Press "Enter" to skip to content

The Forth Revolution | Information A very Short Introduction – Luciano Floridi

download-2

The Forth Revolution How the Infophere is Reshaping Human Reality e Information A Very Short Introduction sono due libri di Luciano Floridi, professore all’Oxford Internet Institute, fondatore, si può dire, della filosofia dell’informazione. In questi due libri si può avere un assaggio, molto stringato ma abbastanza efficace, di alcune sue tesi particolarmente salienti. In questi due libri emergono pregi e difetti dell’attuale stato dell’arte della filosofia dell’informazione, che si sta declinando in vari progetti specifici come l’etica dell’informazione, l’etica della guerra dell’informazione, la filosofia politica nell’infosfera e così via.

Innanzi tutto, in The Forth Rervolution Floridi descrive la natura di alcune rivoluzioni tecnologiche, dalla rivoluzione agraria a quella industriale, in cui la cultura umana ha dovuto registrare dei sensibili cambiamenti. Rivoluzioni che sono state la conseguenza di alcuni cambiamenti non soltanto tecnologici, ma anche organizzativi e infine culturali. Inoltre, Floridi mostra come le rivoluzioni hanno portato ad una rivisitazione della nozione stessa di natura umana, pensata prima come eccezionale e poi diventata eccezionale in quanto totalmente eccentrica, cioè marginale almeno nel senso che sta ai margini di tutto quello che accade. La quarta rivoluzione è quella dell’informazione, ovvero dell’evoluzione delle tecnologie collegate alla produzione di artefatti efficaci a reperire, processare e conservare l’informazione (le ICTs, Information Comunication Technologies continuamente riproposte nella loro potenza di “rimodellare” il mondo).

La quarta rivoluzione inizia vagamente con Turing, anche se le origini di essa si fanno risalire a Babbage e alcuni altri tentativi parziali di altri visionari (Pascal e Leibniz, per esempio). In realtà, la quarta rivoluzione è passata dalla riconsiderazione dei fondamenti della matematica, quindi dai risultati della logica formale ben precedenti a Turing e in cui Turing si situa anch’esso come prolungatore e innovatore ma non necessariamente come un rivoluzionario. Infatti, le sue macchine di carta erano i concetti su cui si misurava il logico inglese e non ha neppure molto senso stabilire se Turing fu effettivamente il padre dell’informatica moderna. Di fatto, non c’è stato un padre né Turing è stato tale, ma è tutto il complesso della logica formale, da Boole a Hilbert e forse anche prima con Leibniz e Pascal, da Gödel a Tarsky, tutti hanno dato un contributo fondamentale alla nascita dell’informatica, poi culminata nelle macchine di Turing dello stesso Turing e poi nell’architettura Von Neumann.

Non solo, ma la visione della concezione del mondo che viene rimodellato per consentire uno sviluppo efficace delle macchine è assai lontana dall’essere una novità delle ICTs. Essa nasce con la rivoluzione industriale e prosegue nello sviluppo dell’organizzazione del lavoro di tipo taylorista, in cui il modello di risoluzione dei problemi di tipo cartesiano (semplificazione del complesso, ricomposizione del complesso e conclusioni) tutt’altro che vinto, viene riproposto per far diventare l’operaio più efficiente e poi più vicino alla macchina. Quindi il concetto di “enveloping the world”, molto caro a Floridi, è in realtà il prodotto di una ricostruzione dell’operaio e della fabbrica sincronico alla rivoluzione dei fondamenti della matematica. Il computer è diventato solamente il punto di congiunzione di almeno due storie, la cui complessità è lontana nella storia. Siamo noi che ci siamo avvicinati di più al mondo della macchina, in cui l’uomo è diventato sempre più sostituibile all’interno dell’intera catena produttiva, finendo ai margini come già Kurt Vonneguth aveva intuito. Ma in ogni caso, nonostante tutto, si tratta di una storia cartesiana, in cui il metodo di risoluzione dei problemi proposto nel famoso pamphlet, Discorso sul metodo è tutt’altro che abbandonata.

Quindi, tutto considerato, la rivoluzione dell’infophere è in realtà molto marginale. Quello che ha cambiato, invece, l’infosfera è la moltiplicazione della potenza umana di calcolo e disseminazione dei risultati. Molto correttamente Floridi porta argomenti contro l’idea della nascita di una singolarità delle macchine, la cui natura non è neppure molto chiaramente comprensibile. E’ vero, invece, che le ICTs hanno creato un nuovo spazio, il cyberworld, in cui si interagisce indipendentemente dai confini geografici, che non sono abbandonati ma sovrapposti a quelli più labili del mondo cyber. Detto questo, anche qui, i pensatori di geopolitica si sono accorti che la geografia conta e questo vale anche sul web. Di fatto, il web crea sostanzialmente un ulteriore piano di penetrazione delle idee, ma questo piano non è di per sé slegato dalla cultura, dalla lingua e dalle idee di una certa popolazione resiliente nel mondo. E questo si capisce anche soltanto guardando i siti internet e la natura delle applicazioni utilizzate nelle varie società. Non sono necessariamente le stesse. E’ uno spazio diverso, con leggi anche proprie, ma è tutt’altro che un mondo senza confini.

I due libri sono scritti con intenti didattici e senza lo scopo di esaurire tutti i dettagli della disciplina. Brevi capitoli si susseguono per indagare un particolare aspetto della filosofia dell’informazione. Vale la pena di dire che il lettore non avrà modo di annoiarsi e, tutto considerato, troverà anche utili informazioni. Inoltre, i due libri si compenetrano l’uno con l’altro, investigando delle aree leggermente diverse ma non completamente. Information A Very Short Introduction è quindi un manualetto agile per chi voglia farsi un’idea della filosofia dell’informazione.

In generale, da un testo di filosofia, ci si aspetta delle buone idee e delle buone argomentazioni, possibilmente senza cadere nel rigor mortis di una vivisezione anodina di una disciplina tendenzialmente cadaverica. Luciano Floridi è ben consapevole che la filosofia oggi ha ancora un senso proprio perché può ancora creare qualcosa di nuovo e di utile. Una delle sue immagini è quella del diamante: la filosofia ha già detto tutto, ma non tutto nello stesso modo, come il diamante ha già in sé tutte le facce ma non tutte sono state viste con la stessa attenzione. Questo è vero. La questione, dunque, non è tanto sull’utilità e sulla gradevolezza dei lavori di Floridi, che riescono quasi sempre perlomeno a sollevare alcune interessanti questioni (come il concetto di multi-agent system applicato all’etica e alla politica, sicuramente un’idea intelligente e rivoluzionaria).

La questione è che l’impressione generale è che in taluni casi la filosofia dell’informazione sembra volersi semplicemente presentare come una versione 2.0 di tutto quello che è stato già detto, cambiando alcune parole (per esempio, conoscenza, significato…) con “informazione”. Una disciplina del tutto è poco utile, anche quando ci venga raccontato che l’informazione è quasi tutto (l’essere è interazione). Prima di tutto perché la notte delle vacche nere ci insegue impietosa, in secondo luogo perché allora si ritorna a chi ha parlato molto più in dettaglio di qualcosa di molto meno generale e molto più utile. Floridi ha una mente poliedrica, una vastissima cultura filosofica e non soltanto, e una potenza obiettivamente difficile da trovare in un panorama piuttosto atrofizzato, anche a livello internazionale. Tuttavia, rimane il fatto che talvolta si rimane dubbiosi o vagamente insoddisfatti di una trattazione non sempre all’altezza delle premesse. Per esempio, la storia del “reshaping and enveloping the world” è molto complessa, molto contorta e che merita un’accurata attenzione. E’ naturale che in un libro non si possa dire tutto, ma in un’opera di duecentocinquanta pagine che si intitola The Forth Revolution How the Infosphere is Reshaping the World non si può non cercare di ricostruire in modo sufficientemente più dettagliato e argomentato la natura del fenomeno. Perché, altrimenti, si ritorna a fraintendere gli elementi di novità rispetto a quelli di continuità che, in ogni caso, sono essenziali per inquadrare il problema. Ricostruzione razionale di un fenomeno, d’accordo. Ma la parte della ricostruzione dovrebbe almeno fornire il quadro un po’ di dettaglio di quanto è poi l’oggetto della trattazione.

Non si può che essere d’accordo sul fatto che non si può ogni volta ripartire dai dinosauri, anche se Floridi stesso in molte sue conferenze ribadisca l’idea che tanto più il salto filosofico è vasto e tanto più la rincorsa deve essere lunga. Tuttavia, a volte questa rincorsa sembra essere quella del salto in lungo, in cui l’ultimo salto è preceduto da tutta una serie di non innocenti saltelli che però finiscono per essere assai importanti. Si può essere pure d’accordo che bisogna parlare dei problemi del presente, però anche qui si può fare in uno spazio più consono. Poniamo un esempio illustrativo: il capitolo del The Forth dedicato all’ambiente è meno di 15 pagine. Il capitolo sulla politica è di circa 40 ma è evidente che non sono minimamente sufficienti (non con quei margini di pagina) a trattare di tutti i problemi che Floridi apre, ripercorrendo ben 2500 di storia statuale e anche oltre, sorvolando sul Westfalian system e giungendo a grandi balzi all’erosione della sovranità statuale dovuta a quanto pare anche alle stesse ICTs, eventi che hanno richiesto secoli o almeno decenni per vedere il compimento, anche se poi ci dice in varie conferenze che basta una legge per ritornare dall’hyperstoria alla storia (basta così poco a restaurare l’ancien régime?). Un cuoco che mette tutta la sua dispensa sul tavolo, ma poi cucina la metà può essere di genio, ma un po’ frettoloso. Lascia lo stomaco insoddisfatto anche quando poi i pochi piatti che tira fuori siano eccellenti perché poi l’avventore si chiede perché non ha terminato di cucinare il resto: non serviva? Non era in grado? Voleva ingolosire? Ecco, qualche volta il lettore può ritrovarsi con simili interrogativi. E non basta rimandare continuamente ai lavori già pubblicati perché così è come un cuoco che non rimanda alla propria dispensa ma direttamente al supermercato: vai là, con il tuo ipad a cercare il prodotto migliore. Anche qua, va bene rimandare e risparmiare per semplificare, ma non va bene introdurre un tema e non approfondirlo in modo adeguato. A quel punto tanto vale andare a concentrarsi su meno aspetti ma focalizzarli nel modo migliore.

In conclusione, per chiunque non abbia ancora affrontato Floridi, vale la pena di iniziare da qualche parte. E per questo scopo entrambi i libri sono buoni. The Forth Revolution è forse più gradevole, più variegato e dà una buona idea della Floridi way of philosophy. Mi sento di segnalare che molto di questo libro viene riproposto in molte conferenze gratuitamente consultabili su youtube (anche in italiano), che consiglio di ascoltare almeno per farsi un’idea. In sostanza, gran parte delle idee si possono trovare nelle audizioni di Floridi con meno dispersioni e più attenzione. Infine, vale la pena di dire che anche quando il lettore non sia sempre soddisfatto dell’insieme, ci sono sempre dettagli che possono ritornare interessanti, come gemme nella montagna. Quindi, a prescindere da tutto, vale la pena di confrontarsi con il pensiero di Floridi e la sua filosofia dell’informazione.

Non possiamo concludere senza sottolineare che Floridi riporta continuamente esempi tratti dagli scacchi, di cui sembra essere un giocatore sufficientemente esperto da padroneggiare il lessico tecnico senza strafalcioni. Chissà che un giorno prenda spunto e scriva una philosophy of information of Chess! Questo, sicuramente, non può che essere apprezzato!


download-2Luciano Floridi

The Forth Revolution

How the Infosphere is Reshaping Human Reality

Oxford University Press

Pagine: 246.


infoInformation

A Very Short Introduction

Oxford University Press

Pagine: 130.


Giangiuseppe Pili

Giangiuseppe Pili è Ph.D. in filosofia e scienze della mente (2017). E' il fondatore di Scuola Filosofica in cui è editore, redatore e autore. Dalla data di fondazione del portale nel 2009, per SF ha scritto oltre 800 post. Egli è autore di numerosi saggi e articoli in riviste internazionali su tematiche legate all'intelligence, sicurezza e guerra. In lingua italiana ha pubblicato numerosi libri. Scacchista per passione. ---- ENGLISH PRESENTATION ------------------------------------------------- Giangiuseppe Pili - PhD philosophy and sciences of the mind (2017). He is an expert in intelligence and international security, war and philosophy. He is the founder of Scuola Filosofica (Philosophical School). He is a prolific author nationally and internationally. He is a passionate chess player and (back in the days!) amateurish movie maker.

Be First to Comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *