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Tag: Filosofia politica

La filosofia e il linguaggio politico cinese. La riscoperta di Confucio e i limiti filosofici della nostra comprensione della Cina [3/3]

Longhua Temple, Shanghai, China
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Xi Jinping e il discorso politico cinese: Confucio o Han Fei?

Prima di affrontare l’analisi della filosofia politica di Xi Jinping, è necessario chiarire cosa significhi oggi recuperare il pensiero dei filosofi del passato in chiave politica. Le motivazioni principali che spingono a una “rinascita” filosofica nella politica contemporanea sono essenzialmente due: da un lato, ottenere una forma di legittimazione attingendo a un passato considerato glorioso; dall’altro, delineare un modello politico da attualizzare con intenti programmatici. Questi due obiettivi, nella prassi politica, tendono spesso a sovrapporsi. La storia offre numerosi esempi in cui sia i regimi totalitari (si pensi all’uso strumentale che il nazismo fece della filosofia tedesca ottocentesca), sia le democrazie (talvolta richiamandosi proprio agli stessi autori), hanno attinto selettivamente e con finalità politiche al patrimonio filosofico del passato.

La filosofia e il linguaggio politico cinese. La riscoperta di Confucio e i limiti filosofici della nostra comprensione della Cina [2/3]

Chinese Emperor Fu Hsi, wearing traditional costume, holding the ‘Yin-yang’ symbol;
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La filosofia politica cinese contemporanea: Rinascimento Confuciano e proposta di un modello ibrido.

 

Offrire una panoramica esaustiva del pensiero filosofico-politico cinese in poche righe sarebbe non solo inefficace, ma anche riduttivo e irrispettoso verso la complessità e la profondità di questa tradizione. Tuttavia, alcuni aspetti fondamentali devono necessariamente essere introdotti per poter proseguire in modo rigoroso l’analisi del problema.

In primo luogo, prenderemo in esame lo status attuale della filosofia cinese nel panorama intellettuale globale. In seguito, si analizzerà, in termini generali, il fenomeno socioculturale della riscoperta e della riattualizzazione del pensiero confuciano all’interno della politica cinese contemporanea. Infine, l’attenzione sarà rivolta ai più recenti sviluppi teorici del cosiddetto “modello politico confuciano”, proposto come possibile risposta alla crisi delle democrazie liberali.

La filosofia e il linguaggio politico cinese. La riscoperta di Confucio e i limiti filosofici della nostra comprensione della Cina [1/3]

Confucius by Wu Daozi – Louis Le Grand, 29 novembre 2012, https://www.worldhistory.org/image/970/confucius-by-wu-daozi/

Definire il problema: l’analisi filosofico-politica della Cina e l’eurocentrismo filosofico nelle relazioni internazionali.

Nell’analisi filosofico-politologica del mondo contemporaneo, e in particolare nelle riflessioni sulla politica internazionale e sulla diplomazia, persiste in Occidente un profondo bias cognitivo e culturale nei confronti del mondo asiatico. Questo limite si rivela in modo particolarmente evidente nel caso della Cina, destinata secondo molti a diventare la maggiore potenza globale del XXI secolo. La scarsa familiarità con la tradizione filosofico-politica cinese produce fraintendimenti sistematici, sia nell’interpretazione delle dinamiche interne del potere cinese sia nella valutazione delle sue scelte strategiche in ambito internazionale. Quando si tratta di analizzare il contesto politico occidentale, si ricorre con disinvoltura a categorie concettuali appartenenti alla nostra tradizione filosofica – da Hobbes a Locke, da Machiavelli a Jefferson – generando un discorso ridondante e cristallizzato, spesso incapace di produrre reali chiavi di lettura della complessità contemporanea. Al contrario, quando si osserva la Cina, l’assenza di una solida conoscenza della sua cultura filosofico-politica porta a una lettura superficiale ed “esotica” del suo vocabolario filosofico. In questo quadro, l’uso pubblico che Xi Jinping e il Partito Comunista Cinese fanno di Confucio rappresenta un caso emblematico. Il richiamo alla tradizione confuciana viene spesso interpretato in Occidente come un’operazione estetica o propagandistica, senza coglierne la funzione reale nella costruzione di un modello politico autoritario, ma culturalmente radicato. L’obiettivo di questo studio è duplice: da un lato, analizzare criticamente l’uso politico della tradizione confuciana nella Cina contemporanea, con particolare attenzione ai discorsi ufficiali di Xi Jinping; dall’altro, interrogarsi su come questa ripresa selettiva e ideologizzata della filosofia classica sia inquadrabile all’interno della tensione tra confucianesimo e Legalismo, prendendo come riferimento il pensiero di Han Fei. Il confronto tra Confucio e Han Fei consente di evidenziare come il potere cinese contemporaneo si muova tra due poli: da un lato, l’ideale armonico e gerarchico del primo; dall’altro, il pragmatismo autoritario del secondo.

Tre modelli di democrazia

democracy

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Abstract

In questo articolo proponiamo tre modelli di democrazia (il teorema della giuria di Condorcet, il teorema delle abilità diversificate e lo sperimentalismo di Dewey), enucleati in chiave epistemica. La sfida della democrazia alle altre forme di governo consiste anche, se non principalmente, nella sua maggiore efficienza nella capacità di produrre, disseminare e aggregare conoscenza. Su questo punto esiste ormai una letteratura filosofica variegata che nasce dai problemi dell’epistemologia sociale e della filosofia politica, inquadrata in un tentativo di superare certe questioni relativa alla teoria di John Rawls. La nostra analisi ricalca alcune parti di Anderson (2006), la quale propone queste tre possibili modellizzazioni, tre condizioni di valutazione dei modelli e anche alcune critiche.

Per la pace perpetua – La via della pace di Immanuel Kant

Abstract

Per la pace perpetua Un progetto filosofico di Immanuel Kant è uno dei testi fondamentali della filosofia politica. La nostra analisi consiste nella ricostruzione argomentativa dei principali nuclei tematici dell’opera kantiana, senza prevedere uno sviluppo storico filosofico. In questa sede, la prospettiva è limitata ad un’analisi che consideri gli argomenti kantiani nella loro purezza filosofica, cioè slegata dal tempo e dal luogo e della ragioni storiche per cui il testo ha avuto l’occasione di esistere. Abbiamo così fornito una ricostruzione dei principali nuclei concettuali (formali e sostanziali) del testo kantiano.


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Struttura dell’articolo

Premessa

1. Struttura de Per la pace perpetua Un progetto filosofico di Immanuel Kant

2. Per la pace perpetua: articoli preliminari

3. Per la pace perpetua: articoli definitivi

4. La garanzia della pace perpetua: tre argomenti

5. Politica e morale: la prospettiva kantiana

6. Il ruolo del filosofo all’interno del progetto della pace perpetua

7. Conclusioni: considerazioni sull’attualità del progetto di Kant

8. Con Kant oltre Kant: perché l’esportazione della democrazia non si può fondare sull’idea della pace perpetua

Bibliografia ragionata

 

8. Con Kant oltre Kant: perché l’esportazione della democrazia non si può fondare sull’idea della pace perpetua

 

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Chiudiamo questo articolo con un breve paragrafo sull’esportazione della democrazia, una ragione recente per muovere guerra e dare una parvenza di legittimità ad un atto che, nel diritto internazionale, a quanto ci risulta non è previsto. Considereremo solamente quanto Kant ha da dirci in proposito.

Definiamo con ʽesportazione della democraziaʼ un’attività militare di uno stato a contro uno stato b perpetrata al solo fine da parte di a di cambiare la forma di governo di b in una forma di governo democratica: il termine dell’azione militare dovrebbe avvenire una volta che lo stato b ha mutato la sua forma di governo in una democratica che rispetti le condizioni dettate da a. Fornita questa definizione preliminare, senza scendere nei dettagli delle modalità militari e istituzionali mediante cui questa ʽesportazioneʼ dovrebbe avvenire, possiamo procedere senza ulteriore ambiguità.

Carl Von Clausewitz – Analisi di filosofia della guerra


Abstract

Carl Von Clausewitz. Analisi di filosofia della guerra intende ricostruire il pensiero dell’uomo d’arme, storico e pensatore del warfare Carl Von Clausewitz. L’analisi è partizionata secondo una distinzione tematica dei principali nuclei del pensiero di Clausewitz in relazione alla dottrina pura della guerra. L’analisi critica condotta ha garantito la possibilità di approfondire singoli punti tematici particolarmente rilevanti in sede di dottrina del warfare, in particolare abbiamo privilegiato l’aspetto epistemologico della teoria di Clausewitz rispetto ad aspetti più propriamente interessanti per la pratica militare. In particolare, l’epistemologia clausewitziana è stata ricostruita sulla base di alcune semplici assunzioni dell’epistemologia analitica contemporanea per meglio mettere in luce tutte le sfaccettature, altrimenti incoglibili nella sua integralità, dello straordinario pensiero filosofico di Clausewitz.


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Il disagio della democrazia – Carlo Galli

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Non c’è una società democratica con un pensiero unico, o senza pensiero.

Carlo Galli

Il disagio della democrazia è un saggio di filosofia politica di Carlo Galli, già autore di altre opere importanti nel settore. Il fine dell’analisi è comprendere il motivo della disaffezione diffusa della società nei confronti della politica e della politica stessa nei confronti di se stessa.

Il lavoro si muove continuamente su tre generi distinti e convergenti, se non coincidenti, di analisi: filosofica, genealogicamente concettuale e storica. Galli argomenta sia dal punto di vista di storia della politica (vedi i primi due capitoli), sia dal punto di vista della storia della filosofia politica occidentale (vedi i continui riferimenti ai “classici” del pensiero politico filosofico moderno, Locke, Hume, Kant in particolare) e sia da un punto di vista di storia contemporanea (vedi le considerazioni del quinto capitolo).

Riflessioni su “Sorvegliare e punire. La nascita della prigione” di Michel Foucault – la storia del Grande fratello, ovvero della nostra società.

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Per una Analisi storico-filosofica sulla nascita della prigione e dei sistemi repressivi

Parte 1. Concetti preliminari e una brevissima storia dei cambiamenti disciplinari

E’ non mi è incognito come molti hanno avuto e hanno opinione che le cose del mondo sieno in modo governate dalla fortuna e da Dio, che gli uomini con la prudenzia loro non possino correggerle, anzi, non abbino rimedio alcuno; (…) iudico esser vero che la fortuna sia arbitra della metà delle azioni nostre, ma che etiam lei ne lasci governare l’altra metà, o presso noi.

N. Macchiavelli[1]