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Le memorie di Sherlock Holmes – Arthur Conan Doyle


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Chissà come va a finire l’ennesima avventura di Sherlock Holmes. Sicuramente avrà già in mente come incastrare il temibile dottor Moriarty. Eppure, forse, questa volta la cosa non andrà nello stesso modo. Forse siamo di fronte ad un nemico al di sopra delle forze razionali di Holmes: non il classico folle sciocco pluriomicida, semplicemente una mente col genio del crimine. Moriarty potrà mettere in scacco il più celebre dei detective?

“Le memorie di Sherlock Holmes” non sono un romanzo. Nell’edizione Mondadori del 1960 hanno come primo titolo quello del primo dei diversi racconti contenuti nel volume: “I signori di Reigate”. In effetti, il grande detective ha vissuto per lo più all’interno di piccole cornici, ritagli di giornali e nel diario del presunto fesso dott. Watson.

In questa serie di racconti, non certo i più brillanti della produzione dello scrittore, ce ne sono, però, tre degni di interesse. Quello in cui ricompare il fratello di Holmes, Mycroft; un altro in cui il detective di Baker Street deve ritrovare un importante documento in cui sono consegnate le sorti dell’Europa. Ma è senza dubbio il terzo ed ultimo racconto ad essere un gioiello per gli appassionati: “Il problema finale.” Della trama di questo racconto abbiamo accennato poco sopra. Ma vanno spese due parole di più.

Il raccontino è scritto in modo piuttosto svelto e le parti di raccordo sono eccessivamente scarne. Basti pensare che la “quantità” di pagine è di venticinque, in una impaginazione dai caratteri e spazi piuttosto generosi. L’intero piccolo lavoro sembra scritto piuttosto di malavoglia: le descrizioni sempre così ricche di atmosfera lasciano il tempo che trovano, così la caratterizzazione dei personaggi e lo stesso Sherlock, così impaurito da non riuscire a credersi, rende il racconto piuttosto leggero, sotto il punto di vista narrativo.

Ma è proprio tutto l’apparato di proprietà negative ad essere interessante perché si può leggere la vena esaurita di uno scrittore ormai privo della capacità di giustificarsi in un lavoro a cui non crede più e che non ha più interesse a mantenere in vita. Si sa, infatti, che Sherlock Holmes fu la manna e l’incubo del suo creatore. Se qualcuno volesse convincersi di ciò, si prenda una giornata per leggersi questo libro e si accorgerà quanto un autore così noto e un personaggio così fortunato possono finire insieme in un unico baratro. La ragione e l’interesse dell’autore e non il soldo distinguono un buon personaggio da uno scarso, ciò anche quando siamo di fronte ad un caso narrativo come Sherlock.


Arthur Conand Doyle

I signori di Reigate (Le memorie di Sherlock Holmes voll.2).

Mondadori,

1960


Giangiuseppe Pili

Giangiuseppe Pili è Ph.D. in filosofia e scienze della mente (2017). E' il fondatore di Scuola Filosofica in cui è editore, redatore e autore. Dalla data di fondazione del portale nel 2009, per SF ha scritto oltre 800 post. Egli è autore di numerosi saggi e articoli in riviste internazionali su tematiche legate all'intelligence, sicurezza e guerra. In lingua italiana ha pubblicato numerosi libri. Scacchista per passione. ---- ENGLISH PRESENTATION ------------------------------------------------- Giangiuseppe Pili - PhD philosophy and sciences of the mind (2017). He is an expert in intelligence and international security, war and philosophy. He is the founder of Scuola Filosofica (Philosophical School). He is a prolific author nationally and internationally. He is a passionate chess player and (back in the days!) amateurish movie maker.

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