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Percorso di filosofia della guerra

La filosofia della guerra è una disciplina sostanzialmente ignorata dalla gran parte degli studiosi di warfare, di filosofia politica o di filosofia morale. Infatti la filosofia della guerra non ha ancora assunto un ruolo istituzionale preciso, motivo per il quale si può ancora far finta che essa non sia di interesse accademico nelle sue varie forme. Prima o poi ci si accorgerà del contrario, motivo per il quale noi presentiamo quanto è possibile trovare in questo ambito, soprattutto all’interno di SF2.0. Consigliamo la visione dei video nella playlist:

La filosofia della guerra è una disciplina che indaga i fondamenti e le ragioni della guerra: come e perché nasce una guerra, cosa è la guerra, come categorizzarla, quali sono le sue ragioni morali e soprattutto non morali sono le principali aree di interesse della disciplina. Per tanto essa si situa tra quegli ambiti su cui si riflette da millenni ma su cui non regnano risposte convincenti. Studiare filosofia della guerra significa imbarcarsi in un territorio multipolare in cui più discipline concorrono a illuminare dei pezzi particolari ma si stenta ancora a vedere l’intero. Le discipline più coinvolte sono gli studi strategici, gli studi sull’intelligence, la storia, la filosofia politica e la filosofia della storia.

Gli studi più recenti e più autorevoli su questo settore sono senza dubbio i risultati delle ricerche di Stefano Bernini, colui che ha per primo rivendicato l’esistenza di questa disciplina in un lavoro di grande rilevanza per chiunque si occupi dell’argomento. Bernini si è anche occupato della logica della MAD (Mutual Assured Destruction) in un bel saggio pubblicato dall’audace rivista Sintesi Dialettica. Agli interessati si consiglia di navigare all’interno di Sintesi Dialettica per trovare anche altri materiali di grande interesse.

Oltre e precedente al lavoro di Bernini, è possibile leggere alcuni importanti lavori di Alexander Moseley che, per quanto fondi gran parte della sua analisi su una pericolosa petitio principii, rimane uno di quei pochi pensatori audaci che ha ritenuto indispensabile ragionare sui fondamenti filosofici della guerra da un punto di vista non morale. In particolare in SF2.0 potete trovare un saggio sulla posizione di Moseley, scaricabile in pdf. da qui. Recentemente è stato pubblicato il mio libro L’eterna battaglia della mente Scacchi e filosofia della guerra che può essere utilmente letto anche da non scacchisti e non filosofi per farsi comunque un’idea sulla natura della filosofia della guerra.

Nella riflessione classica sul warfare è indispensabile conoscere la posizione storica e metastorica di Sun Tzu, su cui mi sono personalmente speso in più circostanze. Se Sun Tzu costituisce l’apice assoluto della Eastern way of warfare, Vegezio costituisce uno dei riferimenti essenziali in ambito occidentale. Vegezio scrive un’opera tattica sulla guerra fondata sulle virtù individuali che, però, offre un’importante immagine delle attività di guerra romane, fondative della prassi militare occidentale, punto di riferimento costante per l’esperienza militare dell’Occidente. Oltre Vegezio ci sono le riflessioni di Carl Von Clausewitz, forse il più ampio e influente studio dell’Occidente in ambito filosofico-politico-militare. Carl Von Clausewitz propose la definizione di guerra ancora oggi più utilizzata e abusata su cui ancora si combatte. Critico della posizione di Clausewitz, Basil Liddell Hart riconsidera il ruolo della guerra nel suo farsi, prediligendo un approccio indiretto in sede strategica e tattica che non può ignorarsi all’interno della filosofia della guerra. La prassi della guerra, però, non è solo occidentale, per tanto è importante documentarsi anche sul pensiero orientale e sull’approccio alla via del samurai, così tanto affascinante quanto influente in Giappone. Su questo uno studio assiologico sull’Hagakure e sulla Via del samurai.

Uno studio serio sulla guerra, e tanto più sulla filosofia della guerra, deve considerare sia problemi storici che metastorici. Prima di tutto la guerra è ed è stata una attività culturale e, per tale ragione, è indispensabile conoscere fino a che punto essa è entrata all’interno della coscienza collettiva. In secondo luogo può essere utile farsi un’idea della guerra nel mondo antico occidentale, base anche in questo campo del successivo evolversi della pratica e del pensiero militare e non solo. Inoltre, non può essere fuori luogo comprendere le ragioni di ascesa e formazione delle compagini imperiali, vale a dire organizzazioni formate principalmente mediante l’uso della forza militare.

Nell’ambito dell’intelligence gli studi non si contano, ma vale la pena considerare quelli di Giuseppe Gagliano, direttore del CESTUDEC e autore di innumerevoli lavori di livello su questo argomento (come già visto in altro luogo qui, qui e qui). Gagliano, che non è solo autore di testi sull’intelligence o di guerra psicologica, è uno studioso attento di filosofia come si può vedere in un articolo di www.filosofia.it e detiene un interessante sito di filosofia e politica (Polemos). Oltre a Gagliano in Italia sono autorevoli le riflessioni geopolitiche del generale Carlo Jean e il pensiero sulle attività del generale Fabio Mini (naturalmente non gli unici di cui è importante informarsi).

All’interno del pensiero filosofico innumerevoli sono gli autori che si sono occupati di guerra, anche se solo tangenzialmente: Platone ha trattato di problemi interenti alla guerra nel classico de La repubblica, Agostino ha dato una teoria della giustificazione della guerra da un punto di vista filosofico. Tuttavia è nel pensiero moderno che la guerra ha assunto un inquadramento autonomo e razionale, per quanto sempre vincolata alla politica. Questo settore della tradizione ha portato, alla fine, alla proposta matura di Carl Von Clausewitz. Colui che ha dato origine alla grande rivoluzione filosofica politica dell’era moderna è stato senza dubbio Machiavelli, seguito da Thomas Hobbes. La visione hobbesiana è di tale influenza e rilevanza che deve essere conosciuta sia dagli studiosi di guerra che di filosofia politica e morale. Se Hobbes giustifica lo stato moderno ad agire per frenare la guerra dello stato di natura, John Locke considera i limiti di tale approccio all’interno della sua formulazione del diritto (per una introduzione alla filosofia del diritto un ottimo articolo di Salvatore Magra). Immanuel Kant, accettando la tesi hobbesiana per quanto riguarda l’interno dello stato, rifiuta la stessa impostazione nelle relazioni internazionali proponendo una posizione pacifista nel classico Per la pace perpetua (scaricabile in pdf. da qui). Georg W. F. Hegel propone la guerra come uno dei motori della storia mentre Nietzsche fonda le virtù dell’oltreuomo o superuomo in virtù tipicamente virili e guerriere.

Infine, per conoscere la guerra bisogna indispensabilmente avere una conoscenza quanto meno sommaria della storia e della storia delle guerre. In questo SF2.0 offre diversi lavori sia in ambito storico che di recensioni a libri di storia su cui vale comunque la pena di soffermarsi. Per chiunque è desideroso di avere maggiori informazioni e ragguagli in tal senso è invitato a contattarci direttamente.

Consigliamo al lettore non solo di promuovere un suo percorso all’interno della riflessione sulla guerra, quanto di tenersi continuamente aggiornato circa i lavori che verranno pubblicati su SF2.0. Si tratta, infatti, di un filone di grande ricchezza quanto piuttosto inesplorato e in continuo divenire.


Giangiuseppe Pili

Giangiuseppe Pili è Ph.D. in filosofia e scienze della mente (2017). E' il fondatore di Scuola Filosofica in cui è editore, redatore e autore. Dalla data di fondazione del portale nel 2009, per SF ha scritto oltre 800 post. Egli è autore di numerosi saggi e articoli in riviste internazionali su tematiche legate all'intelligence, sicurezza e guerra. In lingua italiana ha pubblicato numerosi libri. Scacchista per passione. ---- ENGLISH PRESENTATION ------------------------------------------------- Giangiuseppe Pili - PhD philosophy and sciences of the mind (2017). He is an expert in intelligence and international security, war and philosophy. He is the founder of Scuola Filosofica (Philosophical School). He is a prolific author nationally and internationally. He is a passionate chess player and (back in the days!) amateurish movie maker.

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