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Autore: Massimo Fabi

Nato a Trieste nel 1968, mi sono laureato nel 1999 presso l'Università degli Studi di Trieste in Scienze dell'Educazione seguendo l'indirizzo per Esperti nei Processi Formativi. Ho scritto una tesi in Storia della Filosofia dal titolo Bontadini e il Dialogo con L'Idealismo incentrata sugli studi bontadiniani del gnoseologismo moderno e sull'intenzionalità del pensiero. Negli anni successivi, dopo aver seguito un master in Formazione dei Formatori e un corso di perfezionamento in Terapia della Famiglia, mi sono iscritto all'albo dell'Associazione Nazionale dei Pedagogisti (ANPE). Tuttavia, gli interessi per la logica e la filosofia della scienza, sviluppati all'università durante un tirocinio del prof. Alessandro Cortese, allievo di Bontadini, in Scrittura Filosofica, mi hanno seguito portandomi tutt'oggi a concentrarmi sulle problematiche relative all'analisi del linguaggio, alla coscienza critica, all'epistemologia, alla metafisica e agli aspetti fondazionali e metodologici delle scienze umane. Ho collaborato inoltre come Mentor dell'Università di Duke per il corso Think Again: Inductive Reasoning della piattaforma on line Coursera dell'Università di Stanford.

Il volto radioso dell’ipocrisia Quattro concetti nietzschiani

Abstract: La scrittura filosofica di Nietzsche affascina e incanta con virtuosismi e abilità retoriche rocambolesche, colpi di scena e immagini grandiose. Il lettore viene immerso nell’aurea tragica e perentoria di una dialettica negatrice che fa trasalire per la sua persuasività nella critica di tutti i valori fondamentali della civiltà occidentale. Ma cosa ci vuole dire veramente? Contro cosa si scaglia il filosofo con tanta irruenza?

Riflessioni sulla felicità – La passione, i vizi umani e le virtù umane secondo Aristotele, Tommaso d’Aquino e Spinoza

Abstact: Lo scopo di questo articolo è focalizzare in poche pagine alcune concezioni tradizionali sulla felicità portandone all’evidenza gli aspetti essenziali emergenti dal complesso, articolato e millenario sistema concettuale che le caratterizza. Un’interpretazione dell’etica svolta sulla base delle riflessioni di Aristotele, Tommaso d’Aquino e Baruch Spinoza, con il fine di rendere chiara e fruibile la ratio che definisce il concetto tradizionale di felicità, per mostrarne la concretezza e l’attualità anche tramite esempi. Il punto di partenza è l’Etica Nicomachea di Aristotele, scelta per la sua caratteristica di proporre un concetto di felicità concreto e alla portata della vita reale, rispettoso nei confronti del gioco delle passioni, dell’amicizia, della misura delle capacità personali e della disposizione di ogni singolo nell’orientamento etico. Ho voluto accompagnare i punti salienti dell’etica aristotelica con le spiegazioni del più grande interprete medievale del filosofo di Stagira: Tommaso d’Aquino. Il santo ci offre un quadro estremamente sintetico, che ha introdotto con una lucidità senza precedenti nel cuore della Chiesa Cattolica e nella storia medievale la filosofia dello Stagirita e la suddivisione delle virtù proposta da Platone, fornendo anche una descrizione altrettanto chiara e sintetica del loro contrario, i vizi. Nonostante le differenze essenziali rispetto ai filosofi citati, ho voluto mettere in relazione ad essi Spinoza, un filosofo moderno, perchè ha sottolineato l’importanza di comprendere profondamente le passioni nel perseguire la felicità e ne ha mostrato quindi la logica.

A cosa serve la filosofia?

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Quelle cose che noi desideriamo in vista di qualcos’altro, e senza le quali non è possibile vivere, le chiamiamo necessarie e concause; ciò, invece, che desideriamo per se stesso, anche se non ci procura null’altro, lo chiamiamo bene in senso proprio. (Aristotele, Protreptico) 

Abstract: Domandarsi a cosa serve la filosofia presuppone una risposta filosofica: non si deve filosofare? Allora, ci dice Aristotele, si deve filosofare! Anche questa domanda, come molte altre, trova la sua risposta nella storia del pensiero occidentale, perchè è il pensiero filosofico il luogo entro cui tutte le categorie che hanno caratterizzato l’evolversi della civiltà occidentale sono state elaborate. La filosofia è l’origine del nostro ordinamento politico ed economico, del nostro senso dell’etica e dell’arte, dei nostri scopi e valori. L’avvento della società scientifico-tecnologica ci pone di fronte al problema dell’utilità, proprio perchè essa stessa risulta da un confronto filosofico in cui la certezza viene a coincidere con la prassi, lasciando cadere sullo sfondo la pura ricerca della verità.

Considerazioni sul concetto di rappresentazione o immagine nel fenomenismo

Abstract
L’articolo mira a mettere in luce con breve sintesi la paradossalità delle teorie epistemologiche che ammettono la tesi fenomenista. In base ad essa, la conoscenza è una mera produzione di rappresentazioni che, in quanto soggettive, rendono dubbio ogni possibile giudizio sul mondo. Esistono teorie alternative, la filosofia dell’organismo di Whitehead ne è un esempio. Essa propone una spiegazione del rapporto tra soggetto ed oggetto che radica in una concezione relazionale della materia, in cui il differenziale tra conoscente e conosciuto si annulla, perché entrambi i poli si istituiscono come elementi costitutivi dell’esistenza dell’altro.


Incoerenze tra agenti educativi: possibili conseguenze

ABSTRACT

La conflittualità tra agenti educativi, genitori, famiglia allargata, ma anche tra famiglia e scuola, genera situazioni che potrebbero definirsi anomiche. Climi di questo genere tendono a minare lo sviluppo armonico del minore per l’assenza di punti di riferimento stabili e univoci. L’apice delle incongruenze educative può essere raggiunto quando è presente la Parental Alienation Sindrome perchè, sebbene non possa essere ancora provato che è una patologia, è certamente una forma di squalifica e di incoerenza grave rispetto alle linee educative da seguire. Incoerenze gravi  possono generare scarsa integrazione, abbandono scolastico, possibili disturbi di personalità.  E’ importante quindi che gli agenti educativi, i genitori e la famiglia allargata sanciscano un patto pedagogico coerente e caratterizzato da chiare regole fin dalla prima infanzia.

Il Principio di Creazione bontadiniano, tra Parmenide e Gödel

 

Introduzione

Lo scopo di questo articolo è l’analisi del bontadiniano Principio di Creazione e delle aporie che hanno fatto da catalizzatore alla critica, in particolare quella severiniana. L’analisi mira a valutare la conformità del discorso agli standard epistemologici della logica formale e della semantica informale nel rispetto, tuttavia, dell’intenzione comunicativa dell’autore consistente nel fornire, in un’epoca di crisi dei valori, una via per il recupero della metafisica classica e una prova dell’esistenza di Dio.