Press "Enter" to skip to content

Categoria: Classici della Narrativa

Martin Eden – Jack London

Scopri Intelligence & Interview di Scuola Filosofica!

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo l’immortale Zanna bianca di London


Ogni uomo ha un’aspirazione. Ogni uomo deve credere in qualcosa fino alla fine: dovesse morire per farla. Chi vuole girare il pianeta su una vecchia Moto Guzzi con l’amore della sua vita, chi diventare un astronauta e colonizzare Marte, chi addirittura cambiare il mondo.

Martin Eden è un giovane di belle speranze, facile identificarlo nello stesso scrittore Jack London. Abita a San Francisco dove paga un discreto affitto al signor Higginbotham, suo cognato, per una stanza, come tanti all’epoca e oggigiorno. E’ un marinaio e ne ha il fascino: non ha problemi di relazione con l’altro sesso; per lui il detto “in ogni porta una donna” vale bene. Si fa amare, ma non ama. Un giorno salva la vita a un collega imbarcato con lui, e la famiglia sente il dovere di ringraziarlo.

Il richiamo della foresta – Jack London

Scopri Intelligence & Interview di Scuola Filosofica!

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo l’immortale Zanna bianca


Immaginiamoci di trovarci in una magione, una grandissima fattoria agli inizi del novecento negli Stati Uniti orientali e immaginiamoci un giovane cane, un sanbernardo, che fa la vita del cane-pastore ricco e borghese, con tutti i vizi e lussi che sono propri alla borghesia. Buck, così si chiama il cane, vive felice, ma lui stesso, nelle considerazioni del suo inconscio, capisce che quella non è la sua vera identità: capisce che i suoi antenati erano avvezzi a ben altre faccende. Sente dentro di sé il selvaggio. Rapito, il cane viene venduto a dei corrieri del nord che trainano con le possenti e pesanti slitte, la posta dalle città principali, fino ai villaggi e alle città in cui sorgono gli apparati minerari dediti alla ricerca dell’oro: quelli sono gli anni della cosiddetta corsa all’oro, unico e inimitabile oro giallo, di cui gli uomini assetati di ricchezze vanno alla ricerca con un’intrepidità degna di Napoleone nella campagna di Russia. A volte fallimentari, altre volte di gran successo. Buck viene addestrato per essere un buon cane da slitta e si distingue da subito, seppur con un piccolo periodo di disorientamento. D’altronde le sue abitudini precedenti e il clima erano ben diverse; scopre il “rovente di freddo” con temperature fino ai quarantacinque gradi sotto zero. Verrà fuori la sua indole da leader di un gruppo di cani, fino a diventare una leggenda nella lande del nord: un cane orgoglioso, forte, che si affeziona al suo padrone fino ad amarlo e che intraprende un processo di empatia che, fra gli stessi essere umani è difficile trovare.

I ragazzi della via Pàl – Ferenc Molnàr

Scopri Intelligence & Interview di Scuola Filosofica!

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo il Don Chisciotte della Mancia di Cervantes


Nella capitale ungherese, Budapaest, una via, quella nota via Pàl, è sede di una delle più importanti e forti bande di ragazzini. Al comando di questa un fanciullo noto come Boka, attorniato da altri bambini, qualcuno coraggioso, qualche altro un po’ meno, tutti rispettosi delle regole della banda. Nessuno si cura di Nemecsek, il protagonista, soldato semplice destinato a un immeritevole derisione generale. Non lontano dalla via Pàl c’è l’orto botanico, tanto amato dai cittadini della città del Danubio, sede di un’altra temuta banda: quella delle Camice rosse, capitanata dal grosso e cattivo Pastzor, ma che, come i migliori e più saggi cattivi, dimostrerà di avere qualità umane ben più fini di quanto potrebbe non apparire. La storia si impernia sulla guerra di queste due bande. Le Camice rosse, gelose del fatto di non possedere un campo dove giocare a pallone, cercano in tutti i modi di accaparrarsi quello dei ragazzi della Via Paal, che invece con le unghie e con i denti tentano in tutti i modi di difendere la loro roccaforte, protetta dalla vecchia falegnameria. Fra sortite di strada, sguardi malefici, bagni in laghi gelati, corse che lasciano senza fiato negli infiniti viali di Budapest, avventure mirabolanti con un finale emozionante, non privo della potenza della verosimiglianza, questo romanzo è capace di lasciare al lettore le lacrime sul viso.

Una vita – Guy De Maupassant

Scopri Intelligence & Interview di Scuola Filosofica!

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo l’immortale Palla di sego e altre novelle di Maupassant


Giovanna è una ragazza della piccola nobiltà. I genitori, il barone e la baronessa, sono due gentiluomini di campagna, buoni e prodighi. Il barone è un autodidatta e dalla cultura illuminista, avverso al potere dispotico per sentimento e del tutto contrario al cattolicesimo retrivo. La baronessa è un’obesa il cui passatempo preferito è la cura delle genealogie degli altri signorotti di campagna e delle famiglie nobiliari in generale. Giovanna viene spedita in un collegio perché non fosse svezzata dalla vita troppo presto. Il barone voleva che arrivasse vergine al matrimonio, vergine nell’animo e nel corpo. E così fu. Al ritorno dal collegio, Giovanna vive l’esperienza della lucida felicità della giovinezza profondamente legata alle aspettative della vita futura, coniugale e non solo. Brama un compagno fidato della quale potersi innamorare follemente. Costui, come condotto dal destino, arriva. Si chiama Giuliano, un ragazzo bello, alto, dall’aspetto elegante sebbene sia un nobile povero di un livello sociale inferiore a quello della ragazza. Ma Giuliana si innamora del giovane, presa dai fantastici sogni di una vita costruita dall’immaginazione. Preme per sposarsi e la famiglia, buona e generosa, non si oppone nonostante la sconvenienza economica e sociale. Ma Giovanna non è destinata a vivere una vita felice e la sua esistenza rotola e discende sino all’estremo con un finale di una bellezza fantastica.

Tropico del cancro – Henry Miller

Scopri Intelligence & Interview di Scuola Filosofica!

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo – Sexus dello stesso autore


Un americano a Parigi, senza Gershwin e senza Gene Kelly. La storia totalmente autobiografica di un uomo istruito, animalesco e senza quattrini in una grande città, la capitale francese. La trama è un resoconto viscerale dell’intimo di Miller attraverso i fatti trasfigurati totalmente dalla coscienza o dall’inconscio dell’autore. Pochissimi personaggi ricorrenti e l’Io narrativo è l’unico centro di continuità dell’ininterrotto flusso di coscienza che registra piuttosto che comprendere.

Padri e Figli – Ivan S. Turgenev

        

Scopri Intelligence & Interview di Scuola Filosofica!

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo – l’intervista col professor Tagliagambe


Arcàdij Kirsanov è un neolaureato. Egli torna a casa, dove l’aspettano il padre Nikolaj Petrovic e lo zio Pavel. Ma non è solo. Arcàdij è accompagnato dal suo amico e mentore Evgénij Vasìl’ev Bazàrov. Costui è un “nichilista”, com’egli stesso si definisce. Il romanzo narra la storia di un’amicizia, quella tra Arcàdij e Bazàrov, ma anche i rapporti intimi e familiari tra “Padri e figli”, tra una generazione e un’altra.

L’isola del dottor Moreau – Herbert G. Wells

Scopri Intelligence & Interview di Scuola Filosofica!

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo La guerra dei mondi dello stesso autore


Dopo un’avventura straordinaria, E. Prendrick, il protagonista del romanzo scrive il suo resoconto più per cancellare i propri fantasmi che per esser creduto. La sua storia, infatti, è talmente assurda, al limite dell’immaginabile che nessuno sarebbe disposto a dargli credito. Naufragato dalla sua imbarcazione, messosi in salvo con altri due compagni, si ritrova ben presto da solo: i due s’ammazzarono a vicenda buttandosi dalla barca, contendendosi un tozzo di pane e un po’ d’acqua. Nella scialuppa, lasciato solo, il protagonista arriva quasi al termine della vita quando viene salvato da un brigantino in cui regnava una sorta di anarchia. Il capitano era perennemente ubriaco e di natura iraconda.  Il Nostro amicizia con un certo Montgomery, un uomo dal labbro pendulo, imbarcato per trasportare degli animali esotici su un’isola sperduta, un medico con il quale il Nostro non riesce a giungere ad un livello di intimità maggiore. Compagno di Montgomery era uno strano personaggio, difficile da definire per via della sua strana costituzione fisica. Costui non era semplicemente anormale, era orrendamente deviato addirittura nella sua anormalità e, in qualcosa, assai vicino ad una bestia. Era insano e dai comportamenti assai curiosi sebbene difficile definirsi. Quando stanno per arrivare ad un’isola sperduta, il protagonista viene informato che Montgomery sbarcherà proprio lì e lui sarebbe rimasto solo in balia di quell’orda marinara terribile e pericolosa. Il capitano, preso da un accesso d’ira e odio, intima a Prendrick di scendere dal brigantino e, se non l’avesse fatto, avrebbe comandato di buttarlo a mare. Il protagonista chiede aiuto a Montgomery e il permesso di menarlo con sé, stranamente, Montgomery gli nega risolutamente tale possibilità. Alla fine, dopo aver rischiato la vita, Montgomery salva il Nostro e lo porta con sé. A malincuore, come ci tiene a far presente. L’isola aveva una specie di accampamento con recinto dove il Nostro viene fatto alloggiare e per la prima volta fa la conoscenza del dottor Moreau.

L’agente segreto – Joseph Conrad

Scopri Intelligence & Interview di Scuola Filosofica!

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo l’immortale Lord Jim


Il fumo di Londra del 1884 ammanta le strade e i palazzi sono circondati da una nebbia crepuscolare e un’epoca, l’epoca dell’Inghilterra vittoriana, con tutti quei ideali razzisti, sessisti, fintamente liberali, qualche volta belli ma fatiscenti, urlati ma non più creduti, non più credibili. “Uomo normale”, l’identikit perfetto per celare qualunque mistero. Verloc ha tutte le carte in regola per apparire una totale nullità, l’uomo più comune per eccellenza. Egli ha una moglie, Winnie, il piccolo cognato, Stivie, e la madre di Winnie, tutti a carico. Sembra che Verloc viva delle magre vendite dell’ambiguo negozio gestito a metà tra lui stesso e Winnie la cui merce proviene da Parigi e annovera nel listino gli articoli più disparati ma tutti non molto ricercati dalla gente “per bene”. Così l’attività di Verloc sembra essere unicamente quella di sussistere grazie ad un negozietto di terzo ordine con una clientela di infimo grado, circoscritta ai peggiori individui che l’umanità sa creare sì in abbondanza. Verloc, però, è anche attivo nel movimento rivoluzionario.

Giro di vite – Carteggio Aspern – Henry James

Scopri Intelligence & Interview di Scuola Filosofica!

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo la guida a William James di Francesco Margoni


Due racconti di Henry James, Giro di vite narra la vicenda di un’educatrice di due fratelli, Miles e Flora, un bambino e una bambina. Come unica compagnia la protagonista ha Grose, la domestica, un’anima semplice ma capace di assistere l’educatrice nel fitto mistero in cui piomba. La bambinaia era stata chiamata dal ricco zio dei fanciulli affinché li accudisse ma non lo importunasse mai e per nessuna ragione. Viene spedita in una grande casa quando, parlando con Grose, viene a sapere che la precedente educatrice era sparita, incapace di continuare, e poi morì in circostanze misteriose. Sorte simile toccò al signor Quint, un uomo dai capelli rossi e dalla perversione inaudita. La protagonista inizia la sua ascesi in un mondo in cui l’immaginazione e la realtà si mesciano insieme a tal punto che non è più possibile distinguere l’una dall’altra.

Gioventù – Joseph Conrad

Scopri Intelligence & Interview di Scuola Filosofica!

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo l’immortale Lord Jim


Gioventù è un racconto breve che si inserisce all’interno di quel ciclo ideale (e, forse, non solo) di racconti in cui Conrad condensa tutta la sua poetica e la sua più incisiva vena artistica: Linea d’ombra, Tifone, Cuore di tenebra.

Il titolo è il succo stesso del racconto nel quale l’autore trasfigura l’immagine e la sensazione di pienezza della giovinezza stessa, quell’apparentemente breve periodo della vita in cui le circostanze più impensabili nascondono in sé tutta la pienezza dell’esistenza. La trama del racconto, l’avventura di un giovane secondo ufficiale in una vecchia barca diretta a Bangkok alle prese con incidenti di ogni tipo, è una magnifica allegoria in cui ogni simbolo è celato all’interno della trama ma il cui chiaro e immaginifico significato è, allo stesso tempo, evidente per ciascuno. Come nella vita, le pure sensazioni portano con sé qualcosa di più alto e grande.