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Recensione di Scheler, M. Pudore e sentimento del pudore

Di Scheler, quello pubblicato l’anno scorso da Mimesis, tradotto in italiano a cura di Maria Teresa Pansera, col titolo Pudore e sentimento del pudore, è uno scritto che apparve postumo nel 1933. Siamo comunque di fronte al miglior Scheler, filosofo che seppe con intuizione prodigiosa e massima capacità analitica indagare attorno alla vita emotiva e mentale dell’uomo.
Pudore e sentimento del pudore è un’organica raccolta di scritti che compongono lo svolgimento di un’indagine sottile, condotta con mirabile ingegno analitico, attorno al tema dell’essenza del pudore, del sentimento del pudore, ma, in definitiva, dell’uomo e delle sue relazioni amorose.
La principale tesi sostenuta è …
… che il pudore e il sentimento del pudore non svolgono solamente una funzione negativa, di censura e inibizione, ma anche e fondamentalmente una funzione positiva, quella di permettere uno spazio, mentale e fisico, in cui favorire e conservare la relazione nell’amore, ovvero favorire la scelta di valore da parte dell’individuo verso il meglio e non solamente la cieca riproduzione della specie. Il pudore sarebbe dunque una potente forza nella produzione dei più nobili tipi umani realizzabili. Il pudore tratterrebbe l’esigenza di soddisfare l’impulso «fino a che l’amore non abbia raggiunto una sufficiente intensità, decisione e chiarezza» (p. 50). Dove per amore non si intende, evidentemente, un impulso cieco, ma «una funzione dell’animo “intenzionale” e in grado di scegliere i valori, mediante la quale l’”impulso”, che per sua natura è un “tendere” in tutte le direzioni verso una qualunque “soddisfazione” e che non è legato né ad alcuna individualità né ad alcun valore, si vede assegnare oggetti e fini, determinati da valori positivi» (p. 93).
Non è semplice dar conto in modo immediato di questa tesi in tutta la sua profondità. Non è semplice perché a sostenerla vi è un fitto reticolato di analisi psicologiche, distinzioni concettuali ed empiriche, argomentazioni logiche che, forse più che la conclusione stessa, danno valore all’opera. Pudore e sentimento del pudore è uno scritto minore, ma non per questo, se posto accanto a testi più conosciuti come Ordo Amoris, Il formalismo dell’etica e l’etica materiale dei valori o Essenza e forme della simpatia, risulta in debito nell’espressione delle più apprezzabili qualità del lavoro di Scheler: la stimolante estensione del metodo fenomenologico all’analisi della vita emotiva, il rigore analitico, la capacità di andare all’essenziale senza per questo dimenticare i diversi punti di vista da cui è possibile guardare uno stesso fenomeno.
In Pudore e sentimento del pudore l’oggetto dell’indagine è, chiaramente, il sentimento del pudore e il comportamento pudico. Il lavoro è diviso in cinque capitoli, preceduti da una premessa, accompagnati da un’appendice.
Nelle poche pagine che compongono la premessa Scheler chiarisce subito la centralità del tema per lo studio filosofico e psicologico dell’uomo. Il possesso del sentimento del pudore individua già la posizione dell’uomo all’interno della grande scala degli esseri; lo pone precisamente tra l’animale e Dio. Né l’animale né Dio provano pudore; l’uomo lo prova poiché solo egli è al contempo partecipe dei bisogni vitali e delle esigenze spirituali. Ed è proprio nel pudore che spirito e materia (o vita), pensiero e biologia si incontrano nel tentativo di organizzarsi in unità. Sicché si può dire che il luogo del pudore è il luogo dell’uomo.
Il primo capitolo individua le condizioni preliminari all’emergenza, lungo la scala evolutiva, del pudore. Sostanzialmente si stabilisce che la vita dell’essere non è completamente assorbita e funzionale alla riproduzione della specie, ma in essa c’è l’espressione di un’individualità, la possibilità di una scelta di valore.
Con il secondo capitolo Scheler distingue con rigore e profondità il sentimento del pudore dai sentimenti che ad esso assomigliano e con esso potrebbero venire confusi. E’ chiaro che attraverso l’esame delle differenze con il simile, l’oggetto stesso viene ad essere definito con maggiore esaustività. Vengono chiariti i rapporti e le differenze che il sentimento del pudore intrattiene con emozioni simili: orgoglio e umiltà, pentimento e sentimento dell’onore, ambizione, vanità, sete di gloria, piacere di mostrarsi, nausea ed avversione, angoscia, timore e rispetto.
Il capitolo terzo tratta gli aspetti principali del sentimento del pudore, distinguendoli puntualmente e chiarendone concettualmente gli elementi, per poi criticare alcune teorie, scientifiche, filosofiche o religiose, avanzate a spiegazione dell’origine del pudore. Il pudore corporeo è distinto dal pudore spirituale, l’amore vitale dall’amore sessuale, dall’impulso istintuale e sessuale. Una ricca e complessa serie di distinzioni necessaria ad un lavoro di comprensione puntuale e profondo del fenomeno indagato. Molte sono, secondo Scheler, le teorie insensate sull’origine del sentimento del pudore. E’ criticata la teoria del sentimento del pudore come prodotto dell’educazione, che poggia su confusioni grossolane di natura concettuale, come è criticata la teoria freudiana e quella cristiano-cattolica, che interpreta il pudore come un semplice “non puoi”, nascondendo la verità della sua fondamentale funzione nel compito del “puoi meglio, con amore”. Interpretazione religiosa e morale, quella cristiana, che determina l’errore del precetto repressivo nei confronti dell’impulso sessuale. Inutile, conclude Scheler, reprimere l’istinto di per sé; utile, invece, coltivarlo nell’amore. E il pudore è esattamente quella forza che, nella sua funzione protettiva, non può che riferirsi a valori in sé positivi; quella forza in grado di immettere nella sfera di senso e valore l’altrimenti cieco impulso sessuale.
Il quarto capitolo è il più lungo e complesso; tratta esclusivamente del sentimento del pudore sessuale, chiarendone le tre funzioni principali. Se fin’ora leggendo lo scritto di Scheler, abbiamo compreso come il sentimento del pudore sia ponte tra impulso e amore, spazio di conservazione del primo nel secondo, come questo sentimento abbia il compito di rallentare l’impulso per favorire l’entrata della relazione nell’amore, nel quarto capitolo apprendiamo che le funzioni del pudore sono forse anche più fondamentali. Secondo Scheler, infatti, il pudore servirebbe alla formazione stessa dell’istinto o impulso sessuale. Dicendo e dimostrando ciò si dice e si dimostra, al contempo, che senza pudore non vi sarebbe neppure la riproduzione umana. Il pudore svolgerebbe quest’indispensabile funzione orientando e concentrando la pulsione della libido sugli altri di sesso opposto e non più su di sé. Ma il pudore, grazie alla sua «azioni inibitoria, che impedisce di obbedire alle pulsioni dell’impulso sessuale e dell’impulso di riproduzione senza un amore anteriormente deciso e un sentimento d’amore legato anche al momento» (p. 100), servirebbe anche e principalmente a regolare la vita sessuale dell’essere. E’ facile capire la centralità di questa funzione, sia per il controllo dei rapporti sia per la loro qualità e progettualità (in definitiva, per l’eugenetica). In sostanza, il pudore permetterebbe prima la formazione dell’impulso sessuale, poi «la scelta sessuale guidata anche dall’amore» (p. 112), infine il mantenimento della relazione sessuale nella sfera di valore e di senso intenzionata dall’amore. Non dobbiamo dimenticare, poi e per inciso, che il pudore, essendo «coscienza e giudice della vita sessuale» (p. 122), riveste un’importanza centrale nella costituzione del senso morale dell’uomo. Per cui la relazione tra morale e pudore andrebbe in questa direzione: dal pudore alla morale.
L’ultimo capitolo chiarisce brevemente le differenze tra il pudore femminile e quello maschile, ed è seguito dall’appendice, che affronta velocemente alcune quesioni marginali.
Pudore e sentimento del pudore è un libro sorprendente e consigliabile, che affrontando un fenomeno apparentemente secondario della natura umana, arriva al cuore dell’antropologia. E lo fa dando un ottimo esempio di cosa voglia dire un lavoro filosofico. Non ci si esprimerebbe in maniera retorica affermando che pochi filosofi possono essere in questo accostati a Max Scheler.
Ancora una volta Scheler indica la strada a noi filosofi attuali. Quest’esempio chiarisce quale potrebbe essere la posizione della filosofia nei confronti della scienza. Oggi che assistiamo alla formazione di un clima culturale nel quale si è costantemente alla ricerca del dialogo tra le parti e le diversità, tra la filosofia e la scienza, spesso senza trovarlo, spesso senza sapere nemmeno che cosa si sta cercando, Scheler offre con il suo lavoro concettuale un brillante esempio di come la filosofia possa dialogare in modo fecondo con la scienza. Come possa muoverle critica, come possa esserle utile nel distinguere, chiarire e analizzare a livello concettuale il fenomeno oggetto di indagine empirica.
Indice
Introduzione di Maria Teresa Pansera
Premessa – il “luogo” del sentimento del pudore e il modo di esistere proprio dell’uomo
Capitolo 1 – condizioni che precedono il manifestarsi del pudore corporeo
Capitolo 2 – pudore e sentimenti simili
Capitolo 3 – aspetti principali del sentimento del pudore e teorie sulla sua origine
Capitolo 4 – il sentimento del pudore sessuale e le sue funzioni
Capitolo 5 – sentimento del pudore psichico e corporeo nell’uomo e nella donna
Appendice
Scheler, Max, Pudore e sentimento del pudore. Milano-Udine, Mimesis, 2012, pp. 138, 14 euro, ISBN 978-88-5751-669-1.
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Articolo originariamente apparso su ReF – Recensioni Filosofiche / ISSN 1826-4654 (febbraio 2014).


Francesco Margoni

Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università di Trento. Studia lo sviluppo del ragionamento morale nella prima infanzia e i meccanismi cognitivi che ci permettono di interpretare il complesso mondo sociale nel quale viviamo. Collabora con la rivista di scienze e storia Prometeo e con la testata on-line Brainfactor. Per Scuola Filosofica scrive di scienza e filosofia, e pubblica un lungo commento personale ai testi vedici. E' uno storico collaboratore di Scuola Filosofica.

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