche sciocchezza che suona talmente ridicola da non sapere più cosa fare. Il risultato è sostanzialmente lo stesso.

Questo secondo caso è quello capitato al simpatico Farage, il quale è visibilmente in ansia da prestazione non creduta possibile. Cosa fareste voi di fronte al migliore dei casi? Probabilmente nulla, se non ci avete pensato. Farage se la ride e suda freddo! Una reazione comprensibile, dopotutto, per chi credeva che la sua parola non sarebbe mai messa alla prova. E’ una scena meravigliosa, degna di un politico sopraffino dell’età bismarckiana, di quando i politici prendevano decisioni per il bene della nazione e di nessuno in particolare, mettendo a repentaglio la vita di tutti, la loro compresa, ma non dell’orgoglio nazionale. I risultati sono stati disastrosi, ma tant’è, a loro piaceva così. A noi invece piace vivere senza idee.

Ed è questo il punto. La nostra amata Gran Bretagna può decidere di non far parte dell’Europa? Io non credo. Non gli piacerà doverlo ammettere, ma tant’è la legge dei movimenti tettonici non dipende dalle decisioni politiche. La geografia politica può essere cambiata con accordi segreti in stile Sykes-Picot oppure a colpi di Kalashnikov e fondi sauditi, iraniani etc. Ma rimane il fatto che un’area della Terra non scompare dall’oggi al domani. Neppure le bombe H da 50 megatoni creano il vuoto (il vuoto può crearlo solo la pubblicità, lo sappiamo!). Né si può prendere un pezzo di terra e traghettarlo da un punto A a un punto B. La Gran Bretagna potrà fare tutti i Brexit che vuole, ma tanto i suoi risultati sono soltanto questi: una autoillusione. Autoillusione non priva di conseguenze, ovviamente.

Da quando Churchill vinse la guerra contro la Germania Nazista, era chiaro a tutti (gli inglesi con un minimo di cervello e realpolitik) che l’impero era finito. Hitler aveva perso, ma con sé aveva portato dentro la Francia e l’Inghilterra. Non necessariamente la Germania, che infatti se la ride con l’euro-marco, il suo export all’8-9% e la sua politica estera che vede Putin e Obama fare una guerra psicologica alla Germania per trarne benefici. Allora, un Churchill della situazione, cioè un politico con cuore e cervello e sangue inglese, comprende che se si vuole stare dalla parte giusta della storia, pur giocando di sponda un ruolo minoritario, si può stare solo da una parte: quella degli USA.

Gli USA valgono x, la Gran Bretagna vale y = x/100 ma la somma x + y > x! Un calcolo così elementare che tutti i primi ministri inglesi e i reali (sempre più delle figurine degne degli Yacht di Cristiano Ronaldo o delle feste di gente come lui, ottimi calciatori certamente) hanno ben saputo farci i conti. Benissimo. Bisogna stare con gli americani e ma purtroppo la nostra isola non può fluttuare dalla manica alle sponde del New England, tanto bistrattato dal parlamento a fine anni ’70 del secolo XVIII, ma adesso ci piace così tanto perché infondo conserva la parola e la lingua England già nel nome. Cool, indeed! Infondo gli americani erano i cugini stupidi, ma pur sempre cugini!

Epperò la nostra amata Gran Bretagna, quella talassocrazia declassata dalla storia, rimane pur sempre di là dalla Francia. Quella stessa Francia che ha dovuto a malincuore tenersi buoni gli antipatici inglesi, amati sin dalla guerra dei cent’anni che fu forse l’unica volta in cui la Francia vinse contro la storia della Gran Bretagna, quella stessa Francia che ha fatto amicizia con la testa e non con il cuore con l’UK per contenere lo strapotere della Germania, nazista e non. Quella stessa Germania che ha impartito ben tre lezioni alla Francia, Francia passata due volte nel tavolo dei “vincitori per modo di dire”.

Infatti, dicevamo prima, è un vero peccato che le isole non possano spostarsi. Ad esempio, anche a me piacerebbe poter spostare la Sardegna più vicino al continente (quello giusto, è ovvio! Il continente australe…). Forse i sardi smetterebbero di credere nel proprio isolamento esattamente come gli inglesi pensano di poter stare dalla parte giusta al 51%! Perlomeno fa sorridere. Infondo, mettiamoci nei loro panni. Con il 51% per cento della storia dalla parte giusta hanno messo da parte insieme la crisi dell’euro, della UE, dell’economia e i migranti, che sono di là dalla Manica a centinaia di migliaia. Vi invito a scoprire la bidonville sulle sponde atlantiche francesi che freme all’idea di entrare in quella patria dei giusti che è stata l’Inghilterra, antesignana anche in questo dall’età della rivoluzione industriale, quando abolì con un colpo di genio la schiavitù nel 1806 o giù di lì, quella stessa schiavitù mantenuta per soli tre-quattro secoli nelle colonie con record assoluti nella “peculiare istituzione” (scoprite i dati, ve ne prego!, vi farete due ghignate), stabilendo che lo sfruttamento era migliore, se incorporato nelle fabbriche. Dove anche la miseria poteva diventare fruttuosa da un punto di vista economico: lo schiavo può non lavorare e tanto mangia comunque. Le nerbate nella schiena e le catene alle caviglie le tiene lo stesso, oggi riciclate come sistema di tortura nei paesi “civili”. Anche questa cultura ci è servita… Dicevamo, il proletario se non lavora non mangia… Ah, che bella frase! Suona già così tanto bene che forse forse la crisi economica la possiamo risolvere proprio con contratti a tempo, contratti a ricatto e precarietà a non finire, così intanto li teniamo per bene per le… borse. E così questi asini chinano la testa e ragliano. Nel peggiore dei casi, perché ancora c’è libertà di parola, un errore a cui prima o poi si porrà rimedio.

Il dramma della storia comprata al 51% non è di per sé il Brexit ma è l’illusione del Brexit. Prima di tutto, diciamolo con chiarezza. L’Inghilterra ha sempre voluto mangiare da due forni, forni che si chiamano USA in politica estera e UE in politica economica. Hanno conservato alcuni vantaggi della loro isolanità, porridge compreso. Delizioso! Ma hanno preso anche i pregi del mercato del lavoro unito, della manodopera qualificata in fuga dalla crisi, della disperazione media di quell’idiota che crede di trovare in Inghilterra una nuova America. Peccato che con i suoi 260 abitanti per Km2 l’aria già notoriamente irrespirabile di Londra, e dell’Inghilterra in generale, sia ancora più speziata di prima, con il suo ingestibile traffico di disperati che non si vogliono chiamare tali perché approdati al 51% dal lato giusto della storia. Quindi disperati sì, ma più giusti degli altri.

Il dramma di questo modo di vedere le cose è semplicemente che si vuole far finta di non vedere quelle stesse cose. Come gli oculus o come si chiamano, su cui le compagnie del porno internazionale investono, così anche quelli che non hanno una compagna o un compagno possono averne uno virtuale, a soli 400-700 euro di investimento tecnologico più abbonamento mensile da rinnovare. Naturalmente… gli oculus ti danno un vero compagno o una vera compagna. Non ti stanno illudendo di risolverti il problema… Un nuovo vertice dell’arte di usare tutti i mezzi possibili per spostare il problema un po’ più in là, come per inventare la pace abbiamo inventato gli SS-18 e i missili Pershing… robetta da milioni di dollari e potere distruttivo totale. E così fu che la pace fu congelata dentro i silos dei missili nucleari delle “superpotenze”… di che?

Come un uomo che preferisce non pensare un problema, credendo così di risolverlo, così la GB si illude di risolversi i problemi semplicemente non guardandoli. Ben inteso, insistere ogni secondo sul fatto che si sta male, che c’è questa o quella crisi, non sposta di un millimetro la nostra capacità di azione. Perché sapere di sapere che si sa che so che sto male non mi aiuta a eliminare il male. Sarebbe molto più utile concentrarsi sui mezzi per risolvere un problema per cercare di risolverlo, dopo aver indagato la natura del problema. Si parla infinitamente delle quattro crisi in corso. Non sono riuscito a sentire una sola idea sul come risolverle se non il matra del “non ci sono ricette semplici” che molto spesso equivale all’implicito “non ci sono ricette tout court”.

Comunque sia… comprarsi la storia dalla parte giusta al 51% significa essersi comprati l’idea che si può vivere da soli. Un oculus per nazioni. C’è chi dice che l’autoerotismo renda liberi. Ma l’autoerotismo non rende migliori. Ed è questo il principale motivo per cui ancora oggi si ha bisogno di qualcosa di più del cantersela e suonarsela. Soprattutto, stare a casa a rendersi liberi può servire per i cinque minuti di libertà, non per 30 anni di solitudine. Cioè per un limite 5 min/30 anni che tende a zero, anche per i meno informati in analisi matematica!

Oggi esiste un flusso di esseri umani che per ragioni molto diverse vede più benefici nel venire a vivere nell’Europa (sia orientale che occidentale, bene inteso perché oggi ci sono soltanto 400.000, si esatto!, ucraini in Polonia) che nel starsene a casa, desertificata dai cambiamenti climatici, sovraffollata, in guerra civile o non. Esiste il traffico dei contrabbandi (armi, droghe, donne…) che alimenta l’instabilità politica perché aumenta il potere dei signorotti locali, come nel feudalesimo medioevale.

Nessuno ne parla, ma il crollo degli imperi determina sempre centinaia di anni di instabilità politica nelle aree ex-imperiali. Noi siamo il risultato del crollo dell’impero romano d’occidente che ha comportato qualcosa come 1500 anni per vedere un risultato che non fosse almeno in parte autolesionistico, cioè gli ultimi 70 anni di pace… Gli ultimi, fate ben caso (1945-?)! Ma poi abbiamo qualcosa da insegnare, a cominciare dalla guerra dei 30 anni e per finire alle due guerre mondiali? Non credo. Nel caso dell’ex impero ottomano e dell’ex impero sovietico giochiamo a fare la parte dei buoni, gli ingenui della situazione. Ma chi paga nel mondo, in genere sono proprio gli ingenui, perché i poveri di spirito forse hanno accesso per diritto divino al regno dei cieli senza pagare. Proprio perché hanno già pagato abbastanza. Beati i poveri di spirito! Senz’altro.

La gestione dei migranti richiede comunque cooperazione. Perché? Perché tanto loro non stanno fermi. Noi possiamo tranquillamente invocare la fine dell’Europa, del mito occidentale, di cui si parla soltanto dalla prima metà del XX secolo per delle ragioni che sono legate al fatto che non si sa proprio più cosa dire, nella noia più totale di chi ingrassa nella pace a spese degli altri. E intanto i migranti vanno e vengono. Noi possiamo tranquillamente stare ad ascoltare quella gente che ci dice “bisognerebbe capire” ma non ci dice mai cosa di preciso. E intanto ci sentiamo meglio perché abbiamo un po’ di più la coscienza pulita: noi ci siamo “informati” e intanto nulla è cambiato. Perché sapere che bisogna fare qualcosa non è ancora fare qualcosa, né fare qualcosa di sensato. Ma intanto ci sentiamo abbastanza bene. Noi siamo meglio “degli altri”, chiunque essi siano, che non capiscono, a differenza nostra, della gravità e della responsabilità della nostra posizione… E intanto il tempo passa tranquillo anche sotto i sofà.

Possiamo urlare ai quattro venti la necessità di avere una intelligence integrata, ma poi possiamo dire che i nostri vicini sono tutti variamente degli idioti. E a un idiota non si dà certamente la propria informazione più preziosa. Ma soprattutto possiamo parlare all’infinito della mancanza di idee, invocare una politica più saggia, più vigorosa che sommi “la volpe e il leone”, come ci disse il Machiavelli. Quello stesso Machiavelli che sta ancora piangendo per aver scritto il Principe, ignorato in vita e stracciato, volgarizzato e umiliato dopo. Chissà cosa ne avrebbe pensato lui, che scrisse il Principe proprio per dare idee, per creare le condizioni dell’azione e oggi si riusa per sciacquare panni logori, sporchi e stantii, pieni di buchi.

Per esempio, non si dice che l’emergenza migranti va gestita schedando le persone per poterle ridistribuire in modo più equo. Non si dice come questo possa essere fatto perché nessuno ha tempo da perdere per farsi una idea costruttiva sul problema. La natura di questa equità va definita come stabilire finalmente una redistribuzione della ricchezza sia in sede nazionale che europea, sempre più accentuata dal mercato economico privo di leggi adatte a tale scopo. Se voi foste il Dio sull’Europa, foste quasi onnipotenti, cosa fareste per risolvere il problema? Se non lo sapete, allora non avete neppure idea di cosa fare in contesti più complessi e reali. Cosa state aspettando ad avere un’idea? Aspettate che Renzi ne abbia una? Salvo poi dire che tanto governo e opposizione non servono a niente? Perché non dire che bisogna cercare di cooperare, creare e mantenere le condizioni di amicizia?

Perché questa è la realtà dei fatti. Anche senza tutte queste crisi, la Cina e l’America detengono il 70% della tecnologia indispensabile per vincere i problemi del presente. Quella stessa tecnologia che servirà a produrne di nuova nel futuro. Sistemi satellitari, ricerca scientifica, ricerca tecnologica, apertura verso i giovani e non verso quella seconda giovinezza di cui ci gloriamo come indice di qualità di vita, una filosofia potente e sempre in movimento verso i problemi nuovi, produzione industriale interconnessa con i sistemi appena elencati. Uno stato isolato in Europa può fare qualcosa da solo tutto questo? Se a malappena ce la fanno gli USA e la Cina, con risorse superiori a ciascuno stato europeo preso singolarmente, come si può pensare che uno stato singolo in Europa possa rimanere ancora in vita senza pagare caro il suo ritardo? Ma se iniziassimo a creare le condizioni per cooperare?

E allora ritorniamo al 51% della parte della giusta della storia. Si tratta di essersi comprati un’illusione che, poi, era già ben coltivata dall’Inghilterra. Non si compra la storia così. La storia la si fa. La nostra scelta oggi è trovare i margini di azione comune, sia con l’UE sia con gli altri. La mia generazione e la generazione prima della mia hanno vissuto in pace. Si sono addirittura convinti che la pace sia inerente allo stato di cose. Ricordo ancora l’11/09 come fosse una guerra. Non lo era ma ci piaceva pensarla così, in assenza di meglio.

Ma ora la guerra ha raggiunto l’Ucraina. Nei paesi baltici ci sono incidenti con aerei NATO e Russi. In Siria c’è la guerra civile e per procura. La Libia è una parola per qualcosa di vago, eccetto il numero di fucili mitragliatori pro capite. Nei Balcani la nuova guerra può scoppiare da un momento all’altro, giacché Bosnia, Serbia, Macedonia, Albania e Kossovo hanno infinite risorse per aguzzare l’ingegno per non cooperare.

Ma non vi preoccupate. Se voi non avete idee, se nessuno finisce per avere idee e avere anche la voglia di fare qualcosa, ci penserà la storia. Ma non basterà il 51% per stare dalla parte giusta. A quel punto, il meccanismo starà dalla sua parte. Che ha una logica sua e indipendente dalla vostra volontà, che potrà essere così del tutto ininfluente. Oggi si parla di Apocalisse in varie forme solo perché non ci si vuole mettere in testa che l’umanità è una razza vecchia che ha 100.000 anni di storia. Resisterà ancora a lungo, non vi preoccupate. Ma le condizioni della resistenza possono variare. Voi avete già deciso come resistere? Bene, fatelo adesso. Abbiamo ancora un po’ di tempo. Il 51% del quale è già finito.


Giangiuseppe Pili

Giangiuseppe Pili è Ph.D. in filosofia e scienze della mente (2017). E' il fondatore di Scuola Filosofica in cui è editore, redatore e autore. Dalla data di fondazione del portale nel 2009, per SF ha scritto oltre 800 post. Egli è autore di numerosi saggi e articoli in riviste internazionali su tematiche legate all'intelligence, sicurezza e guerra. In lingua italiana ha pubblicato numerosi libri. Scacchista per passione. ---- ENGLISH PRESENTATION ------------------------------------------------- Giangiuseppe Pili - PhD philosophy and sciences of the mind (2017). He is an expert in intelligence and international security, war and philosophy. He is the founder of Scuola Filosofica (Philosophical School). He is a prolific author nationally and internationally. He is a passionate chess player and (back in the days!) amateurish movie maker.

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