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Mese: Maggio 2013

Friederich Ratzel e la fondazione della geografia umana

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Friedrich Ratzel (1844 – 1904) è stato un zoologo di formazione, nonché geologo fortemente legato alle dottrine di stampo evoluzionistico elaborate da Ernst Haeckel e Moritz Wagner. Egli è generalmente considerato il fondatore della geografia umana e della geografia politica. Dopo una serie di viaggi in qualità di giornalista in Italia, Ungheria, Stati Uniti, Messico e Cuba, al suo ritorno in Europa dopo essere stato docente di geografia nel 1876 presso il Politecnico di Monaco di Baviera, ottenne la cattedra di geografia all’Università di Lipsia nel 1886, succedendo a un altro importante geografo moderno di spicco: Ferdinand von Richthofen (1833 – 1905) fu un geografo molto importante soprattutto per quel concerne gli studi sulle terre asiatiche; lui, insieme ad altri pochi, è entrato a far parte della nomenclatura geografica. Esistono infatti nell’altopiano del Tibet nella propaggine orientale del Kunlun i Monti Richthofen, in suo onore.

Gemino di Rodi e il suo posto nella storia della filosofia della scienza

1. Nota biografica.

Gemino di Rodi visse molto probabilmente nel I secolo a.C., comunque tra il I secolo a.C. e il I d.C.; fu scienziato (in particolare, astronomo) e filosofo greco. Di lui ci rimane una sola opera intera, chiamata “Introduzione ai fenomeni”. Si tratta di una introduzione essoterica all’astronomia. Non ci è pervenuto invece il suo scritto “Sulla teoria delle scienze matematiche”, che, probabilmente, era la sua opera maggiore. Proclo, filosofo neoplatonico del V secolo d.C., ne fece uso nel suo importante commento agli “Elementi” di Euclide. Di Gemino si dice che fosse uno stoico, seguace e discepolo del filosofo, scienziato e storico Posidonio.

2. Pensiero sulla scienza; da Pitagora a Tolomeo

I pitagorici pensavano che la struttura fondamentale dell’universo fosse regolata secondo un’armonia di tipo matematico. Conoscere questa armonia significava, dunque, avere accesso alla comprensione profonda della realtà. Questo orientamento filosofico implica l’idea, valida per la pratica della scienza, che la contemplazione dell’idea astratta è maggiormente centrale rispetto all’indagine e all’osservazione dei fenomeni empirici.

La casa in collina – Cesare Pavese

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Io non credo possa finire. Ora che ho visto cos’è la guerra, cos’è la guerra civile, so che tutti, se un giorno finisse, dovrebbero chiedersi: – E dei caduti che facciamo? Perché sono morti? – Io non saprei cosa rispondere. Non adesso, almeno. Né mi pare che gli altri lo sappiano. Forse lo sanno unicamente i morti, e soltanto per loro la guerra è finita davvero.

Cesare Pavese

La casa in collina è un romanzo breve, o racconto lungo, ambientato durante la seconda guerra mondiale nella campagna torinese. Il racconto non ha una trama particolarmente elaborata e si riassume brevemente: un professore di scuole medie vive l’esperienza della guerra, prima indirettamente e poi in prima persona. Da principio sembra che il rombo della guerra sia solo lontano, ma poi si intensificano i bombardamenti, gli eserciti si avvicinano e quando avviene il crollo del regime fascista anche l’ultima sicurezza viene meno. Incominciano a dominare le paure per prossima guerra civile, il cui incipit è uno stato di attonicità sorda e inquieta, ma ancora calma, che rafforza la percezione della caducità del momento presente. Il protagonista è costretto ad abbandonare la casa di campagna in cui dimora, i suoi amici vengono dispersi ed è presto costretto ad allontanarsi da un fanciullo, che sospetta possa essere suo figlio. Dopo aver soggiornato in un convento, imboscato e fuggiasco, decide di ritornare a casa, tra il terrore della morte per le esplosioni e il rischio di essere trovato dai tedeschi o da qualche banda locale.

La nascita della geografia moderna attraverso il pensiero di Alexander von Humboldt e Carl Ritter

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Consigliamo Storia della Geografia Antica e Friederich Ratzel


L’interesse per lo studio geografico sin dai tempi antichi non è mai mancato. Anzi, questo si è dimostrato un elemento unificante fra tutte le varie nazioni europee e mondiali che rivaleggiavano fra di loro per accaparrarsi il maggior numero di scoperte, ma che cercavano sempre di unire il sapere affinché tutti potessero usufruirne e poterne sfruttare al massimo i risultati. Fra il settecento e l’ottocento nuovi studi più approfonditi e dotati di una loro metodologia scientifica vengono intrapresi ed è così che emergono due importanti figure: Alexander von Humboldt e Carl Ritter.

Neuroetica. Intervista a Priori e Fumagalli

La neuroetica, intesa come studio neuroscientifico dell’intuizione e del senso morale, è una disciplina ormai affermata nel vasto panorama della ricerca neuroscientifica. Nata, cresciuta e coltivata per lo più all’estero (USA in testa), la neuroetica inizia a trovare spazio anche in Italia. A garantirlo, autorevoli studiosi, fra i quali Alberto Priori e Manuela Fumagalli del Policlinico di Milano.

Il Prof. Alberto Priori, neurologo e neurofisiologo, è direttore del Centro Clinico per la Neurostimolazione, le Neurotecnologie e i Disordini del Movimento della Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico e dell’Università degli Studi di Milano, presso cui la Dr. Manuela Fumagalli, neuropsicologa, svolge attività di ricerca. Li abbiamo intervistati.

I nove terreni – L’undicesimo capitolo de L’arte della guerra

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Nove terreni fondamentali. I tipi di terreno: terreno di disunione, facile, conteso, aperto, di intersezione, pericoloso, difficile, chiuso, di morte. Il terreno di disunione è quello sul quale si sfidano due feudatari. Il terreno facile è la zona di penetrazione lungo i confini nemici. Il terreno conteso è quello vantaggioso per chi lo occupa. Il terreno aperto è quello in cui tutti gli eserciti possono raggiungerlo e occuparne una parte senza che l’altro possa evitarlo. Il terreno di intersezione è il luogo in cui tutti gli stati sono parte del confine del terreno. Il terreno pericoloso è il luogo ad alta penetrazione nel quale alle spalle ci sono molti pericoli. Il terreno difficile è quello nel quale la strada da percorrere è densa di ostacoli fisici. Il terreno chiuso è quello nel quale è difficile accedervi e ritirarsi così che anche una forza superiore di numero può essere facilmente sconfitta. Il terreno di morte è il luogo in cui si può sopravvivere solo grazie alla propria rapidità. L’osservatore è causa parziale dei mutamenti dello stato di cose, così che al cambiamento delle proprie decisioni e attività segue una infinita catena di effetti da prevedere così da poterli sfruttare. Quando si attacca bisogna tenere concentrata la propria forza d’attacco. Rendere imprevedibili le proprie intenzioni è uno degli obbiettivi principali del grande generale. Quando lotti per uno scopo non lasciare ai tuoi uomini la libertà, ma fagli credere di averla e, allo stesso tempo, fa illudere il nemico di aver preso delle decisioni che egli stesso credeva di aver preso per solo suo ingegno. E’ fondamentale saper sfruttare lo stato d’animo degli uomini, in modo da trasformare le sconfitte in vittorie.

Il capitolo undicesimo è dedicato alla descrizione dei tipi di terreno nei quali ci si può imbattere. Come sempre, la loro descrizione non è limitata all’aspetto geofisico, ma a tutti quelle caratteristiche che bisogna tener presente non solo per conoscere, ma per poter trarre vantaggio dalla nostra stessa conoscenza. Sun Tzu non riconosce il primato della conoscenza pura, se non nella sua stessa potenziale concretizzazione in un vantaggio tangibile. Egli non vuole educare un filosofo, egli vuole addestrare un generale.

Situazione politica in Europa nei decenni precedenti alla prima guerra mondiale

GoShow, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons

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FRANCIA

La Francia, lo stato con più democratico del tempo, era alle prese con un gruppi di nazionalisti esasperati. I focolai di rivolta nazionalistica, così costanti nella storia francese, si tramutarono presto in rivolte antisemite, ad iniziare con il famoso caso Dreyfus. Nel 1899 l’esito delle elezioni fu favore alla coalizione dei repubblicani. Questi ebbero modo di prendersi le loro rivincite sui nazionalisti e sui filoclericali, consolidando una Francia laica. Sempre nel 1899 nasce il movimento dei radicali e si ebbe la separazione fra stato e chiesa. Poco prima dello scoppio della guerra ci fu la ripresa dei moderati di destra con il loro esponente Raymond Poincarè.

Gli infiniti modelli della musica classica

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La musica attrae l’essere umano, che la fruisce e la produce da millenni. Ogni cultura e ogni epoca ha una sua musica. Non ci interessa, qui, trattare delle varie categorie musicali, ma vogliamo mostrare perché la musica classica, ancora oggi, costituisce il centro fondamentale della nostra cultura musicale.

Con “musica classica” intendiamo genericamente tutta la produzione musicale che ha come unico scopo quello di produrre materiali sonori esteticamente rilevanti. Non ci interessa considerare prodotti il cui scopo si esaurisce nel puro e semplice intrattenimento, intendendo qualcosa di essenzialmente diverso dall’esperienza estetica. Nell’esperienza estetica l’intrattenimento è solo una conseguenza contingente e collaterale della fruizione dell’opera d’arte, mentre nell’esperienza del divertimento l’aspetto ludico, di spensieratezza è piuttosto l’aspetto principale. Abbiamo in altro luogo avuto modo di soffermarci su un caso specifico di tale genere musicale, sicché non ci ripeteremo qui. Con musica classica, allora, va intesa una categoria ben più ampia che la sola produzione musicale racchiusa tra i secoli XVII-XX, considerata “musica colta”. La categoria è più ampia e si possono inserire in essa lavori di musica rock (Pink Floyd, Beatles, Rhapsody ad esempio) o musica jazz (di Bill Evans, Wes Montgomery o Duke Ellington, giusto per fare qualche esempio). Mentre con musica non-classica va intesa tutta la produzione la cui ricerca è volta a produrre materiali di divertimento o di poesia. Si noti come le categorie di “musica di divertimento” e “musica poetica” si intendano insiemi assai diversi. In un caso, per definizione, l’esperienza estetica è limitata o marginale, nell’altro, invece, è fondamentale. Ma entrambe le categorie sfruttano un principale strumento per veicolare messaggi (per quanto blandi, possano essere talvolta): la parola. Quando la parola diventa fondamentale (come nelle canzoni) allora tale musica si può definire “poetica”.

Etnocentrismo e ossitocina

L’ormone ossitocina medierebbe il comportamento cooperativo e altruistico all’interno del gruppo di appartenenza, poiché media la propensione a favorire il proprio gruppo sugli altri. Questo implica che l’ossitocina ha un ruolo nello sviluppo del comportamento etnocentrico, con i suoi effetti, positivi verso il simile e negativi verso l’estraneo. L’etichetta di “ormone dell’amore” non sarebbe dunque precisa…