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Tag: Pili Giangiuseppe

Il paradosso del credente che rispetta se stesso e le credenze altrui – “Il paradosso di Berardi”

Uncleduke, CC BY 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/3.0>, via Wikimedia Commons

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Se “Credo che p” e “rispetto tutti coloro che non la pensano come me”, allora o ignoro ciò che credono gli altri oppure non li rispetto. Se rispettassi le credenze degli altri, allora dovrei crederci ma io non credo alle credenze degli altri. Se ignoro le credenze degli altri allora non le rispetto perché non posso rispettare ciò che ignoro.


Il paradosso diventa chiaro non appena si espliciti il contenuto implicito di “tutti coloro che non la pensano come me”. Esso significa “l’insieme dei soggetti che non credono che p”. Ciò non equivale necessariamente a dire “l’insieme dei soggetti che credono non-p” perché posso semplicemente non avere la credenza intorno a p senza ritenerla falsa. Bisogna sempre tener distinti il livello del linguaggio fattuale e quello di credenza. Dire “Io credo che p” non è vera se è vera p, ma solo se io credo a quella determinata cosa.

Il paradosso dei corvi

                       

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(C) “Tutti i corvi sono neri” è logicamente equivalente a (C-) “Niente che non è nero non è un corvo”. Una penna bianca conferma (C-), ma sicuramente non conferma (C), anche se (C) dice la stessa cosa di (C-).

Il paradosso dei corvi è un classico della filosofia analitica. Da un punto di vista logico le espressioni “Tutti i corvi sono neri” e “Qualunque elemento di un insieme tale che non è nero allora non è un corvo”. In altre parole, alla proprietà “Essere corvo” segue necessariamente la proprietà “Essere nero” così vale la relazione di implicazione: Corvo(x) → Nero(x). Di conseguenza, se Nero(x) è negato, allora automaticamente è negato anche Corvo(x) se il conseguente è falso, allora deve esserlo anche l’antecedente (infatti, la proposizione sarebbe automaticamente falsa se l’antecedente fosse vero e il conseguente falso).

Soluzioni del paradosso dell’ingannatore che non inganna nessuno

https://www.flickr.com/photos/68530971@N03/6273931698/

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Per una chiara enunciazione del problema e una possibile analisi, rimandiamo all’articolo già presente sul sito. In questa sede proponiamo alcune soluzioni proposte.

Soluzione della disgiunzione intenzione, credenza e atto linguistico

Il problema dell’ingannatore che pur volendo mentire dice il vero, è stato affrontato a lezione di filosofia del linguaggio (pragmatica) insistendo su questi tre punti: esiste una distinzione tra intenzione di un parlante, la sua credenza in merito a qualcosa e l’atto linguistico che proferisce. L’idea chiave è sostenere che il punto più rilevante è l’intenzione con cui viene sostenuto un certo atto linguistico indipendentemente dall’atto linguistico stesso.

L’Etica secondo Max Weber

https://flic.kr/p/e5kyzj

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Consigliamo in SF I tre generi dell’etica Percorso di etica e metaetica di Giangiuseppe Pili


 

  1. I fatti sono oggetto di conoscenza della scienza naturale
    1. La scienza è un sistema di costruzione di mezzi
    2. La scienza, dunque, non costituisce un sistema di fini
    3. La scienza è neutra rispetto a ciò che conosce
  2. I valori sono definiti da proprietà e relazioni che non valgono per i fatti
  3. L’atto valorativo è un atto soggettivo
  4. I valori sono relativi al soggetto
    1. Ovvero ogni atto di valutazione è relativo all’individuo che lo compie
    2. Non ci sono atti di valutazione oggettivi
  5. Non esistono procedimenti che consentano di dirimere preferenze di valori
  6. La norma non è determinata da alcun principio oggettivo fondativo
  7. L’adozione di un’etica è agente-relativa

Per Max Weber tutto ciò che esiste sono i fatti i quali sono indagati dalla scienza naturale. La scienza, in questo senso, si limita a riportare i legami causali tra fenomeni senza darne una valutazione. L’interesse dello scienziato è l’indagine della realtà per quel che essa è, con il solo fine di giungere alla costruzione di mezzi tali che ci consentano una migliore gestione dell’esistente. La realtà va dominata con gli strumenti della scienza naturale.

L’intuizionismo contemporaneo

https://nl.m.wikipedia.org/wiki/Bestand:Dr_Richard_Price,_DD,_FRS_-_Benjamin_West_contrasted.jpg

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Consigliamo in SF – I tre generi dell’etica Percorso di etica e metaetica di Giangiuseppe Pili


  1. Fondazione epistemologica dell’etica su intuizioni di verità formali oggettive
  2. Proprietà delle proposizioni intuitive:
    1. Sono proposizioni dal contenuto molto generale e formulate con pretesa di consenso universale
    2. Le proposizioni intuitive non sono necessarie
    3. Le proposizioni intuitive sono motivanti per chi le assume
    4. Le proposizioni intuitive costituiscono l’espressione di una convinzione profonda, rivedibile solo a condizione di sostituirla con una nuova proposizione sostitutiva
  3. Modalità di conoscenza di proposizioni intuitive:
    1. Le proposizioni intuitive non necessitano di una prova per essere credute
    2. Le proposizioni intuitive non sono fondate su premesse
    3. Le proposizioni intuitive devono essere comprese in modo chiaro in ogni parte da chi le assume
    4. Le proposizioni intuitive si rifanno a intuizioni preteoriche
  4. I doveri si distinguono i due categorie:
    1. Prima facie
    2. Generali

L’intuizionismo di Price e Clark si fondava sull’adozione di entità intrinsecamente normative. L’oggettività morale si fondava, per Clark, sui fatti che erano dotati di determinate proprietà morali, indipendentemente da come noi li conosciamo o consideriamo: la natura è di per sé buona. Gli intuizionisti si configurano come dei teorici profondamente critici nei confronti della posizione volontarista che, viceversa, assumeva l’idea che nel mondo naturale non esistono fatti morali e gli agenti si comportano automaticamente in base al principio egoistico dell’utilità. L’intuizionismo di Price si richiamava all’evidenza di proposizioni morali indubbiamente vere, riconosciute come tali dal soggetto morale. Price faceva seguire, da ciò, l’evidenza di alcuni doveri morali, come i doveri verso Dio, verso sé e verso gli altri.