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Itinerario turistico in una delle zone più povere d’Italia – Calasetta e Sant’Antioco

Lasciamo l’Isola di San Pietro, presentata nel precedente pezzo, imbarchiamoci alla volta di Calasetta. Il viaggio dura circa 20 minuti e vi porta in un’altra isola della Sardegna, l’isola di Sant’Antioco, collegata però con un ponte alla terraferma sarda. L’isola oltre diverse spiagge molto suggestive, presenta due comuni: Calasetta e Sant’Antioco. Nel primo vale la pena fermarsi un’oretta per fare una piacevole passeggiata fra le bianche facciate delle tipiche case calasettane. Sant’Antioco invece merita una visita più approfondita. Fondata sui resti della città fenicia Sulki (da qui il nome della provincia “Sulcis”), è proprio dal punto di vista archeologico che merita una visita.

Attraverso il museo archeologico “Ferruccio Barreca” avrete modo di osservare reperti ritrovati nelle importanti campagne archeologiche portate avanti dopo gli anni ’50, quando la regione Sardegna e il ministero dei Beni culturali finanziavano con maggiore generosità certe campagne di scoperta. Ma è attraverso la visita del Tofet che avrete modo di vivere un’esperienza difficile da ripetere in Italia. Aree archeologiche intatte come queste sono rare, ma si possono trovare anche in Sicilia e soprattutto in Tunisia (nella città di Cartagine).

Il Tofet era un santuario fenicio punico dove venivano sepolti i sacrifici in onore degli dei e le sepolture dei bambini morti prematuramente. Ubicata all’estrema periferia del paese di Sant’Antioco l’area del Tofet si presenta come una zona all’aperto con diversi recinti di varie epoche, situata su una roccia trachitica denominata Sa Guardia de is Pingiadas (dal sardo la guardia delle pentole), per via delle grosse quantità di urne cinerarie, (circa 3000) rinvenute lungo il corso degli anni. Un recinto di dimensioni decisamente più ampie di forma rettangolare costituito da blocchi di trachiti, delimita l’area. Si tratta di un’opera di età punica edificata a difesa della zona sacra, databile al IV sec. a.C., quando furono erette le fortificazioni dell’abitato. Le urne conservano ossa bruciate di bambini e in alcuni casi di resti animali di piccole dimensioni accompagnati da oggetti votivi. La visita al Tofet costa 4,50€. Oltre al museo Barreca, troverete tantissimi reperti anche al museo Archeologico di Cagliari, il quale per varietà di reperti e argomenti al suo interno, merita senz’altro una visita a parte. Il paese di Sant’Antioco detiene altre due particolarità: la prima è la presenza del Museo del Bisso, vale a dire al museo, pensato e ideato da Chiara Vigo, dedicato a quella fibra tessile che producono le cozze e altri molluschi bivalvi, dal quale si ricavano pregiatissimi pezzi di arte tessile. Come si può leggere nel sito della signora Vigo “il bisso marino non si deteriora, non viene attaccato dagli insetti, ha un’ottima capacità di coibentazione ed è più sottile di un capello, ma mille volte più resistente”. La visita di questo museo è senz’altro un’esperienza unica a livello nazionale.

Infine a Sant’Antioco, ogni anno quindici giorni dopo Pasqua, si celebra la festa in onore di Sant’Antioco, il patrono della Sardegna: è questa la più antica festa attestata in Sardegna già nel periodo spagnolo. Si narra che nel 1615 per volere dell’arcivescovo di Cagliari Francisco d’Esquievel, fu ideata la processione in onore del santo in seguito al ritrovamento sotto l’attuale basilica delle spoglie di Antioco. Oggi la festa consiste in una lunga processione con una moltitudine di gruppi folk provenienti da tutta la Sardegna che sfilano con i tipici costumi sardi, differenti da paese a paese. Altri gruppi folk sfilano a cavallo o suonando le tipiche launeddas e gli organetti sardi.

L’itinerario da me proposto finisce qua. Di seguito, qualche link per indicazioni e informazione che possono tornare utili in questo viaggi all’interno del meraviglioso Sulcis Iglesiente.


SITOGRAFIA

http://www.parcogeominerario.eu/index.php/sulcis/siti-culturali/area-archeologica-di-montessu-villaperuccio?lang=it

http://www.ecomuseominiererosas.it/

http://www.lettera43.it/it/blog/alter-ego/2013/07/14/il-fagiolo-bianco-di-terraseo-prodotto-tradizionale-certificato/932/

http://www.igeaspa.it/it/visita_guidata_a_porto_fl.wp

http://www.gentedisardegna.it/topic.asp?TOPIC_ID=2257

www.delcomar.it

http://www.farisardegna.it/caposandalo

https://www.youtube.com/watch?v=n4nawJ8xOLI (sulla tonnara di Stintino)

https://www.ilturista.info/guide.php?cat1=4&cat2=8&cat3=2&cat4=51&lan=ita

http://www.chiaravigo.it/index.html

http://www.tuttosantantioco.it/HomePage/Il%20paese/La%20%20Sagra.htm


Wolfgang Francesco Pili

Sono nato a Cagliari nell’aprile del 1991. Ho da sempre avuto nelle mie passioni, la vita all'aria aperta, al mare o in montagna. Non disdegno fare bei trekking e belle pagaiate in kayak. Nel 2010 mi diplomo in un liceo classico di Cagliari, per poi laurearmi in Lettere Moderne con indirizzo storico sardo all'Università degli studi di Cagliari con un'avvincente tesi sulle colonie penali in Sardegna. Nel bimestre Ottobre-Dicembre 2014 ho svolto un Master in TourismQuality Management presso la Uninform di Milano, che mi ha aperto le porte del lavoro nel mondo del turismo e dell'accoglienza. Ho lavorato in hotel di città, come Genova e Cagliari, e in villaggi turistici di montagna e di mare. Oggi la mia vita è decisamente cambiata: sono un piccolo imprenditore che cerca di portare lavoro in questo paese. Sono proprietario, fondatore e titolare della pizzeria l'Ancora di Carloforte. Spero di poter sviluppare un brand, con filiali in tutto il mondo, in stile Subway. Sono stato scout, giocatore di rugby, teatrante e sono sopratutto collaboratore e social media manager di questo blog dal 2009... non poca roba! Buona lettura

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