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Etnocentrismo e ossitocina

L’ormone ossitocina medierebbe il comportamento cooperativo e altruistico all’interno del gruppo di appartenenza, poiché media la propensione a favorire il proprio gruppo sugli altri. Questo implica che l’ossitocina ha un ruolo nello sviluppo del comportamento etnocentrico, con i suoi effetti, positivi verso il simile e negativi verso l’estraneo. L’etichetta di “ormone dell’amore” non sarebbe dunque precisa…

Andrebbe infatti integrata colla specificazione del gruppo di appartenenza dell’oggetto d’amore. Di fatto l’ossitocina ha un ruolo nell’emergenza del conflitto tra i gruppi. A sostenere questa tesi e a supportarla con diverse verifiche empiriche c’è uno studio di Carsten de Dreu et al., pubblicato su PNAS nel 2011 con il titolo Oxytocin promotes human ethnocentrism. L’etnocentrismo è la tendenza a considerare il proprio gruppo di appartenenza come superiore o centrale rispetto agli altri gruppi. Ad esso si accompagnano facilmente il pregiudizio e la violenza nei riguardi degli individui appartenenti a gruppi estranei.

Una serie di esperimenti condotti dagli autori dimostrano che proprio l’ossitocina può essere responsabile del comportamento asimmetrico del soggetto in risposta a diversi gruppi, principalmente poiché aumenta la propensione a favorire il gruppo di appartenenza e, secondariamente, poiché stimola un’azione di detrimento verso l’estraneo.

Gli autori hanno condotto cinque esperimenti, per verificare attraverso diverse misure e compiti, l’effetto dell’ossitocina, somministrata per via intranasale, sia sulle attitudini al comportamento etnocentrico sia sul comportamento etnocentrico stesso. Di particolare interesse, per la psicologia morale, gli ultimi due esperimenti presentati.

De Dreu et al. hanno utilizzato una batteria di dilemmi morali, nella forma di quelli utilizzati da Greene per lo studio del giudizio morale.  Questi dilemmi sono strutturati in modo da stimolare nel soggetto un conflitto tra decidere per la massimizzazione del bene comune (fine utilitarista) e decidere per l’incondizionato rispetto di una norma morale (deontologica). L’esempio classico è la situazione per cui, al fine di salvare cinque persone, ne deve essere sacrificata una.

Nelle situazioni proposte ai partecipanti i cinque soggetti ritratti non erano caratterizzati per il gruppo di appartenenza, mentre il soggetto da sacrificare per ottenere il risultato utilitarista di salvare le cinque persone era caratterizzato per appartenenza ad un preciso gruppo nazionale. Poteva infatti essere un danese (nazionalità dei partecipanti), un arabo (gruppo culturalmente molto diverso rispetto a quello dei partecipanti) o un tedesco (gruppo culturalmente diverso ma non distante rispetto a quello dei partecipanti).

I giudicanti a cui era stata somministrata l’ossitocina tendevano a sacrificare più spesso il soggetto estraneo che quello appartenente al proprio gruppo nazionale. Questo effetto è da ascriversi al favoritismo verso il proprio gruppo, infatti l’effetto dell’ossitocina è quello di ridurre il tasso di risposta di sacrificio del connazionale, lasciando invariata la risposta di sacrificio verso la persona proveniente da un’altra nazione, quale che sia.

Questo risultato supporta l’idea che sia il sentimento d’amore per i membri del proprio gruppo ad essere maggiormente centrale nella natura umana rispetto al sentimento d’odio verso il diverso che, secondo questa prospettiva, sarebbe un effetto secondario della necessità di tenere legato il gruppo favorendolo sugli altri nel senso del maggior beneficio.

In buona sostanza sarebbe stimolando il favore verso i propri simili che l’ossitocina potrebbe essere responsabile del conflitto con il diverso. Certamente quest’ormone è implicato nelle manifestazioni comportamentali di fiducia, empatia e, in generale, prosocialità, tuttavia dovremo tenere a mente che queste tendenze si sarebbero sviluppate e sono ancora limitate per rispondere all’individuo facente parte del gruppo di appartenenza.

Reference:

De Dreu, C., Greer, L., Van Kleef, G., Shalvi, S., Handgraaf, M. (2011) Oxytocin promotes human ethnocentrism. PNAS. 108; 4: pp. 1262-1266.

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Articolo originale pubblicato su BRAINFACTOR Cervello e Neuroscienze – Testata registrata al Tribunale Milano N. 538 del 18/9/2008. Direttore Responsabile: Marco Mozzoni.


Francesco Margoni

Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università di Trento. Studia lo sviluppo del ragionamento morale nella prima infanzia e i meccanismi cognitivi che ci permettono di interpretare il complesso mondo sociale nel quale viviamo. Collabora con la rivista di scienze e storia Prometeo e con la testata on-line Brainfactor. Per Scuola Filosofica scrive di scienza e filosofia, e pubblica un lungo commento personale ai testi vedici. E' uno storico collaboratore di Scuola Filosofica.

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