Press "Enter" to skip to content

Tag: Muro di Berlino

3. L’era della nuclear brinkmanship 1953-1964

Vuoi leggere un intero libro sull’argomento scritto dall’equipe di Scuola Filosofica?

Allora leggi La guerra fredda – Una guida al più grande confronto del XX secolo


Lo stato di tensione interno delle due superpotenze si manifestò su piani diversi: per gli Stati Uniti il 1951 fu l’anno dell’ondata maccartista, mentre nell’URSS erano gli ultimi anni del potere staliniano e del suo ‘stile’ di governo. Il senatore Joseph McCarthy (1908-1957) scatenò una feroce propaganda anticomunista, terminata in una ‘caccia alle streghe’ contro intellettuali, personaggi pubblici di spicco e contro il mondo della cultura in generale. Dwight Eisenhower (1890-1969), il generale a capo delle truppe alleate durante lo sbarco in Normandia, vinse le elezioni. La sua politica estera fu pianificata dal suo segretario di stato, John Foster Dulles (1888-1959): ci si proponeva di trovare un modo per diminuire l’influenza comunista nel mondo, sostenere iniziative in medio oriente a favore del sostegno degli stati medio orientali alla causa USA (dottrina Eisenhower) e, in generale, di sostenere i popoli a rischio di dominio comunista. Questo proposito venne perseguito mediante aiuti economici e patti.

Gli anni 1945-1960 videro un’espansione dell’economia americana: dopo la conversione delle industrie e del sistema economico da economia di guerra a economia civile, gli USA aumentarono la produzione e il benessere medio interno. A seguito di questo fatto si incominciò a parlare del conformismo della civiltà americana, come modello di consumi che indirizzò il consumatore ad assumere bisogni e beni standardizzati, tali da condurre ad un sistema di vita unificato e mediano. Lo spettro del conformismo incominciava a propagarsi per il mondo proprio dai due poli antitetici: nell’Unione Sovietica sotto lo stalinismo fu abolita qualsiasi indipendenza di pensiero e l’arbritrarismo della gestione del potere determinava la selezione artificiale di uomini privi di capacità critica (pena il rischio di ricadere nelle purghe: si poteva venire accusati anche sulla base di voci e dubbi sospetti e anche dai bambini, inclusi i propri figli); negli USA il sistema produttivo sembrava indurre all’omogeneità e all’omologazione. Testimone di questo duplice disagio è il capolavoro L’invasione degli ultracorpi (1956) di Don Siegel, mondo in cui una massa di umanoidi privi di emozioni si propagano sostituendosi agli uomini: Don Siegel lasciò volutamente aperta alla doppia possibile interpretazione (è il comunismo o il capitalismo a generare l’omologazione?).

1989 – i fatti rilevanti

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Tiananmen_Square.jpg

Scopri Intelligence & Interview di Scuola Filosofica!

Iscriviti alla Newsletter!


Tutti ci ricordiamo del muro di Berlino, della definitiva caduta di un simbolo d’illibertà, oppressione e intolleranza. Senza dubbio un grande evento, forse ingigantito in Occidente dal rumore degli scricchiolii dell’ormai fatiscente Unione Sovietica, nemico storico da sempre dei regimi liberali. L’URSS era destinata a seguire al crollo del suo muro di lì a qualche anno.

A distanza di vent’anni da quel 1989, molti si saranno dimenticati di altri avvenimenti molto importanti. Una certa signora birmana, insignita del premio Nobel per la pace, fu costretta agli arresti domiciliari. Un tizio di nome Tenzin Gyatso si oppose all’invasione cinese della sua terra natale, il Tibet, e fu costretto all’esilio in India. In una piazza di Pechino migliaia di ragazzi manifestavano contro il governo cinese per l’assenza di dialogo democratico, per l’immobilismo istituzionale e per il controllo culturale di regime. Una sonda spaziale, Voyager, inseguiva il grande pianeta blu, Nettuno. La signora era Aung San Suu Kyi, Tenzin Gyatso era il Dalai Lama e la piazza era quella di Tienanmen.