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Deprivazione del sonno e giudizio morale

Sappiamo che prolungati periodi di privazione del sonno producono deficienze in funzioni cognitive di alto livello. Un’abilità cognitiva di alto livello e senz’altro importante per la vita quotidiana d’ognuno è la capacità di prendere decisioni morali. Un gruppo di ricercatori italiani ha registrato che una privazione di una notte di sonno (considerata “moderata”) non determina un’alterazione della qualità del giudizio morale, anche se determina una variazione dei tempi di risposta ad alcuni tipi di stimoli.

Lo studio, pubblicato recentemente su Social Neuroscience col titolo “The impact of one night of sleep deprivation on moral judgments”, è stato condotto da psicologi provenienti da tre università italiane.

Ai soggetti studiati è stato chiesto di prendere delle decisioni in situazioni dilemmatiche. Sono stati usati i classici dilemmi morali introdotti da Greene (Greene et al. 2001). Tutti i dilemmi sono strutturati in modo da implicare un conflitto tra almeno due principi morali, poiché scegliere di obbedire a uno significa violare l’altro. Al soggetto viene chiesto di decidere se violare una regola morale (come “non uccidere” una persona) per ottimizzare in senso utilitarista le conseguenze (es. salvare cinque persone).

Sono stati somministrati due tipi di dilemmi: personali e impersonali. La differenza è che solamente nei dilemmi personali la violazione morale consiste nel causare un serio danno fisico ad un altro essere umano attraverso un’azione intenzionale che mette in contatto il corpo dell’agente con il corpo della vittima. Nei dilemmi impersonali la violazione morale è perpetrata senza il contatto fisico. Si suppone dunque che risolvere dilemmi morali di tipo personale implichi un coinvolgimento emotivo maggiore.

Ebbene, la privazione del sonno influisce solamente sui tempi di reazione ai dilemmi morali impersonali, abbreviandoli, mentre non compromette la qualità del giudizio morale, poiché il gruppo deprivato non fornisce risposte differenti rispetto al gruppo di controllo.

Altri studi volti a comprendere l’impatto della privazione del sonno sulla capacità di giudizio morale hanno trovato risultati differenti, tuttavia questi studi, per composizione del campione o stimoli usati, non sono confrontabili con lo studio i cui risultati stiamo presentando. La discussione dei risultati, da parte degli autori, presenta l’ipotesi che una notte di deprivazione di sonno (un’eventualità non così rara per alcune categorie professionali) possa determinare una forma di disinibizione selettiva per i giudizi morali la cui formazione implica solo un debole coinvolgimento emotivo.

Il risultato sembra in linea con quelli delle ricerche di Greene, in ambito neuroetico, le quali concludono che il giudizio formato in conseguenza della risposta ad un dilemma morale impersonale coinvolga un incremento di attivazione cerebrale in parti della corteccia prefrontale associate con il controllo cognitivo e la risposta inibitoria (infatti i soggetti, posti di fronte a questi tipi di dilemmi, scelgono più spesso soluzioni di tipo utilitarista, facendo un freddo calcolo razionale), e, parimenti, con l’evidenza che la privazione del sonno determini (soprattutto se prolungata) un’anormalità nei processi inibitori.

In sostanza, una moderata privazione del sonno causerebbe, nel dominio della valutazione morale, una selettiva disinibizione delle risposte basate su valutazioni cognitive di alto livello, mentre non causerebbe nessun effetto rilevante sui processi di formazione delle risposte maggiormente basate su reazioni di tipo emotivo.

Reference:

  1. Tempesta, D., Couyoumdjian, A., Moroni, F., Marzano, C., DeGennaro, L.,  Ferrara, M. (2011). The impact of one night of sleep deprivation on moral judgments. Social Neuroscience; 7, pp. 292-300.
  2. Greene, J., Sommerville, R., Nystrom, L., Darley, J., & Cohen, J. (2001). An fMRI investigation of emotional engagement in moral judgment. Science; 293, pp. 2105–2108.

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Articolo originale pubblicato su BRAINFACTOR Cervello e Neuroscienze – Testata registrata al Tribunale Milano N. 538 del 18/9/2008. Direttore Responsabile: Marco Mozzoni.

Questo articolo è stato inoltre pubblicato nel monografico dedicato alla morale di Brainfactor Journal Vol. 5 Issue 2 pg. 2.


Francesco Margoni

Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università di Trento. Studia lo sviluppo del ragionamento morale nella prima infanzia e i meccanismi cognitivi che ci permettono di interpretare il complesso mondo sociale nel quale viviamo. Collabora con la rivista di scienze e storia Prometeo e con la testata on-line Brainfactor. Per Scuola Filosofica scrive di scienza e filosofia, e pubblica un lungo commento personale ai testi vedici. E' uno storico collaboratore di Scuola Filosofica.

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