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Tag: Possibilismo geografico

Piccolo dizionario geografico dalla A alla Z. Parte I

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Storia della geografia

Correnti di pensiero geografico

Evoluzionismo: il precursore dell’evoluzionismo geografico è stato senza dubbio Jean Baptiste Lamarck, mentre il suo teorizzatore fu il celebre Charles Darwin che scrisse un’opera fondamentale che trattava esaustivamente del tema dell’E. intitolato On the Origin of Species (1859). Questo libro ebbe un successo planetario e in esso veniva introdotta la teoria evoluzionista: era infatti quella corrente sulla natura biologica, la cui concezione permetteva di prescindere da ogni principio sovrannaturale per spiegare i fatti osservati. Il nuovo campo di ricerca era l’ambiente e le sue interazioni nei confronti delle specie animali che lo abitavano. Il principio di adattamento all’ambiente, come massima virtù delle forme biologiche vincenti, viene così ad essere uno dei cardini delle teorie scientifiche evoluzionistiche.

Geografie a confronto – Determinismo e possibilismo geografico

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Karl Ritter (Quendlinburg 1779 – Berlino 1859) è il primo dei geografi moderni il cui pensiero è inquadrabile in un’ottica di stampo determinista. Nelle sue opere (ricordiamo l’Erdekunde) cerca di analizzare spazi anche lontani rilevandone le caratteristiche fisiche presenti e quelle dei popoli che li abitano, cercando principi di causalità (A avviene perché B) e di estensione dei fenomeni osservati. Ma cosa fa di Ritter un geografo determinista?

Egli ritiene che i popoli sono condizionati dalla conformazione degli spazi che abitano, che poi sarebbero le regioni, i cui caratteri distintivi e peculiari sono quindi frutto di un’influenza ambientale. Il determinismo di Ritter, però, non ha i caratteri di un determinismo meccanicista, in quanto esso è espressione di una teleologia, che vorrebbe gli ambienti capaci di determinare gli aspetti dell’uomo che li abita; guidata da un intento divino e volta al perfezionamento dell’uomo. Inoltre, secondo il tedesco, questa fase di “formazione”, volta alla forgiatura dell’uomo perfetto, sia attestabile solo nelle popolazioni il cui sviluppo sia ancora a uno stadio primitivo, non permettendo quindi, a contrario di quanto avviene nelle società dell’Europa moderna, di liberarsi dal gioco costrittivo della Natura.