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Scuolafilosofica Posts

Tristan da Cuhna, ovvero l’elogio all’isolanità

Tristan

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Dedicato ad Andrea Corona primo fra tutti con i quali ho espanso i miei desideri di viaggiare nel mondo, ahi noi, il turista per sempre non l’abbiamo ancora vinto. Ma l’Irlanda ci aspetta.

Dedicato a Matteo e Andrea Mereu, con i quali condivido sogni di viaggio molto importanti; giammai è tardi per sognare, ma anche di credere nel sogno.

Dedicato a Paolo, quando meno ce lo aspetteremo, scriveremo i ricordi alcolici di un nostro viaggio, magari a Tristan da Cunha.

Dedicato a Giangi, ai turchi e al suo video girato da delle studentesse (chissà) in gita verso Anadolu Kavağı, che vaga nell’etere e nella versione “tarocca” turca di youtube.

Capita, nei miei momenti liberi, che non sappia cosa fare: allora fin da ragazzino sbrigavo il tempo a guardare il mappamondo alla ricerca di isole sperdute, di isolette che solo il nome evocassero l’esoticità del viaggio e la lontananza da casa. Oggi più del mappamondo, mi oriento guardando Google Maps o Google Earth, che malgrado ledano qualche diritto alla privacy, sono ottimi strumenti per viaggiare utopicamente. Ed immagino in un futuro distopico, teletrasporti e portali supersonici che ti porteranno in qualche secondo gratuitamente, dove si vorrà. Ma questa è un’altra storia.

Che siano mappamondi, che sia Google Maps, si tratta sempre di un viaggio virtuale, un viaggio onirico, ma che negli anni è diventata una passione: lo studio dei paesi isolani più remoti del mondo, dei quali un giorno, non mi dispiacerebbe poter redigere un libro.

Tolkien e i classici. Arduini, Testi, Barella, Canzonieri..

Tolkien

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La prima volta che ho letto Il signore degli anelli avevo diciassette anni ed è stato per via di una scommessa lanciatami da mio padre, il quale era scettico del fatto che avrei potuto leggerlo in meno di un mese. Non solo vinsi la scommessa con ampio anticipo, ma scoprii almeno un mondo: quello di una parte del Legendarium di John Ronald Reuel Tolkien, di cui il Signore degli anelli è senz’altro una parte importante. Ma in realtà la scoperta, forse più importante, è stato del mondo che conosce Tolkien in molte delle varie sfaccettature della sua vasta produzione. Da quel momento, infatti, iniziai a discutere con diversi miei amici delle interpretazioni dell’opera di Tolkien e dei vari risvolti della sua produzione. Certo, si trattava di analisi parziali, incomplete e frutto soltanto della passione di alcuni amici. Ma questo è il punto: un “classico” è proprio un testo che diventa un luogo comune e che consente, così, di intrattenere argute discussioni ad ogni livello di competenza.

La filosofia politica kantiana. Gagliano G.

gagliano.inddLa filosofia politica kantiana è l’ultimo saggio di Giuseppe Gagliano, pubblicato per Armando Editore nel 2016. Il volume, agile e compatto, considera i maggiori scritti politici di Immanuel Kant. La prima sezione considera alcuni scritti preliminari: Idea di una storia universale dal punto di vista cosmopolitico, Risposta alla domanda: che cos’è l’illuminismo?, La religione entro i limiti della mera ragione Sopra il detto comune: «Questo può esser giusto in teoria, ma non vale per la pratica». In questa prima sezione Gagliano fa emergere le basi del punto di vista cosmopolitico, così importante in Kant.

Nella seconda sezione, invece, si considerano: Per la pace perpetua e Metafisica dei costumi. Se la prima sezione considera alcuni scritti importanti, ma non centrali, è in questa seconda ampia sezione che si mostra appieno la riflessione politica kantiana, in particolare nella minuziosa analisi che Gagliano propone de Per la pace perpetua, senza dubbio l’opera maggiormente impegnata dal punto di vista politico, un progetto filosofico-politico che rimane ancora oggi un importante punto di partenza per riflessioni consapevoli sul nostro modo di intendere la politica, sia da un punto di vista pratico che teorico.

Re Lear – William Shakespeare

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Consigliamo Amleto di William Shakespeare


Tutto questo rispetto per i vecchi ci avvelena la vita, perché ci consente di mettere le mani sul nostro patrimonio soltanto quando siamo troppo vecchi per goderne. Incomincio a pensare che questa tirannia dei vecchi sia davvero insopportabile – e tutto non per qualche loro effettivo potere, ma perché noi lo tolleriamo!

William Shakespeare

Insieme a Amleto, Otello e Macbeth il Re Lear è considerata tra le più grandi tragedie di William Shakespeare. L’ambientazione è quella della corte delle figlie del Re. Al principio della storia, Re Lear decide di cedere il proprio regno alle sue figlie, dopo che queste abbiano dimostrato la giusta devozione nei suoi confronti. E così Goneril e Regan, le due figlie più grandi, si prostrano di fronte al vecchio padre con false parole d’amore, vere adulatrici, seducono il padre circa le loro intenzioni e la loro benevolenza:

Goneril: Maestà, io vi amo.. Non bastano, a dirlo, le parole. So soltanto che mi siete più caro dei miei occhi, più dello spazio in cui mi muovo, più della libertà.[1]

5. Perestroika, glasnost e il crollo dell’URSS

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Allora leggi La guerra fredda – Una guida al più grande confronto del XX secolo


Al periodo dell’interregno tra Andropov e Chernenko (cfr. § 4) seguì la fase conclusiva della guerra fredda. Mikhail Gorbaciov (1931) fu consacrato come leader dell’URSS nel 1985. Egli ripudiò la politica di Leonid Brezhnev (cfr. § 4), definendone il periodo come di stagnazione. Si impegnò a ritirare le truppe dall’Afghanistan ma, come ogni ritiro, fu più lungo del previsto. Inoltre, incentrò la sua politica interna e quella estera in nome di alcuni principi guida, le cui parole d’ordine erano perestroika (ricostruzione) e glasnost (apertura). Come spesso accade, i nomi delle imprese umane vengono dati per degli stati di cose qualificati come contrari, cosa ben nota a George Orwell, che imposta molto del suo 1984 sulla divergenza tra ciò che vien dichiarato e ciò che esiste. L’URSS andava riformata economicamente e istituzionalmente.

A complicare le cose dell’URSS fu l’ingresso nella scena politica di Ronald Reagan e il disastro di Chernobyl (1986). Ronald Reagan (1911-2004) era stato eletto presidente anche per via del suo acceso anticomunismo: egli doveva rappresentare il ritorno della linea dura nella politica estera americana. In realtà, nonostante uno stile di comunicazione che evocava il regno del male, rimane che, sul piano dei fatti, Reagan si impegnò nel disarmo nucleare e fu un sostenitore di Mikhail Gorbaciov. Reagan aveva inizialmente sostenuto l’iniziativa di difesa strategica (Strategic Defence Initiative) nel 1983, nota anche come “guerre stellari” (star wars). Si trattava di un progetto monumentale di sistema antimissile che sarebbe stato parzialmente dispiegato direttamente nello spazio. I sovietici dubitavano della possibile realizzabilità del progetto, ma sta di fatto che fu preso assai sul serio.

4. Détente o non détente: il dilemma del ventennio di Leonid Brezhnev e la stagnazione

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Nikita Kruscev si era spinto troppo in avanti nella crisi di Cuba e aveva incrinato i rapporti con il colosso cinese, la cui qualità nasceva principalmente dalla quantità. A seguito di ciò e del fatto che Kruscev era capace di prendere anche iniziative isolate dall’élite, si tramò alle sue spalle. L’organizzazione del complotto portò Leonid Brezhnev (1906-1982) al potere.

Leonid Brezhnev era stato uno dei principali sostenitori di Kruscev, ma questo non gli impedì di conquistare il comando dell’URSS. Kruscev fu semplicemente ‘invitato’ a uscire fuori dalla scena politica, un sistema che egli stesso ricordò amaramente, sostenendo che il suo contributo alla causa era stato rendere possibile un simile fatto senza rischiare, come sotto Stalin, di finire direttamente in un gulag. Sicché egli rimase in vita, gli venne concessa una pensione di stato e una casa. Quando, poi, iniziò a scrivere le sue memorie, data la natura delle stesse, la pensione fu ridotta e fu costretto a cambiare casa e la nuova dimora non era piacevole come la precedente. Ad ogni modo, dopo un iniziale scoramento, Kruscev ebbe modo di terminare la sua vita in pace.