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Mese: Ottobre 2020

E tu, che complottista sei? – Le radici filosofiche del complottismo


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Non sono un grande esperto delle teorie del complotto o complottismo, sia in campo politico che scientifico. Non solo non sono un esperto, ma non mi interessano per niente. Prima di tutto mi annoiano, in secondo non mi affascinano. Eppure hanno generato un impressionante dibattito nel mondo internazionale, giungendo addirittura al Jouranl of Philosophy in tempi non sospetti ma generando un vasto dibattito tra gli ivory towers philosophers, il che è tutto dire.

Sono stato, mio malgrado, coinvolto da questo fenomeno per via di alcuni miei amici, i quali invece sono curiosamente attratti da queste visioni alternative, il primo ne è un grande appassionato per ragioni ideologiche. Pur non credendoci sino in fondo (ma poi vallo a sapere!), egli vorrebbe crederci, ovvero assumerle come interpretazione standard della realtà, principalmente per andare contro la “visione dominante” secondo cui la scienza è l’unica religione possibile. Dove qui, effettivamente, con “scienza” si intende genericamente qualsiasi informazione passata come vera solo perché qualche istituzione statale ha pagato per la “ricerca”. Essendo il mio amico una persona intelligente, non riesce ad accettare questa sorta di narrativa per pseudo-adulti come qualcosa di vero o, perlomeno, di bello da credere. Effettivamente, credere che la verità sia un modulo burocratico difeso dalla polizia obiettivamente non desta molta appetibilità. Pur essendo io agli antipodi di questo modo di pensare, entrambi convergiamo in una visione assai critica di questa riduzione per infanti di quello che è il processo scientifico, che è fatto di esseri umani, soldi, burocrazia e marketing, come tutto il resto. Non perché necessariamente ci sia niente di meglio, ma perché questo non trasforma un’attività umana in una attività divina. Su questo, vorremmo dire, c’è poco margine di disaccordo.

Concerns Arising from Smart City Technology and Ways to Stay Private

Image from unsplash.com -Approved by the Author –

By Brad Smith

Currently, 55 percent of the entire world’s population lives in urban centers, and this proportion is expected to move to 68 percent by 2050. While increased population comes with advantages such as the expansion of the tax base, upsurge in consumer spending at neighborhood businesses, and increased labor force, it causes a big strain on resources and the environment.

With the number of interconnected devices becoming more and more every day, the IoT technology can help us mitigate the negative results of urban migration through smart city technology. Let’s look at some of the worldwide smart city trends and their benefits.

Egisto Mannini | Oil & Geopolitics | Intelligence & Interview N.14 | Dr Giangiuseppe Pili

Approved by the Author

Usually, we use to dislike randomness in life. Predictability and railroad-encapsulation of life look promising, comfortable, and easy. However, life is beautiful because of an unexpected chance. I had the luck to meet Mr Egisto Mannini during a recent flight, coming back to Sardinia (Italy). Everything started because I read he was reading a book on the Soviet economic history (Routledge edition). I’m obsessed with the Soviet Union history, which, I believe, is showing us the future of several countries, and I put Italy inside them – but this is another story (see below). Then I thought “If he is reading such a book, then there are just two possibilities. (a) He is a colleague of mine, but I didn’t know him. Then, starting a chat would be profitable. (b) He is not a colleague of mine. Therefore, he has a similar passion of mine. So, starting chat would be very fun – given the fact that I co-authored a book on the history of the Cold War. However, the reality was even better. Since I started to speak with Egisto, we immediately got in his major expertise: the Oil & Gas industry, the evolution of the hydrocarbon, geopolitical implications, and the (sad) Italian place in the current geopolitical scenario. Egisto showed passion, intelligence, and determination, something definitely unusual. We are both Italians, therefore we are both hard complainers about her. This is our National sport, even more practiced than soccer (which is already an achievement!). This is the 14th “Intelligence and Interview”, which already covered AI, military history and geopolitics, and, of course, intelligence. It was time to cover the Oil & Gas industry! And then, without further ados, I will invite you all to read this extraordinary, dense, and insightful interview! In the name of Scuola Filosofica Team, our readers, and myself, Dr Giangiuseppe Pili, Egisto: thank you!

Raise the Bar – Jon Taffer

Taffer, Jon; (2013), Raise the Bar, New Harvest


The decision to become an enterpreneur is almost irrational

Jon Taffer – Raise the Bar

Jon Taffer è una celebrità americana del mondo della ristorazione e dei nightclub – che in effetti non saprei come definire in italiano, vista la difficoltà tipica di categorizzare luoghi di ritrovo principalmente interessanti per giovani e magari single – specie in vie di estinzione secondo le statistiche ISTAT. Raise the Bar è un testo di eccezionale interesse per chiunque sia interessato a comprendere le dinamiche del mercato – in generale – e della ristorazione – nello specifico.

L’assunto implicito è che la ristorazione fa parte del mondo del business e, come tale, lo scopo è massimizzare il profitto. Infatti, meraviglia delle meraviglie, una qualsiasi attività di questo tipo è un’azienda e, come tale, secondo la costituzione delle normative in tal senso, il suo scopo dichiarato è la produzione di utili. La questione, naturalmente, è il prodotto, ovvero che tipo di servizio si vuole proporre all’utente.

Un dono “fuori portata” per curare il trovarsi gettati

Quando si pensa alla nascita, immediatamente vi percepiamo il venire alla luce. In seguito, si continuerà ad esistere per “intersecazione” sugli orizzonti, dovendo prendere alcune decisioni al “bivio” delle possibilità. Il singolo individuo proverà a “farsi luce” da solo, avendo cura d’una realtà non tanto in contrapposizione, bensì da mediare. Oppure, è qualcosa che si sintetizza in un modellamento. Soprattutto negli affetti, l’Altro diviene una parte di noi. Per quanto proviamo a farci luce nel mondo, quella dovrà riflettersi. La soggettività si sente nella “pienezza” per il suo precedere l’esteriorità. Forse questo è anche un “peso ingombrante” da sopportare. Quando “buttiamo” il primo sguardo nel mondo illuminato, partirà lo “scaricamento” della cura. Se la soggettività si pensa solida, poiché esclusivamente privata, essa non potrà evitare la friabilità innanzi alla sua conservazione (sotto gli istinti del nutrimento, della riproduzione, della socialità ecc…).

La Società Italiana di Intelligence istituisce le sezioni regionali

Carissimi lettori e carissime lettrici di Scuola Filosofica, è con piacere che annunciamo un importante sviluppo nel panorama culturale italiano. La Società Italiana di intelligence, sorta nel 2018 per promuovere il riconoscimento dell’intelligence quale materia di studio nelle università del nostro Paese, ha costituito le sezioni regionali. Le strutture regionali si articolano con una presidenza ricoperta da un docente universitario e una segreteria regionale da uno studioso o competente del settore. Il profilo dei responsabili conferma come l’intelligence rappresenti un originale e innovativo punto di incontro di saperi accademici nonché di competenze e interessi professionali e sociali diversi. I compiti delle sedi regionali riguardano la promozione dell’immagine delle attività della Società, la diffusione dello studio dell’intelligence negli atenei, la cura dei rapporti con i soci, la promozione e l’organizzazione di eventi scientifici e culturali, la presentazione di iniziative e di libri, l’organizzazione di eventi di formazione qualificati come seminari, corsi, master.