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Emozioni diverse per giudizi morali diversi?

Emozioni differenti amplificherebbero diversi tipi di giudizio morale. Ad affermare che la ricerca sulle emozioni supporterebbe una conclusione di questo tipo, sono gli psicologi Horberg, Oveis e Keltner, che sviluppano la loro argomentazione in una pubblicazione su Emotion Review titolata “Emotions as Moral Amplifiers: An Appraisal Tendency Approach to the Influences of Distinct Emotions upon Moral Judgment”.

Sappiamo che la ricerca sulle emozioni ha dimostrato che queste sono elementi centrali per la formazione della presa di decisione morale. Il vecchio modello che pensava il giudizio morale come un’operazione del tutto intellettuale, scevra dal contagio dell’elemento soggettivo ed emotivo, è stato falsificato da una serie di risultati empirici. Oggi si preferisce cercare di rendere conto del funzionamento effettivo della mente morale, che si è vista operare in gran parte in modo automatico od intuitivo, inconscio ed emotivo.

A questa consapevolezza si accompagna la necessità metodologica di affinare la propria teoria sulla relazione tra emozione e giudizio morale. Ciò significa cercare di non concettualizzare le emozioni come un unico ed indistinto blocco la cui caratteristica sintetica sarebbe l’irrazionalità, ma di distinguere tra le diverse emozioni. Queste ultime hanno ognuna specifiche componenti somatiche e cognitive, e promuovono particolari tipi di giudizi.

Le emozioni agirebbero in modo specifico sul giudizio morale amplificando l’importanza di specifici e differenti interessi ed ambiti socio-morali. Ad esempio, la ricerca ha dimostrato che vi è uno specifico collegamento tra l’emozione del disgusto e l’idea della purezza del corpo e della mente, come vi è un collegamento tra la rabbia e la considerazione della giustizia e dei diritti, tra il disprezzo e l’interesse verso il ruolo o il dovere dell’individuo all’interno della società.

Dati questi particolari collegamenti tra emozioni ed ambiti socio-morali, che poi vanno a definire il tipo di interesse e giudizio morale, è ragionevole aspettarsi che, ad esempio, le emozioni negative (tra cui disgusto, rabbia e disprezzo) non inneschino semplicemente una credenza globalmente negativa, ma che, invece, influenzino la credenza morale in modo più sottile, guidando l’attenzione del soggetto valutante verso questo o quell’altro ambito socio-morale. Il disgusto, per fare un esempio, amplificherebbe i giudizi relativi ad argomenti i quali suscitano questioni di purezza (uno per tutti, la sessualità).

Sappiamo inoltre che le emozioni sono fenomeni profondamente incarnati, ovvero strettamente associati ad una particolare risposta corporea. Non desta stupore scoprire che specifiche risposte corporee associate a specifiche emozioni (come, ad esempio, i movimenti facciali, l’attivazione nella fisiologia periferica o nel sistema neuroendocrino) amplificano in modo selettivo determinati giudizi morali. La ricerca sull’emozione supporta ampiamente anche questa conclusione.

Infine, passando dal livello dell’individuo a quello della società, possiamo accorgerci di come le emozioni abbiano un ruolo cruciale anche nei cambiamenti culturali riguardanti la codificazione di tipo morale. Un esempio è senz’altro la recente emergenza dell’intolleranza, emotivamente supportata, verso il fumo e il consumo di carne.

Il processo attraverso il quale i giudizi morali vengono inseriti a pieno regime in un sistema valoriale ampio e riconosciuto, spesso attraverso le emozioni, può essere illuminato dalla prospettiva che associa specifiche emozioni a specifici giudizi morali. Si può pensare che differenti questioni socio-morali siano soggette a questo processo di moralizzazione una volta che siano entrate in gioco le emozioni rilevanti.

Gli autori, correttamente, suggeriscono che questo tipo di ricerca, tesa ad illuminare la complessa relazione tra giudizio morale ed emozione, possa non solamente essere funzionale alla comprensione della mente morale, ma anche alla comprensione della psicologia sottesa all’opera umana di riforma sociale.

Reference:

– Horberg, E., Oveis, C., Keltner, D. (2011) Emotions as Moral Amplifiers: An Appraisal Tendency Approach to the Influences of Distinct Emotions upon Moral Judgment. Emotion Review. Vol. 3: 3; pp. 237-244.

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Articolo originale pubblicato su BRAINFACTOR Cervello e Neuroscienze – Testata registrata al Tribunale Milano N. 538 del 18/9/2008. Direttore Responsabile: Marco Mozzoni.


Francesco Margoni

Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università di Trento. Studia lo sviluppo del ragionamento morale nella prima infanzia e i meccanismi cognitivi che ci permettono di interpretare il complesso mondo sociale nel quale viviamo. Collabora con la rivista di scienze e storia Prometeo e con la testata on-line Brainfactor. Per Scuola Filosofica scrive di scienza e filosofia, e pubblica un lungo commento personale ai testi vedici. E' uno storico collaboratore di Scuola Filosofica.

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