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Categoria: Biografie

Kafka. Crumb R. con testi di Mairowitz

Il volumetto Kafka è un grafic novel sulla vita e sulle opere di Franz Kafka, uno dei più grandi geni della letteratura del XX secolo. Il volume, non particolarmente lungo o impegnativo, ripercorre la vita di Kafka all’interno della quale vengono considerate le principali opere del praghese: Il processo, Il castello, America, Le metamorfosi e la celebre La colonia penale. Oltre alle vicissitudini biografiche, il lavoro cerca di rievocare la complessa relazione di Kafka con la famiglia, in particolare con il padre, il cui ruolo ha avuto un peso decisivo nella formazione di quella coscienza inquieta che pervase Franz sin da subito e sino alla fine.

Il capitano Jens Munk – Torkild Hansen

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Consigliamo – il capolavoro di Hansen Arabia Felix


La maggior parte dei sognatori si rivelano dei buoni perdenti, statene pur certi. Aspirano alle stelle e ti ringraziano se porgi loro una pietra.

Quel che è comune ai membri di questa categoria è il fatto che tutto ciò che ne sappiamo sono il nome e la data di morte. Non si sono ancora presentati al mondo, che già sono costretti a tacere, è come se la storia si fosse interessata a loro solo al momento di liberarsene. Giusto il tempo di un nome e una tomba.

Thorkild Hansen

Jens Munk. Un nome che non dirà niente a nessuno e verrà probabilmente associato al più celebre pittore. Ma con il pittore Jens Munk non c’entra niente ed è vissuto un paio di secoli prima di lui. Si tratta di un marinaio, di un capitano che è degno di essere ricordato per il suo tentativo di trovare il passaggio a nordovest, famosa via che avrebbe dovuto realmente congiungere via mare il vecchio continente con le Indie, quelle vere. Probabilmente presto si formerà spontaneamente un “passaggio”, proprio ora, che disponiamo di rompighiaccio, ma all’epoca non c’era nessuna strada aperta per l’oriente attraverso i ghiacci. Ma bisognava scoprirlo. E Jens Munk era andato in quelle terre inospitali proprio per questo. Ma Jens Munk non è solo un marinaio, non è solo un capitano e non è solo il figlio della sfortuna. Egli ha una lunga storia, fatta di buona e, soprattutto, cattiva sorte. Egli è il figlio di Erik Munk, un nobile, un uomo che riuscì a distinguersi per la brutalità perpetrata ai danni della popolazione sua suddita e, soprattutto, riuscì a rendersi inviso a gran parte della nobiltà danese, motivo per il quale i suoi avversari riuscirono a condannarlo, a spogliarlo di ogni bene, a recluderlo nella più terribile delle prigioni e a condannare la sua famiglia ad una vita di interminabile frustrazione. Sì, perché è dalla capitolazione di Erik Munk e la sua perdita del titolo nobiliare, non trasmesso ai figli, che nasceranno gran parte delle disavventure del figlio più piccolo, Jens.

L’incredibile storia di Olaudah Vassa Equiano, o Gustav Vassa, detto l’Africano

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Consigliamo – La nave degli schiavi di Torkild Hansen


L’incredibile storia di Olaudah Vassa Equiano, o Gustav Vassa, detto l’Africano è la storia autobiografica di uno schiavo liberato, Gustav Vassa. Gustav Vassa era nato libero in una tribù dell’Africa centrale attorno alla metà del settecento. La sua infanzia è vissuta nel suo paese natale fino a quando una tribù africana rivale non lo rapisce, insieme alla sorella, per rivenderlo ai bianchi come schiavo. Come lo stesso autore ci dice, la pratica di rapimento era piuttosto usuale dalle sue parti, non solo per trarre schiavi per sé, ma anche per rivenderli. Gustav tiene a sottolineare come anche il peggiore dei trattamenti riservati agli schiavi nelle tribù africane non è neppure lontanamente paragonabile a quello riservato agli schiavi delle indie occidentali: costoro venivano semplicemente distinti dagli “uomini liberi”, avevano un’ala delle abitazioni riservata a loro e gli era proibito mangiare con gli uomini liberi.

Niccolò conte d’Arco

Non così poco si conosce di Niccolò da non potersene creare una rappresentazione mentale abbastanza definita verso la quale poter, nel caso, anche prendere posizione di simpatia, d’aperta ostilità o, infine, d’indifferenza.

A me Niccolò sta simpatico. Questo fatto soggettivo è probabilmente dovuto, e, se possibile, anche l’ipotesi (probabilmente vera) che questo fatto sia generalmente diffuso in chi si trovi per caso o per fortuna a conoscere Niccolò, è dovuto all’accidentalità che si conosce il poeta più attraverso l’immagine che di esso ne danno i suoi carmi che attraverso dati biografici di altra (prosaica) provenienza, dunque all’intrinseca poeticità (per non dire probabile distorsione fantastica, ma la questione forse non è così semplice) della figura del Nostro.

Intendo dare prima qualche cenno di biografia, per poi passare ad occuparmi (liberamente e piuttosto) del contesto storico-culturale e della poesia di Niccolò.

La crocera dello snark – Jack London

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Consigliamo – Zanna Bianca


Dopo quarant’anni Jack London aveva raggiunto grandi livelli di stima in tutta l’America e fu scrittore e giornalista affermato; aveva lavorato inoltre come lavandaio, raccoglitore di ostriche, spalatore di carbone, cercatore d’oro nel Klondhike, lavoratore come operaio e altri piccoli impieghi, che tra l’altro sono quasi tutti rintracciabili nel capolavoro Martin Eden. Dopo aver messo in piedi una fattoria di circa seicento ettari che gli garantì una certa e aggiuntiva tranquillità economica, London decise di coronare un sogno di coppia, insieme a sua moglie Charmian: fare il giro del mondo a bordo di un lussuoso ketch, lo “Snark”.

Non ho risposte semplici – Il genio del cinema si racconta – Stanley Kubrick

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Consigliamo – Anche Kant amava Arancia Meccanica di G. Pili e Filosofia del cinema, una presentazione all’Accademia d’Arte!


Questo non è un libro “scritto e diretto” da Stanley Kubrick e presentarlo come se lo fosse è veramente disonesto. Il titolo originale: Stanley Kubrick Interviews, cioè “Interviste di Stanley Kubrick”… Si tratta di una raccolta di articoli, per lo più interviste che vertono su Orizzonti di gloria, Il dottor Stranamore: ovvero come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba e 2001, Odissea nello spazio con l’unica eccezione di un articolo brevissimo del 1969 pubblicato poi su Action (pp. 115-119).

Fare un film – Federico Fellini, Italo Calvino

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Consigliamo Non ho risposte semplici di Stanley Kubrick e Anche Kant amava Arancia Meccanica di Giangiuseppe Pili


Dopo il bel racconto autobiografico di Calvino, Autobiografia di uno spettatore, in cui si possono trovare scritti tutti quei sentimenti che ruotavano attorno al cinema, quando aveva ancora senso parlare di “Cinema”, espressi in film come Amarcord e Nuovo cinema paradiso che, pur nella sua presunta nostalgia, ci riporta i ricordi di chi aveva legato alla visione dei film qualcosa di profondamente diverso da ciò che lo spettatore attuale può provare. L’evoluzione dai primordi all’attualità delle multisale, sempre più simili a maxitelevisioni quanto al concetto, è ripercorsa dallo stesso Fellini. Tra racconti autobiografici e immagini pure e potenti il regista racconta più che i suoi film, il suo modo di pensare al cinema e il cinema, durante i diversi atti creativi che una pellicola richiede per la sua creazione

Ucciderò Sherlock Holmes – Arthur Conan Doyle

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Consigliamo Il segno dei quattro di Arthur Conan Doyle


Non fu mai trovato un titolo meno corretto di “Ucciderò Sherlock Holmes”. Ci sarà qualcuno che crederà di aver sottomano un bel libro poliziesco all’antica, dove il detective e l’atmosfera di mistero regnano sulla trama. E invece no. Sherlock non compare se non in quattro pagine nella vita dell’autore, perché questa è l’autobiografia di Sir Arthur Conan Doyle.

Orson Welles, introduzione ad un maestro – Paolo Mereghetti

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Consigliamo Fare un Film di Federico Fellini e Anche Kant amava Arancia Meccanica di Giangiuseppe Pili


Paolo Mereghetti, celebre giornalista e critico cinematografico del “Corriere della Sera” e autore del dizionario del cinema “Mereghetti”, dedica al celebre regista Orson Welles un’introduzione che tocca la vita privata, la carriera e il cinema del grandissimo genio americano. Orson Welles, introduzione a un maestro è una guida utile per chi desidera approcciarsi in modo consapevole ad uno dei maestri del cinema

Il cinema secondo Hitchcock – Francois Truffaut


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Consigliamo – Filosofia del cinema, una presentazione di Giangiuseppe Pili all’Accademia d’Arte!


Libro-intervista ad uno dei più grandi e chiacchierati cineasti della storia, Alfred Hitchcock. Truffaut, noto regista francese, compone questo libro per mostrare la “vera realtà” del cinema hitchcockiano, ridotto da molti critici a puro intrattenimento o a sterile capacità tecnica. Truffaut dimostra che, dietro l’abilissima arte cinematografica del grande maestro inglese, si cela un universo di emozioni e sentimenti su cui si costruiscono le storie che vedono al centro l’Uomo nella sua nuda realtà.