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Tag: Il paradosso della teologia negativa

Il paradosso della teologia negativa

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(1) Ogni proposizione in cui Dio è nome, è vera solo se nega qualche proprietà a Dio.

P(x) = falso.

Non P(x) = vero.

P(x) è una qualunque proposizione in cui la proprietà P è predicata a Dio che è l’unico elemento del dominio su cui abbiamo scelto di interpretare la funzione.

Questa è l’assunzione di base della teologia negativa, secondo cui di Dio non si può predicare che il negativo (giacché di Dio non possiamo possedere alcuna conoscenza positiva, in quanto siamo troppo limitati per comprendere in noi l’infinito).

(2) Se (1) è corretto, allora Dio rifiuta la logica del terzo escluso. Infatti:

P(x) e non P(x) = falso

non (P(x) e non P(x)) = vero

Nel caso di proposizioni semplici come P(x) Infatti, nel primo caso abbiamo una proposizione complessa non negata e, dunque, per (1) falsa. Per le proposizioni come P(x), cioè una proposizione semplice del calcolo dei predicati del primo ordine, non abbiamo difficoltà: se compare l’operazione “non” allora è vera, mentre, se non c’è allora è falsa. Per le proposizioni complesse bisogna specificare che saranno vere quelle che hanno “non” come operatore più “forte”, cioè quello i cui valori di verità sono anche quelli dell’intera proposizione.