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Intelligence Economica – Carlo Jean, Paolo Savona

Jean, Carlo; Savona, Paolo; (2011), Intelligence Economica, Rubbettino, Soveria Mannelli.


Il saggio Intelligence Economica è ormai un classico della recente disciplina che considera l’intelligence rispetto agli aspetti economici sia in senso privato che pubblico. Si tratta di un libro scritto a quattro mani da due esperti delle discipline strategiche (gen. Carlo Jean) ed economiche (prof. Paolo Savona). Il valore del testo è indubbio per chiunque in Italia intenda approfondire questa tematica, sempre più di vasto interesse.

Lo scopo del saggio è chiarito in modo particolarmente chiaro dal sottotitolo “Il ciclo dell’informazione nell’era della globalizzazione”. Si tratta, in generale, di descrivere il complesso scenario globale in cui il nostro Paese è chiamato ad operare. L’intelligence economica, da sempre esistita, oggi trova una nuova ragion d’essere sia all’interno del contesto aziendale privato, sia all’interno della pubblica amministrazione:

La neodisciplina ha quindi radici più antiche e altre più moderne, ma ha assunto una vitalità contemporanea prefiggendosi di definire un “modello di saperi e delle informazioni”, ossia una conoscenza sufficiente per assolvere meglio alle funzioni di gestire delle imprese private e della sicurezza economica degli Stati in un contesto caratterizzato dal processo di globalizzazione.[1]

Il testo declina l’intelligence economica all’interno di una cornice generale del complesso stato di cose dell’era della complessità, in cui le informazioni dominano quasi ogni aspetto della realtà e delle decisioni in ogni genere di contesto: “In punta di teoria, l’intelligence economica pone l’informazione al centro di qualsiasi decisione economica e considera infatti il nostro tempo l’«era del flusso continuo di informazioni»; queste divengono il patrimonio da governare prima di ogni altra forma di governo dei fatti economici e delle altre vicende politiche interne e internazionali”.[2]

I due autori investigano il ruolo dell’intelligence economica nei vari settori di pertinenza e cercano di circoscrivere la peculiare funzione di questo tipo di intelligence rispetto alla più ampia attività legata al ciclo di processazione e disseminazione dell’informazione devoluta ai decisori politici ed economici. L’approccio più generale alla disciplina è speso soprattutto nei primi capitoli in cui si inquadra l’intelligence economica rispetto alla sua propria metodologia di lavoro e rispetto agli obiettivi che le vengono assegnati. All’interno di questa prima parte teorica trova un suo proprio spazio la nuova frontiera del warfare, ovvero la cyberwar successivamente distinta nei termini fondamentali tra cui cyberattack e cybersecurity:

La cyberwar include tutte le forme di attacco e di difesa nel cyberspazio. E’ un’estensione della guerra elettronica nei suoi aspetti sia offensivi che difensivi (contromisure, intercettazioni, ecc.) che difensivi (contro-contromisure, crittografia, firebreak, ossia sbarramenti per impedire l’accesso alle reti e alle banche dati) e va strettamente coordinata con essa. Può costituire una forma sia autonoma sia ausiliaria di lotta. Ha finalità sia politico-strategiche che economiche. In entrambi i settori, le reti informatiche agiscono come moltiplicatori – e anche come generatori –di potenza economica e militare.[3]

La seconda parte ideale del volume è quella che inizia con il capitolo “L’organizzazione dell’intelligence economica in alcuni paesi esteri”, di estremo interesse perché ancora validissima, anche a distanza di ormai sette anni dalla pubblicazione del testo. Il capitolo considera le varie agenzie di intelligence di vari Paesi: USA, Russia, Francia, UK, Germania, Cina e Giappone sono gli stati che maggiormente fondano la loro competitività internazionale anche su una diffusa cultura dell’intelligence economica, la quale prende forma in organizzazioni e istituzioni che rappresentano ciascuna la peculiarità del Paese di cui fanno parte. Infatti, come più volte ribadito dai due autori, un’istituzione è sempre figlia dell’assetto culturale, sociale e istituzionale di uno stato, sicché ogni modello di intelligence è, inevitabilmente, irripetibile e non completamente riproducibile al di fuori del contesto statale che l’ha generata. Tuttavia, evidentemente, anche l’Italia deve trovare la sua “strada all’intelligence economica”, tema a cui i due autori dedicano l’ultimo capitolo.

“La situazione dell’intelligence economica in Italia” è il capitolo conclusivo del testo in cui Jean e Savona considerano lo stato di cose in Italia. La mancanza di una diffusa cultura dell’intelligence e della sicurezza, unita ad una generale sfiducia reciproca tra settore pubblico e settore privato, rende l’Italia un Paese ancora non perfettamente integrato sotto questo punto di vista. Esistono già diverse misure che inquadrano l’intelligence economica sia rispetto al settore pubblico che privato ma l’Italia rimane ancora molto lontana dall’efficienza della Germania e Giappone, ma anche della relativamente più simile Francia. Purtroppo, a distanza di più di un lustro dall’uscita del libro, non sembra che il nostro Paese abbia guadagnato grande competitività e, semmai, tutto sembra suggerire che la fatica complessiva del nostro comparto economico sia piuttosto evidente.

Intelligence economica è un testo importante per gli studi sull’intelligence in Italia, specialmente rispetto alle nuove tematiche offerte dalle sfide propriamente economiche. Non soltanto ancora siamo lontani dall’aver risolto tutti i problemi considerati da questo testo, ma non sembra che la cultura della sicurezza si sia in alcun modo consolidata. A ciò si aggiunga la complessiva difficoltà italiana nel riconoscere un qualche genere di interesse nazionale esplicito, condiviso e discusso dalla società civile, cioè il primo requisito di ogni sana analisi strategica e, quindi, di intelligence economica. Questo testo fa parte di una lista non certo infinita di testi che tenta in modo esplicito di approfondire alcune tematiche urgenti e pressanti per l’Italia e, per questo, costituisce ancora un’importante lettura per tutti gli interessati e per gli addetti ai lavori.


Carlo Jean; Paolo Savona

Intelligence Economica

Rubbettino

Pagine: 130.


[1] Jean, Carlo; Savona, Paolo; (2011), Intelligence Economica, Rubbettino, Soveria Mannelli, p. 14.

[2] Ivi., Cit., p. 15.

[3] Ivi., Cit., p. 63.


Giangiuseppe Pili

Giangiuseppe Pili è Ph.D. in filosofia e scienze della mente (2017). E' il fondatore di Scuola Filosofica in cui è editore, redatore e autore. Dalla data di fondazione del portale nel 2009, per SF ha scritto oltre 800 post. Egli è autore di numerosi saggi e articoli in riviste internazionali su tematiche legate all'intelligence, sicurezza e guerra. In lingua italiana ha pubblicato numerosi libri. Scacchista per passione. ---- ENGLISH PRESENTATION ------------------------------------------------- Giangiuseppe Pili - PhD philosophy and sciences of the mind (2017). He is an expert in intelligence and international security, war and philosophy. He is the founder of Scuola Filosofica (Philosophical School). He is a prolific author nationally and internationally. He is a passionate chess player and (back in the days!) amateurish movie maker.

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