Press "Enter" to skip to content

Scuolafilosofica Posts

La libertà – Analisi e storia di un concetto

Scopri Intelligence & Interview di Scuola Filosofica!

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo Libertà, causalità e legge morale E tu, che complottista sei?


La libertà è un tema tra i più antichi della filosofia. Se essa esista e in cosa consista è un dibattito aperto e non sempre ben definito. Parlare esclusivamente del termine “libertà” è assai insufficiente e vago. Il problema va inserito all’interno di una cornice che preveda due livelli:

  1. La natura della causalità fisica,
  2. Le procedure attraverso cui noi giungiamo alle nostre decisioni.

Il primo livello attiene alla realtà dei fatti e la sua interpretazione. A seconda di come noi concepiamo la relazione tra oggetti, con la conseguente variazione dell’immagine del funzionamento del soggetto, noi escludiamo l’esistenza di una certa concezione della libertà. Per esempio se escludiamo che esista una sostanziale differenza tra il primo e il secondo livello.

La causalità deduttiva di Spinoza – Analisi e storia di un concetto

Scopri Intelligence & Interview di Scuola Filosofica!

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo Libertà, causalità e legge morale Causalità di David Lewis


Iniziamo la nostra analisi a partire dagli assiomi fondamentali della causalità per Spinoza.

3) Da una data causa determinata segue necessariamente un effetto e , al contrario, se non si dà alcuna causa determinata è impossibile che segua un effetto.

4) La conoscenza dell’effetto dipende dalla conoscenza della causa e la implica.

5) Le cose che non hanno tra loro nulla in comune non possono neppure essere comprese l’una per mezzo dell’altra, ossia il concetto dell’una non implica il concetto dell’altra.

Si tenga conto dell’ultima proposizione della prima parte dell’etica, la proposizione 36:

  1. Nulla esiste dalla cui natura non segua un effetto.

Il terzo assioma stabilisce che dato un qualunque evento, definito come causa, non può non seguire un secondo evento, detto effetto. Per qualunque azione in natura esiste una causa precedente ed un effetto susseguente. La catena di eventi non s’interrompe in un punto qualunque, al contrario non esiste alcun evento che non sia inserito nel mezzo tra le sue cause e i suoi effetti.

Intuizionismo razionalista

intuizionismo razionalista
Joachim von Sandrart, Public domain, via Wikimedia Commons

Scopri Intelligence & Interview di Scuola Filosofica!

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo Percorso di etica e metaetica e Capire la metafisica dei costumi di Kant


  1. Le nozioni morali sono termini semplici
  2. Il riconoscimento della virtù è anteriore a qualunque legge
  3. L’obbligo di rispettare le regole morali nasce dalla ragione
  4. Le virtù morali sono di diversi generi. Ci sono:
    1. Virtù morali verso sé
    2. Virtù morali verso gli altri
    3. Virtù morali verso Dio
  5. Le qualità morali sono di diversi generi. Sono:
    1. Grazia
    2. Giustizia
    3. Veracità
    4. Gratitudine
  6. In caso di conflitto di norme morali si deve procedere nella disamina del singolo caso

L’intuizionismo razionalista nacque in risposta alle tesi volontariste secondo cui la morale non sia anteriore alle leggi ma successiva. In poche parole, l’etica si fonda e si sostanzia sull’ordinamento giuridico vigente che richiede, come unica base, una volontà legislatrice che sia anche in grado di far rispettare le leggi che essa stessa pone. D’altra parte, le obiezioni forti al volontarismo sono due ed entrambe piuttosto incisive: se gli attributi morali (bene, giustizia etc.) sono definiti posteriormente alla legge e se la legge distingue ciò che è bene da ciò che è male, allora le leggi non sono né buone né cattive e così pure la volontà che le determina. La seconda è che non si può pensare ad un ordinamento più giusto essendo l’ordinamento stesso definito dalla legge.

Il funzionalismo – Una rassegna essenziale

https://pixabay.com/nl/illustrations/geest-hersenen-mentaliteit-544404/

Scopri Intelligence & Interview di Scuola Filosofica!

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo – Filosofia della mente di Giangiuseppe Pili e La mente e le menti di Daniel Dennett


Ipotesi 1: tutto ciò che esiste è fisico.

Ipotesi 2: tutto ciò che è fisico è descrivibile nei termini della fisica.

Ipotesi 3: uno stato mentale è uno stato definito nei termini del suo ruolo funzionale.

Ipotesi 4: uno stato funzionale è il ruolo causale dello stato mentale.

Ipotesi 5: il ruolo causale è l’insieme delle cause che determina uno stato mentale e che sono determinati da esso.

Ipotesi 6: l’intera descrizione degli stati mentali implica la descrizione della mente.

Grammatica generativa e senso comune

Gavina S, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

Scopri Intelligence & Interview di Scuola Filosofica!

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo – Che cosa è la grammatica generativa di Giorgio Graffi e la scheda su Chomsky


Searl mostra in modo molto intelligente come il punto di vista chomskiano sia controintuivo e, probabilmente, ciò sta alla base della scetticità che ha incontrato in ambito accademico da principio. Non è raro nel mondo della scienza che chi si rivendichi scienziato non accetti tutte poi le conseguenze d’esserlo, come è stato mostrato in modo emblematico da Thomas Kuhn.

La teoria “folk” del linguaggio è riassumibile in questi termini:

  1. Il fine della lingua è la comunicazione.
  2. Gli atti linguistici si possono studiare a partire dall’interazione con gli altri comportamenti manifesti non linguistici concomitanti.
  3. La comprensione dei meccanismi fisici che soggiacciono alla capacità linguistica sono ininfluenti per la descrizione del linguaggio stesso.
  4. L’analisi sintattica segue dall’analisi semantica.

Spieghiamo ciascun punto. Il linguaggio è un mezzo di comunicazione. Esso è definito in basa al fine, cioè all’intenzione associata al parlante. Se considerassimo il linguaggio privo di fine, dovremmo concluderne che esso esiste indipendentemente dall’intenzione del parlare. Ma ciò è contraddittorio nella misura in cui “parlare” implica l’intenzione. Inoltre, si può anche considerare come dato di fatto che il linguaggio sia usato in vista dello scambio di idee, di vedute o di ciò che si vuole.

Volontarismo – Una introduzione all’etica volontarista

https://www.flickr.com/photos/66351465@N00/13888108157/

Scopri Intelligence & Interview di Scuola Filosofica!

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo Thomas Hobbes Capire la fondazione della metafisica dei costumi


  1. La legge sancisce la morale
  2. La norma è posta dal legislatore
  3. La giustificazione della norma è posta dal legislatore
    1. La giustificazione può non essere espressa
    2. La norma non è giustificata in termini di utilità di coloro che ricadono in essa
  4. Le leggi morali sono prescrittive in quanto imposte da un’autorità e l’autorità ha la forza per farle applicare
    1. Le leggi non sono entità fisiche
    2. Le leggi non hanno valenza causale
    3. Le leggi morali sopravvengono rispetto alle leggi naturali
  5. Il bene è la qualità di un’azione aderente alla legge
  6. Il male è la qualifica di un’azione non aderente alla legge

L’idea cardine del volontarismo è che il bene e il male non siano precedenti alle leggi ma successivi. Essere al di là del bene e del male significa essere al di là della legge. Di conseguenza, non c’è moralità là dove non ci sia una norma.

La norma è posta da una volontà e in tale volontà non solo risiede la sua ragion d’essere ma pure la sua possibilità di diventare operativa (e da questo atto primo della volontà si pone il nome “volontarismo”). La legge viene imposta con la forza dell’autorità la quale ha sia il potere di inventarne di nuove sia quello di farle applicare. Esempi di autorità capaci di fondare le leggi sono Dio e lo Stato. Quest’idea fu posta, ad esempio, da Hobbes nel Leviatano.

La giustificazione di una legge non nasce da un valore atteso di utilità da parte di chi ne è soggetto: se Dio avesse voluto, avrebbe potuto far le leggi più inique e insensate. Allo stesso modo, se l’autorità statale determina le leggi più ingiuste, nessuno è autorizzato a trasgredirle per la sola ragione che non c’è una giustizia e un bene sovraordinato alle leggi ma le norme depongono ogni ordine inferiore.

Etica descrittiva e normativa e i tre generi dell’etica normativa

Foto di Tumisu da Pixabay

Scopri Intelligence & Interview di Scuola Filosofica!

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo Volontarismo e Capire la metafisica dei costumi di Kant


L’etica è, in generale, lo studio dei comportamenti dell’uomo pensato come persona e non come entità puramente fisica. Le analisi possibili dell’uomo in quanto persona sono diverse: si può descrivere il comportamento umano per quello che è, da un punto di vista fisiologico, da un punto di vista psicologico, da un punto di vista sociologico o storico. Tutte queste analisi partono dall’assunzione che il comportamento dell’uomo possa essere descritto in termini scientifici e, ciascuna scienza per sé, indaga una regione particolare della realtà umana. Quest’approccio all’etica si può dire “descrittivo” perché non si domanda come le cose dovrebbero essere ma come le cose stiano. La base di studio è il dato empirico e, da questo, si verificano le ipotesi dalle quali si parte per cercare di prevedere, poi, il comportamento umano (a grandi linee).

Dizionario Cartesiano.

 Pili G., www.scuolafilosofica.com

Arbitrarietà Forma della libertà, propriamente è detta “arbitraria” la libertà come indifferenza. L’arbitrarietà è la proprietà della volontà di poter scegliere tra diverse alternative prive di una ragione tale da poter propendere verso una di queste in particolare. In questo senso, l’arbitrarietà è il grado più basso, secondo Cartesio, della libertà, in quanto non produce un’affermazione della nostra natura.

In quanto questo genere di libertà è quella implicata nell’errore, essa è da associare alla libertà di affermare o negare qualcosa che venga dai sensi.

Aristotelismo L’aristotelismo, e la scolastica, è l’impostazione empirista di riferimento della conoscenza dominante all’epoca di Cartesio. I dubbi insinuati nella prima meditazione sono tutti suscitati ai danni della concezione aristotelica che è incapace di risolverli.

Descrizione e norma in etica ed in epistemologia

Scopri Intelligence & Interview di Scuola Filosofica!

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo I tre generi dell’etica e Introduzione all’epistemologia


Prendiamo due questioni apparentemente diverse ma entrambe accomunate dalla tecnologia filosofica utilizzata per risolverle: cosa è giusto?; cosa è la conoscenza? Per rispondere alla domanda “cosa è giusto” entriamo all’interno del discorso metaetico, vale a dire una disquisizione intorno a ciò che si può considerare giusto oppure no, vale a dire stabilire quale sia il significato, se c’è, di enunciati contenenti termini morali come “giusto”, “sbagliato”, “buono”, “cattivo”, “virtuoso” etc.. Mentre, per rispondere alla domanda “cosa è la conoscenza” ci addentriamo nel discorso epistemologico. Etica ed epistemologia sono due campi della filosofia che, fin dal principio, hanno visto dei tentativi opposti di soluzione. Descrizione e norma, ovvero la differenza tra le due è il nucleo del problema.

Critiche alla linguistica di Chomsky

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Noam_Chomsky_portrait_2017_retouched.png#/media/Fil:Noam_Chomsky_portrait_2017_retouched.png

Scopri Intelligence & Interview di Scuola Filosofica!

Iscriviti alla Newsletter!

Consigliamo – Che cosa è la grammatica generativa 


Riportiamo alcune critiche rivolte alla grammatica generativa da Searl e da Putnam in particolare. Le critiche a Chomsky sono qui considerate solamente sulla base della ricerca linguistica di Chomsky e non su quelle politiche.

  1. Chomsky non indica le regole di codifica del significato e duplica i livelli di riferimento.
  2. La sintassi non indica il modo di “sciogliere” le ambiguità.
  3. L’apprendimento linguistico consiste nel riconoscimento del contesto d’uso.
  4. L’espressione linguistica è sempre intenzionale.
  5. E’ davvero così breve il periodo necessario ai bambini per imparare a parlare?
  6. Se il linguaggio è innato, allora perché il bambino non impara a parlare da solo?
  7. Se il linguaggio è una facoltà innata della mente, allora perché non esiste uno e un solo linguaggio?