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Categoria: Venere in Cornice

Rubrica di moda gestita da Paolo Meneghetti e aggiornata serialmente.

VENERE IN CORNICE – La sedia fatale per il ginocchio a ritroso / The chair fatale for the knee backward

Possiamo chiederci, forse, come sarebbe una sedia se le nostre ginocchia si piegassero al contrario. Questo sembra interessante, in merito alla posa di Aleksandra. Da un lato noi diamo per scontata una parte della nostra esistenza, quando impariamo ad abituarci. Dall’altro lato, l’artificialità insiste molto sullo sviluppo dalla naturalezza all’ergonomia. Aleksandra ha posato per uno scatto dalle tonalità chiaroscurali. Lei utilizza la sedia in maniera “disordinata”: allungando all’infuori la gamba destra e ritraendo la gamba sinistra verso la pancia. Intorno, il fondale è occupato da un sipario che connette la parete al pavimento. Il glamour resta: dalla coscia che “si erge”, dalle calze corte, dalle scarpe coi tacchi, dalla pettinatura e dalla minigonna attillate, ecc… Il design della sedia non spicca per originalità. Se Aleksandra cercasse d’aggiustarsi la posa, lo farebbe in quanto abituata a sedurre. Domina il nero, concedendo in parte uno stile da femme fatale negli anni ’30. Almeno Marlene Dietrich avrebbe potuto posare a cavalcioni sulla sedia.

VENERE IN CORNICE – Una “Belle Epoque” per i loghi che “s’inchinano” alla sinfonia / A “Belle Epoque” for the logos which “bow down” a symphony

Chesterton ci ricorda all’esistenzialismo che una corona di rose è anche una corona di spine. Vale l’estetica della Belle Epoque a Parigi, se la spensieratezza matura perché un bel gioco dura poco. Questo scatto rimane al bianconero. Così aumenta il lieve spleen della posa, con gli occhi chiusi ad un “inchino” del volto. In particolare, l’ambientazione inerisce al salotto d’un party, presso un albergo. Dunque Alice indossa un cerchietto di rose in testa, con la piuma bianca che virtualmente permetterà un cocktail frizzante per l’aghifoglia. Sullo sfondo, si scorgono appena due persone. E’ uno scatto esistenzialista, in cui la riflessione interiore rilassa anche tramite la “tisana” per la “bustina” della canotta. Il divertimento interessa a molti, ma è sempre labile.

VENERE IN CORNICE – La cascata della panchina ed il boomerang della scalinata / The waterfall of the bench and the boomerang of the staircase

Per Neruda, le onde nei campi solari di grano “discorrono” col treno fugace, parendo questo come all’ombra d’una cascata. Il viaggio ci permette di scoprire nuovi mondi. Ma noi saremo anche socievoli, raccontando qualcosa riguardo la nostra provenienza. Liza ha posato per uno scatto al bianconero. Lei è alla stazione ferroviaria, seduta sulla panchina in uno “scambio” virtuale fra le gambe e le doghe. Infatti il corpo appare scomposto, ma per favorire il glamour. La “propagazione ondulatoria” delle doghe si percepirebbe perfino ipnotizzante. C’è la “cascata” dei capelli biondi, oltre la “rapida” della spalla destra. Lo sguardo ha una “seriosa” intensità… che “si racconterà”. La mano destra, in apparenza “cedevole” per amichevolezza, potrebbe “sbandierare” un ˂ alt! ˃, quantomeno rispetto al dare la precedenza per la triangolazione delle gambe. Un viaggio dall’anello distorto (considerando le doghe) presuppone simbolicamente una dialettica: dalle pre-comprensioni personali alle terze vie.

VENERE IN CORNICE – L’elasticità dei sogni al suprematismo d’una spallina che fa sudare una tuta della bocca / The elasticity of the dreams at a suprematism of a shoulder pad that allows a tracksuit of the mouth to sweat

Dal lirismo di Max Walker, i sogni sarebbero stati sudaticci, in una sorta di cruda muscolatura per il lenzuolo della notte. E’ impossibile dormire senza coprirsi… Se uno ci provasse, presumibilmente lo farebbe contro la sua sudorazione! Al di là dei desideri intimi, i sogni elasticizzano uno scivolamento della mente (senza la concatenazione logica). L’artista Emilia è stata inquadrata innanzi ad un suo dipinto. Lei assume una posa dalla destrezza irrigidita (paradossalmente): con le braccia conserte e le gambe a cambio di marce, quasi a pennellare. Il dipinto ha una figurazione che noi percepiamo surrealistica. Le forme vegetali ed animali si adatterebbero ad una “muscolatura” delle terre, e facendo “sudare” l’aria da respirare. Il fondale nero conferma l’ambientazione all’onirismo (dalla notte). Normalmente nessuno associa l’elasticizzazione alle terre emerse. Ma queste hanno i loro abissi (dal carsismo). Forse l’evoluzionismo delle specie viventi dovrà raggiungere, al proprio apice, la dimensione dell’immaginario? Emilia porta i pantaloni sportivi, quindi flessibili. Questi sono pure decorati da un “crepaccio solare”, tramite la banda arancione.

VENERE IN CORNICE – Il glamour che riesce a trivellare la ghiaia del sole / The glamour which is able to drill the gravel of the sun

Per Kerouac, è meglio dormire liberi in un letto scomodo che dormire prigionieri in un letto comodo. Si conferma l’estetica dello on the road, al vitalismo dell’avventura. Giulia è stata inquadrata dentro una casa di pietra più in rovina che solo pericolante. Lei ci dà le spalle, reggendosi agli stipiti d’una porta assente (che forse nessuno avrebbe mai montato). Sullo sfondo, il pendio boscoso suggerisce un ambiente montano. Spiace sempre lo spopolamento dei vecchi borghi, mancanti dei moderni servizi, in favore del caos cittadino. In primo piano c’è una sorta di “brandina sepolcrale”, col marmo a rimpiazzare il materasso. Ma Giulia fortunatamente l’avrebbe abbandonata, sgranchendo le braccia per accogliere la luce del sole. Più che un risveglio diventa una trasfigurazione, col corpo a sorvolare grazie al “salto con l’asta” (dai due elementi al lato sinistro del varco).

VENERE IN CORNICE – La cornetta diventa una piuma con la dolce lungimiranza dell’affetto / The handset becomes a feather with the sweet farsightedness of the affection

Per Rosamund Marriott Watson, liricamente l’oro della cascata in natura è la scalinata d’un legato per l’uomo. Più realisticamente, sognando i pensieri scorrono ipnotici, per un labirinto dell’orientamento. Da questo, “ci si risveglia” con la maestria nel canto. Altea ha posato all’inizio d’una scalinata. L’ambiente si percepisce lussureggiante, mediante le decorazioni a foglia d’oro sulla ringhiera. Altea porta un abito bianco da ballo, con lo strascico. Sulla ringhiera ci piace immaginare un pentagramma per una “fiamma” dell’infinito (dal suo simbolo). La trasfigurazione si percepisce all’impossibilità che la corporeità “coli” sull’orizzonte dell’immanenza. La colonna all’inizio della scalinata avrebbe una foglia d’oro addirittura alla risonanza d’un flauto. Proprio lì s’indirizzerebbero le dita delle mani. Altea ha un caschetto di capelli rossi, dando alla foglia d’oro una passionalità “nobilitata” dall’intelletto, tramandando un’eleganza di stile contro uno scivolamento al suolo marrone del materialismo (dal tappeto).

VENERE IN CORNICE – Il glamour è un leggio per la sirena che incanta dal corpo slittante / The glamour is a bookrest for the siren that enchants by the skidding body

Per Ramon Gomez de la Serna, se le lenzuola sono gelate, allora si sogna in una slitta. Alice ha posato per uno scatto al bianconero. Pare che lei dorma dentro ad una barca “per amaca”, sulla spiaggia. Ma quanto uno scalmo per il remo avrà ricondotto alla concatenazione logica i sogni più fumosi che ondeggianti, e mediante i capelli di rimpiazzo vitalistico per le nuvole contemplative? L’inconscio si percepisce all’ossimoro d’un ghiaccio bollente, coi desideri sopiti. La duna di sabbia è più “carnale” della montagna con le rocce, se, a parità di slittamento, solo la prima scompare per immersione (grazie al mare). Realisticamente, contro il ghiaccio del bianconero, rispetto al sole balneare, qui vale il glamour della posa femminile. Ad esempio il vestito, con le righe alla marinara, permette di “navigare” sulla sinuosità del corpo.

VENERE IN CORNICE – La conchiglia depura la coccarda, se la sirena balla coi miraggi apolidi / The shell purges the cockade, if the siren dances with the stateless mirages

Per Sonja Smolec, liricamente una rara perla sul palmo della mano anticiperebbe l’abbraccio, mentre il cuore sarebbe una conchiglia rosa, avente le doghe come una…

VENERE IN CORNICE – L’orologio da polso è una “ciambella spadaccina” del Sole da Est a Ovest – The wristwatch is a “swordsman doughnut” of the Sun from East to West

Per Saba, il tempo torna sempre a se stesso (dal presente che posticipa il passato per anticipare il futuro), in via rotonda: questa sarà dunque…

VENERE IN CORNICE – Un vero professionista sa destreggiarsi pure coi remi al posto dei gomiti / A real freelancer is able to juggle also with the oars in place of the elbows

Per Edoardo Nesi, la vita non s’accontenta di scuotere, mentre ambisce a far sdraiare, per il “conto totale”. Forse sarà utile “l’allenarsi” all’attrazione per una…