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Autore: Wolfgang Francesco Pili

Sono nato a Cagliari nell’aprile del 1991. Ho da sempre avuto nelle mie passioni, la vita all'aria aperta, al mare o in montagna. Non disdegno fare bei trekking e belle pagaiate in kayak. Nel 2010 mi diplomo in un liceo classico di Cagliari, per poi laurearmi in Lettere Moderne con indirizzo storico sardo all'Università degli studi di Cagliari con un'avvincente tesi sulle colonie penali in Sardegna. Nel bimestre Ottobre-Dicembre 2014 ho svolto un Master in TourismQuality Management presso la Uninform di Milano, che mi ha aperto le porte del lavoro nel mondo del turismo e dell'accoglienza. Ho lavorato in hotel di città, come Genova e Cagliari, e in villaggi turistici di montagna e di mare. Oggi la mia vita è decisamente cambiata: sono un piccolo imprenditore che cerca di portare lavoro in questo paese. Sono proprietario, fondatore e titolare della pizzeria l'Ancora di Carloforte. Spero di poter sviluppare un brand, con filiali in tutto il mondo, in stile Subway. Sono stato scout, giocatore di rugby, teatrante e sono sopratutto collaboratore e social media manager di questo blog dal 2009... non poca roba! Buona lettura

Inside out, un bel cartone animato della Disney-Pixar

È da poco uscito nelle sale cinematografiche un nuovo cartone, o “plasticone digitale”, l’ennesimo in questi tempi in cui i cartoni sono, in proporzione, preferiti ai film. Il titolo del cartone è Inside Out.

Mi sono recato alla sala cinematografica più vicina a casa con una certa diffidenza: ultimamente non sono stati molti i cartoni che mi hanno stupito e hanno lasciato il segno all’interno della mia “isola cinematografica” del cervello (vedi dopo). Fra questi voglio senz’altro ricordare WALL-E e Up, cartoni che vedo e rivedo sempre con estremo piacere e che riescono ad emozionarmi. Inside Out, dal canto suo, mi ha attirato per la grande pubblicità mediatica che c’era stata precedentemente l’uscita nelle sale e la grande aspettativa che c’era su di esso. Tuttavia la diffidenza e le aspettative erano entrambe molto alte.

La trama del film è molto semplice, ma ben strutturata: Riley è una bambina di undici anni che fino al momento del suo trasferimento a San Francisco, viveva una vita felice tranquilla, dove ha avuto modo di sviluppare ciò che ha di più caro. La famiglia, l’hockey, i giochi d’infanzia “le stupidere”, sono dunque le sue isole del cervello più sviluppate e più felici che la rendono la persona che è. Il momento del trasferimento è vissuto da Riley con enorme diffidenza e scetticismo, elementi inizialmente confermati, che la porteranno a star male e cadere in una grave depressione. Chi la aiuterà a uscire da questa crisi pre-adolescenziale?

2.2 La colonizzazione interna della Sardegna

DZankell, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

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La Sardegna ha vissuto nella sua storia diversi periodi di colonizzazioni e diversi colonizzatori. Fenici, romani, bizantini, ecc., sono stati i primi. Ma poi in epoca moderna si susseguirono spagnoli e sabaudi. Il trattato di Londra del 1720 stabilì che la Sardegna passasse sotto l’influenza del governo piemontese, seppur mantenendo le antiche istituzione spagnole, all’ora governato dalla secolare casata dei Savoia. Furono proprio questi ultimi ad avere il predominio politico sulle scelte dell’isola dalla metà del 1720 fino all’unità d’Italia del 1861. Questo secolo e mezzo fu segnato da un lato da “grandi silenzi” e grande indifferenze da parte dell’amministrazione coloniale, dall’altro canto il potere sabaudo cercò in un certo periodo, specie nel campo agrario, di rifondare un sistema: l’evento più significato in questo senso lo si visse nel 1823 con quello che venne chiamato ‘editto delle chiudende’, il quale andava innestandosi direttamente nel sistema tradizionale degli ademprivi (per ademprivio si intendeva in Sardegna, e tuttora in diritto, un bene di uso comune, generalmente un fondo rustico di variabile estensione, su cui la popolazione poteva comunitariamente esercitare diritto di sfruttamento, ad esempio per legnatico, macchiatico, ghiandatico o pascolo.), rendendo la situazione giuridica dei terreni altamente complessa. L’uso degli ademprivi, inoltre, prevedeva la rotazione degli impieghi della terra, che un anno era destinata a pascolo e l’anno successivo a seminagione secondo determinazioni comunitarie locali.

2 La nascita della colonia penale agricola in Europa

DZankell, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

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Il paragrafo precedente ha voluto analizzare come si sia sviluppata nel diciottesimo secolo un’intensa attività, da parte delle principali potenze europee, di colonizzazione interna nelle terre extraeuropee. Molte volte la colonizzazione avvenne anche tramite la ‘colonia penale agricola’. Come vedremo in questo paragrafo, si sviluppò un importante dibattito sulle condizioni dei coloni e sull’utilità delle colonie stesse.

Nella prima metà dell’Ottocento si sviluppò in Italia, come altrove in Europa, specialmente in Olanda e Francia, un intenso dibattito sui sistemi penitenziari: si prendeva infatti in considerazione l’idea di rendere le pene detentive meno truci, svincolando il detenuto da quel triste avanzo della galera: la catena.[1] La pena non doveva essere semplicemente ‘punitiva’, ma doveva avere al suo interno un significato catartico per il detenuto. L’Italia, a differenza di quasi la totalità dei Paesi europei dell’Ottocento, aveva pochi possedimenti d’oltremare che permettessero la sperimentazione di colonie penali; solo stati come Francia e il Regno Unito, cercarono di effettuare una colonizzazione dei possedimenti d’oltremare con l’invio di condannati dalla madrepatria.[2]

Nell’ambito del dibattito sui penitenziari in Europa si ragionò comunque sulle possibili alternative al carcere come simbolo del luogo di pena: nacque così il concetto di ‘colonia penale agricola’. Secondo la definizione del Digesto “le colonie penali potevano essere di due specie: di oltremare e interne, le prime in territori conquistati in luoghi lontani dalla madrepatria, le seconde all’interno dei confini naturali”[3].

2.1 L’emigrazione agricola italiana tra Ottocento e Novecento

DZankell, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

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Spesso quando si parla di emigrazione e di colonialismo italiano si trascura una delle pagine meno note della storia nazionale italiana: tra Ottocento e Novecento infatti, gli Italiani furono protagonisti di rilevanti flussi migratori dovuti all’arretratezza agricola che nell’Ottocento caratterizzava l’economia italiana, oltreché ad un apparato industriale quasi del tutto assente. Come è noto ciò indusse migliaia di lavoratori, che vivevano in situazioni precarie, ad abbandonare la penisola alla ricerca di una vita e un futuro migliori. Le campagne diventarono un serbatoio inesauribile di emigranti. La società rurale appare attraversata da una crisi profonda, non riconducibile esclusivamente alla pur grave crisi agraria (1873-1879), dovuta all’arrivo del grano americano che, sfruttando i progressi della navigazione a vapore e beneficiando della meccanizzazione del settore, veniva prodotto a costi infinitamente minori.

Va infatti sottolineato che dopo l’Unità la crescente pressione fiscale dello Stato unitario, la vendita dei beni della Chiesa, l’abolizione degli usi civici e la liquidazione dei demani privarono il mondo contadino di antichi usi civici che, spesso, costituivano importanti voci nei bilanci familiari.

1. La colonizzazione agricola tra XVII e nel XVIII secolo

DZankell, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

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Colonia, colonialismo, colonizzazione sono termini che nel corso della storia hanno avuto plurime interpretazioni. All’inizio del ventesimo secolo, il termine fu talvolta usata per indicare la condizione di dipendenza di territori politicamente subordinati. Più tardi, esso è stato soppiantato dalla parola ‛imperialismo’ che, a partire dall’ultimo decennio dell’Ottocento, venne usato, dai critici ostili al dominio europeo su altri popoli, quale sostantivo generico indicante sia la condizione di predominio europeo che le sue cause economiche.La parola ‘colonialismo’ ha dunque indicato il dominio esercitato da un popolo su un altro popolo estraneo mediante lo sfruttamento economico: proprio l’aspetto economico è di primaria importanza per poter comprendere al meglio l’aspetto del colonialismo penale in Italia, in Europa e negli altri continenti.

San Fruttuoso: una gita in un angolo di paradiso, fra assente segnale del cellulare e scolaresche eccitate

What will we do with a drunken sailor?

What will we do with a drunken sailor?

What will we do with a drunken sailor? Early in the morning

Oggi, trovandomi a Genova da settimane per motivi di lavoro ed essendo oggi il mio giorno di riposo, malgrado la mia forma attuale di allergia o raffreddore, ancora non ho ben capito, ho deciso di partire per una gita fuori porta. La meta da me ponderata è stata Camogli con deviazione in battello verso il piccolo villaggio di San Fruttuoso.

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La mattina presto mi sono dunque recato a Brignole, la fatiscente stazione dei treni di Genova in perenne ristrutturazione: davvero una brutta immagine di presentazione per chi arriva da fuori, di disagio per chi vive da pendolare, di costernazione per il turista. Nonostante non sia proprio uno sprovveduto ho impiegato almeno sei minuti a trovare le biglietterie automatiche. E già questo non sarebbe stato un incentivo a comprare il biglietto. Tuttavia, preso dai buoni costumi sociali, dalle rimembranze della buona educazione ricevuta dai miei cari, e dal mio profondo spirito scout, decido di comprare nonostante tutto il biglietto: €2.70 sola andata per Camogli, laddove mi avrebbe atteso il battello.

L’Isola della Gorgona

L’Italia ha un ricco patrimonio legato al territorio insulare: sul nostro territorio sono presenti 801 isole, isolotti, scogli, faraglioni, nonché isolotti lacustri censiti dall’Italian Island Award ( http://www.aribusto.it/iia_directory.htm ). Nel link segnalato è presente l’elenco di tutte le isole italiane. In questo articolo vi vogliamo parlare di un isolotto in particolare: l’isola della Gorgona. Frazione del comune di Livorno, dista da esso 37 chilometri (circa un’ora e mezzo di navigazione con tempo buono). È un’isola di 2.25 km quadrati (per intenderci cinque volte circa più grande del Vaticano) e si presenta come un isola rocciosa e montagnosa la cui sommità più elevata raggiunge i 255 metri di altezza. La vegetazione è quella tipica della macchia mediterranea, ma sono presenti anche esemplari di ontano e, più rari, di castagno.

L’arcipelago delle Svalbard – l’avamposto più a nord del mondo

Svalbaard

Introduzione

Ci sono angoli di mondo lontani. Ci sono angoli di mondo che molti di noi ignorano, nel senso globale del termine: d’altronde ci sono luoghi geografici che uno guarda nel mappamondo e pensando fra sé e sé: “Chissà com’è? Chissà se esiste davvero? Mo googlelo là!” fino a scoprire che quel posto esiste davvero. Da questo punto di vista, io ho esplorato il mondo quasi quanto lo fecero Giovanni Caboto che per primo scoprì, dopo i nativi stessi, le coste del Labrador, e fra gli altri di Fernhao de Maghalaes, in arte Magellano, che fra le tanto scoperte aprì per primo il passaggio verso le Indie, tanto ricercato da Cristoforo Colombo

E così è: l’arcipelago delle Isole Svalbard per chi se lo fosse chiesto, esiste davvero. Tre ore di ore da Oslo, cinque da Roma, otto da New York e dieci da New Dehli (ma solo se fa bel tempo). Insomma, un luogo non proprio dietro l’angolo, se non sei residente del Polo Nord, e in tal caso, si deve essere armati di motoslitta e molta buona volontà, oltre che di un buon eskimo lappone.

Antonello Fiamma e The round Path: un album e un chitarrista dal futuro

Antonello Fiamma e The round Path: un album e un chitarrista dal futuro

di Wolfgang F. Pili

Capita ogni tanto nel panorama nazionale di scoprire qualche nuovo talento. Venerdì scorso grazie al suggerimento di un mio buon amico materano sono stato al concerto del talento emergente Antonello Fiamma. Questo ragazzo, è un chitarrista di 23 anni e originario di Matera, neocapitale della cultura europea del 2019.

Questo sabato Fiamma si è presentato davanti a un folto gruppo di amici e avventori del pub Elbeverin della zona Brera di Milano, per la presentazione del suo primo lavoro discografico intitolato The Round Pathantonello fiamma (1)

Antonello Fiamma è un ottimo chitarrista specializzato nel cosiddetto finger style. Da subito sentendo il suo album, sia dal vivo che attraverso il suo cd, si può sentire che non suona semplicemente una chitarra, ma egli la vive e la sperimenta di continuo. Padroneggia lo strumento con una solida capacità di farne ciò che crede, piegandola al suo volere.

I vari tipi di società – Nozioni tratte dal Codice Civile

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Azienda

L’articolo 2555 del Codice Civile definisce l’azienda come “il complesso di beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa”. Dunque per azienda molte volte si sottintende impresa che però ha delle sfumature leggermente diverse: l’azienda è dunque un complesso di beni organizzati da una figura imprenditoriale detta appunto “imprenditore”.

Imprenditore

L’articolo 2082 del Codice Civile definisce l’imprenditore come la figura che “esercita professionalmente un’attività economica finalizzata alla produzione o scambio di beni e servizi”, laddove per “professionalmente” si intende l’applicazione del contratto collettivo dei lavoratori. Sono piccoli imprenditori i coltivatori diretti, gli artigiani, i piccoli commercianti e coloro che esercitano un’attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti familiari (impresa familiare).