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Tag: neuroetica

Ti punisco perché sì …

La teoria retributiva della pena afferma che è giusto punire qualcuno perché e solamente perché se lo merita; dunque è giusto punire chi trasgredisce poiché ha trasgredito. Ad essa si oppone la teoria consequenzialista, secondo la quale il trasgressore deve essere punito in virtù delle conseguenze positive della pena per l’individuo punito (ad esempio, in termini di rieducazione) o per la società (rinforzo della norma, comunicazione ed esempio, deterrenza etc.).

Il gusto della morale …

Un’ulteriore conferma empirica della relazione tra stati sensoriali e valutazione morale è presentata da Eskine et al. su Plos One in un articolo titolato “The Bitter Truth about Morality: Virtue, not Vice, Makes a Bland Beverage Taste Nice”. Lo studio di Eskine et al. non solo corrobora l’ipotesi di una relazione, ma ne definisce per la prima volta il carattere bidirezionale.

La morale degli alcolisti

“Alcohol Dependance Associated with Increased Utilitarian Moral Judgment: A Case Control Study” è il titolo di un originale articolo di Khemiri et al. suPlos One. Sebbene gli autori non arrivino a sostenere in modo cogente alcuna tesi realmente interessante, vi si può trovare qualche fonte di allegria e speranza per la nostra futura comprensione della mente morale… Ma arriviamo per gradi a questa conclusione.

Siamo forse degli inflessibili punitori?

L’ipotesi per cui vi sarebbe un’avversione universale verso colui il quale viola una norma morale, motivante di per sé lo spettatore all’atto punitivo, non avrebbe una reale validità empirica. Uno studio elegante e finalmente ecologico, pubblicato su Plos One con l’accattivante titolo “Choosy Moral Punishers” da Clavien et al., porta dell’evidenza empirica contraria all’ipotesi di un impulso universale a punire il trasgressore, necessario e sufficiente a motivare la condotta punitiva.

Il giudizio morale. Intervista a Luca Surian

Pensiamo che il Prof. Luca Surian, psicologo e ricercatore dell’Università di Trento, abbia saputo, con la sua introduzione sullo stato della ricerca in psicologia morale – pubblicata per il Mulino con il titolo “Il giudizio morale” (2013) – realmente fornire al lettore utili stimoli per avvicinarsi alla materia, o per farsi una prima idea, ma vera (e vera perché chiara), dei temi in argomento.

Neuroetica. Intervista a Priori e Fumagalli

La neuroetica, intesa come studio neuroscientifico dell’intuizione e del senso morale, è una disciplina ormai affermata nel vasto panorama della ricerca neuroscientifica. Nata, cresciuta e coltivata per lo più all’estero (USA in testa), la neuroetica inizia a trovare spazio anche in Italia. A garantirlo, autorevoli studiosi, fra i quali Alberto Priori e Manuela Fumagalli del Policlinico di Milano.

Il Prof. Alberto Priori, neurologo e neurofisiologo, è direttore del Centro Clinico per la Neurostimolazione, le Neurotecnologie e i Disordini del Movimento della Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico e dell’Università degli Studi di Milano, presso cui la Dr. Manuela Fumagalli, neuropsicologa, svolge attività di ricerca. Li abbiamo intervistati.

Dilemmi e scelte morali, oltre Greene?

Il modello teorico proposto da Joshua Greene a spiegazione delle scelte morali in situazioni dilemmatiche è ormai diventato paradigmatico. Jonathan Baron e colleghi, in uno studio pubblicato l’anno scorso sulla storica rivista Synthese dal titolo “Use of a Rasch model to predict response times to utilitarian moral dilemmas”, propongono un modello esplicativo differente.

Religione e neuroscienze, dialogo possibile?

Fede e neuroscienze. Questo il tema del contributo del cardinale Angelo Scola al volume collettaneo “Neuroetica. La nuova sfida delle neuroscienze”. Edito da Laterza e curato da Vittorio Sironi e Michele Di Francesco, il libro fa il punto sullo stato dell’arte della neuroetica, così come è emerso dall’omonimo convegno tenutosi nell’Aula Magna della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano Bicocca nel giugno del 2009.

Altruismo e morale, percorsi separati?

Alcune delle più note teorie evolutive della morale affermano che il giudizio e il comportamento morale sono funzionali all’aumento del benessere del gruppo di appartenenza. Questo tipo di spiegazione dell’emergenza della morale, che sarebbe funzionale alla massimizzazione del benessere del gruppo di appartenenza, poggia su teorie come la selezione parentale. La semplice osservazione del giudizio morale umano ci dice però che …