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Categoria: William Shakespeare

Romeo e Giulietta – William Shakespeare

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Consigliamo Re Lear di William Shakespeare


Romeo e Giulietta è una delle prime tragedie di Shakespeare e anche, probabilmente, la più celebre, nonché la più travisata. Non varrebbe neppure la pena di riportare la trama, tanto è la sua notorietà. Ma alcuni cenni ad essa saranno indispensabili.

La tragedia è inscenata in Verona. Due famiglie rivali si odiano, i Capuleti e i Montecchi, e i loro membri trovano infiniti modi per infamarsi o infastidirsi. Casualmente Romeo si innamora di Giulietta e resiste alle tentazioni delle altre, nonostante gli espliciti tentativi degli amici, preoccupati delle possibili derive suicide di un simile amore. Giulietta ha tredici-quattordici anni, il che rende, al lettore contemporaneo, piuttosto indigesti certi passaggi. In particolare quando la madre di Giulietta le spiega come stanno le cose e l’urgenza e l’importanza del matrimonio (Giulietta ha tutte le amiche ammogliate e lei deve muoversi, se non vuole sciupare il tempo inutilmente): questo fa capire, naturalmente, che la mortalità era alta e che l’aspettativa di vita imponeva l’urgenza del matrimonio. Romeo, invece, è un giovane scapolo che si innamora di ogni donna che vede. Questo è testimoniato sia dallo scetticismo iniziale della balia di Giulietta, più materna della madre, e anche dagli amici di Romeo che implicitamente ed esplicitamente gli consigliano di trovarsene un’altra. Tanto non gli sarà difficile, nella vasta gamma di alternative che Romeo ben conosce.

Il mercante di Venezia – William Shakespeare

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Il mercante di Venezia è una commedia scritta da William Shakespeare, tra le più celebri del suo repertorio. La trama ricalca principalmente le esigenze di una commedia classica: Bassanio è un uomo nel fiore degli anni, innamorato di Porzia, bella e ricca ereditiera. Tuttavia, appunto perché squattrinato, come giustamente si conviene ad un giovane di belle speranze, ha bisogno di una mano da un amico facoltoso. Costui è Antonio, cristiano, persona amabile e pieno di fiducia nei confronti dell’amico.

Antonio è un ricco mercante di Venezia, possiede ingenti capitali, ma quasi tutti questi sono stati investiti nei suoi traffici: ben cinque navi sono in attesa di arrivare ai rispettivi porti. Quindi, Antonio vuole aiutare Bassanio a sposarsi, sebbene non disponga nell’immediato di soldi contanti, già allora e come sempre, indispensabili a fornire una certa garanzia alla proposta di matrimonio, altrimenti inutile… Nonostante Porzia ami già Bassanio e nonostante Bassanio sia disposto a tutto per Porzia, una richiesta di matrimonio senza soldi è come un piatto di pasta con tanto di condimento ma, appunto, senza pasta. Il risultato, allora, è che Antonio sa a chi chiedere i soldi e può garantire per essi, ma deve appunto contrarre un patto con lo strozzino Shylock, ebreo inacidito contro i cristiani. Va poi detto che Shylock e Antonio si odiano vicendevolmente: Antonio era uso insultare l’ebreo e ha mandato a rotoli diversi sui affari.

Coriolano – William Shakespeare

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Il Coriolano è una delle ultime tragedie di William Shakespeare, ambientata durante il primo periodo dell’antica Roma. Che il periodo romano fosse caro al bardo di Avon è testimoniato da diversi lavori ispirati ad esso: Tito Andronico, Giulio Cesare, Antonio e Cleopatra sono le opere principali dedicate a Roma e, come si vede, non sono ristrette ad una particolare fase della storia di Roma. Il Coriolano, dunque, è la tragedia di Caio Marcio, uomo d’onore, d’arme e irrimediabilmente iracondo. Se l’onore spinge l’uomo a compiere grandiose gesta, l’ira può condurre lo stesso uomo alla cancellazione del valore delle stesse gesta compiute. Sicché, dunque, la tragedia è impostata su Caio Marcio, poi noto come “Coriolano” per via della conquista della città di Corioli, in mano ai Volsci, il cui capo era Tullo Aufidio.

La trama è abbastanza semplice. Roma va in guerra contro i Volsci. Coriolano si distingue come capo militare e prende la città. Uomo dell’aristocrazia, già in odio alla plebe, odio pienamente ricambiato, si rifiuta di mostrare le ferite di guerra al popolo romano. Dopo che la dispotica madre, Volumnia, si impone, aiutata dalle parole del saggio amico di famiglia, Menenio Agrippa (quello della celebre storia, compresa nella tragedia, sulla divisione del lavoro – considerata come equa – tra plebe e aristocrazia…): Volumnia e Menenio Agrippa convincono Coriolano a mostrare un po’ di accondiscendenza al popolo, così da poter essere eletto console di Roma.

Antonio e Cleopatra – William Shakespeare

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Antonio e Cleopatra è una tragedia di William Shakespeare. Insieme al Giulio Cesare e al Coriolano, Antonio e Cleopatra fa parte del ciclo storico, ambientato nell’antica Roma. Sappiamo per certo che Shakespeare si documentò per scrivere queste tragedie, in particolare lesse le Vite di Plutarco. Detto questo, Shakespeare concede anacronismi e rivisitazioni dei personaggi storici in modo personale, sicché il tasso storico e la verosimiglianza di queste tragedie non è di per sé particolarmente alto, da punto di vista storico. Ma questo, naturalmente, rientra nelle legittimità di un autore prima di tutto interessato all’arte letteraria.

Giulio Cesare – William Shakespeare

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Consigliamo Re Lear di William Shakespeare


Giulio Cesare è una tragedia di William Shakespeare, ispirata alla morte di Cesare alle idi di marzo. Il ritratto storico ricalca l’edizione delle Vite di Plutarco, dimostrando il fatto che il bardo di Avon si curava di ricostruire le sue vicende anche da un punto di vista storico.

Il Giulio Cesare è una tragedia dal sapore propriamente politico, quindi distante sia dall’Enrico IV, dall’Amleto, dal Re Lear e dal Macbeth che, come abbiamo cercato di mostrare in altro loco, sono opere intimistiche e ben poco politiche, pur essendo ambientate in un contesto in cui vive il potere e la ragion di Stato. Nel Giulio Cesare, invece, è la figura di Bruto a dominare la scena, il quale prende la ferale decisione di uccidere il futuro tiranno in nome della libertà. Come in Macbeth, anche nel Giulio Cesare la causa scatenante e ultima è indotta da un personaggio intrigante, Caio Cassio. Bruto è un personaggio sulla linea di Amleto-Macbeth, nel senso che è combattuto, non sa decidersi e soltanto l’intervento esterno lo induce all’azione: come nel caso di Amleto, Bruto vedrà un fantasma e, come nel caso di Macbeth, avrà un cattivo consigliere ad informarlo.

Re Lear – William Shakespeare

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Consigliamo Amleto di William Shakespeare


Tutto questo rispetto per i vecchi ci avvelena la vita, perché ci consente di mettere le mani sul nostro patrimonio soltanto quando siamo troppo vecchi per goderne. Incomincio a pensare che questa tirannia dei vecchi sia davvero insopportabile – e tutto non per qualche loro effettivo potere, ma perché noi lo tolleriamo!

William Shakespeare

Insieme a Amleto, Otello e Macbeth il Re Lear è considerata tra le più grandi tragedie di William Shakespeare. L’ambientazione è quella della corte delle figlie del Re. Al principio della storia, Re Lear decide di cedere il proprio regno alle sue figlie, dopo che queste abbiano dimostrato la giusta devozione nei suoi confronti. E così Goneril e Regan, le due figlie più grandi, si prostrano di fronte al vecchio padre con false parole d’amore, vere adulatrici, seducono il padre circa le loro intenzioni e la loro benevolenza:

Goneril: Maestà, io vi amo.. Non bastano, a dirlo, le parole. So soltanto che mi siete più caro dei miei occhi, più dello spazio in cui mi muovo, più della libertà.[1]

Amleto – William Shakespeare

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Consigliamo Re Lear di William Shakespeare


Amleto è una tragedia di William Shakespeare, considerata tra i suoi massimi capolavori insieme a Macbeth, Re Lear, Otello e Enrico IV. E’ indubbiamente un master pièce del grande bardo di Avon ed è anche una delle tragedie sue più cupe, sia per il tema, sia per lo stile e per il personaggio dominante. In quest’opera Shakespeare indaga i risvolti di un uomo di genio (Amleto) che vive ossessionato dalla morte.

La tragedia si svolge alla corte del re di Danimarca, zio di Amleto (era il fratello del padre) e sposo della madre dello stesso. Il re di Danimarca aveva assassinato il padre di Amleto e ad esso si sostituisce. Per tale ragione, la tragedia non è soltanto l’inscenamento di una complessa relazione tra padre defunto e il figlio, ma anche tra il figlio e una madre presto risposatasi: Amleto è ossessionato tanto dalla morte del padre, quanto dal ritorno della madre ad essere donna indipendente, cioè sessualmente attiva (non più madre-donna ma amante-donna) Infatti, la madre di Amleto si risposa molto presto, giusto due mesi dopo la morte del marito e questa è una delle due principali ragioni della disperazione del figlio. Infatti, da un lato Amleto è distrutto dalla morte del padre ma, allo stesso tempo, dall’incapacità di accettare il recupero del lutto della madre, la quale è “colpevole” di aver subito accettato di risposarsi con il fratello del marito.

La storia di re Enrico IV – William Shakespeare

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Consigliamo Re Lear di William Shakespeare


Falstaff: Ma dire anche io conosca in lui maggior danno che in me stesso, sarebbe dire più che quel che so. Ch’egli sia vecchio – purtroppo! – ci sono i suoi capelli ad attestarlo, ma ch’egli – con rispetto parlando – sia un puttaniere, lo nego assolutamente. Se il vin di Spagna e lo zucchero costituiscono una colpa,Iddio aiuti i peccatori! Se esser vecchio ed essere allegro costituisce una colpa, allora io conosco più di un vecchio oste che per questo è dannato; se basta esser grassi, per esser odiati, allora vuol dire che bisogna amare le vacche magre di Faraone. O, mio buon signore [rivolto al principe Harry]: bandisci da te Peto, bandisci Bardolph, bandisci Poins [tutti i compari di Falstaff]: ma il leale John Falstaff, il valoroso John Falstaff, e tanto più valoroso in quanto egli è anche il vecchio Jack Falstaff, non lo bandire dalla compagnia del tuo Harry: bandire il ritondo Jack sarebbe come bandire il mondo intero.

Harry: Eppure puoi star sicuro che lo farò![1]

La storia di re Enrico IV è una tragicommedia di William Shakespeare ed è, giustamente, considerata un supremo capolavoro del grande bardo inglese. Si tratta sicuramente di una delle opere più godibili e più affascinanti della produzione di Shakespeare, quasi incapace di scrivere lavori privi di una loro peculiare forza e interesse. La storia è ambientata alla corte inglese, il cui re, Enrico IV, è messo in discussione da alcuni nobili, per via della modalità di conquista del trono: per quanto fu designato dal predecessore, Riccardo II, Enrico IV non era il discendente in linea diretta del vecchio re. Inoltre, i nobili rivoltosi non hanno soltanto rivendicazioni politiche, ma anche personali, avocando contro il re offese ricevute a livello personale. Enrico IV, d’altra parte, è principalmente angosciato dal figlio, erede al trono (il futuro Enrico V), il principe Harry. Harry ama intrattenersi con personaggi di dubbio valore umano e sociale, tra cui svetta il ‘principe dei bricconi’, John Falstaff.

Macbeth – William Shakespeare

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Consigliamo Re Lear di William Shakespeare


Macbeth è una delle più famose tragedie di William Shakespeare. E’ la storia di Macbeth, nobile scozzese, che tramite un omicidio diventa re di Scozia. Macbeth era un suddito fedele del re Duncan. Da coraggioso uomo d’arme Macbeth non pensa di tradire il suo re, fino a quando incontra tre streghe, le quali predicono il futuro di Macbeth, un futuro di ascesa e discesa, fosco e tragico. Tuttavia all’altro comandante, Banquo, le streghe predicono che la sua progenie sarà di re. Macbeth non è sicuro di ciò che bisogna fare e si consiglia con la moglie, lady Macbeth. Costei lo spingerà a prendere possesso di quel futuro che così sicuramente gli è proprio, ovvero assecondare la profezia delle tre streghe. Per tale ragione Macbeth uccide il re Duncan, dopo aver organizzato un banchetto in casa sua in suo onore, avendo così avuto premura di mettere il sonnifero alle guardie del re e al re stesso. Macbeth uccide le guardie in un simulato attacco di rabbia, così da non lasciare testimoni o altre possibili spiegazioni sull’accaduto. I figli di Duncan intuiscono il pericolo e fuggono. Ma Macbeth non può fermarsi al regicidio. Egli deve anche eliminare Banquo e suo figlio, per via della profezia. Assolda due sicari per questo compito, sicché uccidono Banquo al banchetto organizzato appositamente per eliminare il nobile uomo, ma falliscono nell’assassinare il figlio. A questo punto Macbeth è re di Scozia e sembra non avere più nemici. Eppure il destino è segnato, come lo era fin da principio.