Press "Enter" to skip to content

Tag: chora

Platone e la coralità fra le Idee in pre-costruzione della terraferma

Nel Timeo di Platone, Socrate dichiara di non aver nulla da commentare, preferendo lo starsene in ascolto degli altri. Possiamo immaginare che egli voglia ironizzare… Platone introduce la figura del demiurgo, il quale plasma un “ricettacolo” di materia casuale (o chora) guardando al modello universale delle idee. C’è dunque la dialettica d’una trascrizione? Socrate ha ironizzato credendosi un “ricettacolo” in miniatura, prima di “plasmare” le proprie confutazioni. Per Derrida, esisterebbe un “ricettacolo” delle pre-comprensioni linguistiche. Qualcosa che avvii alle strategie di comunicazione[1]. E’ anche il “ricettacolo” della contestualità, caricandovi una spazialità decostruttivistica. Se il tempo funge da immagine mobile per l’eternità, quello “si plasma” nel vagheggiamento del presente. Ci sono le arti molto corali, come l’architettura e la musica. Filtrate sul Timeo di Platone, entrambe non dovrebbero apparire né intelligibili né sensibili, bensì contestuali nella “trascrizione” dalle idee al reale. Nietzsche propende decisamente per la musica, la quale ci libera in un coinvolgimento dell’invisibile[2].

L’evoluzione delle poleis dall’VIII al V secolo a.C.

Iscriviti alla Newsletter!


L’evoluzione delle poleis è stato un processo che si è sviluppato nell’arco di diversi secoli e che è stato lento e graduale, passando per diverse fasi. Fra l’VII secolo e il V secolo a.C. assistiamo perciò allo sviluppo e alla progressione verticale di un nuovo sistema politico totalmente estraneo alla storia precedente: la polis presuppone l’esistenza di un territorio rurale diviso tra i membri della comunità contadina (la chora) e inizialmente vede al potere di questa gli aristoi, ovvero i migliori, della comunità composta, per la maggior parte dei casi, da qualche centinaia di abitanti (si arrivava al migliaio) fra aristocratici, contadini, artigiani e schiavi.

La nascita di queste nuove città portò subito a una crisi demografica: troppo veloce fu l’aumento della popolazione, rispetto alle capacità produttiva della polis e del suo terreno coltivabile per riuscire a mantenere lo sviluppo nei termini di una sostenibilità locale. Si imporrà dunque lo sviluppo delle colonie.