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Categoria: Etica, Metaetica e Morale

L’intuizionismo contemporaneo

https://nl.m.wikipedia.org/wiki/Bestand:Dr_Richard_Price,_DD,_FRS_-_Benjamin_West_contrasted.jpg

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Consigliamo in SF – I tre generi dell’etica Percorso di etica e metaetica di Giangiuseppe Pili


  1. Fondazione epistemologica dell’etica su intuizioni di verità formali oggettive
  2. Proprietà delle proposizioni intuitive:
    1. Sono proposizioni dal contenuto molto generale e formulate con pretesa di consenso universale
    2. Le proposizioni intuitive non sono necessarie
    3. Le proposizioni intuitive sono motivanti per chi le assume
    4. Le proposizioni intuitive costituiscono l’espressione di una convinzione profonda, rivedibile solo a condizione di sostituirla con una nuova proposizione sostitutiva
  3. Modalità di conoscenza di proposizioni intuitive:
    1. Le proposizioni intuitive non necessitano di una prova per essere credute
    2. Le proposizioni intuitive non sono fondate su premesse
    3. Le proposizioni intuitive devono essere comprese in modo chiaro in ogni parte da chi le assume
    4. Le proposizioni intuitive si rifanno a intuizioni preteoriche
  4. I doveri si distinguono i due categorie:
    1. Prima facie
    2. Generali

L’intuizionismo di Price e Clark si fondava sull’adozione di entità intrinsecamente normative. L’oggettività morale si fondava, per Clark, sui fatti che erano dotati di determinate proprietà morali, indipendentemente da come noi li conosciamo o consideriamo: la natura è di per sé buona. Gli intuizionisti si configurano come dei teorici profondamente critici nei confronti della posizione volontarista che, viceversa, assumeva l’idea che nel mondo naturale non esistono fatti morali e gli agenti si comportano automaticamente in base al principio egoistico dell’utilità. L’intuizionismo di Price si richiamava all’evidenza di proposizioni morali indubbiamente vere, riconosciute come tali dal soggetto morale. Price faceva seguire, da ciò, l’evidenza di alcuni doveri morali, come i doveri verso Dio, verso sé e verso gli altri.

Critica di Moore al naturalismo etico

Édouard Manet, CC0, via Wikimedia Commons

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Consigliamo in SF – I tre generi dell’etica Percorso di etica e metaetica di Giangiuseppe Pili


Le posizioni naturaliste in etica (naturalismo etico) rivendicano l’idea che i termini morali fondamentali, in particolare buono o cattivo, possano essere riscritti all’interno del vocabolario fisicalista. Buono e cattivo sono assunti come identici a piacere e dolore. L’uguaglianza è rivendicata ora come evidente, ora come assunzione teorica. L’idea è che ogni essere umano agisca secondo la ricerca del proprio piacere o della propria utilità e chiama buono tutto ciò che lo conduce ad un guadagno, ad un aumento del proprio piacere o della propria utilità, mentre chiama cattivo tutto ciò che lo conduce ad un maggiore dolore, ad uno svantaggio. L’assunzione (sia in senso affermativo: le persone agiscono in vista del piacere; sia in senso negativo: le persone fuggono dal dolore) è molto forte ma è stata il fondamento di quasi tutte le formulazioni dell’edonismo o dell’utilitarismo. In realtà, tale idea è assunta anche da filosofi volontaristi, come Hobbes.

Decadenza o oltreuomo – La morale secondo Nietzsche

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Consigliamo Nietzsche scrittore – Una disamina di alcune strategie letterarie in Scrivere di FilosofiaDi Chiara Cozzi


Schema dell’articolo

Introduzione schematica

Contro Heidegger: Nietzsche come filosofo morale

La decadenza: l’uomo europeo si è infiacchito

La morale degli schiavi

Variazioni sul tema della morale degli schiavi

La morale degli aristocratici e l’oltreuomo – La morale secondo Nietzsche

Considerazioni finali sulla morale secondo Nietzsche

Conclusioni e considerazioni

Bibliografia


Introduzione schematica

Ridurre Nietzsche ad uno schema assiomatico, formalizzato e ben definito sarebbe un atto indebito. Tuttavia potrebbe essere molto utile mettere in chiaro da quali principi generali egli parta per aver sempre in mente il punto di partenza e il punto di arrivo.

Realismo naturalista in etica

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Consigliamo I tre generi dell’etica Introduzione all’epistemologia di Giangiuseppe Pili


(1)   Esistono proprietà morali

  1. Le proprietà morali sono emergenti rispetto a quelle naturali
  2. Le proprietà morali sono somme complesse di proprietà naturali

(2)   La conoscenza morale è espressa da giudizi sintetici a posteriori

(3)   La conoscenza morale offre giustificazioni e motivi per l’azione

  1. Le motivazioni morali per l’azione funzionano solo nella dimensione contingente
  2. La moralità è capace di motivare gli agenti solo se ci sono determinate predisposizioni psicologiche

(4)   La morale è prescrittiva e su questa base si possono operare previsioni di comportamento degli individui


Il realismo naturalista in etica riprende alcuni temi del naturalismo in generale: l’idea è quella di sforzarsi di concepire una morale che non abbia termini non riducibili ad altri incorporati nelle teorie scientifiche. Il naturalismo è una posizione che riduce ogni discorso a quello scientifico, assumendo questo come spiegazione unitaria del mondo.

L’etica naturalistica di John Stuart Mill

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Consigliamo Thomas Hobbes Percorso di etica e metaetica


  1. Tutte le proprietà morali sono proprietà naturali
  2. Tutte le proprietà morali sono ricondotte agli stati psichici di piacere e dolore
  3. Piacere e dolore sono dei termini morali naturali dunque, sono passibili di calcolo
  4. Le proposizioni in cui compaiono i termini di “piacere” e “dolore” hanno valore prescrittivo
  5. Esistono differenze nei piaceri
  6. Per discernere i vari tipi di piacere si può ipotizzare la presenza di giudici imparziali che emettano sentenze imparziali sui vari piaceri
  7. Quantità di uguali di piacere sono desiderabili per persone diverse

Se tutte le proprietà morali sono proprietà naturali e tutte le proprietà morali sono ricondotte agli stati psichici di piacere e dolore allora tutti i moventi per ciascuna azione nascerà o dalla massimizzazione del piacere o dalla minimizzazione del dolore. Mill accetta pienamente l’idea utilitaristica, ben radicata nella cultura empiristica inglese, secondo cui il bene consiste esclusivamente nel piacere. Che ciò sia vero è dato dal fatto che gli uomini agiscano in base a quel presunto assunto, sempre o per lo più. Di conseguenza, tale principio è assunto sia come movente reale delle azioni sia come movente universale: ogni massima pratica equivale ad un imperativo categorico, nel suo genere.

La libertà – Analisi e storia di un concetto

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Consigliamo Libertà, causalità e legge morale E tu, che complottista sei?


La libertà è un tema tra i più antichi della filosofia. Se essa esista e in cosa consista è un dibattito aperto e non sempre ben definito. Parlare esclusivamente del termine “libertà” è assai insufficiente e vago. Il problema va inserito all’interno di una cornice che preveda due livelli:

  1. La natura della causalità fisica,
  2. Le procedure attraverso cui noi giungiamo alle nostre decisioni.

Il primo livello attiene alla realtà dei fatti e la sua interpretazione. A seconda di come noi concepiamo la relazione tra oggetti, con la conseguente variazione dell’immagine del funzionamento del soggetto, noi escludiamo l’esistenza di una certa concezione della libertà. Per esempio se escludiamo che esista una sostanziale differenza tra il primo e il secondo livello.

Intuizionismo razionalista

intuizionismo razionalista
Joachim von Sandrart, Public domain, via Wikimedia Commons

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Consigliamo Percorso di etica e metaetica e Capire la metafisica dei costumi di Kant


  1. Le nozioni morali sono termini semplici
  2. Il riconoscimento della virtù è anteriore a qualunque legge
  3. L’obbligo di rispettare le regole morali nasce dalla ragione
  4. Le virtù morali sono di diversi generi. Ci sono:
    1. Virtù morali verso sé
    2. Virtù morali verso gli altri
    3. Virtù morali verso Dio
  5. Le qualità morali sono di diversi generi. Sono:
    1. Grazia
    2. Giustizia
    3. Veracità
    4. Gratitudine
  6. In caso di conflitto di norme morali si deve procedere nella disamina del singolo caso

L’intuizionismo razionalista nacque in risposta alle tesi volontariste secondo cui la morale non sia anteriore alle leggi ma successiva. In poche parole, l’etica si fonda e si sostanzia sull’ordinamento giuridico vigente che richiede, come unica base, una volontà legislatrice che sia anche in grado di far rispettare le leggi che essa stessa pone. D’altra parte, le obiezioni forti al volontarismo sono due ed entrambe piuttosto incisive: se gli attributi morali (bene, giustizia etc.) sono definiti posteriormente alla legge e se la legge distingue ciò che è bene da ciò che è male, allora le leggi non sono né buone né cattive e così pure la volontà che le determina. La seconda è che non si può pensare ad un ordinamento più giusto essendo l’ordinamento stesso definito dalla legge.

Volontarismo – Una introduzione all’etica volontarista

https://www.flickr.com/photos/66351465@N00/13888108157/

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Consigliamo Thomas Hobbes Capire la fondazione della metafisica dei costumi


  1. La legge sancisce la morale
  2. La norma è posta dal legislatore
  3. La giustificazione della norma è posta dal legislatore
    1. La giustificazione può non essere espressa
    2. La norma non è giustificata in termini di utilità di coloro che ricadono in essa
  4. Le leggi morali sono prescrittive in quanto imposte da un’autorità e l’autorità ha la forza per farle applicare
    1. Le leggi non sono entità fisiche
    2. Le leggi non hanno valenza causale
    3. Le leggi morali sopravvengono rispetto alle leggi naturali
  5. Il bene è la qualità di un’azione aderente alla legge
  6. Il male è la qualifica di un’azione non aderente alla legge

L’idea cardine del volontarismo è che il bene e il male non siano precedenti alle leggi ma successivi. Essere al di là del bene e del male significa essere al di là della legge. Di conseguenza, non c’è moralità là dove non ci sia una norma.

La norma è posta da una volontà e in tale volontà non solo risiede la sua ragion d’essere ma pure la sua possibilità di diventare operativa (e da questo atto primo della volontà si pone il nome “volontarismo”). La legge viene imposta con la forza dell’autorità la quale ha sia il potere di inventarne di nuove sia quello di farle applicare. Esempi di autorità capaci di fondare le leggi sono Dio e lo Stato. Quest’idea fu posta, ad esempio, da Hobbes nel Leviatano.

La giustificazione di una legge non nasce da un valore atteso di utilità da parte di chi ne è soggetto: se Dio avesse voluto, avrebbe potuto far le leggi più inique e insensate. Allo stesso modo, se l’autorità statale determina le leggi più ingiuste, nessuno è autorizzato a trasgredirle per la sola ragione che non c’è una giustizia e un bene sovraordinato alle leggi ma le norme depongono ogni ordine inferiore.

Etica descrittiva e normativa e i tre generi dell’etica normativa

Foto di Tumisu da Pixabay

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Consigliamo Volontarismo e Capire la metafisica dei costumi di Kant


L’etica è, in generale, lo studio dei comportamenti dell’uomo pensato come persona e non come entità puramente fisica. Le analisi possibili dell’uomo in quanto persona sono diverse: si può descrivere il comportamento umano per quello che è, da un punto di vista fisiologico, da un punto di vista psicologico, da un punto di vista sociologico o storico. Tutte queste analisi partono dall’assunzione che il comportamento dell’uomo possa essere descritto in termini scientifici e, ciascuna scienza per sé, indaga una regione particolare della realtà umana. Quest’approccio all’etica si può dire “descrittivo” perché non si domanda come le cose dovrebbero essere ma come le cose stiano. La base di studio è il dato empirico e, da questo, si verificano le ipotesi dalle quali si parte per cercare di prevedere, poi, il comportamento umano (a grandi linee).

Descrizione e norma in etica ed in epistemologia

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Consigliamo I tre generi dell’etica e Introduzione all’epistemologia


Prendiamo due questioni apparentemente diverse ma entrambe accomunate dalla tecnologia filosofica utilizzata per risolverle: cosa è giusto?; cosa è la conoscenza? Per rispondere alla domanda “cosa è giusto” entriamo all’interno del discorso metaetico, vale a dire una disquisizione intorno a ciò che si può considerare giusto oppure no, vale a dire stabilire quale sia il significato, se c’è, di enunciati contenenti termini morali come “giusto”, “sbagliato”, “buono”, “cattivo”, “virtuoso” etc.. Mentre, per rispondere alla domanda “cosa è la conoscenza” ci addentriamo nel discorso epistemologico. Etica ed epistemologia sono due campi della filosofia che, fin dal principio, hanno visto dei tentativi opposti di soluzione. Descrizione e norma, ovvero la differenza tra le due è il nucleo del problema.