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Mese: Febbraio 2015

Uno studio epistemologico su Wikipedia: vizi e virtù epistemiche di una risorsa epistemica fondamentale del XXI secolo

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Consigliamo – A cura di Giangiuseppe Pili e l’Introduzione schematica all’epistemologia


Abstract

Wikipedia è uno dei fenomeni epistemologici del XXI secolo. Si tratta, infatti, di una rivoluzione in ambito conoscitivo paragonabile alla nascita dell’enciclopedia nel XVIII secolo. Non si tratta di un’esagerazione perché la quantità di accessi degli utenti in Wikipedia è tale da essere una delle risorse epistemiche più cercate su internet: insieme a google e amazon, è uno dei siti più frequentati. La nostra analisi vuole considerare il fenomeno complessivo di Wikipedia sotto una prospettiva epistemologica sociale orientata ai sistemi. Il seguente saggio si richiama ad una recente analisi di Don Fallis, ma cerca di fornire una valutazione più estesa delle virtù e dei vizi epistemici di Wikipedia, pur senza entrare nei dettagli empirici considerati da Fallis (2011). La nostra conclusione è che Wikipedia è senza dubbio una risorsa epistemica importante ma il cui utilizzo non può e non deve essere acritico.


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Santi Pagani nella Terra di Mezzo di Tolkien – Antonio Testi

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Santi Pagani nella Terra di Mezzo di Tolkien è un saggio filosofico di Claudio Antonio Testi, autore di numerosi studi di filosofia (metafisica tomista e logica formale), co-fondatore dell’Istituto Filosofico di Studi Tomistici ed esperto di Tolkien e della letteratura critica relativa: ha pubblicato sulla rivista internazionale “Tolkien Studies”. Abbiamo sopra definito il saggio come un lavoro di natura filosofica, ma in realtà non è del tutto preciso nella misura in cui Testi tratta argomenti di natura squisitamente teologica (il tema stesso del libro è quello di comprendere la natura pagana o cristiana del Legendarium tolkeniano) o letteraria (numerosi i riferimenti testuali all’opera complessiva di Tolkien e alla relativa critica).

Il libro parte da una domanda definibile con pochi termini: “Questo libro nasce da una domanda molto semplice: l’opera di Tolkien è pagana o cristiana? Mi sono posto seriamente il problema nel 2011, quando l’ho scelto come tema di una mia conferenza per il meeting internazionale The return of the Ring, organizzato a Loughborough (in Inghilterra) dalla Tolkien Society.”[1] In alcuni casi domande che possono formularsi in poche parole richiedono poi molto spazio per le risposte. Ed è questo il caso, visto che Claudio Testi spiega che sin da subito si era reso conto che la risposta poteva richiedere un intero libro. E, di fatti, sono le domande più semplici, apparentemente banali, che poi fanno fiorire le teorie più importanti.[2]

Le isole degli schiavi – Torkild Hansen

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Consigliamo – il capolavoro di Hansen Arabia Felix


Le isole degli schiavi è un reportage storico di Thorkild Hansen. Esso si inserisce come terzo volume nella trilogia degli schiavi che l’autore ha dedicato alla storia della tratta degli schiavi della civile Danimarca (Le coste degli schiavi e Le navi degli schiavi sono gli altri due volumi dedicati alla ʽpeculiare istituzioneʼ). Nel primo libro, Hansen considera la storia della tratta in Africa, nel secondo analizza il trasporto mentre nel terzo si concentra nella storia delle tre isole danesi: Saint John, Saint Croix e Saint Thomas.

Più che di un romanzo storico si tratta di un reportage storico. Ammesso che tale categorizzazione abbia un senso. Infatti, a parte qualche raro inciso in cui Hansen parla dell’attualità e del suo viaggio nelle isole (in cui egli accidentalmente dice di effettuare rilievi e misurazioni), di cui riporta alcuni disegni di ottima qualità; a parte queste considerazioni quasi accidentali tutto il libro ricorda molto più un lavoro di storia che non un romanzo storico.

Come si prepara una presentazione con diapositive o slide

Foto di Tumisu da Pixabay

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Come si scrive una biobliografia?


Struttura dell’articolo

1. Introduzione

2 I desiderata: considerazione sugli uditori

3 Aspettative sul pubblico

4 Regole strategiche generali per progettare una presentazione

5 Regole per una buona pianificazione della presentazione con Slide

6 Critiche

7 Conclusioni

Appendice: regole


1. Introduzione

Non esiste un metodo unico per raggiungere un risultato complesso. Portare una presentazione in diapositive (sia essa in power point o in altri programmi e supporti) è un compito articolato. Quindi non esiste un metodo unico. Però possiamo comprendere la logica di fondo attraverso cui farlo e, soprattutto, chiarire i desiderata generali da rispettare.

Diciamo immediatamente che, in genere, le persone non sanno presentare niente. Infatti, nella maggioranza dei casi vogliono dire troppo oppure si perdono in dettagli inutili. E in genere, specialmente in istituzioni di alti studi, si cede troppo spesso alla tentazione di assumere che l’onere dell’ascolto sia tutto nelle mani degli uditori. Ma, quel che è più grave, si suppone che, dato il fatto che chi parla esercita un certo potere, costui si senta totalmente deresponsabilizzato circa la recezione del pubblico: chiedere se le persone hanno capito, non significa realmente interessarsi a sapere se abbiano capito davvero anche quando annuiscono (e, anzi, soprattutto quando annuiscono). In fine, in pochi cercano di chiarirsi le idee prima di averle presentate e, soprattutto, non si chiariscono le idee sul come farlo. Infatti, l’iter di queste persone è spesso l’inverso: prima non lavorano, poi si trovano molto da studiare, quindi vanno in sovraccarico e non si chiariscono le idee, in fine sono costretti dal tempo e dalle circostanze a recuperare ma senza il risultato desiderato. Finiscono in confusione. E come diceva molto giustamente Einstein, sai spiegare bene una disciplina solo quando l’hai veramente capita.

La teoria epistemologica di Robert Nozick

Nozick

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Consigliamo – Introduzione alle teorie della verità – a cura di Giangiuseppe Pili


La teoria di Robert Nozick [1981] è una teoria esternista della conoscenza. Si tratta di una teoria esternista perché non richiede che un soggetto abbia accesso ai giustificatori delle sue credenze (con giustificatore si intende genericamente ciò che conta come evidenza a sostegno di una certa credenza). Si tratta, poi, di una teoria della conoscenza perché fornisce una definizione di conoscenza e considera questo problema il principale per la sua posizione (e non altri noti problemi).

La strategia di Nozick si concentra su due direttrici principali. La prima è considerare ed estendere una certa nozione che emerge dalla teoria causale della conoscenza. La seconda è quella di eliminare i problemi che una teoria come la teoria causale si porta dietro. La strategia di Nozick vuole evitare il problema dello scetticismo del cervello invascato (Nozick presenta un pittoresco uomo dentro una cisterna stimolato da degli scienziati) e il modo in cui lo fa è parte integrante della sua argomentazione a sostegno delle due condizioni che devono integrare le due canoniche in quella che sarà la definizione di conoscenza.