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Categoria: Libri Recensiti

Il popolo degli abissi – Jack London

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Consigliamo – Martin Eden a cura di Francesco W. Pili


Nella prefazione della Robin Edizioni vien detto che il Popolo degli abissi risulta un’opera dimenticata. Altrove, in rare recensioni su internet, ci si imbatte nelle parole “opera sconosciuta”, “opera misconosciuta”. Insomma del Popolo degli abissi dell’intramontabile London, il lettore italiano, ne sa veramente poco. È per questo che mi son voluto cimentare nella lettura di questo libro, che nasce come reportage, si sviluppa come reportage, ma che, soppesata la natura dello stile, non mi sbaglio a definire ‘romanzo’. Romanzo d’inchiesta, volendo dare un appellativo al genere in modo più stringente.

Nexus – Mark Buchanan

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Consigliamo Da Zero a Gödel di Francesco Berto e L’atomo sociale di Buchanan


Nexus è un libro di divulgazione scientifica sul tema delle reti a piccolo mondo (little world nets), il suo scopo è quello di mostrare in modo facile, semplice e diretto in cosa consista la grande scoperta scientifica sulla quale si sostanzia parte della nuovo approccio alla scienza, l’approccio alla complessità. Buchanan, fisico e divulgatore, conduce il lettore alla scoperta del nuovo campo in cui più approcci scientifici stanno confluendo, il campo aperto dallo studio “dell’organizzazione” della materia: fisica, sociologia, scienze cognitive si stanno sempre più muovendo verso lo studio delle connessioni tra gli elementi basilari oggetto di studi delle rispettive discipline. A seguito di molte analisi, si è visto che sembra esistere una forma unificata di organizzazione globale dell’esistente, che prescinde dalla natura degli elementi coinvolti nella connessione. Questa organizzazione può essere descritta matematicamente dalle reti, le reti a piccolo mondo, che costituiscono il “protagonista” del libro.

Il capitano Jens Munk – Torkild Hansen

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Consigliamo – il capolavoro di Hansen Arabia Felix


La maggior parte dei sognatori si rivelano dei buoni perdenti, statene pur certi. Aspirano alle stelle e ti ringraziano se porgi loro una pietra.

Quel che è comune ai membri di questa categoria è il fatto che tutto ciò che ne sappiamo sono il nome e la data di morte. Non si sono ancora presentati al mondo, che già sono costretti a tacere, è come se la storia si fosse interessata a loro solo al momento di liberarsene. Giusto il tempo di un nome e una tomba.

Thorkild Hansen

Jens Munk. Un nome che non dirà niente a nessuno e verrà probabilmente associato al più celebre pittore. Ma con il pittore Jens Munk non c’entra niente ed è vissuto un paio di secoli prima di lui. Si tratta di un marinaio, di un capitano che è degno di essere ricordato per il suo tentativo di trovare il passaggio a nordovest, famosa via che avrebbe dovuto realmente congiungere via mare il vecchio continente con le Indie, quelle vere. Probabilmente presto si formerà spontaneamente un “passaggio”, proprio ora, che disponiamo di rompighiaccio, ma all’epoca non c’era nessuna strada aperta per l’oriente attraverso i ghiacci. Ma bisognava scoprirlo. E Jens Munk era andato in quelle terre inospitali proprio per questo. Ma Jens Munk non è solo un marinaio, non è solo un capitano e non è solo il figlio della sfortuna. Egli ha una lunga storia, fatta di buona e, soprattutto, cattiva sorte. Egli è il figlio di Erik Munk, un nobile, un uomo che riuscì a distinguersi per la brutalità perpetrata ai danni della popolazione sua suddita e, soprattutto, riuscì a rendersi inviso a gran parte della nobiltà danese, motivo per il quale i suoi avversari riuscirono a condannarlo, a spogliarlo di ogni bene, a recluderlo nella più terribile delle prigioni e a condannare la sua famiglia ad una vita di interminabile frustrazione. Sì, perché è dalla capitolazione di Erik Munk e la sua perdita del titolo nobiliare, non trasmesso ai figli, che nasceranno gran parte delle disavventure del figlio più piccolo, Jens.

L’incredibile storia di Olaudah Vassa Equiano, o Gustav Vassa, detto l’Africano

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Consigliamo – La nave degli schiavi di Torkild Hansen


L’incredibile storia di Olaudah Vassa Equiano, o Gustav Vassa, detto l’Africano è la storia autobiografica di uno schiavo liberato, Gustav Vassa. Gustav Vassa era nato libero in una tribù dell’Africa centrale attorno alla metà del settecento. La sua infanzia è vissuta nel suo paese natale fino a quando una tribù africana rivale non lo rapisce, insieme alla sorella, per rivenderlo ai bianchi come schiavo. Come lo stesso autore ci dice, la pratica di rapimento era piuttosto usuale dalle sue parti, non solo per trarre schiavi per sé, ma anche per rivenderli. Gustav tiene a sottolineare come anche il peggiore dei trattamenti riservati agli schiavi nelle tribù africane non è neppure lontanamente paragonabile a quello riservato agli schiavi delle indie occidentali: costoro venivano semplicemente distinti dagli “uomini liberi”, avevano un’ala delle abitazioni riservata a loro e gli era proibito mangiare con gli uomini liberi.

La nave degli schiavi – Torkild Hansen

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Consigliamo – il capolavoro di Hansen Arabia Felix


Vivere è incontrarsi e tornare a dividersi

Hansen

La nave degli schiavi è il secondo libro della trilogia sulla schiavitù scritto da Thorkild Hansen. Non si tratta di un libro di storia ma di un libro sulla storia, su una delle vicende più inumane di tutta l’umanità. L’opera ha una struttura bipartita, che alterna ai resoconti narrativi storicamente antecedenti alla contemporaneità, il reportage sul viaggio compiuto dall’autore sulla stessa linea che veniva compiuta dalle navi negriere danesi. Come l’autore ripercorre ogni singolo miglio, viene narrato ogni avvenimento di quanto capitava nelle navi-galere danesi, in tutto simili alle altre, che trasportavano il “carico vivo”, come veniva chiamato allora, dalle coste dell’Africa centro-occidentale alle Indie Occidentali, cioè l’America.

Scacchi e Psicologia – Stefano Vezzani

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Il libro Scacchi e Psicologia di Stefano Vezzani tratta i diversi aspetti che caratterizzano la mente degli scacchisti da un punto di vista psicologico, in particolare, dal punto di vista della psicologia cognitiva, una disciplina che intende investigare sui fondamenti della cognizione dei soggetti umani. Il lavoro in questione non intende essere di genere prescrittivo, ma solo di tipo descrittivo: in altre parole, non compaiono delle analisi volte a mostrarci come gestire la nostra mente durante l’attività agonistica e il nostro sforzo fisico nel momento in cui ci battiamo contro il nostro avversario. D’altra parte, come un buon lavoro scientifico deve essere, Scacchi e psicologia non considera neanche i problemi di tipo normativo, cioè fornire definizioni a priori esaurienti su una particolare sfera del gioco e del giocatore, ma intende analizzare i fenomeni psicologici inerenti agli scacchi attraverso un preciso metodo scientifico, metodo che vienelasciato intravedere da Vezzani dal numero e dalla conoscenza di articoli di psicologia (e non solo), citati sempre in modo molto pertinente, in modo tale che molti problemi importanti del mondo scacchistico in senso lato, vengono, se non risolti, quanto meno ben chiariti e le tesi vengono sempre supportate da dati scientifici non controversi.

Madame Bovary – Gustave Flaubert

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Madame Bovary è un romanzo di Gustave Flaubert pubblicato nel 1856. Esso narra la storia di Emma in Bovary, figlia di un povero contadino, che si sposa con il giovane medico vedovo, Charles Bovary. Charles è quello che si può definire un uomo di ingegno mediocre e mediocri aspettative, ma non per questo prive di una loro dignità. Egli fa parte di quella turba di esseri umani priva di grande intelligenza, senza grandi aspettative ma solerte nel loro piccolo impiego ed estremamente costanti nel dispensare il loro affetto, istintivo ed irriflesso ma genuino. Egli, infatti, non è uno studente brillante, né una personalità di spicco, come si vede sin da subito. Successivamente, da ragazzo, studia alla facoltà di medicina, grazie al sostegno economico dei genitori. Dopo una breve battuta d’arresto, dovuta ad un momentaneo abbandono dell’attenzione agli studi, Charles diviene dottore in Medicina, utilizzando uno di quei sistemi che, a quanto pare, è sempre stato utilizzato e favorito: “Charles si rimise subito al lavoro e si preparò, senza perder tempo, all’esame, imparando a memoria tutte le risposte. Ottenne la promozione con una discreta media”.[1] Da principio, egli s’avvia al lavoro nel suo piccolo paese di campagna e si sposa con la signora Dubuc, la quale, da principio, sembra una buona signora, ma, ben presto, finisce per tiranneggiare il debole Charles e fargli fare ogni cosa a suo piacimento. Grazie a questi sistemi, diviene quasi antipatica allo stesso Charles, giacché, d’altronde, egli è totalmente incapace di provare forti e costanti emozioni negative, da uomo rinunciatario quale è. La situazione peggiora quando lei bisticcia con i suoceri. In fine, muore. In fondo, nessuno la rimpiangerà ma Charles rimane addolorato per la sua scomparsa fino a che non incomincia a frequentare più assiduamente la casa di un buon contadino al quale aveva curato brillantemente la gamba, il signor Rouault. Costui, infatti, lo convince a tornare più spesso:

Pierre e Jean – Guy De Maupassant

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Consigliamo – Una vita di Maupassant


Pierre e Jean è il quarto romanzo di Maupassant ed è edito nel 1888. Esso tratta di una storia di una famiglia piccolo borghese di Le Havre, costituita da quattro persone: il padre, la madre e due figli. Il padre, il signor Roland, è un uomo che possedeva una gioielleria a Parigi, abbandonata per godersi la vecchiaia. Ama le gite in barca a vela, pescare e tutto quello che ricorda una vita di mare, inautentica ma comoda, nella quale si cimenta, non senza l’ausilio di un marinaio appositamente pagato. Egli si presenta come un uomo semplice, piano, un po’ rozzo, incline alla bestemmia facile in casa e ottime maniere fuori di casa, a suo modo un bonaccione senza pretesa alcuna ma risulta incapace di comprendere i più semplici sentimenti dell’animo umano, avendone, egli, così pochi. La signora Roland viene definita come “[…] una donna d’ordine, economa, borghese, un po’ sentimentale, dotata di una tenera anima di cassiera…”. Pierre, il più grande dei due fratelli, è una persona di un’intelligenza acuta, incapace, però, di tradurre il suo intelletto in azioni fruttuose, quanto meno dal punto di vista prettamente egoistico. A trent’anni, può vantare solo un grande numero di fallimenti e una laurea in medicina, giunta non senza un certo dispendio di tempo. Non ha amore, non ha amici, eccezion fatta per il vecchio farmacista, e non ha lavoro ma, tutto considerato, tutto ciò non sembra turbarlo più di tanto, vivendo in quell’atmosfera ovattata e facile che è vivere in famiglia che gli consente una vita priva di grandi iniziative e qualche sacrificio che, però, è più che tollerabile. Jean ha un carattere leggermente più docile del fratello, del quale non possiede l’intraprendenza ma, proprio per questo, vive una vita molto più lineare, senza grandi apici o discese. Il che lo conduce a possedere una laurea in giurisprudenza a venticinque anni e una testa libera da intrusioni pericolose di idee devianti dalla considerazione dell’utilità, considerazioni di un utile che, d’altronde, non diventa mai idea fissa ma solo la condizione necessaria e sufficiente per una vita già decisa a priori: lavoro, famiglia e qualche svago moderato di quando in quando. Per questo Jean, senza troppo sforzarsi, giunge ad innamorarsi della signora Rosémilly: “La giovane vedova era una donna consapevole, che conosceva l’esistenza d’istinto come un animale libero, quasi, a soli ventitré anni, avesse visto subito, compreso e soppesato tutti gli avvenimenti possibili che giudicava in modo sano, realistico e benevolo”.[1] La famiglia Roland vive momenti di alti e bassi senza vertici importanti, come tutte le famiglie piccolo borghesi, nelle quali basta poco per renderle molto infelici e per le quali ci vuole molto per renderle felici. Ma arriva un importante cambiamento. Un vecchi amico di famiglia, il signor Maréchal muore e lascia in eredità una piccola fortuna a Jean. Questo fatto sconvolge la vita della famiglia: Jean ne risulta felice all’inverosimile per le possibilità che gli si aprono di fronte.

Gli indifferenti – Un romanzo di Alberto Moravia

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Gli indifferenti è un romanzo che si svolge in una città senza nome, una città qualunque di un paese industrializzato. La vicenda è incentrata su una famiglia, gli Ardengo, i quali sono sull’orlo della miseria e hanno già ipotecato la loro abitazione. Pur essendo vicini al tracollo finanziario, pensano poco ai problemi economici relativi alla loro situazione, a parte Michele Ardengo. La madre dei ragazzi, Michele e Carla, intrattiene una relazione amorosa, ormai al termine, con un individuo abbietto, Leo Merumeci, il quale è a conoscenza dei problemi economici della famiglia Ardengo ma  non per questo, convinto di avere un buon senso per gli affari, vuole rinunciare ad una sua personale speculazione nell’acquisto della grande casa della famiglia. Ogni membro della famiglia ha una sua storia sentimentale relazionata a quella di tutti gli altri e variamente frustrante: la madre, Mariagrazia, ama Leo senza più essere ricambiata né nei sentimenti né nell’attrazione fisica; la figlia, Carla, vuole “cambiare vita” ma non ha bene idea di cosa ciò significhi, di cosa lei desideri per sé stessa e finisce per cedere alle lusinghe di Leo Merumeci; Michele, il figlio, vorrebbe ardentemente desiderare qualcosa, lottare per una buona causa, provare dei sentimenti profondi “come quelli di una volta”, ma non ci riesce, desidera ardentemente l’amore di una donna ma costei non si è ancora presentata alla porta del suo cuore e, così, egli rimane solo con il suo senso di futilità per ogni tentativo.

La storia d’Italia – La repubblica 1943-1963

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Storia d’Italia (1943-63) costituisce una monografia sul periodo indicato, che inizia dalla caduta del regime fascista, con la dichiarazione di Badoglio di un governo libero, e finisce nel 1963, anno della svolta verso sinistra dei partiti al potere. Il periodo indicato risulta decisivo per almeno tre aspetti della storia italiana presente e futura: l’ascesa della DC come partito capace di imporsi stabilmente alla guida dello stato, il boom economico e la scelta dell’alleanza atlantica sul blocco comunista in ascesa nell’Europa dell’Est.