Byron immagina che romanticamente lo splendore della luna addolcisca l’austerità, cancellando le crepe dei secoli. Ovviamente la faccia è sempre la stessa, con le sue irregolarità. Victoria ha posato per uno scatto con la prospettiva più dal sotto in su che al mezzobusto. Dietro di lei appare un portale, che si percepisce “lunare”, in quanto chiuso dal marmo. Lì almeno una crepa si scaricherebbe come il fulmine. Victoria ha gli occhiali da sole, ma all’austerità dello sguardo. C’è una vitalità incisiva: dal “fulmine” per la crepa, rispetto ai frutti del fregio. Noi immaginiamo che la falce di luna diventi ipnoticamente gotica. Essa sarà stata inquadrata fra il portale chiuso dal marmo e la scritta < Milano ti amo > sulla maglietta.
...all we need is philosophy