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Amaro calice … sul disgusto e la morale

Hume, nel XVIII secolo, fu una delle maggiori sensibilità filosofiche ad avvertire l’importanza dello studio della natura umana per la comprensione della morale. Opponendosi fermamente all’apparenza per cui la ragione, nella forma della conoscenza della legge morale, determinerebbe l’azione, il filosofo scozzese affermò che la natura umana è fondamentalmente mossa da stimoli di piacere e dolore.

Morale, gli insegnamenti dell’Induismo

Uno stimolante articolo apparso recentemente sull’Indian Journal of Psychiatry col titolo “Morality and moral devolopment: Traditional Hindu concepts”, ci fornisce l’occasione di richiamare l’attenzione sui punti centrali della visione indù tradizionale. Gli autori definiscono la morale come un costrutto che permette la differenziazione tra le intenzioni, le decisioni e le azioni buone (o giuste) e cattive (o sbagliate).

Etnocentrismo e ossitocina

L’ormone ossitocina medierebbe il comportamento cooperativo e altruistico all’interno del gruppo di appartenenza, poiché media la propensione a favorire il proprio gruppo sugli altri. Questo implica che l’ossitocina ha un ruolo nello sviluppo del comportamento etnocentrico, con i suoi effetti, positivi verso il simile e negativi verso l’estraneo. L’etichetta di “ormone dell’amore” non sarebbe dunque precisa…

Vittime e giudizio morale

La presenza di una vittima sembra essere una condizione necessaria per la formulazione di un giudizio morale. A sostenerlo era già Turiel che, nel trarre la distinzione morale – convenzionale, affermava che solo i casi di violazione morale implicano l’esistenza di una vittima. Un recente studio apparso su Psychological Inquiry sviluppa ulteriormente questa tesi, rendendola ancora più interessante.

Dilemmi e scelte morali, oltre Greene?

Il modello teorico proposto da Joshua Greene a spiegazione delle scelte morali in situazioni dilemmatiche è ormai diventato paradigmatico. Jonathan Baron e colleghi, in uno studio pubblicato l’anno scorso sulla storica rivista Synthese dal titolo “Use of a Rasch model to predict response times to utilitarian moral dilemmas”, propongono un modello esplicativo differente.

Mutamento climatico, questione morale?

La risposta al problema del mutamento climatico non sembra, attualmente, essere considerata un imperativo morale. Poiché il mutamento climatico antropogenico (quello causato per lo più dall’uomo) non genera intuizioni morali solide, non pone come urgente la necessità di agire (moralmente) per arginare il problema. Questa era la tesi sostenuta da Markowitz e Shariff in “Climate change and moral judgment” (Nature Climate Change, Vol.2).

Fattori irrilevanti e giudizio morale

L’ordine temporale di presentazione degli scenari morali è una variabile che influenza la valutazione morale degli stessi da parte del soggetto. A confermare questa osservazione arriva uno studio del tedesco Alexander Wiegmann dell’Università di Göttingen e colleghi, pubblicato recentemente su Philosophical Psychology col titolo “Order Effects in Moral Judgments”.

Deprivazione del sonno e giudizio morale

Sappiamo che prolungati periodi di privazione del sonno producono deficienze in funzioni cognitive di alto livello. Un’abilità cognitiva di alto livello e senz’altro importante per la vita quotidiana d’ognuno è la capacità di prendere decisioni morali. Un gruppo di ricercatori italiani ha registrato che una privazione di una notte di sonno (considerata “moderata”) non determina un’alterazione della qualità del giudizio morale, anche se determina una variazione dei tempi di risposta ad alcuni tipi di stimoli.

Altruismo e morale, percorsi separati?

Alcune delle più note teorie evolutive della morale affermano che il giudizio e il comportamento morale sono funzionali all’aumento del benessere del gruppo di appartenenza. Questo tipo di spiegazione dell’emergenza della morale, che sarebbe funzionale alla massimizzazione del benessere del gruppo di appartenenza, poggia su teorie come la selezione parentale. La semplice osservazione del giudizio morale umano ci dice però che …