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Soluzionare is the way, votare pure!

« Art. 48. Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge. Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.»

Le elezioni sono ormai prossime. La data calda del 4 marzo è dietro l’angolo. E come spesso è accaduto negli ultimi anni, nelle precedenti elezioni e/o referendum, il rischio di astensionismo è veramente alto. Gli elettori paiono scontenti e credono che l’andare a votare non comporterà nessuna differenza; credono che il loro voto non sarà importante.

Ma la democrazia deve imporci di andare a votare, che sia per protesta, che sia per ideologia. Stare a casa seduti ad aspettare l’esito per poi lamentarsi non è utile. Si protesta votando, si protesta dando consenso. Si protesta dando una scheda bianca. Si protesta manifestando pubblicamente un concetto. Giovani, vecchi, imprenditori, disoccupati, studenti, pensionati, abitanti all’estero, malati, migranti cittadini italiani, donne e uomini, maggiorenni naturalmente, hanno il diritto di andare a vota per dire la loro.

Non farlo, sarebbe come perdere un’occasione della vita per dire “io c’ero”, “io ho detto la mia”, seppur segretamente, perché il voto si palesa solo nel totale finale. “Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.” Come enuncia l’articolo 48 della nostra Costituzione, a volte messa in discussione, senza però aver ricevuto radicali cambiamenti rispetto l’originale stilate dai padri costituenti.

 

Quindi, perché dobbiamo andare a votare alle prossime elezioni?

 

1) Perché è un nostro diritto e dovere civico, nonché morale.

2) Perché il nostro voto può fare la differenza a portare avanti il nostro paese e il nostro pensiero.

3) Perché in un periodo di crisi economica e morale dobbiamo credere in qualcosa.

4) Perché votare e democrazia sono due parole che si accoppiano bene. Dove non si vota non c’è democrazia, dove non c’è democrazia c’è inedia e a volte una dittatura.

5) Perché il partito degli astenuti non ha voce in capitolo.

6) Perché votando si ha il diritto di protestare se qualcosa va male. Altrimenti, non hai fatto niente per contrastare i problemi.

7) Perché votando si lascerà per sempre un segno nella storia.

 

A molti queste parole, potranno sembrare demagogia allo stato puro. Ma se si vuole credere, in qualcosa, oltre che in sé stessi, bisogna dare una chance a chi ci governa, a chi decide di mettere in moto la nostra economia, a chi decide come cresceranno le future generazioni, se in uno stato democratico dove si prova a creare uno spirito istituzionale ben radicato nel territorio, o in uno stato fasullo composto da ignavi e da ipocriti.

“Soluzionare, soluzionare!”. Cercare una soluzione ai problemi. Alzarsi dopo la caduta. Così ci incoraggiava il mio ex coach di rugby Riccardo. Soluzionare is the way, votare pure.


Wolfgang Francesco Pili

Sono nato a Cagliari nell’aprile del 1991. Ho da sempre avuto nelle mie passioni, la vita all'aria aperta, al mare o in montagna. Non disdegno fare bei trekking e belle pagaiate in kayak. Nel 2010 mi diplomo in un liceo classico di Cagliari, per poi laurearmi in Lettere Moderne con indirizzo storico sardo all'Università degli studi di Cagliari con un'avvincente tesi sulle colonie penali in Sardegna. Nel bimestre Ottobre-Dicembre 2014 ho svolto un Master in TourismQuality Management presso la Uninform di Milano, che mi ha aperto le porte del lavoro nel mondo del turismo e dell'accoglienza. Ho lavorato in hotel di città, come Genova e Cagliari, e in villaggi turistici di montagna e di mare. Oggi la mia vita è decisamente cambiata: sono un piccolo imprenditore che cerca di portare lavoro in questo paese. Sono proprietario, fondatore e titolare della pizzeria l'Ancora di Carloforte. Spero di poter sviluppare un brand, con filiali in tutto il mondo, in stile Subway. Sono stato scout, giocatore di rugby, teatrante e sono sopratutto collaboratore e social media manager di questo blog dal 2009... non poca roba! Buona lettura

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