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Tag: Fermo e Lucia

Manzoni e il manoscritto ritrovato – un falso lombardo a regola d’arte

La critica si è a lungo spesa sull’evoluzione linguistica nel romanzo di Manzoni tra le due edizioni. Il presente lavoro vuole porre sotto una luce d’elogio l’abilità manzoniana nel ricreare il falso manoscritto secentesco posto in introduzione, partendo dalla ricostruzione della lingua lombarda secentesca con minuziosa attenzione agli espedienti fonografici. …

Passeggiata romantica oltre le colonne d’Ercole – Gli albori del romanzo in Italia

Introduzione:

Per chiunque sia amante ed esperiente attivo della contemporanea società del romanzo potrà risultare alquanto interessante indagare le origini di questo genere che, nella modernità letteraria, ha assunto un carattere di totale dominanza, ponendo in ombra e relegando alla pedanteria dei colti il genere del verso, di tradizione plurisecolare ed illustre. Risulta piuttosto difficile tracciare un punto fermo oltre il quale il romanzo si può dire affermato, dato che il confine risulta alquanto sbiadito, di labile demarcazione a causa dello sperimentalismo che è andato avanti per ben lungo tempo, prima di giungere al prodotto definitivo. È tuttavia possibile individuare un terminus ante quem di stabilizzazione di un nuovo genere, in itinere verso il romanzo modernamente inteso. La prima attestazione di un romanzo propriamente detto, che dunque impieghi una prosa dal volto moderno, seppur vagamente ancorata alla tradizione classica, è il romanzo Garantua e Pantagruele di Francois Rabelais, medico e scrittore francese, che pubblica la prima edizione originale nel 1542. Questo romanzo da avvio ad una catena di opere, stilisticamente non dissimili ed altrettanto magistrali, che la critica ha definito i magnifici sette, ossia sette colonne portanti del romanzo moderno. Per ordine cronologico si ha: Miguel de Cervantes con il Don Chisciotte (1605), Daniel Defoe con Robinson Crusoe (1719); Jonathan Swift con i Viaggi di Gulliver (1726); Samuel Richardson con Pamela (1742); Henry Fielding con Tom Jones (1749); Lawrence Stern con Vita e opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo (1759).

La questione della lingua italiana – da Bembo a Pasolini

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Leggi la scheda Percorso di letteratura italiana


La questione della lingua italiana è stato oggetto di studi approfonditi da diversi teorizzatori, per via del fatto che la lingua italiana a partire dalla sua nascita ha sempre presentato aspetti che la mettessero su un piano di controversia spesso combattuto fra i classicisti e gli innovatori.

Tutto ebbe inizio a partire dal 1294 quando Dante Alighieri aprì, con il suo sapere e volere, il dibattito della questione sulla lingua italiana, con la stesura del trattato sulla lingua intitolato De vulgari eloquentiain questo scritto, il pensatore fiorentino teorizzò per la prima volta gli aspetti del volgare italiano, cercandone di comprendere le origini e di stabilire quali fossero i canoni per un buon uso stilistico della lingua. Infatti, per Dante, la lingua italiana prima di tutto doveva essere una lingua di uso colto e letterario, che non ricadesse nei canoni della bassezza popolare.