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Tag: Intelligence Economica Giuseppe Gagliano

Guerra economica e Intelligence Il contributo della riflessione strategica francese Gagliano G.

Guerra economica e Intelligence è un saggio di Giuseppe Gagliano edito da Fuoco edizioni nel 2013. Il lavoro tratta del contributo della riflessione francese all’intelligence economica nei suoi vari aspetti, in particolare rispetto al suo inquadramento rispetto alla nuova forma di guerra totale o senza limiti che è la guerra economica. Giuseppe Gagliano, direttore del CESTUDEC, già autore di autorevoli e notevoli studi della disciplina, offre un’analisi piuttosto precisa e articolata dello stato dell’arte della riflessione sulla guerra economica:

Nel complesso, la guerra finanziaria è sostanzialmente una forma di guerra non militare il cui potere distruttivo però è analogo a quello delle guerre tradizionali. Proprio per la sua potenza ed efficacia la guerra finanziaria sarà destinata ad acquisire sempre più importanza nell’ambito della sicurezza nazionale degli stati moderni, e questa dimostra in modo evidente come sul piano strategico ci si trovi oggi di fronte a una guerra onnipresente o senza limiti, poiché è possibile pianificare una guerra sia in una sala da computer sia in una borsa. E dunque alla domanda dove sia il campo di battaglia nella strategia attuale la risposta non può che essere: dappertutto.[1]

Il tema principale è la nuova forma di guerra totale, se con ʽguerra totaleʼ vogliamo intendere una guerra senza limiti, riprendendo il termine (presente nel passo precedente) degli strateghi cinesi Qiao Liang e Wang Xiangsui. Il principale merito del lavoro è quello di riuscire a mostrare, sotto varie angolature differenti, la natura e la pratica della guerra economica, in riferimento a quella che è la riflessione e la letteratura di vari specialisti francesi (gen. Jean Pichot-Duclos, Éric Denécé, Christian Harbulot giusto per citarne alcuni). La guerra economica si sostanzia su pratiche di intelligence economica, guerra informativa e lo sfruttamento a proprio vantaggio della legislatura del diritto delle singole nazioni piuttosto che del diritto internazionale. Gli attori della guerra economica sono le imprese, le nuove unità combattenti del nuovo teatro di guerra: “Attori principali dell’economia, in quanto generatrici della ricchezza, le imprese sono necessariamente i primi ʽsoldatiʼ della guerra economica”.[2]

La nascita dell’intelligence economica francese. Gagliano G.

La nascita dell’intelligence economica francese è un libro di Giuseppe Gagliano, presidente del Cestudec (Centro Studi Strategici De Cristoforis) e autore di numerose pubblicazioni del settore. Il volume è edito da Aracne nel 2013. L’opera è strutturata in due parti: la prima ripercorre la genesi storica dell’intelligence economica (IE) francese secondo le interpretazioni di Nicolas Moinet e Hélén Masson, rispettivamente. Nella seconda parte si riporta il rapporto Martre che “costituisce l’atto di fondazione dell’intelligence economica in Francia”.[1]

Il fine globale del lavoro è quello di rendere disponibile al lettore italiano interessato alcune tra le principali interpretazioni della scuola francese di (IE), in particolare quella che ha portato i maggiori sviluppi operativi. Il fine ideale è di natura strettamente interna alla nostra nazione, ovvero aumentare il dibattito sullo sviluppo di un pensiero di (IE) italiana:

Con questa pubblicazione il Cestudec si propone di stimolare un fruttuoso e fecondo dibattito anche in Italia per l’intelligence e la guerra economica secondo l’interpretazione francese nell’auspicio che, anche nel nostro paese, in tempi ragionevoli, possa prendere vita una istituzione analoga per finalità e metodologia alla Scuola di guerra parigina.[2]

Il fine del libro è, di per sé, di grande importanza. Con la dissoluzione del blocco sovietico si è assistito ad un periodo in cui la potenza americana sembrava doversi imporre come unica superpotenza. Sebbene ancora oggi gli USA rimangono il paese con il più grande arsenale militare, la guerra sembra aver cambiato veste almeno parzialmente. Con la presenza delle armi atomiche il limite autoimposto alla violenza non sembra aver di per sé scongiurato la possibilità di costituire nuclei di interesse favorevoli a nuove tipologie di guerra. In altre parole, l’equilibrio atomico non ha fatto largo ad un’epoca di pace. Inoltre, la potenza degli USA sembra essere sempre più sottopressione e in discussione per molteplici aspetti, il che lascia intendere che l’attuale ordine mondiale sia solo transitorio.