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Tag: Gotico in letteratura

6.1  Conclusioni: dove stanno le differenze?

Le opere presentate in questa mia relazione appartengono a periodi diversi fra loro. Tuttavia, nelle loro diversità, presentano una volontà comune di appartenere ad un genere che, sotto molti punti di vista, è alquanto eterogeneo. Il genere gotico ha, nelle sue intenzioni primarie, interesse a rifarsi al Medioevo come fonte dalla quale trarre ispirazione nel raccontare storie esotiche, dal sapore retrò (utilizzando un termine che va tanto di moda oggi), ma anche cariche di una forza propria, forse unica rispetto ad altri generi.

Questa forza, permette agli autori di raccontare di personaggi, spesso bislacchi e un po’ rozzi, quando, in quanto signori in possesso di castelli (come Manfredi de Il castello di Otranto) ci aspetteremmo tutt’altro comportamento.

Questa forza, permette anche di creare entità soprannaturali. Wolpole ce le ha mostrate per la prima volta, la Radcliffe e Lewis ne continuarono a farne uso. Quest’ultimi cercarono, però, di dare nuovo slancio al genere con un po’ di nuovi stratagemmi. La Radcliffe prese il soprannaturale e lo portò ad un livello reale, innestando nella storia l’elemento psicologico.

3.1 I classici della letteratura gotica

Per parlare dei successivi romanzi che hanno segnato questo genere dobbiamo arrivare all’ultimo decennio del Settecento. In questo periodo, le classi medie si erano sempre di più avvicinati alla lettura e, in grado sempre maggiore, al gotico. Quest’ultimo, infatti, aveva saputo esprimere interesse verso i problemi politici e sociali, che rientravano pienamente nelle convenzioni stilistiche del gotico, con un desiderio, spesso neppure velato, di superare tali problemi.

Fra le opere gotiche di questi anni, se ne distinsero tre, che presenterò analizzandole insieme, visto che tutte e tre si influenzarono l’una con l’altra: I misteri del castello di Udolfo (1794), L’italiano o il confessionale dei Penitenti Neri (1797) e Il monaco (1796). I primi due sono dell’autrice Ann Radcliffe, l’ultimo dell’autore Matthew Lewis.

2.1  Il romanzo gotico nelle origini

Il castello di Otranto, di Horace Wolpole, viene considerato l’iniziatore della narrativa gotica. Pubblicato nel 1746, il romanzo si distingueva dagli altri precursori della narrativa gotica, in quanto caratterizzato da un’ariosità ed una leggerezza in grado di renderlo, rispetto ai romanzi che usciranno in seguito sotto l’etichetta di gotico, quasi una fiaba.

Il castello di Otranto si presenta come un revival delle antiche tradizioni letterarie, soprattutto dello stile romance, che si diffuse ampiamente nell’Alto Medioevo. Il romance ebbe grande successo e si impose sia in ambito aristocratico, sia in ambito popolare. Gli autori del genere portarono in Europa storie di ambientazione cavalleresca. Esse raccontavano di cavalieri erranti che, generalmente, partono per un viaggio, con la volontà di compiere gesta eroiche. Spesso riprendevano temi delle favole o delle leggende, raccontando, in una nuova veste, di eroi che fossero graditi ai gusti del pubblico e dei lettori dell’epoca.

In ambito popolare, il genere assunse alcune tinte ironiche o satiriche e vide la sua scomparsa nel 1600. Miguel de Cervantes ne riprese gli aspetti satirici nel suo Don Chisciotte.