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Mese: Luglio 2023

VENERE IN CORNICE – L’aiuola, il muro e la panchina al “ballo delle turiste” / The flowerbed, the wall and the bench in a “dance of the tourists”

Per Sebaste, la panchina perfetta è una “piega del mondo”, dove l’orizzonte lontanamente sconosciuto della visione ci libera, poiché “incorporato” da noi, se il sedersi rilassa per meditazione. Anche geograficamente, il panorama presuppone un terrazzo. Natasha è stata inquadrata in abito da sposa, in città. Lei posa seduta su una panchina, ed in maniera abbastanza “scoordinata”: accavallando non solo le gambe, ma anche il braccio destro, sullo schienale. L’espressione del volto si percepisce meditativa. Gli occhi sono chiusi, mentre la mano destra sale al mento, provando se non a “consolarlo” almeno a supportarlo. L’inquadratura ha una prospettiva doppiamente sghemba, all’incrocio fra la panchina e gli arti. Così vale la percezione d’un dis-piegamento, nella realtà a rilievi o scavi. Sarà un simbolismo per la meditazione della sposa? Sullo sfondo, la tenda da sole del negozio paradossalmente “tornerà indietro” dalla sua panoramica, aggregandosi alla “zattera” della panchina. I pensieri di Natasha potrebbero rendersi incerti.

Foreste: una questione (urgentemente) geopolitica

Sommario

Riprendiamo da dove ci eravamo interrotti… 2

Le foreste di Venezia: una questione di interesse nazionale. 3

In sintesi 9

Le Foreste italiane: un mosaico di biodiversità. 9

In sintesi 10

L’Italia, l’Europa e le foreste. 10

Strategia Nazionale delle Aree Interne. 11

Strategia Forestale Nazionale. 14

In sintesi 15

Foreste e nuove tecnologie. 15

In sintesi 17

Conclusioni 17

Bibliografia scientifica sulle foreste. 18

Riprendiamo da dove ci eravamo interrotti

Qualche anno fa, a quattro mani, scrissi un breve articolo sul ruolo delle foreste naturali in chiave geopolitica. Il titolo: “L’ultima sfida globale: le grandi foreste naturali” lasciava presagire, forse in maniera fin troppo suggestiva, quale fosse l’interpretazione che si intendeva dare della questione, altrimenti molto più legata alla fisica o alla biologia, delle foreste.

Recensione: Salvatore Grandone – Duelli Filosofici. L’arte di dibattere sui concetti

Duelli filosofici - Copertina
Copyright: Diarkos Editore, https://diarkos.it/index.php?r=catalog%2Fview&id=246

In fase di approccio alla materia filosofica, sia esso per scopo di ricerca, insegnamento e divulgazione, è buona pratica affidarsi alla trattatistica dei nomi illustri dell’ars philosophandi, ma è altrettanto buona norma non sottovalutare perciò il proprio potenziale in fase di produttività ragionativa.

Il principio base dell’opera del dottor Salvatore Grandone[1] (Duelli filosofici. L’arte di dibattere sui concetti, Diarkos editore, Reggio Emilia, 2023, N.d.R.) è propriamente sradicare la convinzione che la materia filosofica sia fatta di riverente osservazione ed apprendimento, senza mai giungere alla pratica del ragionamento e della formulazione del pensiero proprio del lettore. In particolar modo, la necessità di una rivoluzione in tal senso risulta fondamentale dinnanzi al rapido ed inarrestabile divenire generazionale, in direzione di una frenesia della produzione che ostacola il ragionamento personale in favore dell’immediatezza delle opinioni e del riconoscimento, ed ancor peggio ostacola l’interazione intellettualmente onesta tramite piattaforme sociali (social media in particolare, N.d.R.) apparentemente predisposte al rispettoso dibattito, sebbene in realtà “l’imperativo è asfaltare l’interlocutore. A ogni costo” (Grandone 2023:9).[2]

VENERE IN CORNICE – Con lo sport, ci si concentra su una pelle artificiale / Doing sports, we focus on an artificial skin

Carlo Monterlanti ci descrive due fotografie in salotto, col ritratto della stessa donna: la prima da bambina, con la faccia imbronciata dondolandosi sull’altalena; la seconda da ragazza, al giorno della laurea, col volume della tesi in braccio ed un sorriso smagliante. Diciamo che possiamo raggiungere una maturazione pure nel divertimento… Valentina ha posato all’aperto, curiosamente inginocchiata, su una pedana forse da ginnastica. La sua fotografia è in bianconero. Soprattutto, trattasi del giorno in cui Valentina consegue la laurea. Lei tiene in mano il bouquet di fiori. Valentina è anche una sportiva, ed oggi gestisce una scuola di danza. Così, diviene interessante che lei abbia posato “abbassandosi” all’altezza d’una bambina, per il loro abbraccio. E’ la dialettica del maestro – allievo. Oltre la pedana, in alto, quasi immagineremmo la caratteristica struttura d’un parco avventura, con un ponte tibetano (dai sostegni “ad altalena”). Valentina sorride; questo le permette di “distrarre” il volto più “crucciato” della bambina, nonostante il paradosso della mascherina contro il COVID-19 (facoltativa al di sotto dei sei anni d’età, ed obbligatoria per tutti gli altri).