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Autore: Wolfgang Francesco Pili

Sono nato a Cagliari nell’aprile del 1991. Ho da sempre avuto nelle mie passioni, la vita all'aria aperta, al mare o in montagna. Non disdegno fare bei trekking e belle pagaiate in kayak. Nel 2010 mi diplomo in un liceo classico di Cagliari, per poi laurearmi in Lettere Moderne con indirizzo storico sardo all'Università degli studi di Cagliari con un'avvincente tesi sulle colonie penali in Sardegna. Nel bimestre Ottobre-Dicembre 2014 ho svolto un Master in TourismQuality Management presso la Uninform di Milano, che mi ha aperto le porte del lavoro nel mondo del turismo e dell'accoglienza. Ho lavorato in hotel di città, come Genova e Cagliari, e in villaggi turistici di montagna e di mare. Oggi la mia vita è decisamente cambiata: sono un piccolo imprenditore che cerca di portare lavoro in questo paese. Sono proprietario, fondatore e titolare della pizzeria l'Ancora di Carloforte. Spero di poter sviluppare un brand, con filiali in tutto il mondo, in stile Subway. Sono stato scout, giocatore di rugby, teatrante e sono sopratutto collaboratore e social media manager di questo blog dal 2009... non poca roba! Buona lettura

La fine dell’età degli Antonini e l’avvento della dinastia severiana: analisi della figura di Settimio Severo

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Impero Romano nel 210 D.C. Da Wikipedia

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Prima di poter parlare dell’avvento della dinastia dei Severi, dobbiamo analizzare la situazione precedente il 193 d.C., anno in cui prese il potere il primo esponente della dinastia dei Severi, vale a dire, Settimio Severo. Senz’altro, nel secolo precedente, si era avuta una fiorente crescita per lo meno in campo civile con gli imperatori Traiano, Adriano, Antonino Pio e Marco Aurelio: il secondo secolo è stato infatti l’arco di tempo in cui si è cominciata a mettere in discussione per la prima volta la questione dell’estensione della cittadinanza anche ai non romani, dovuta soprattutto dal fatto che l’espansionismo che fece dell’Impero romano un impero coloniale (anacronisticamente parlando) portò i limites romani verso la Britannia, dove Adriano costruì il vallo omonimo, e ancora verso la Dacia nell’odierna Romania, verso la zona danubiana e nella regione dei Parti in oriente attorno alla zona mesopotamica e nell’attuale zona turco-iranica. Non a caso, in queste regioni si ritrova la più alta frequenza di guerre e i più aspri conflitti anche nel terzo secolo. Il secondo aspetto da analizzare e da sottolineare che riguarda gli imperatori del secondo secolo fu la successione al potere da parte dei principi non per onori dinastici, ma la successione per scelta sulla base delle capacità dei possibili candidati, capacità quali la intelligenza militare e la buona gestione sociale.

La Maschera della luna. Mereu A.

La maschera della luna è un romanzo breve scritto da Andrea Mereu, giovane scrittore la cui unica opera è quella in questione e che sta avviando una proficua carriera nella fotografia in questo mondo di crisi economica (vedere la sua nutrita pagina facebook per crederci). Altre sue passioni sono lo studio del giapponese e della cultura nipponica, nonché il piacere di esplorare il mondo e la Sardegna, la sua terra, dove è ambientato il romanzo.

Il romanzo è ambientato nel periodo di Carnevale, momento dell’anno caro ai sardi che lo vivono come una festa mistica e religiosa, dove molte “maschere”, per l’appunto prendono vita e svolgono la loro atavica funzione apotropaica: ricordiamo i mamuthones, i boes, sosturpos, sa filonzana. Anche nel romanzo di Andrea Mereu troviamo un’antica maschera, non legata a nessuna tradizione del carnevale sardo, piuttosto a una maledizione terribile che coglie chi la indossa. E’ così che Roberto, figlio di Benjamin, vero protagonista del romanzo, verrà colto da questa maledizione antica che lo farà ridere quasi senza sosta. Solo qualche medicina riesce a sedarlo per qualche ora di sollievo. Assieme a Roberto, anche altri due bimbi sono colti da questa maledizione.

Un internato militare italiano a Brema. Cronaca di una prigionia ai tempi dei Lager 1943 – 1945. Appunti da una conferenza del prof. Christoph Schminck Gustavus (Università di Brema)

Il professore Christoph Schminck Gustavus ha ricostruito la storia di Attilio Buldini e di Gigina Querzè, attraverso lo studio delle fonti orali. Egli infatti considera lo studio delle fonti orali di fondamentale importanza per una ricostruzione storica completa, specialmente per le esperienze dei singoli individui internati in campi di concentramento, in cui è inevitabile dover fare riferimento all’esperienza personale e soggettiva degli internati per poterne capire e considerare in modo adeguato il peso pregnante della loro esperienza come casi storici. Emozionante, toccante e suggestivo il racconto.

La storia di Attilio Buldini inizia durante la guerra: egli era di professione un barbiere, e poi chiamato alle armi fu mandato di stanza all’Isola d’Elba. Lontano dalla moglie Gigina, con cui però aveva modo di scambiarsi lettere, egli, come la maggioranza dei soldati italiani, che non combattevano per una causa condivisa ma per un regime, attendeva solo il momento di poter fare ritorno a casa. L’8 settembre 1943 fu in tal senso una data fondamentale per la storia dell’Italia: Pietro Badoglio (lo stesso che aveva condotto le truppe italiane in AOI nelle avventure coloniali del fascismo), capo del governo e maresciallo d’Italia, proclama l’armistizio di Cassibile firmato il 3 di quello stesso mese con gli alleati anglo-americano.

Stato e società a Brema 1933-1945. Politica, società, rapporti sociali. Terrore, consenso, adattamento, non-conformità, Resistenza. Appunti dalla relazione di Jörg Wollenberg (Università di Brema)

Nell’ambito della storia della Germania nazista si possono rintracciare più fatti la cui ricostruzione ha preziose valenze in sede storica. Alcune importanti, altre meno. La storia del periodo che va dal 1933 al 1945 a Bremen è una di quelle importanti. Brema è una cittadina posta nella parte nordoccidentale della Germania: bagnata dal fiume navigabile Weser che la attraversa in due, negli anni assumerà una grande importanza soprattutto come capitale dell’industria navale concentrata nel porto di Bremerhaven. La storia di questo scalo, nonché fondamentale cantiere navale, nascerà nel 1929, anno di grande depressione economica, e non è un caso appunto che si svilupperà questo tipo di industria proprio in questo periodo.

All’inizio concepito come porto che collegasse la Germania all’America, era infatti chiamato il Porto di Colombo, divenne poi il nodo principale dell’industria bellica navale tedesca, dalla quale uscirono i sommergibili e tutte le corazzate che seminarono il terrore nel mare del Nord e nell’Oceano Atlantico. Nel cantiere Bremen Vulken durante il regime nazista vennero costruiti ben 74 sommergibile Uboot Tipo VII. A Brema si sviluppò un forte concetto di Resistenza contro il regime nazista: le numerose industrie avevano sviluppato il sistema operaio e il partito comunista almeno fino al 1933, anno in cui però la KPD (il partito comunista) perse in quantità significativa il sostegno di fronte alle riforme popolari e populiste del regime nazista. Ma i “partigiani” (termine assolutamente improprio per quel concerne la storia nazista) della resistenza bremese, non si dileguarono.

Le origini della lingua italiana: i primi documenti

Italia
Mappa lingue neolatine, tratta da www.lextra.info

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Introduzione

La storia della lingua italiana nasce a partire dalla sua evoluzione dalla lingua latina. Quest’ultima era andata via, via estinguendosi dopo le varie invasioni barbariche e lo sviluppo della chiesa ortodossa, e c’è da sottolineare che in ogni caso la lingua latina non era mai stata del tutto unitiva come lingua imperiale: in ogni regione conquistata dai romani il latino spesso prendeva il posto delle lingue native, ma quest’ultime non venivano mai del tutto soppiantate, dando di fatti vita in Italia, per esempio, ai dialetti gallici, posti nel nord Italia (segnatamente in Lombardia e Piemonte) con delle determinate caratteristiche.

Ma per arrivare all’italiano che tutti noi oggi utilizziamo nel nostro scrivere e parlare, ci sono state delle tappe evolutive e dei processi che ne hanno caratterizzato la crescita. Si è partiti dai primi testi letterari come il Placito Capuano e l’Indovinello Veronese, fino ad arrivare alla Commedia di Dante Alighieri e ai I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Un evoluzione degna di essere osservata secolo per secolo.

La Germania e la Prima guerra mondiale. Il dibattito tra gli storici da Fischer a Clark

Il professor Jörg Wollenberg dell’Università di Brema nella prima parte del seminario tenutosi a Cagliari ha sviluppato un discorso incentrato sui problemi che i vari storici della Germania hanno incontrato nell’affrontare lo studio della propria nazione, la cui complessità, determinata dalla sensibilità imposta dall’autocoscienza storica degli avvenimenti considerati. Dover affrontare verità scomode e personaggi tutt’altro che umani nella storiografia tedesca e non solo ha prodotto talvolta opere coerenti e precise, ma altre volte lavori che tendevano a riconsiderare non in modo sufficientemente dettagliato e rigoroso certi elementi di primaria importanza.

La questione della lingua italiana – da Bembo a Pasolini

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La questione della lingua italiana è stato oggetto di studi approfonditi da diversi teorizzatori, per via del fatto che la lingua italiana a partire dalla sua nascita ha sempre presentato aspetti che la mettessero su un piano di controversia spesso combattuto fra i classicisti e gli innovatori.

Tutto ebbe inizio a partire dal 1294 quando Dante Alighieri aprì, con il suo sapere e volere, il dibattito della questione sulla lingua italiana, con la stesura del trattato sulla lingua intitolato De vulgari eloquentiain questo scritto, il pensatore fiorentino teorizzò per la prima volta gli aspetti del volgare italiano, cercandone di comprendere le origini e di stabilire quali fossero i canoni per un buon uso stilistico della lingua. Infatti, per Dante, la lingua italiana prima di tutto doveva essere una lingua di uso colto e letterario, che non ricadesse nei canoni della bassezza popolare.

La lingua italiana – Problemi linguistici e definizioni

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La lingua italiana fa parte della grande famiglia delle lingue indoeuropee. Nella fattispecie l’italiano deriva direttamente dal latino ed è per questo detta una lingua neolatina o romanza. Oltre ad essere parlata in Italia da circa 59 milioni di madrelingua, essa è anche usata nella Repubblica di San Marino, nella Città del Vaticano, in alcuni cantoni della Svizzera, in Slovenia e in Croazia, in Albania dove molte televisioni usano anche l’italiano, nei ceti colti presso Malta e infine, sempre più raramente nella regione di Nizza e Monaco, e nell’isola greca di Rodi, questa in quanto ex territorio posto sotto il protettorato fascista nei periodi del regime. Nel Corno d’Africa, laddove erano presenti delle colonie italiane durante la seconda guerra mondiale, si va ormai estinguendo la conoscenza della nostra lingua.

In Italia, oltre i dialetti, che vedremo a breve, sono presenti diverse minoranze linguistiche. Queste sono dette alloglotti, per l’appunto altralingua. Dal 1999 con la legge n.482 queste vengono tutelate, spesso in maniera poco chiara, e sono riconosciute come minoranza da porre sotto un ala protettiva. Ma spesso non è così e non è chiaro in che senso va intesa la presenza di una minoranza linguistica in un determinato territorio. Vediamo adesso quali sono i principali alloglotti.

La poesia di corte e il teatro nella letteratura latina nel IV secolo d.C.

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Dalla metà del IV secolo si sviluppa un nuovo genere poetico all’interno alle corti degli imperatori: è questa la poesia di corte, composta e costruita per celebrare la magnificenza dei potenti. Infatti, nasce in questo periodo un nuovo concetto di letteratura per le elite di soli colti. Decimo Magno Ausonio nacque a Burdigala nel 310 d.C. dove fu professore di grammatica e retorica. Nel 364 d.C. venne chiamato a corte come futuro maestro dell’Imperatore Graziano, per poi ritirarsi una ventina d’anni dopo. Ausonio fu autore di un abbondante produzione letterarie: epistole, in prosa e in versi, epigrammi e componimenti per occasioni particolari. Le opere meglio riuscite sono senz’altro opere che appartengono alla poesia funeraria: queste le ricordiamo coi titoli di Parentalia, Bissula e Mosella. Ausonio era un poeta che si preoccupò molto di omaggiare la tradizione classica latina e questa tendenza, tipica di chi non voleva che fosse dimenticato il passato letterario, si ripercuoteva è importante per capire come si rivolgeva nei confronti del cristianesimo. E così che Ausonio si propone come mediatore fra la cultura pagana e quella cristiana con degli ideali estetizzanti e di conciliazione culturale.

Letteratura latina e il cristianesimo delle origini

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Con l’editto di Costantino del 313 d.C. si segna una tappa cruciale della storia dell’impero romano d’occidente e non solo: con esso si sancisce per la prima volta una “religione di stato” propriamente detta e pone fine alle persecuzioni verso i cristiani (si rivolgono da questo momento verso chi si rifiuta di convertirsi, cosa che spesso si tralascia di ricordare). Il progressivo estendersi del cristianesimo portò non solo a un nuovo assetto politico e la formazione del clero cristiano, ma anche l’elaborazione di un nuovo assetto letterario. Attraverso il pensiero di tre importanti letterati analizziamo la nascita di questo nuovo assetto programmatico letterario.

Arnobio nacque in Africa intorno alla metà del III secolo d.C. e fu maestro di scuola a Sicca Veneria: convertitosi al cristianesimo in età avanzata, morirà nel 327 d.C.. Delle sue opere ricordiamo l’Adversus nationes, composto di sette libri: fu scritto dopo le persecuzioni nei confronti dei cristiani da parte di Diocleziano, convinto pagano. Nell’opera di Arnobio si nota molto come egli si fosse convertito in età adulta. Egli forza un’aggressività antipagana e sulle inesattezze dottrinali, e su questi due binari egli alterna un linguaggio forbito e di elegante retorica a bizzarre costruzioni fantastiche. I suoi strumenti stilistici erano la sagacia, il senso del ridicolo e la capacità di scoprire flagranti contraddizioni in tutto ciò che andava confutando.