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Categoria: Libri Recensiti

Niccolò conte d’Arco

Non così poco si conosce di Niccolò da non potersene creare una rappresentazione mentale abbastanza definita verso la quale poter, nel caso, anche prendere posizione di simpatia, d’aperta ostilità o, infine, d’indifferenza.

A me Niccolò sta simpatico. Questo fatto soggettivo è probabilmente dovuto, e, se possibile, anche l’ipotesi (probabilmente vera) che questo fatto sia generalmente diffuso in chi si trovi per caso o per fortuna a conoscere Niccolò, è dovuto all’accidentalità che si conosce il poeta più attraverso l’immagine che di esso ne danno i suoi carmi che attraverso dati biografici di altra (prosaica) provenienza, dunque all’intrinseca poeticità (per non dire probabile distorsione fantastica, ma la questione forse non è così semplice) della figura del Nostro.

Intendo dare prima qualche cenno di biografia, per poi passare ad occuparmi (liberamente e piuttosto) del contesto storico-culturale e della poesia di Niccolò.

Le figlie di Shakespeare aspettano. Margoni F..

La prima regia di Francesco Margoni sembra un film nato per suscitare forti e contrastanti sensazioni. La trama de Le figlie di Shakespeare aspettano è assai scarna e può essere enunciata in poche parole: quattro ragazze vanno in montagna per finire inguaiate per via dei problemi sentimentali che una di loro ha con il proprio fidanzato; sole nel bosco dovranno trovare la strada per tornare a casa.

Le intuizioni di uno spettatore digiuno di un certo genere cinematografico, che si richiama direttamente (i dialoghi, l’elemento estraniante di un albero ripreso in rosso, le varie immagini di Cordelia ripresa seduta in una sedia comparsa nel nulla, la maglietta insozzata di sangue senza causa apparente) o indirettamente (la stessa trama, l’uso di una scelta di regia quasi “intrusiva”, laddove l’immagine segue quasi ossessivamente per lungo tempo sempre lo stesso soggetto, un montaggio assai scarno) al surrealismo italiano o spagnolo (Ferreri, Bunuel su tutti): le assonanze del film di Margoni con quelle dei surrealisti si spinge sul piano astratto e non necessariamente fattuale, e mantiene dei tratti originali (come l’amore o l’apprezzamento per la femminilità).

La penultilma verità – Philip Dick

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La guerra dei mondi di H.G. Wells


Un brav’uomo a capo di una comunità costretta a vivere sotto terra per via della guerra che si combatte in superficie tra gli Stati Occidentali liberali e i Rossi viene costretto ad andare in superficie per recuperare un pancreas artificiale in grado di salvare la vita del meccanico dell’officina, l’unico uomo a salvarli dal disastro della sottoproduzione. Nello stesso tempo un uomo-Yance scrive il suo articolo più importante senza usare gli utili meccanismi di produzione di discorsi artificiali e, per questo, viene chiamato dal dominatore del mondo, Stenton Brose, per un incarico importante. Nello stesso tempo, Lantano, un altro uomo-Yance sembra avere un piano per rendere libero il popolo, costretto in schiavitù sottoterra. Parallelamente il potente capo dell’agenzia di spionaggio più potente del mondo con sede a Londra sembra aver scoperto qualcosa di veramente importante.

Il lungo addio – Raymond Chandler

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Consigliamo – La finestra sul vuoto di R. Chandler – a cura di Giangiuseppe PiliLa Fuga


Tutto inizia da un’amicizia casuale: Terry Lennox e Marlowe si incontrano in modo inusuale, quando Terry viene abbandonato da una bionda vistosa e Marlowe si prende cura di lui. Vanno a prendere qualche drink assieme, e l’amicizia iniziale prende una piega inaspettata quando Terry chiede a Marlowe di accompagnarlo a prendere un aereo per andare oltre confine: egli dice di essere stato il responsabile della morte della moglie, una donna viziosa, totalmente prona alla lussuria ma dotata di una cospicua quantità di denaro, per via del padre, un potente uomo del quarto potere, il quale tiene in mano giornali e soldi… e quindi tutto. Marlowe riceve a casa una lettera di confessione di Lennox e un ritratto di Madison (una banconota da cinquemila dollari), come compenso del suo aiuto. Ma Marlowe non riesce ad usarlo e la sua depressione per la perdita di un amico non si risolleva, anche grazie alla sua reclusione in prigione per via dell’aiuto che aveva dato a Lennox per scappare. Rilasciato, viene ingaggiato dalla bellissima Eileen Wade per aiutare il marito, uno scrittore di mediocri libri erotici, alcolista e violento. Ma c’è una connessione tra i Wade e Lennox? Perché tutto sembra non filare liscio? E Marlowe che ruolo ha all’interno di questo quadro a tinte fosche, in mondo ricco e decadente, nel quale nessuno è felice e nessuno fa lo sforzo per sembrarlo?

Racconti Matematici

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I commentatori usano questo sistema, i punti più ovvi sono spiegati e discussi ad libitum, i passi oscuri dei quali si amerebbe saper qualcosa, vengono saltati col silenzio della più pura ignoranza.[1]

Huxley

Racconti matematici è una raccolta di racconti il cui massimo comune divisore è l’espressione di un certo “concetto matematico”: ogni singolo racconto opera su un peculiare motivo astratto di origine matematica, motivo analogo ad un tema musicale, orchestrato attraverso una forma letteraria. Per ragioni di spazio, parleremo solo dei racconti più rimarchevoli.

Un anno sull’Altipiano – Emilio Lussu

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Un anno sull’altipiano (1945) tratta delle vicende di un battaglione di fanteria coinvolto nei combattimenti montani nella prima guerra mondiale, da cui trae ragione il titolo. Il libro è, secondo le intenzioni dell’autore, niente più di una raccolta asistematica dei ricordi di guerra. Per tale ragione, non si tratta di un romanzo in senso stretto, con una trama chiara che si dipana nello svolgersi delle azioni dei protagonisti; si tratta di un flusso narrativo imperniato sulle annotazioni di una coscienza.

I banditi – Il banditismo sociale nell’età moderna – Eric Hobsbawn

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Difficile ammettere il fatto che quanto più un bandito si avvicina all’ideale popolare del fuorilegge gentiluomo, e cioè il difensore socialmente consapevole dei diritti dei diseredati, tanto meno l’autorità è disposta ad aprirgli le braccia. Anzi è molto più pronta a trattarlo come un rivoluzionario sociale e a dargli una caccia spietata, fino all’eliminazione.

E’ evidente, comunque, che si tratta di qualcosa di più di un’esplosione di crudeltà manifestatamente gratuita. Si possono dare due spiegazioni possibili, se pure con una certa esitazione, perché la psicologia sociale è una giungla dove solo un insensato può avventurarsi cautamente.

Hobsbawn

I banditi. Il banditismo sociale nell’età moderna è un libro di difficile collocazione di genere. Esso attinge alla storia sociale dell’età moderna per dipingere il quadro di una figura difficile da fissare, così si avvale di riflessioni antropologiche, economiche e sociali.

La grande storia della prima guerra mondiale – Martin Gilbert

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La grande storia della prima guerra mondiale (The firs world war) tratta degli avvenimenti iniziati nel 1914 con l’occupazione della Serbia da parte dell’impero Asburgico a seguito dell’assassinio dell’erede al trono degli Asburgo, per mano dell’anarchico Gavrilo Princip “nel giorno del’anniversario della sconfitta che i turchi avevano inflitto ai servi nel 1349 nella battaglia del Kosovo”[1]. Dalla spedizione punitiva dell’impero segue, per reazione a catena, l’entrata in guerra delle principali potenze europee, Germania, Russia, Impero Britannico e Francia, tutte animate e convinte dalla necessità di una guerra che sarebbe stata rapida e vantaggiosa. La narrazione si conclude alla fine delle trattative di pace che, come viene sottolineato, saranno la base dell’insoddisfazione della Germania e dei popoli sconfitti; la causa dei rivolgimenti politici che approderanno alla seconda e più terribile guerra.

La guerra di Giugurta – Sallustio

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Impegnare se stessi senza costrutto, lavorare per non procurarsi che inimicizie è insensatezza suprema: a meno che uno non sia dominato da quella passione ignobile e perniciosa che consiste nel sacrificare la propria dignità e libertà al potere di pochi.[1]

 

La guerra di Giugurta non è un evento storico centrale nella vicenda imperiale Romana né, in senso lato, della politica estera, giacché i Romani non ampliarono di molto i loro confini né il conflitto fu di lunga durata. Né fu importante per la storia degli effetti, come invece fu la conquista della Macedonia e della Grecia o della Gallia. Fu importante, però, per le ripercussioni e per le conseguenze che la guerra ebbe sulla politica interna e sulla composizione dell’esercito.

Germania – Tacito – Analisi e storia

Scopri la Guerra di Giugurta di Sallustio!

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La Germania è un testo di presentazione degli usi e costumi dei popoli che i romani chiamavano in blocco “germani”. Essi erano dislocati al di là del Reno (a est) e a nord del Danubio, i due fiumi che costituivano il limes dell’impero. Il libro fu scritto, probabilmente, come testo da conferenza nel quale la presentazione della Germania si sviluppa su più livelli: descrizione del territorio, analisi politica, analisi sociologica ed enumerazione delle popolazioni inscritte nell’area geografica descritta. Al principio Tacito presenta la Germania in questi termini: