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Tag: Paolo Meneghetti

VENERE IN CORNICE – Un pareo musicale per lo smack d’una spada / A musical sarong for the smack of a sword

Italo Zingoni immagina d’ascoltare un 33 giri, governando così la distrazione visiva (sensualmente) verso un pareo al vento. Si cita l’abito che più si doterebbe d’un tacco, ma rispetto alla puntina del giradischi. Questo scatto di Francesca esteticamente è al fashion. Lei s’appoggia con la schiena alla ringhiera d’una terrazza panoramica. Sullo sfondo, c’è la costa urbanizzata sul mare molto calmo. Francesca veste il rosso: dal bikini ad un pareo coi motivi vegetali. Le braccia si piegano, mentre le mani risalgono alle orecchie. Sarà un tentativo d’ascoltare il mare: tramite la “puntina” per l’angolo della ringhiera, che orizzontalmente ha le doghe al “lettino prendisole” per i solchi d’un vinile. Ma quanto il bikini a triangolo riuscirà a veleggiare?

Italo Zingoni imagines that he listens a 33 rpm, so governing the visual distraction (sensually) into a sarong to the wind. There the dress most equipped with a heel is mentioned, but compared to the phonograph needle. This shot with Francesca aesthetically is about fashion. She uses the back to lean against the railing of a panoramic terrace. On the background, there is the urbanized shore on the very calm sea. Francesca wears the red: from the bikini to a sarong with vegetal motifs. The arms are folded, while the hands to climb back into the ears. That will be an attempt to listen the sea: through the “needle” for the corner of the railing, which horizontally has the slats at a “sun lounger” for the grooves in a vinyl. But how much will the bikini be able to sail?

VENERE IN CORNICE – La parola in sogno ha il galleggiante sulla scaletta / The word in a dream has a float on a stepladder

Benedetta Di Nunno immagina che ci si arrampichi su una scaletta fatta di sogni argentati. Con più realismo, prima il desiderio avrà lucidato la pelle. Per l’oro della trasfigurazione, bisognerebbe accovacciarsi su una veranda panoramica della galassia, contando le stelle per addormentarsi. Sabrina è stata inquadrata per uno scatto la cui estetica apparterebbe a Cenerentola. Seduta sulla scalinata d’un palazzo, lei porta un abito rosa a “macchie stellari” (dal nero all’argento). In alto, si scorge il piano da raggiungere. Si dà una una “sventagliata” delle mani, per tentare di “calzare la ringhiera giusta”, se la chioma informe della nuvola, oltre il motivo da siepe, non è proteggibile ma parabile (alla morbidezza che cela le vertigini). Lo sguardo di Sabrina ci pare sognante o perfino desiderante.

Benedetta Di Nunno imagines that we climb a stepladder made of silver-plated dreams. With more realism, at the beginning the desire would have polished the skin. For the gold of a transfiguration, we should be crouched on a panoramic veranda of the galaxy, counting the stars to fall asleep. Sabrina was framed for a shot whose aesthetics would belong to Cinderella. Sitting on the staircase of a building, she wears a pink dress with “starspots” (from the black to the silver). Above, we glimpse the floor that we have to reach. There happens a “fanning” of the hands, to try to “put the right railing on”, if a shapeless foliage of the cloud, beyond the motif of the hedge, can not be protected but can be parried (at a softness which conceals the vertigo). The Sabrina’s gaze seems to us dreamy or even desiring.

VENERE IN CORNICE – La scalinata del ciano lunare verso il timpano d’Atlantide / The staircase of the lunar cyan into a kettledrum of Atlantis

Per Odysseus Elytis, liricamente si possono salire le scale dell’estate infinita, quando il mare è alto come la montagna, dal clima che permette di visitare entrambi, ed il dress code imporrà un mantello ciano, facendosi ricevere dal Re d’Atlantide. Antonella ha posato in piedi. Lei è sulla scalinata esterna d’un palazzo storico. Il vestito metallizzerebbe un cielo epidermico per il sole marmoreo. I capelli pagaierebbero coi raggi, subentrando l’acqua oltre l’aria. Il tono del ciano si percepisce pitturando il cielo. Dalla volta si passerà alla rullata. Ma quanto l’ingresso nel palazzo storico chiederà un dress code? Certamente Antonella posa in modo “regale”, oltre il mero grandangolo (complice la scalinata). C’è l’ondeggiamento dell’abito, sulla scollatura.

According to Odysseus Elytis, lyrically we can climb the stairs of an infinite summer, when the sea is tall like a mountain, from the climate that allows to visit both of those, and the dress code will impose a cyan cloak, being received by the King of Atlantis. Antonella posed standing. She is on the outdoor staircase of a historical building. The dress would metallize an epidermal sky for a marmoreal sun. The hair would paddle with the rays, if the water takes over from air. The tone of the cyan is perceived painting the sky. From the vault, we will pass to the rolling. But how much will the entrance to the historical building request a dress code? Surely Antonella poses in “royal” way, beyond the mere wide-angle lens (with the complicity of the staircase). There is the oscillation of the dress, on the neckline.

(courtesy to Vincenzo Tarabuso)

VENERE IN CORNICE – L’allodola al porto traccheggiante dell’arpa / The skylark at the dillydallying harbour of a harp

Con Davide Rondoni, esteticamente la poesia è un’allodola di fuoco, alla leggiadria del sole abbagliante, tramutando l’umidità ed il fumo in un piercing emozionale o sentimentale, per una lingua che gusti direttamente dal cuore. Cecilie ha posato al mezzobusto, per uno scatto al bianconero. C’è il piercing al naso, con la musicalità delle nacchere che potrà influenzare il passo di danza, se l’orecchino “lunare” non mostrerà sempre la stessa faccia. Ricordiamo che Cecilie ha studiato psicologia sociale e culturale. La dialettica riguarderà lo svelamento intimo d’una personalità, alla “cassa di risonanza” con l’alterità. Ma quanto l’ala a “cucchiaio” del vestito, complice la bretella, si farà risucchiare da una “tromba d’aria” della mano destra? C’è un glamour psicanalitico, nel transfert, al di là dell’aiuto che il terapeuta dà al paziente disinibito?

L’estetica del Monte Vulture fra l’immaginazione materiale e la natura morta

Una conferenza di filosofia estetica di Paolo Meneghetti, a Rionero in Vulture (PZ) Mercoledì 30 Luglio 2025, e per interessamento dell’Associazione “Centro Studi Leone XIII” (presieduta da Pasquale Tucciariello, presente in sala)

Edmund Husserl dice che, abbandonando l’idealismo, noi abbiamo sempre coscienza < di > qualcosa. Ma come provare ad allacciarvi un materialismo? Gaston Bachelard invita a prendere fiducia verso la propria intimità, dall’anima. Questa è l’immaginazione materiale. Gli elementi classicamente naturali dell’aria, dell’acqua, della terra e del fuoco si renderanno percepibili per immedesimazione. Conta il coinvolgimento della coscienza, oltre la mera constatazione d’un realismo. L’impressione percettiva garantisce un “ripasso” su quello che si conosce. Ad esempio il giallo d’una sagoma può volgere sul viola: per la stanchezza dell’occhio, col concorso della luce, vagheggiando dall’emotività ecc…

VENERE IN CORNICE – L’omaggio floreale della farfalla sul mare / The floral gift of a butterfly on the sea

Per Roger Deakin, esteticamente la Natura ha creato le farfalle come un omaggio per i fiori, portando la bellezza in volo. Sarà anche un insegnamento al rispetto, quando l’entomologo ricorrerà alla retina. Camilla ha posato sulla battigia, al mare. Pare che l’abbigliamento omaggi le onde, tramite la “clessidra” del busto con la strozzatura d’un fiocco. Se noi guardiamo il mare, è anche affinché la memoria ci ispiri. Ma quanto il braccio sinistro, piegandosi, avrebbe assunto la configurazione d’una retina per farfalle? Il petalo deriverebbe dal sole all’orizzonte, coi propri raggi sull’acqua. Più realisticamente Camilla danza. Il boxer da donna si percepirebbe all’infiorescenza per la rete, e da un’incandescenza che riposasse col rosa.

VENERE IN CORNICE – Una galleria futuristica fra il sorriso ed il sorseggiamento / A futuristic gallery between the smile and the sipping

Per Fillia, esteticamente al futurismo, la pulsazione d’una macchina da caffè espresso, col metallo argenteo che rinnova il belletto bianco, ha più carica espressiva degli occhi femminili. Ma tipicamente si genererà una situazione da corteggiamento! Alice posa innanzi ad una versione per la celebre scultura al futurismo di Umberto Boccioni dal titolo Forme uniche della continuità nello spazio. Trattasi d’un evento speciale, per la galleria d’arte che lei dirige. Alice veste una giacca bianca, e curiosamente riconfigurabile a moka. La mano destra sul fianco si percepisce a mediare tra il sorriso ed il sorseggiamento, se un critico d’arte deve approvare l’opera al fine di spiegarla. La scultura di Umberto Boccioni ha una sua aerodinamica, nella sicurezza di plasmarsi. Ma quella avrà la tonalità del caffè? Così il braccio destro sarebbe ruotato per una torrefazione. La bellezza genericamente si percepisce aromatica.

VENERE IN CORNICE – Le forre ed i calanchi della ribalta per un outfit / The gorges and the ravines of the limelight for an outfit

Per Silvia Ballestra, esteticamente le lucciole vicine al palmo avranno una dialettica con le lucette delle case lontane: chissà se offrendo le ali alle forre ed ai calanchi, affinché i filari ed i solchi volino sulle strade. Judith è stata inquadrata per uno scatto al bianconero. Pare che lei posi in un negozio, addobbato dalle molte catene di luci. Ma quanto la tenda a righe verticali si percepirà “calanchiva”, come per il camerino tramite cui cambiarsi rapidamente i vestiti? Più realisticamente, la borsa luccicherà dalle borchie. Il busto è più ripido che curvante. Lo sguardo prova ad ammaliarci. Una gonna più a “mantice” che a pedana permetterà una serenata per le luci della ribalta.

According to Silvia Ballestra, aesthetically the fireflies near the palm will have the dialectics with the little lights of the distant houses: who knows if those will deliver the wings to the gorges and to the ravines, in order that the rows and the grooves will fly on the roads. Judith was framed for a shot in black and white. It seems that she poses in a shop, decorated with many chains of lights. But how much will the curtain be perceived “in a ravine”, like for a dressing room through which we change rapidly the clothes? More realistically, the bag will sparkle from the studs. The bust is more rapid than cornering. The gaze tries to bewitch us. A skirt more in “bellows” than in a platform will allow a serenade for the limelight.

Il disamore richiede più l’inventario che la sola dimenticanza

(recensione d’estetica per il libro di poesie Il coltello sul vassoio, di Veronica Chiossi)

Per Veronica Chiossi, esteticamente il disamore richiede più l’inventario che la sola dimenticanza. La rielaborazione del lutto maturerà tramite gli scaffali per le sliding doors. Classicamente sorgerà una domanda: è meglio vivere di rimorsi o di rimpianti (innanzi all’opportunità importante, benché rischiosa)? Veronica Chiossi descrive pure l’ambiente della natia Venezia, dove il ristagno lagunare s’incespica alla meta per l’orizzonte del mare. Né l’uomo sensibile potrà nascondersi, come l’uccello sul canneto od il pesce sul fondale, mentre il turismo di massa falsamente cementifica l’accoglienza. L’isola sommersa di Metamauco diventerà una bolla arrugginita (pag. 19). Dalla carnalità del fango, con la psicanalisi, si bramerà la complicità favorevole d’un oracolo. Però bisogna barcamenarsi con l’invasività dei gabbiani (pag. 95), ove le cosce durante il jogging siano state rimpiazzate dalle barene. Simbolicamente, si rischia d’accettare l’utilitarismo del tipo < se già lo fanno gli altri, tanto vale che lo faccia pure io >. I versi di Veronica Chiossi si percepiranno da una sorta di spleen per la caricatura sociologica. Su questa è stata impaginata una sezione del libro.

VENERE IN CORNICE – Gli occhiali da sole alla crepa del fulmine / The sunglasses at a crack of a lightning

Byron immagina che romanticamente lo splendore della luna addolcisca l’austerità, cancellando le crepe dei secoli. Ovviamente la faccia è sempre la stessa, con le sue irregolarità. Victoria ha posato per uno scatto con la prospettiva più dal sotto in su che al mezzobusto. Dietro di lei appare un portale, che si percepisce “lunare”, in quanto chiuso dal marmo. Lì almeno una crepa si scaricherebbe come il fulmine. Victoria ha gli occhiali da sole, ma all’austerità dello sguardo. C’è una vitalità incisiva: dal “fulmine” per la crepa, rispetto ai frutti del fregio. Noi immaginiamo che la falce di luna diventi ipnoticamente gotica. Essa sarà stata inquadrata fra il portale chiuso dal marmo e la scritta < Milano ti amo > sulla maglietta.