Press "Enter" to skip to content

113 search results for "Aristotele"

Ragione ed emozione nella filosofia morale (1/3)

No machine-readable author provided. Sympho assumed (based on copyright claims)., CC BY-SA 3.0 <http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/>, via Wikimedia Commons

Iscriviti alla Newsletter!


Introduzione

La storia della filosofia morale è senz’altro molto lunga e complessa, dunque ogni tentativo di ridurla a schema evolutivo secondo categorie dal potenziale dicotomico come quelle di ragione ed emozione non può che portarci ad una conoscenza parziale della complessità che compone il percorso della filosofia morale dal suo nascere ad oggi. La riduzione è nondimeno necessaria, e le categorie riducenti possono senz’altro avere due vantaggi: primo, agevolano la nostra comprensione della storia, altrimenti difficilmente raggiungibile; secondo, permettono alle volte, quando le categorie sono inusuali rispetto alla norma, di scoprire fatti nuovi o portare alla luce fenomeni prima all’oscuro, attraverso il darsi di nuove interpretazioni. Tolto l’ausilio della semplificazione e della categoria rimaniamo in preda al caos e all’indeterminazione più assoluti, i quali non permettono la nostra comprensione dei fatti. Il farsi carico di questa necessità però non implica sfigurare i fatti della storia attraverso le proprie categorie e il proprio metodo di comprensione – nonostante si ammetta questo sia in certa misura necessario o costitutivo al darsi della realtà – ma anzi tendere verso una sempre maggiore aderenza alle vicende storiche del pensiero.

Esaminate le vicende del pensiero filosofico morale, azzardo un’asserzione audace, che cercherò di supportare mostrando l’andamento della storia, interpretata alla luce della risposta che le varie filosofie nel loro susseguirsi hanno dato alla domanda del ruolo relativo di emozione e ragione nel processo di presa di decisione e azione morale. L’asserzione audace è che la storia della filosofia morale occidentale, almeno fino alla modernità, è caratterizzata da un pensiero che enfatizza ed esalta la componente della ragione nel processo di presa di decisione e azione morale, mentre demonizza e scredita la componente emotiva, alla prima opposta. Se la ragione ci mette in contatto con le idee più alte e nobili (es. con la divinità stessa), l’emozione non è che il ricordo nell’uomo della sua animalità. Dove la ragione è l’alta manifestazione dell’anima, l’emozione è la bassa manifestazione del corpo. La ragione favorisce e arricchisce la nostra vita morale, mentre l’emozione per lo più impedisce il suo corretto darsi. La moralità stessa è concepita come un sistema di principi coglibile astrattamente dalla ragione, e le emozioni come motivazioni che possono favorire o sovvertire la nostra decisione razionale, motivazioni che sono però moti (ciechi) non-razionali che tendono a dominarci. Questa tendenza generale della filosofia morale rappresenta per noi il paradigma della tradizione, messo in discussione dalla filosofia sentimentalista del XVIII secolo. A questa discussione del paradigma, o rivoluzione, come più avanti l’ho chiamata, segue la risposta della tradizione, che si compie in Kant. Il pensiero post-kantiano però vede il superamento del paradigma tradizionale, nel solo senso che tendenzialmente l’emozione non è più ignorata come elemento di disturbo o inessenziale alla morale.

Virtue Epistemology – Una introduzione

Iscriviti alla Newsletter!

A cura di Giangiuseppe Pili l’Introduzione schematica all’epistemologia


1. Introduzione

La Virtue Epistemology (VE) è una branca dell’epistemologia analitica che abbraccia vari ambiti della teoria della conoscenza (teoria della giustificazione, definizione di conoscenza). L’idea comune a tutte le posizioni di VE è che l’Epistemologia sia una ricerca normativa di tipo individualistico tale che la conoscenza scaturisca dall’uso di particolari virtù epistemiche, virtù variamente identificate come un tratto tipico di un soggetto cognitivo umano. La differenziazione principale, nonché distintiva, è appunto la caratterizzazione dei vizi e delle virtù epistemiche. Si tratta, dunque, comunque di un approccio individuale alla teoria della conoscenza e non sociale, nonostante ci sia chi, come Kvanving [1992], ha cercato di proporre problematiche non propriamente di epistemologia individuale.

Giordano Bruno – Vita e pensiero

Iscriviti alla Newsletter!


Vita

Se i primi umanisti erano ancora uomini che non avevano ripudiato la vita ecclesiastica e vedevano nel cristianesimo la religione razionale, nonostante si fosse ormai fatta strada l’idea che sussistesse una pluralità nelle visioni e interpretazioni sia relativamente alle sacre scritture, sia relativamente alla religione stessa, con Bruno ci si avviava ad una svolta decisiva.

Come tutti i letterati, anche Bruno iniziò i suoi studi all’interno di ambienti religiosi, ma, ben presto, sarà costretto a fuggire per non essere inquisito. Giordano (il suo nome di battesimo era Giovanni, poi cambiato in Giordano all’entrata nell’ordine domenicano) nasce a Nola nel 1548, entra a diciotto anni nell’ordine e nel 1576 è costretto a lasciare la città per non essere inquisito, perché sospettato di eresia. Incomincia una serie di viaggi che lo vedono protagonista di una serie di vicende fondamentali per comprendere la sua personalità, sempre volta al rifiuto dell’autorità costituita. A Ginevra si converte, per un breve periodo, al calvinismo. Ben presto entra in conflitto con la comunità e, dunque, è costretto a riparare a Parigi. Dalla città più importante di Francia si sposta in Inghilterra, a Oxford. Successivamente si reca in Germania e a Praga e, in fine, viene chiamato da un nobile veneziano per impartirgli lezioni sull’arte della memoria (memotecnica). Ma il nobile, forse perché scontento delle lezioni di Giordano, lo consegna alle mani dell’inquisizione, così Bruno viene condotto a Roma con l’accusa di eresia. A Roma viene imprigionato e torturato, fino a che Bruno accetta di ritrattare le sue posizioni filosofiche. Nonostante ciò, i misericordiosi aguzzini lo lasciano in prigione per otto anni, prima di portarlo alla piazza laddove verrà arso vivo nel 1600.

John Austin – Filosofia degli atti linguistici

Iscriviti alla Newsletter!


Vita

John L. Austin nasce a Lancaster il 26 marzo del 1911 e muore a Oxford nel 1960. Egli fu uno studioso di Aristotele, di cui tradusse opere in inglese. Fu traduttore di testi filosofici importanti, come I fondamenti dell’aritmetica di Frege. Tenne diversi cicli di conferenze, di cui uno ad Harward e da cui fu tratto il libro Come fare cose con le parole.

Opere

Are there a priori concepts? (1959)

Other minds (1946).

Truth (1950).

Lo scialle giallo – Storia della prostituzione – Braun Lasse

Iscriviti alla Newsletter!


La storia della prostituzione è una delle vicende più interessanti e meno studiate dalla storiografia professionale. Ciò, per diversi motivi. In primo luogo, sebbene essa sia la testimonianza di una parte importante della componente sociale, attraverso la quale si può capire meglio la natura umana nella relazione con il sesso, essa non compare in primo piano nelle vicende storiche rilevanti. Ammesso e non concesso che i grandi personaggi storici si siano mai avvalsi di prostitute, come personaggi di mediazione o come persone capaci di aver su di loro una certa influenza, ciò non sarebbe notato volentieri da nessuno. Infatti, è un fatto recente l’ammissione di certi politici alla loro attiva partecipazione a certi menage.

Zenone di Elea – Vita e opere

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo – Percorso di filosofia antica


Vita

Se di qualche presocratico si ha qualche cenno biografico, così non è per Zenone di Elea del quale si sa solo che fu amico e discepolo di Parmenide, rispetto al quale era di venticinque anni più giovane. In base a ciò la sua vita si può datare tra il V secolo a.C., si può supporre che nacque attorno al 490-480, date sino ad un certo punto indicative.

Scrisse un’opera di cui abbiamo cinque frammenti e questa, a differenza che il trattato di Parmenide, era in prosa.

Filosofia Morale – le posizioni di le posizioni di Searle, Leibniz, Hume, Kant, Moore e Frankfurt

Iscriviti alla Newsletter!


 

La filosofia morale contemporanea tenta di indagare alcuni casi particolari delle azioni umane: le azioni umane definibili volontarie. Le azioni umane volontarie sono quelle in cui il soggetto si trovava nella condizione di poter determinare la propria scelta senza costrizioni e, a seconda di come si interpreti il mondo delle possibilità del soggetto, a seconda delle sue possibilità. In questo senso la filosofia morale si sforza di comprendere il ruolo del soggetto nel momento stesso in cui decide di intraprendere le azioni. In senso ampio, uno dei problemi generali della filosofia morale sta nella determinazioni delle motivazioni che sono dietro ogni scelta: il problema dell’intenzionalità.

Guerra e società nel mondo antico

Struttura generale del trattato


Vuoi leggere l’articolo in pdf? Vai qui

Ti interessa un libro sulla filosofia della guerra? Prova questo!


Parte 1: La guerra nei suoi aspetti estrinseci, leggi, diritti e relazioni.

  1. Genesi della guerra
  2. Guerra pregiuridica
  3. Guerre rituali
  4. Riti di iniziazione
  5. Forme di solidarietà – Gruppo fondamentali di solidarietà
  6. Pirateria e brigantaggio
  7. Diritto di rappresaglia
  8. Diritto di naufragio
  9. Diritto di iniziativa
  10. Agenti della diplomazia
  11. Leggi di guerra
  12. Le immunità
  13. La vittoria
  14. I trofei
  15. Offerte votive
  16. Imperator
  17. Diritto di conquista
  18. La questione dei prigionieri
  19. Liberazione dei prigionieri – ostaggi
  20. Vincitori e diritti di questi.

Can't find what you're looking for? Try refining your search: