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Tag: Filosofia politica

Filosofia e politica – possibilità e necessità della democrazia

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Introduzione

«… in ogni ricerca scientifica bisogna continuare tranquillamente il proprio cammino con tutta l’esattezza e sincerità possibili, senza curarci di ciò con cui tal ricerca potrebbe contrastare fuori del suo dominio ed eseguirla per sé sola,  per quanto si può,  secondo verità e in modo completo »[1].

I. Kant.

Non è semplice districarsi nella realtà dei fatti soprattutto quando l’argomento riguarda proprio i fatti. E se ciò è già difficile, la situazione si aggrava quando, al posto della ragione, si mette in moto la fantasia e il desiderio: e così spesso vanno le cose quando si ha a che fare con la politica.

Politica di dominio e Politica di controllo

Il potere non si deve intendere come una forma unica e determinata. Il potere è la risultante di un complesso di forze di ampio e di breve respiro, poste dalla storia. Tipi di forze di a lungo termine sono la mentalità, le credenze e i valori di una società, i bisogni collettivi e i problemi di risoluzione della produzione. L’economia è uno sviluppo di una serie di condizioni culturali, dunque di carattere sia materiale che immateriale, così ha sia uno sviluppo in sé centrifugo e indipendente dal resto delle cose e contemporaneamente uno sviluppo centripeto fortemente radicato e dipendente dal resto delle cose. La cultura è dunque società e ambiente e l’economia è sempre legata alla cultura, dunque ne è una sua fuoriuscita, la sua determinazione pratica. In senso proprio, l’economia è lo sviluppo pratico della cultura.

Politica: un breve trattato.

Di Giangiuseppe Pili              www.scuolafilosofica.com

Fine della politica?

Nella nostra quotidiana comunicazione ci sono molti luoghi comuni, come nello spazio anche nelle parole. Uno di questi è l’idea della chiarezza, un’idea in certi contesti molto giusta ed importante; ma proprio dove la si reclama non si vede. Generalmente questo bisogno, quello di vederci chiaro, è invocato da chi non ha le idee chiare e le pretende dagli altri. La natura umana tende più a conservare il proprio piuttosto che a diffonderlo, così chi ha idee chiare tende a non esprimerle. Ciò avviene dove o è difficile parlar chiaro o è sconveniente.

John Locke – Vita e Opere

By Godfrey Kneller – Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=110128

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Vita

Locke nasce a Bristol nel 1632, studia ad Oxford e lì vi insegnerà fino al 1667 per seguire il suo protettore, lord Ashley, futuro conte di Shaftensbury e esponente della nascente ala dei whig. Il filosofo si lega ad un personaggio fortemente impegnato in politica con il quale seguirà alcuni dei rivolgimenti da che movimentano l’Inghilterra di quegli anni e di cui Locke è il principale teorico.

Nel 1665 è al seguito dell’ambasciatore inglese presso l’elettore del Brandeburgo. Nel 1668 entra a far parte della Royal Society e in questi anni svolge l’attività di medico. Nel 1669 si trasferisce in Olanda perché lord Ashley viene accusato di tradimento. Tornerà in Inghilterra nell’89. Muore ad Oates nel Wessex nel 1704.

Thomas Hobbes – Vita e pensiero

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Vita

Se ci fosse ancora qualcuno che potesse dubitare della bontà della condizione di guerra, sia essa civile, non civile, una rivoluzione o semplicemente uno sfogo di piazza o di pazzia, potrebbe utilmente leggere le pagine sofferte di Hobbes per rendersi conto che la vita è qualcosa che è molto al di là di un gioco di potere. Le pagine, infatti, sono l’espressione compiuta di una coscienza che ha vissuto un periodo storico assai difficile e travagliato.

Hobbes nasce a Malmesbury il 5 aprile del 1588, lo stesso anno in cui la regina Elisabetta Tudor rifiuta le proposte di matrimonio del re di Spagna, Filippo II, figlio dell’altrettanto cattolicissimo, Carlo V. Il rifiuto fu il pretesto per intraprendere un’azione decisa ai danni dell’Inghilterra, allora ancora non potenza mondiale né stato egemone in Europa.

La proprietà in Hobbes

British Library, CC0, via Wikimedia Commons

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Consigliamo Thomas Hobbes David Hume


  1. La proprietà nasce da un bisogno umano universale, quello di utilizzare degli oggetti per la propria sopravvivenza.
  2. La ragione (precetto della ragione) mostra tutto ciò che è consono alla sopravvivenza individuale.
  3. Lo stato istituisce la proprietà per il proprio bene e per il benessere della società.

La proprietà nasce dall’esigenza individuale di possedere entità esterne al proprio corpo al fine di un incremento della propria capacità di sopravvivenza. L’esigenza, l’interesse indiririzzata verso un oggetto, risiede nella capacità di ciascuno di utilizzare la cosa al fine della difesa e conservazione della vita.

All’interno della condizione naturale, ogni individuo è dotato di un’infinita estensione di diritti e, per tanto, più persone possono essere intenzionate ad avere un unico e solo oggetto. Così, nello stato di natura, l’oggetto è posseduto da chi per primo lo prende ed è in grado di difenderlo. Ciò, considerato in questa condizione di assoluta parità di diritto, la proprietà degli oggetti non è stabile ma soggetta alla precarietà della propria forza: un oggetto è mio, sin tanto che sono in grado di difenderlo. Da quest’intrinseco problema di stabilità del possesso, Hobbes conclude che solo all’interno dello Stato si può consolidare uno stabile diritto alla proprietà.

Politica e diritto in Michel Foucault. Russo V.

 A cura di Russo V.

 www.scuolafilosofica.com             www.vincenzorusso.sitiwebs.com

Politica e diritto sono i concetti che fondano la vita sociale dell’individuo; essi incarnano problematiche senza tempo, infinitamente aperte alla trattazione.

Tra gli approcci più radicali a questi temi spicca quello di Michel Foucault che, attraverso un’innovativa analisi microfisica, mette in luce un cambiamento di strategia nei modi di manifestazione e di esercizio del potere il quale, da un certo punto in poi della storia, può essere studiato come un fascio fluttuante di relazioni in grado di assoggettare anche la vita biologica dell’individuo. In tal modo, da produttore e gestore del potere, il soggetto ne diviene il mero prodotto.

Utopie – Da Moro a Campanella

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Consigliamo – Filosofia moderna, un percorso di G. Pili


Per poter parlare dell’opera, bisogna prima dire che personaggio fu Tommaso Moro, ovvero uno dei più alti rappresentanti dell’umanesimo inglese e nella sua opera più importante, troviamo un acceso senso critico con cenni al pensiero di Erasmo da Rotterdam (erano uniti da una forte amicizia), duro contestatore della corruzione della Chiesa, del dogmatismo della filosofia scolastica e difensore della cristianità intesa nei suoi valori originari.