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L’arcipelago delle Svalbard – l’avamposto più a nord del mondo

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Introduzione

Ci sono angoli di mondo lontani. Ci sono angoli di mondo che molti di noi ignorano, nel senso globale del termine: d’altronde ci sono luoghi geografici che uno guarda nel mappamondo e pensando fra sé e sé: “Chissà com’è? Chissà se esiste davvero? Mo googlelo là!” fino a scoprire che quel posto esiste davvero. Da questo punto di vista, io ho esplorato il mondo quasi quanto lo fecero Giovanni Caboto che per primo scoprì, dopo i nativi stessi, le coste del Labrador, e fra gli altri di Fernhao de Maghalaes, in arte Magellano, che fra le tanto scoperte aprì per primo il passaggio verso le Indie, tanto ricercato da Cristoforo Colombo

E così è: l’arcipelago delle Isole Svalbard per chi se lo fosse chiesto, esiste davvero. Tre ore di ore da Oslo, cinque da Roma, otto da New York e dieci da New Dehli (ma solo se fa bel tempo). Insomma, un luogo non proprio dietro l’angolo, se non sei residente del Polo Nord, e in tal caso, si deve essere armati di motoslitta e molta buona volontà, oltre che di un buon eskimo lappone.

La storia antica delle Svalbard

Il 1492 è una data simbolo per la storia del continente europeo: Cristoforo Colombo con la sua flotta composta dalla Niña, la Pinta e la Santa Maria scopre il continente dell’America del Nord. Era alla ricerca del Giappone o comunque del continente asiatico, ma diciamo che la sua scoperta non fu da buttare in un angolo cartografico. Fu grazie a questa scoperta che in Europa arrivano, per esempio, le patate e tanti altri alimenti, nonché ingenti quantità di oro che arricchirono le corti di tutto il continente europeo, ma soprattutto di Spagna e Portogallo. Prima di quella data furono molti gli esploratori che cercarono nuove terre, ma invano. Per quanto riguarda il nostro oggetto in questione, l’arcipelago delle Svalbard, esso fu avvistato per la prima volta nella spedizione del 1596 con a capo il memorabile esploratore artico William Barentszoon noto a tutti come Barents, originario dell’Olanda. Il worldweb italiano per ora non è fornito di pagine che diano significative informazioni su questo grande esploratore. Ci proponiamo di esaurire questa lacuna nazionale in un futuro articolo.

Barents esplorò prima l’arida Isola degli Orsi, per poi esplorare la principale e la più grande delle isole chiamata Spitsbergen.

William Barentszoon
William Barentszoon

 Proseguì il viaggio con l’obiettivo (riuscito) di circumnavigare la Novaja Zemlja, arcipelago oggi appartenente alla Russia in cui è presente un enorme poligono militare, dove si stima siano stati fatti 130 dei 715 test nucleari, come si rileva da questo interessante ed esaustivo report in lingua inglese http://www-ns.iaea.org/downloads/rw/waste-safety/north-test-site-final.pdf .

Catturare una balena significa ricchezza: l’olio distillato dal suo pannicolo adiposo serviva per illuminare le strade della città e per lavorare la lana nelle filande, i fanoni per ottenere stecche di ombrelli, grate per finestre, molle per divani. Allora la caccia non era un’inutile strage.

(Svalbard Storia, s.d.)

Ancora l’isola fu preziosa fonte di animali da pelliccia: i mercati europei venivano riforniti costantemente di morbide pellicce di volpi artiche e degli stessi orsi polari.Svalbaard3

La storia recente

È dal 1920 che la storia dell’Arcipelago delle Svalbard acquisisce una certa importanza: nel 1920 la Norvegia se ne assicura la sovranità attraverso un trattato in cui si stabiliscono diversi fatti assai rilevanti e anche curiosi. Qui di seguito ne inseriamo l’incipit: il trattato vale ancora oggi e a breve vi descriviamo i principali punti salienti.

Treaty between Norway, The United States of America, Denmark, France, Italy, Japan, the Netherlands, Great Britain and Ireland and the British overseas Dominions and Sweden concerning Spitsbergen signed in Paris 9th February 1920. 

The President of The United States of America; His Majesty the King of Great Britain and Ireland and of the British Dominions beyond the Seas, Emperor of India; His Majesty the King of Denmark; the President of the French Republic; His Majesty the King of Italy; His Majesty the Emperor of Japan; His Majesty the King of Norway; Her Majesty the Queen of the Netherlands; His Majesty the King of Sweden,

Desirous, while recognising the sovereignty of Norway over the Archipelago of Spitsbergen, including Bear Island, of seeing these territories provided with an equitable regime, in order to assure their development and peaceful utilisation.

Il trattato vedeva inizialmente firmari la Norvegia, gli USA, la Danimarca, la Francia, l’Italia, il Giappone, i Paesi Bassi, la Gran Bretagna, l’Irlanda, i territori d’oltremare Britannici e la Svezia. Il trattato venne firmato a Parigi il 9 Febbraio 1920. Per l’Italia firmò l’allora ministro per gli Approvvigionamenti e Consumi alimentari Maggiorino Ferraris. Il patto stabiliva la neutralità di questo arcipelago così remoto, stabiliva la sovranità alla Norvegia con il diritto di amministrare queste terre attraverso il cosiddetto sysselman, persona delegata dal parlamento norvegese che detiene il potere esecutivo. Ma il fatto che la Norvegia detenga ancora oggi la sovranità non esaurisce i privilegi del trattato: infatti, ogni stato firmatario (dal 1920 ad oggi lo hanno firmato tanti altri: le ultime tre nazioni firmatarie sono state l’Islanda nel 1994, la Repubblica Ceca nel 2006 e la Lituania addirittura nel 2013) ha il diritto di usufrutto di tutte le terre, le acque, i porti e gli animali dell’arcipelago. Gli unici che hanno usufruito attivamente dei diritti sono stati i sovietici che fondarono anche il villaggio minerario di Pyramiden utilizzato dal 1927 fino al 1991 hanno in cui divenne un paese fantasma. Oggi giorno come ieri di fatto, chi volesse insediarsi e creare il proprio avamposto minerario ne dispone i diritti. I politici contemporanei e i vari ministri dell’economia e dello sviluppo sono a conoscenza di questo trattato? Sarebbe interessante aprire un dibattito a tal proposito, sempre che possa essere realmente vantaggioso da un punto di vista economico usufruire attivamente dei diritti garantiti dal trattato. Qui di seguito il testo integrale: http://www.austlii.edu.au/au/other/dfat/treaties/1925/10.html

Oggi le Isole Svalbard contano circa 2600 anime umane (e circa 3000 orsi polari), la cui maggioranza composta da 2000 persone, vive nell’insediamento di Longyearbyen dov’è stato sviluppato l’aeroporto sul quale atterrano gli aerei provenienti da Oslo. Vivono principalmente di turismo con una segmentazione composta da viaggiatori amanti dell’Artico e della natura incontaminata: il viaggio per le Svalbard però può risultare decisamente oneroso e per questo il target turistico è ancora limitato a facoltosi trekker e ciaspolatori. I cittadini delle Svalbard hanno fondato pure un quotidiano settimanale il http://www.svalbardposten.no/index.php?page=avisen la cui versione online è atta a tentar di mantenere attivi i contatti con il resto del mondo.

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Le Svalbard hanno rinnovato l’interesse generale il 19 Giugno del 2006, data in cui prende vita il progetto della costruzione dello Svalbard Global Seed Vault, un centro di raccolta semi mondiale per garantire la non estinzione delle piante a rischio. Questo centro è stato costruito ancora più in funzione di un futuro post atomico e ancora di un eventuale abbandono terrestre. Riteniamo più plausibile pensare al centro della Global Seed Vault come ad un imponente centro di assicurazione e ricerca, piuttosto che ad una banca del seme in caso di apocalisse (anche supponendo una tale evenienza, i semi inclusi all’interno non sarebbero poi molto utili all’esterno, con chance di sopravvivenza assai basse). Jose Manuel Barroso, allora presidente della Commissione Europea, ha così descritto questo centro di preservazione: “Questo è un giardino dell’Eden ibernato. Svalbaard5

Un luogo dove la vita può essere mantenuto in eterno, qualsiasi cosa succede nel mondo”, asserzione politica e, come tale, di dubbio valore di verità. Una cosa è certa, nessuno andrà mai a toccare il Global Seed Vault delle Svalbard, sistemato dentro un crepaccio di ghiaccio nella cosiddetta “fessura”.

Conclusioni

Perché è utile avere conoscenza delle Svalbard? Prima di tutto perché ci vivono esseri umani. In secondo luogo, perché anche se per poco, si sono vissuti momenti importanti della storia: un trattato che ha una certa rilevanza politica, anche se oggi giorno è ancora quasi sconosciuto, e inoltre, da lì sono passati importanti viaggiatori come Barents e Nobile prima della sua disastrosa caduta col dirigibile. E ancora, in terzo luogo, esso è un centro mondiale della raccolta dei semi: la terra delle Svalbard è lontana, ma non per questo dimenticata.

Consiglio la visione di questa clip musicale di un artista svedese decisa a girare il suo video nel villaggio fantasma di Pyramiden https://www.youtube.com/watch?v=7zhwihAXMlI

Per consigli di viaggio siete invitati a conttarmi all’indirizzo mail susirboni_At_live.it sarò lieto di fornirvi informazioni utili a riguardo.

Prossima puntata con le isole “dimenticate” nel mondo: Tristan da Cuhna.


BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

http://www.svalbard.it/

http://blogdiviaggi.com/blog/2013/03/14/norvegia-viaggio-arcipelago-isole-svalbard/ resoconto di un intrepido viaggiatore contemporaneo recatosi alle Svalbard

http://www.treccani.it/enciclopedia/regioni-artiche_(Enciclopedia_Italiana)/

http://it.wikipedia.org/wiki/Novaja_Zemlja

http://polardiscovery.whoi.edu/arctic/1594.htmlper quanto concerne Barents

http://www.scholieren.com/werkstuk/2754

http://www-ns.iaea.org/downloads/rw/waste-safety/north-test-site-final.pdf

http://www.treccani.it/enciclopedia/maggiorino-ferraris/

http://www.austlii.edu.au/au/other/dfat/treaties/1925/10.html

http://www.svalbardposten.no/index.php?page=avisen

http://mystery-italcad.blogspot.it/

http://crepanelmuro.blogspot.it/

http://www.regjeringen.no/en/dep/lmd/campain/svalbard-global-seed-vault.html?id=462220

https://www.youtube.com/watch?v=7zhwihAXMlI


Wolfgang Francesco Pili

Sono nato a Cagliari nell’aprile del 1991. Ho da sempre avuto nelle mie passioni, la vita all'aria aperta, al mare o in montagna. Non disdegno fare bei trekking e belle pagaiate in kayak. Nel 2010 mi diplomo in un liceo classico di Cagliari, per poi laurearmi in Lettere Moderne con indirizzo storico sardo all'Università degli studi di Cagliari con un'avvincente tesi sulle colonie penali in Sardegna. Nel bimestre Ottobre-Dicembre 2014 ho svolto un Master in TourismQuality Management presso la Uninform di Milano, che mi ha aperto le porte del lavoro nel mondo del turismo e dell'accoglienza. Ho lavorato in hotel di città, come Genova e Cagliari, e in villaggi turistici di montagna e di mare. Oggi la mia vita è decisamente cambiata: sono un piccolo imprenditore che cerca di portare lavoro in questo paese. Sono proprietario, fondatore e titolare della pizzeria l'Ancora di Carloforte. Spero di poter sviluppare un brand, con filiali in tutto il mondo, in stile Subway. Sono stato scout, giocatore di rugby, teatrante e sono sopratutto collaboratore e social media manager di questo blog dal 2009... non poca roba! Buona lettura

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