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I segreti del castello degli scacchi – Cavazzoni – Messa


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Consigliamo – Il castello degli scacchi di Carlo Alberto Cavazzoni


Questo libro nasce dall’amore che proviamo per gli Scacchi, che ci hanno regalato momenti di autentica felicità.[1]

Carlo Alberto Cavazzoni, Roberto Messa

 

I segreti del castello degli scacchi è un libro a scopo didattico, nel quale si possono trovare sia le regole basilari per il gioco che utili esercizi per apprendere in fretta i suoi fondamenti. Ma, forse, si tratta di qualcosa di più.

Il libro si può dividere idealmente in parti: al principio il lettore è guidato all’apprendimento dell’uso dei singoli pezzi, ciascuno dotato di una sua individualità, costruita sapientemente sulla base del concreto gioco e sul piano figurato dell’immaginazione. Tutte le figure sembrano dotate di un’anima e nessuna di esse è un impersonale pezzo di legno ma un individuo dotato di un volto e di una mente: “Bella e audace, grazie alla sua agilità la Regina è il pezzo con il maggior raggio d’azione. Al centro di una scacchiera vuota controlla ben 27 case”.[2] Oltrepassata la conoscenza preliminare dei singoli pezzi, si giunge all’apprendimento di tutta l’orchestra o di tutto il proprio esercito: “La battaglia degli scacchi è avvincente: è fatta di attacchi, difese, agguati, inseguimenti e duelli, a colpi di astuzia e intelligenza”.[3] Ma, anche in questo caso, il tragitto è tratteggiato da una separazione precisa dei vari livelli, tutti necessari al migliore apprendimento. In ciò, potremmo azzardare un primo paragone, con un altro libro: Il mago dei numeri. Come in matematica, gli scacchi, bisogna pur dirlo, offrono il pericolo di ricadere al di fuori della propria presunta portata, inducendo paura e rifiuto nel principiante. Ma gli autori scongiurano questa pericolosa possibilità prendendo letteralmente sulle spalle il lettore più sprovveduto, facendolo, così, sentire sempre al sicuro: non c’è mai il senso dello smarrimento della via e, per ciò, non si è mai a disagio. La terza parte ideale è segnata dalla presenza dello scacco matto che, forse, rappresenta la caratteristica più disarmante dell’intero gioco. Alternando esercizi a presentazioni essenziali, ma non prive del loro immaginifico lirismo che non dispiace mai, c’è spazio anche per considerazioni meta-scacchistiche. Lo scopo ultimo del libro è, infatti, quello di costruire un buon scacchista, educato all’ideale dell’agonismo positivo e, in definitiva, della condivisione di più alti valori, ispirati alla tolleranza e alla reciproca accettazione, ma lasciamo che sia una citazione a illuminare questo punto, generalmente dimenticato dai manuali di scacchi introduttivi: “Se un giorno sarai perdente, complimentati con l’avversario, stringi sorridendo la mano e invitalo ad analizzare insieme la partita. Non arrabbiarti, non cercare giustificazioni, ma cerca di capire dove hai sbagliato”.[4] La quarta parte consiste nell’illustrazione dei concetti fondamentali della descrizione delle partite (linguaggio scacchistico) e della valutazione (valore dei pezzi). La quinta e ultima parte è una breve e essenziale guida verso il vertice finale, tra rudimenti di calcolo combinatorio e altri divertenti esercizi, che culmina nel matto in tre mosse, ultimo paragrafo del libro. Ogni paragrafo inizia con una breve descrizione dell’argomento e finisce con una serie molto ampia di esempi ed esercizi: la ricchezza dell’eserciziario è veramente notevole, con i suoi 439 diagrammi. Inoltre, la pertinenza degli esercizi stessi è preziosa e basta sfogliare il libro anche solo superficialmente per rendersene conto. Tra la vastità dei diagrammi e le intelligenti presentazioni c’è spazio per le favole sull’origine del gioco, per commenti intelligenti sulla buona educazione scacchistica e per qualche quiz: il tutto rende la lettura divertente e non priva di spunti di riflessione per grandi e meno grandi.

La finalità del libro. La finalità del libro è duplice: da un lato esso vuole essere un efficiente manuale a uso didattico per giovani aspiranti scacchisti e per buoni insegnanti. Da un altro lato, I segreti del castello degli scacchi vuole far riflettere i giovani scacchisti e i loro più anziani istruttori sul ruolo sociale e culturale del gioco, nel quale la componente umana non deve esser sacrificata per un agonismo acritico e violento ma, viceversa, per una maggiore comprensione del valore umano intrinseco nello stesso divertimento condiviso.

Stile del libro. Il linguaggio utilizzato è sempre ricco di metafore nel quale i pezzi risaltano ciascuno per sé, ciascuno con doti e pregi suoi particolari. Sembra quasi che si possa intravedere un’immagine allegorica più ampia nella quale niente e nessuno deve mai essere ridotto a semplice pedina, neppure l’ultimo pedone: questo perché dietro l’ignoranza dell’oblio di ciascuno si staglia il pericolo di una totalità uniforme e cieca; e non è certo questo il messaggio più profondo che si può leggere tra le righe. Ma è nei racconti favoleggianti che la vena profondamente fantasiosa e, in ciò, umanistica del libro sorge in tutta la sua chiarezza: la rivisitazione del mito delle origini o l’intelligente favola finale (I segreti del cavaliere della mezza luna) sono dei bellissimi esempi di parabole umanistico-scacchistiche dove il messaggio finale può riassumersi così “La somma di due civiltà è meglio di una”.[5]

Le illustrazioni. I segreti del castello degli scacchi è un libro illustrato, nel quale non sono solo incasellate tante miniature scacchistiche (i diagrammi) ma sono presenti tanti disegni la cui delicatezza e semplicità risulta evidente dall’asciuttezza del tratto e dalla scelta del color rosa-pastello. Il disegnatore è molto attento alla verosimiglianza dei pezzi ma non eccede nel dettaglio, là dove questo lascerebbe poco spazio all’immaginazione: le raffigurazioni rarefatte ma precise impreziosiscono il volume e offrono un refrigerio per la mente, giacché, d’altronde, non può che essere così, quando si impara a giocare a scacchi.

Qualche osservazione conclusiva. I segreti del castello degli scacchi costituisce l’ideale proseguimento de Il castello degli scacchi, il libro precedente del premiato istruttore federale Carlo Alberto Cavazzoni. I due lavori hanno una serie di somiglianze, sia nella presentazione che negli intenti didattici e didascalici, ma in questo libro si vuole affrontare più specificamente il problema della crescita e della maturazione del principiante, guidandolo, come detto, sino alle soglie della combinazione più articolata e, dunque, dell’essenza stessa del gioco pratico. I due libri, dunque, si richiamano e si integrano reciprocamente, offrendo al principiante e all’istruttore un ideale percorso ottimale per l’apprendimento del gioco degli scacchi.


Carlo Alberto CAVAZZONI CARLO ALBERTO, Roberto MESSA – CON LE ILLUSTRAZIONI DI VALERIO FALCONE.

I SEGRETI DEL CASTELLO DEGLI SCACCHI

LE DUE TORRI.

PAGINE: 111.

EURO: 15,00.

 


[1] Cavazzoni C. A., Messa R., I segreti del castello degli scacchi, Le due Torri, Bologna, 2011, p. 1.

[2] Ivi., p. 23.

[3] Ivi., p. 29.

[4] Ivi., p. 42.

[5] Ivi., 107.


Giangiuseppe Pili

Giangiuseppe Pili è Ph.D. in filosofia e scienze della mente (2017). E' il fondatore di Scuola Filosofica in cui è editore, redatore e autore. Dalla data di fondazione del portale nel 2009, per SF ha scritto oltre 800 post. Egli è autore di numerosi saggi e articoli in riviste internazionali su tematiche legate all'intelligence, sicurezza e guerra. In lingua italiana ha pubblicato numerosi libri. Scacchista per passione. ---- ENGLISH PRESENTATION ------------------------------------------------- Giangiuseppe Pili - PhD philosophy and sciences of the mind (2017). He is an expert in intelligence and international security, war and philosophy. He is the founder of Scuola Filosofica (Philosophical School). He is a prolific author nationally and internationally. He is a passionate chess player and (back in the days!) amateurish movie maker.

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