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Autore: Wolfgang Francesco Pili

Sono nato a Cagliari nell’aprile del 1991. Ho da sempre avuto nelle mie passioni, la vita all'aria aperta, al mare o in montagna. Non disdegno fare bei trekking e belle pagaiate in kayak. Nel 2010 mi diplomo in un liceo classico di Cagliari, per poi laurearmi in Lettere Moderne con indirizzo storico sardo all'Università degli studi di Cagliari con un'avvincente tesi sulle colonie penali in Sardegna. Nel bimestre Ottobre-Dicembre 2014 ho svolto un Master in TourismQuality Management presso la Uninform di Milano, che mi ha aperto le porte del lavoro nel mondo del turismo e dell'accoglienza. Ho lavorato in hotel di città, come Genova e Cagliari, e in villaggi turistici di montagna e di mare. Oggi la mia vita è decisamente cambiata: sono un piccolo imprenditore che cerca di portare lavoro in questo paese. Sono proprietario, fondatore e titolare della pizzeria l'Ancora di Carloforte. Spero di poter sviluppare un brand, con filiali in tutto il mondo, in stile Subway. Sono stato scout, giocatore di rugby, teatrante e sono sopratutto collaboratore e social media manager di questo blog dal 2009... non poca roba! Buona lettura

Soluzionare is the way, votare pure!

« Art. 48. Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge. Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.»

Le elezioni sono ormai prossime. La data calda del 4 marzo è dietro l’angolo. E come spesso è accaduto negli ultimi anni, nelle precedenti elezioni e/o referendum, il rischio di astensionismo è veramente alto. Gli elettori paiono scontenti e credono che l’andare a votare non comporterà nessuna differenza; credono che il loro voto non sarà importante.

Itinerario turistico in una delle zone più povere d’Italia – Calasetta e Sant’Antioco

Lasciamo l’Isola di San Pietro, presentata nel precedente pezzo, imbarchiamoci alla volta di Calasetta. Il viaggio dura circa 20 minuti e vi porta in un’altra isola della Sardegna, l’isola di Sant’Antioco, collegata però con un ponte alla terraferma sarda. L’isola oltre diverse spiagge molto suggestive, presenta due comuni: Calasetta e Sant’Antioco. Nel primo vale la pena fermarsi un’oretta per fare una piacevole passeggiata fra le bianche facciate delle tipiche case calasettane. Sant’Antioco invece merita una visita più approfondita. Fondata sui resti della città fenicia Sulki (da qui il nome della provincia “Sulcis”), è proprio dal punto di vista archeologico che merita una visita.

Itinerario turistico in una delle zone più povere d’Italia – Carloforte e Isola di San Pietro

Secondo Giorno

Carloforte ha i suoi ritmi. Svegliatevi con calma e fate colazione: a base di focacce e pizza, o a base delle famose bombe alla crema, preparatevi a visitare un’isola con tante opportunità e attività. L’isola per estensione è la seconda più grande in Sardegna (la 75° nel Mediterraneo): le coste sono a nord alte e rocciose, ricche di falesie e insenature dove nidificano il falco della regina e il gabbiano corso, mentre nella zona meridionale sono basse con delle piccole spiagge adatte alla balneazione.

Carloforte è l’unico centro abitato dell’isola e fu fondato da Carlo Emanuele III, da una colonia di pescatori liguri di Pegli, migrati a loro volta dall’isola di tunisina di Tabarka: ecco perché a Carloforte c’è un vero e proprio melting pot di tradizioni, liguri, sarde e tunisine (quest’ultime si ripercuotono soprattutto nella gastronomia con il famoso cascà vale a dire il cous cous carlofortino). Oggi Carloforte è una vivace meta turistica soprattutto nei mesi estivi, quando il borgo si anima delle folle di turisti, soprattutto italiani.

Itinerario turistico in una delle zone più povere d’Italia – il Sulcis Iglesiente (parte I)

Il territorio italiano è ricco di patrimoni naturali e architettonici spesso non valorizzati al meglio, a volte per motivi economici e politici, altre volte per carenze strutturali legate comunque al primo punto. Tuttavia ci sono eccellenze che non risentono di questa crisi e di questa mancata valorizzazione: si prenda come esempio la bellissima zona attorno ai grandi laghi lombardi, veneti e piemontesi, o si pensi ancora alla Toscana e alle terre brune attorno a Siena.

Sono zone geografiche in cui negli anni si è saputo creare, oltre ad un tessuto produttivo che ha favorito l’economia, anche un sistema turistico che ha potenziato e dato risorse ad una regione già ricca di suo. Come da incipit però, ci sono regioni e provincie, in cui complice un sistema economico secondario e terziario sottosviluppato, il sistema turistico non si è sviluppato al meglio: si pensi alla Sicilia, terra bellissima, ma ancora ben lontana rispetto alle regioni del nord; o ancora, alla Calabria e alla Puglia, terre ricche di patrimoni artistici e di tradizioni immutate nel tempo, ma che a causa di un’arretratezza economica storica, non trova nel turismo le forze sufficienti per risollevarsi. In conclusione, un territorio di vocazione turistica non è sufficiente a far sì che una determinata regione possa vivere solo di quel settore.

Itinerario in Sardegna fra amarcord e attualità

Qualche tempo fa mi sono trovato a rovistare nella cantina di un mio conoscente e ho trovato al mio cospetto un’importante collezione di riviste di quotidiani, ingiallite e dal fascino antiquario. Su di una mi è caduto l’occhio in particolare: si tratta dell’inserto domenicale del Corriere della Sera chiamato “Domenica del Corriere”. In data 24/06/1974 veniva raccontato il resoconto di viaggio di Carlo Mauri, alpinista ed esploratore italiano vissuto fra il 1930 e il 1982 anno della sua morte. L’articolo di Mauri riporta con estrema precisione il resoconto di un’avventura into the wild in uno degli ultimi paradisi italiani, preservati dalla vita pastorale e da una natura ancora poco intaccata dai cambiamenti distruttivi dell’uomo: precisamente nella zona dei territori del Supramonte, caro a Fabrizio de Andrè, ma caro anche alla maggioranza degli escursionisti, alpinisti e vacanzieri di tutto il mondo.

Tutto per gioco, niente per gioco – Il valore del gioco negli scout

All’interno delle associazioni scout ci sono diverse fasce d’età: oggi vi descriviamo come all’interno dell’associazione CNGEI (una delle due associazioni scout italiane riconosciute dai due organismi ufficiali mondiali dello scoutismo) viene inteso il gioco. Questa relazione è stata presentata presso il “Convegno sul lupettismo” tenutosi il 18 febbraio 2017 a Cagliari, presentato da Silvia Pistis, attivissima da diversi anni nel branco del CNGEI, ottima rappresentate e alfiere dell’associazione.

Il Gioco è uno degli Strumenti del Metodo della Branca Lupetti, probabilmente il più importante ed efficace. Quasi tutte le attività svolte con il Branco utilizzano il Gioco come Strumento attraverso il quale trasmettere un contenuto educativo. Il Gioco è l’applicazione massima dell’Imparare Facendo del Metodo Scout, declinato nella Branca L.

Il lago Mulargia – Percorso in Canoa


Il lago Mulargia è un lago artificiale posto nel centro della Sardegna e suddiviso territorialmente fra i paesi di Siurgus Donigala, Nurri, Goni e Orroli. L’unico lago non artificiale in Sardegna è il modesto lago Baratz, vicino ad Alghero, che con una profondità media di 5 metri e una grandezza più simile a quella di una laguna, non è assimilabile di certo all’importanza degli altri invasi sardi, come il Coghinas, l’Omodeo, il lago dell’alto Flumendosa e il suddetto lago Mulargia, tutti però non bacini naturali.

“In sintonia con le direttive europee e gli orientamenti internazionali, anche la Sardegna è doverosamente chiamata a proteggere e conservare l’acqua, risorsa unica, limitata e fragile, di alto valore ambientale, culturale ed economico, bene pubblico da utilizzare in maniera sostenibile e da tutelare in quanto bisogno fondamentale dell’umanità, chiave dello sviluppo e del benessere per le generazioni contemporanee e future.” Maria Luisa Di Felice, Dighe della Sardegna, Sassari, Poliedro, 2011.

Un tranquillo weekend di… natura!

deliveranceSono un amante della natura lo ammetto. Questo breve articolo nasce e si idea dopo che ho visto per la prima volta un film a mio avviso molto bello e interessante: si tratta di Un tranquillo weekend di paura (il titolo originale è Deliverance che tradotto in italiano significa “Liberazione”; per una delle poche volte, la traduzione in italiano appare migliore del titolo originale) di John Boorman, girato nel 1972 che narra l’avventura di quattro colleghi.

La tematica dominante del film è l’ecologia. La banda di amici vuole trascorrere un weekend – di natura – campeggiando in canoa, in un fiume che presto non esisterà più perché sommerso per creare una imponente diga. Non meno importante è il tema del distacco dalla città, un tema che nel 1972 usciva per le prime alla ribalta, per lo meno in una pellicola di rilievo con un cast importante (Jon Voight e Burt Reynolds fra tutti). Dunque la visione del film di cui non esporrò altro i due temi citati sopra, mi hanno fatto riflettere.