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2. Onda lunga e onda corta: i due intervalli temporali della moda

Cathleen Naundorf, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

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L’onda lunga della moda impone il trend dell’evoluzione complessiva del vestiario. L’onda lunga, cioè, interviene sui singoli pezzi di vestiario solo in quanto essi sono legati da una visione unica che si applica al vestito. Ad esempio, la lunghezza della scollatura non è slegata dal resto dell’abito, così come la lunghezza e la tipologia della gonna (con pieghe o senza, a tubo o no, lunga o corta etc. vedi Barthes (1993)) varia in funzione della sua relazione con il resto dell’abito.

Quindi, rispetto al lungo periodo, considerare la variazione di un singolo elemento è ininfluente, perché la causa risiede nelle idee degli stilisti che si modificano solo di poco. Questo perché la componente soggettiva dello stilista è vincolata al concetto generale della categoria di abito che sta modificando: siamo vincolati ad usare certi tipi di abito in certi tipi di contesto, sicché la componente intersoggettiva, che sancisce le norme di utilizzo di abiti in contesti istituzionali, oppone un limite alla rivisitazione complessiva dell’abito da parte della soggettività dello stilista.

La rivoluzione può essere solo nei dettagli, di superficie, ma non di sostanza perché l’abito comunque è vincolato ad un contesto d’uso: un professore universitario, un impiegato in azienda, una commessa o un medico non possono essere chiamati a rivedere il proprio abito d’ufficio una o due volte l’anno, se non in modo impercettibile e compatibile con altri elementi specifici del vestiario che già dispone.

Il limite della variazione sull’onda lunga impone lentezza perché devono cambiare le norme condivise, intersoggettivamente riconosciute e fondative dei contesti d’uso. Sia detto per inciso che, in realtà, le modifiche degli abiti rispetto agli ultimi quattrocento anni non sono poi così decisive, giacché essi sono costituiti sostanzialmente da una divisione netta tra parte alta e parte basse del corpo e i singoli elementi sono concettualmente sempre gli stessi. Questo è molto diverso, ad esempio, dagli abiti dell’antichità sia nell’uso latino e greco, che nell’uso dei popoli barbari del IV secolo d.C.. Quello che è variato è, invece, l’uso categorizzante dell’abito perché la società di massa ha succeduto la società elitaria dei secoli dell’ancien regime.

Variazioni sensibili sono, invece, possibili nell’onda corta. In questo caso, infatti, ciò che varia sono l’infinita serie di dettagli, segnali compresi, attraverso cui l’abito si personalizza in modo che diventi il tramite di messaggi subliminali delle singole soggettività. In altre parole, una persona è libera di utilizzare certi dettagli, resi disponibili nella moda rispetto all’onda corta, che lasciano passare un insieme di segnali che rimandano a certe intenzioni o significati (cfr. 5, 6, 7 e 8). Ad esempio, ultimamente va di moda il rossetto a tinte forti (un esempio potrebbe essere il 500 – ROUGE ESSENTIEL, prodotto da Chanel). Come vedremo più sotto, all’interno della moda va considerato anche tutto il complesso di mezzi attraverso i quali si incorporano messaggi all’interno del complesso del vestito (cfr. 5, 6 e 8).

Sicché, dunque, il trucco va considerato parte di questo trend, laddove la soggettività creativa dell’individui reinterpreta un abito combinandolo al resto della propria esibizione, giacché l’abito si configura come un tutto, trucco compreso. Sia detto chiaramente che la logica dell’abito non segue necessariamente la logica del trucco e infatti fa capo ad autorità epistemiche diverse (persone colte in materia che costituiscono l’esempio per tutti gli altri. Sulla logica delle autorità Pili (2013) mentre per un punto specifico si veda sotto (cfr. 3)).

Tuttavia, l’esibizione complessiva è il vero oggetto della moda (cfr. 4), a cui partecipano in varia misura abito e trucco e non solo (cfr. 5). Trucco che può essere anche assente, come nel caso della moda maschile degli anni 50’. Tuttavia, oggi c’è un ritorno di un trucco diffuso anche in ambito maschile, caratterizzato non solo dal taglio di capelli (sempre più variegato) e in questi ultimi due anni (2015-2016) della barba (le date sono d’obbligo per la caducità di tali fenomeni); ma anche rispetto alla rifinitura delle sopracciglia (fatto sempre più comune, soprattutto nelle giovani generazioni, tipicamente le più ansiose di differenziarsi dagli anziani e che sentono maggiormente l’urgenza di sentirsi accettati all’interno della società e riconosciuti pari tra gli altri giovani).

Quindi, in conclusione, l’onda lunga interviene maggiormente sul costrutto dell’abito come complesso perché richiede la variazione del complesso di norme intersoggettivamente riconosciute come base per l’utilizzo degli abiti nei vari contesti. L’onda corta, invece, impone variazioni più di dettaglio, che non influiscono molto sulla categoria-abito ma possono comportare piccole o grandi rivoluzioni sul complesso di segnali che sono associati all’abito. Onda lunga e onda corta sono due locuzioni per termini temporali. L’onda lunga rappresenta un intervallo di tempo rispetto al lungo periodo (cinquant’anni), così l’onda corta (un anno).

La scansione temporale segue le intuizioni di Roland Barthes (1993) che molto acutamente osservava le chiare differenze tra le due scansioni. Va rilevato, comunque, che tale fenomeno non stupisce nel momento in cui tutti gli eventi sociali possono essere descritti in tali modi e la storia di eventi storico-politici rilevanti tiene conto delle due tipologie di scansioni. Quindi questo non è un tratto peculiare dell’evoluzione della moda e del complesso dell’esibizione, ma era importante notare che anche questo ambito è soggetto alle stesse scansioni di altri tipi di eventi. Questi due intervalli temporali servono per discriminare due processi evolutivi autonomi (perché seguono logiche diverse) ma non indipendenti (perché l’uno è connesso all’altro e viceversa: l’onda lunga deve continuare a consentire variazioni richieste dalle necessità dell’evoluzione dei mezzi utilizzati nell’onda corta).

[Per chiunque voglia scaricare l’articolo integrale: The system of fashion]


Giangiuseppe Pili

Giangiuseppe Pili è Ph.D. in filosofia e scienze della mente (2017). E' il fondatore di Scuola Filosofica in cui è editore, redatore e autore. Dalla data di fondazione del portale nel 2009, per SF ha scritto oltre 800 post. Egli è autore di numerosi saggi e articoli in riviste internazionali su tematiche legate all'intelligence, sicurezza e guerra. In lingua italiana ha pubblicato numerosi libri. Scacchista per passione. ---- ENGLISH PRESENTATION ------------------------------------------------- Giangiuseppe Pili - PhD philosophy and sciences of the mind (2017). He is an expert in intelligence and international security, war and philosophy. He is the founder of Scuola Filosofica (Philosophical School). He is a prolific author nationally and internationally. He is a passionate chess player and (back in the days!) amateurish movie maker.

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