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La risorsa di Dio, la Madonna, nell’opera di conversione del Cristianesimo l “Incredulità di San Tommaso” di Caravaggio

Profezia della conversione della Filosofia e della Scienza come San Tommaso

Fonte delle cinque immagini:
Le prime due sono opera di Caravaggio, con “Incredulità di San Tommaso”, 1600-1601, di Wikipedia, di pubblico dominio.

L’Incredulità di San Tommaso è un dipinto a olio su tela di 107 × 146 cm realizzato tra il 1600 ed il 1601 dal pittore italiano Caravaggio. È conservato nella Bildergalerie di Potsdam della Germania. Ulteriori versioni eseguite dal maestro sono conservate in una collezione privata a Bologna e a Parigi.

In questo quadro il teorema del Cristianesimo si espande aprendo le porte alla conversione dell’uomo e svelando la risorsa nella mistica Madonna, la madre di Gesù Cristo.

Caravaggio sfoggia una semplice matematica che l’uomo  della fede scopre ora in questo meraviglioso messaggio dell’arte.

Due Croci sono questa rivelazione, la Croce di Gesù Cristo, la croce dei peccati dell’uomo che Egli ha riscattato, e la croce dell’uomo che crede in Lui col corpo e la mente disponendosi a imitarLo. A queste rivelazioni se ne aggiunge una terza, quella della Madonna con la Sezione Aurea che è il solo mezzo per arrivare a Dio.

Fonte delle cinque immagini:
Le prime due sono opera di Caravaggio, con “Incredulità di San Tommaso”, 1600-1601, di Wikipedia, di pubblico dominio.

Le linee della Croce Cristica, disegnata in verde, sono GH del dito indice di San Tommaso, ed LI ortogonale che passa per l’orecchio di Gesù.

Le linee della croce di San Tommaso sono BE, che passa per il centro P della Croce Cristica e il punto N del santo, ed LM ortogonale che passa per il centro N della sua croce. Notare la mano di Gesù, su cui passa la linea BE, che vuole aiutarlo a credere e convertirlo. Questo aiuto proviene dall’aiuto della Madonna attraverso la Sezione Aurea e se ne è parlato in precedenza. Si rivelano sui lati del quadro, a sinistra la misura AB è in rapporto aureo con BC, a destra la misura EH è in rapporto aureo con DE.

Una quarta linea OE parallela a GH, si incrocia con la linea LI della croce Cristica in M, e indica l’ “orecchio di ascolto” del Cristo e di Dio. Non l’ho menzionato ma può considerarsi una terza croce che è quella della Madonna nella Sua sofferenza nel vedere i suoi figli umani nella discordia. Tuttavia il suo amore della Sezione Aurea è compresa dalle due grandi linee parallele laterali della foto in esame. Da qui il grande parallelo con la dizione dell’Apocalisse di Giovanni (CEI 2008 Ap 21,5:7):

« E Colui che sedeva sul trono disse: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”. E soggiunse:

“Scrivi, perché queste parole sono certe e vere”. E mi disse:
“Ecco, sono compiute!
Io sono l’Alfa e l’Omèga,
il Principio e la Fine.
A colui che ha sete
io darò gratuitamente da bere
alla fonte dell’acqua della vita.
Chi sarà vincitore erediterà questi beni;
io sarò suo Dio ed egli sarà mio figlio. »

La Madonna è la « fonte dell’acqua della vita »!

La croce N di San Tommaso, segnata in nero, per indicare la sua “passione” e “sacrificio” in adesione al messaggio di Gesù, oltre a segnare il suo aiuto con la sua stessa mano che passa per il naso e la fronte corrugata di San Tommaso.

Il naso e la fronte corrugata indicano il “corpo” e la “mente” dell’uomo. Eros e Thanatos che rappresentano gli impulsi creatori e distruttori del mondo, i due poli fondamentali della vita umana.

Eros, dea greca dell’amore, è la pulsione di vita tendente all’attrazione tra gli elementi, essa genera, unisce e riscalda.

Thanatos, dio greco della morte, è la pulsione di morte tendente alla disgregazione tra gli elementi, essa distrugge, frammenta e separa.

« Pochi concetti suonano tanto sinistri come quello che la psicoanalisi ha battezzato come pulsione di morte. Tuttavia, pur essendo distruttiva, non è affatto nemica della nostra sopravvivenza se gestita bene.

Attraversiamo momenti, nella vita, profondamente drammatici. Generano o proiettano la sensazione di un gran senso di vuoto, e nascono dall’idea che tutto è perduto. In questi istanti la pulsione di morte assume una forza maggiore, come se beneficiasse di quell’inerzia che sembra precipitarci nel nulla.

Secondo la psicoanalisi, disciplina che dà enfasi all’inconscio fondata da Sigmund Freud, le pulsioni danno origine a qualunque attività mentale; sono dotate di una forza che ci spinge all’azione, il loro scopo è soddisfare l’eccitazione e dunque tendono a un oggetto: ciò che le gratifica. […]

Pulsione di morte, che cos’è?

Thanatos o pulsione di morte è un impulso inconscio. Sembra fare ritorno o avvicinarsi al riposo assoluto, vale a dire alla non esistenza. In altre parole, la pulsione di morte ci spinge verso l’autodistruzione, addirittura l’annullamento. È un concetto che va a braccetto con la pulsione di vita, il suo contrario: la tendenza alla costruzione del sé. …»[1]

A questo punto, la grande parentesi del quadro di Caravaggio in esame, con le sue due linee laterali AC e DF, l’Alfa e l’Omega dove sgorga l’acqua della vita, la Madonna, può considerarsi nel novero della croce di San Tommaso.

 

L’olfatto sessuale sede dell’Eros

« All’interno del cervello umano, vicino alla parte superiore del naso c’è una caratteristica anatomica che ci dà motivo di credere che esistano i feromoni umani: l’organo vomeronasale. La sua funzione è sconosciuta, ma nei primati subumani, questa è l’area in cui i feromoni agiscono per aumentare le possibilità di procreazione. […] Quando eseguiamo un’azione più o meno faticosa, sudiamo attraverso le ghiandole endocrine. Ma quando siamo imbarazzati o eccitati sessualmente, sudiamo attraverso le ghiandole apocrine che rilasciano steroidi ad alta densità sotto le braccia e intorno ai genitali; il loro ruolo è sconosciuto. Nei primati subumani, le stesse ghiandole apocrine rilasciano feromoni.

Altre ricerche condotte dal Dr. Hirsch hanno dimostrato che il collegamento tra l’olfatto e la risposta sessuale è verosimile. In uno dei suoi studi è emerso che il 17% dei suoi pazienti con deficit olfattivi ha sviluppato una qualche disfunzione sessuale. »[2]

 

Esigenze fondamentali dell’uomo

«… Le neuroscienze stanno producendo notevoli cambiamenti non soltanto nei metodi di diagnosi e cura in medicina e psichiatria, ma anche nelle nostre millenarie concezioni, a partire dai sistemi filosofici. L’esistenza dell’anima immortale e delle credenze religiose, la dimensione del trascendente e del sacro, Spirito, Dio, secondo alcuni autorevoli neuro scienziati sarebbero originate da meccanismi del cervello comuni a tutti gli esseri umani, ovvero da innate capacità della mente. In realtà, da sempre, l’uomo ha avvertito la seduzione del trascendente e la nostalgia dell’anima insieme con il bisogno di spiritualità intesa come una dimensione trascendentale, oltre cioè alla realtà materiale. Il concetto di spiritualità riguarda i valori dello spirito, il mondo dei sentimenti, delle idee, dell’immaginazione, delle credenze, della divinità. Nell’ambito di questa esigenza fondamentale dell’essere umano, tutte le culture e le religioni hanno riconosciuto l’esistenza di un’anima immortale. Sia la narrazione scientifica che la narrazione filosofica e teologica sostengono che l’idea di anima, di Dio è innata. Nella filosofia e nella letteratura, a partire dagli autori antichi, sono presenti le questioni fondamentali e universali dell’essere umano e del mondo, come, per l’appunto, la dimensione spirituale, il senso della vita, il problema del male, la trasfigurazione dell’esistenza, la tensione e il sentimento dolente di solidarietà universale, la religiosità. Su questa linea si pone la nostra concezione dell’uomo e del mondo. All’uomo razionale di Cartesio, che vive a due dimensioni, quella fisica e quella psichica, noi abbiamo aggiunto un terzo elemento, l’irrinunciabile sfera spirituale. Per noi, l’essere umano si declina in tre dimensioni. Un essere tutto intero: corpo (cervello), mente e anima. Un essere unico e trino: fisico, psichico e spirituale. Questa visione ha il mandato di porre un solido fondamento di una nuova idea dell’uomo. Un “uomo-microcosmo”, sintesi dell’universo, situato, d’accordo con Platone, tra il mondo dell’Essere e il mondo della realtà. …»[3]

Con il suddetto scritto del prof. Guido Brunetti ho voluto mostrare un’opinione di un valente professionista della cura delle malattie mentali e accademico nelle Università di Roma, Lecce e Salerno, sul tema della filosofia e la scienza. Il professor Raffaello Vizioli, neuroscienziato di fama mondiale, ha definito Brunetti un “umanista- scienziato” e uno “scrittore completo”. Un altro scienziato, Edoardo Boncinelli, ha dichiarato che Brunetti “è uno dei pochi autori capaci di scrivere un libro sul cervello, la mente e la coscienza”.  Una visione che « ha il mandato di porre un solido fondamento di una nuova idea dell’uomo. Un “uomo-microcosmo”, sintesi dell’universo, situato, d’accordo con Platone, tra il mondo dell’Essere e il mondo della realtà. »[4]

È l’uomo filosofo e scienziato del microcosmo che si allinea al macrocosmo di Dio.

 

Ipazia di Alessandria la prima martire della filosofia e della scienza

Fonte delle cinque immagini:
Le seconde due sono opera di Charles William Mitchell, con “Ipazia di Alessandria”, di 1885, Wikipedia, di pubblico dominio.

Ipàzia di Alessandria (in greco antico Ὑπατία, traslitterato in Hypatìa, in latino: Hypatia; Alessandria d’Egitto, 355/370-marzo 415), è la prima donna scienziato di cui si ha notizia, visse nel IV secolo (370-415 d.C.) e si dedicò soprattutto all’algebra e alla geometria.

Figlia dell’astronomo e matematico Teosone (detto anche Teone) e moglie del filosofo Isodoro, fu filosofa, matematica e astronoma e fu un’ardente cultrice della cultura classica.

Inventò un aerometro, un astrolabio piatto, un idroscopio.

Per istigazione del Vescovo Cirillo venne assalita mentre tornava a casa da una torma di monaci guidati da un “lettore”, Pietro, linciata e fatta a pezzi con cocci o conchiglie. I suoi resti furono dati alle fiamme in un immondezzaio, il Cinerone.

Charles William Mitchell (1854-1903) preraffaellita inglese, con il suddetto dipinto Hypatia del 1885, ha raffigurato la filosofa greca e pagana Ipazia (IV-V secolo) nuda di fronte all’altare di una chiesa cristiana nei momenti che precedono il suo assassinio.

La scena raffigurata da Mitchell è probabilmente ispirata al feuilleton di Charles Kingsley, Hypatia or New Foes with an Old Face (Ipazia o Nuovi nemici dal vecchio volto, 1853). Il dipinto è attualmente conservato alla Laing Art Gallery di Newcastle upon Tyne.

Fonte delle cinque immagini:
Le seconde due sono opera di Charles William Mitchell, con “Ipazia di Alessandria”, di 1885, Wikipedia, di pubblico dominio.

Il messaggio del dipinto unito alla geometria è tutto per cogliere il messaggio di Charles William Mitchell nel raffigurare Ipazia di Alessandria perchè con la matematica della Sezione Aurea egli ha posto in mostra il lato dell’Eros martirizzato dalla croce sul seno. Dunque la nudità vagamente coperta dai capelli è la più idonea a ritrarre il martirio che poco dopo la travolge sulle strade di Alessandria. Meglio si può dire che è la croce della Sezione Aurea, la terza croce di cui si è parlato all’inizio, quella della Madonna. Ma è anche la croce della Filosofia, della Scienza, professate da lei ad Alessandria. Notare il dettaglio che Charles William Mitchell ha voluto cogliere nel raffigurare Ipazia: la linea della Sezione Aurea in tangenza col cerchio sul pavimento e l’altra linea che passa per la base del cero del candelabro, due simboli che vogliono interpretare il concetto spirituale su Ipazia. Notare ancor più il fatto che l’unico accostamento preciso della Sezione Aurea è col cerchio e non con il capezzolo del seno e con la base del cero del candelabro. Come a concepire l’idea simbolica di Ipazia con la divinità, svincolandola dalla materialità. È stata questa l’intenzione dell’autore Charles William Mitchell.

 

La sincronicità junghiana nell’arte

Incredibili fatti di opere d’arte che portano a singolari significazioni se esaminate secondo il principio detto della « sincronicità » introdotto Carl Gustav Jung, definito come « un principio di nessi acausali » che consiste in un legame tra due eventi che avvengono in contemporanea, connessi tra loro. Ma non in maniera causale, cioè non in modo tale che l’uno influisca materialmente sull’altro; essi apparterrebbero piuttosto a un medesimo contesto o contenuto significativo, come due orologi che siano stati sincronizzati in senso relativo su una stessa ora.

Jung definisce la sincronicità in questo modo:

« Gli eventi sincronici si basano sulla simultaneità di due diversi stati mentali. »[5]

Ma Jung in particolare distingue tre tipi principali di sincronicità:

– La sincronicità tra lo stato psico-mentale di una persona e uno o più eventi esteriori, obiettivi, che hanno luogo simultaneamente.

– La sincronicità tra lo stato psico-mentale di una persona e uno o più eventi esteriori, obiettivi, che si trovano fuori dal campo di percezione di questa o che sono lontani nel tempo e quindi non possono essere conosciuti e verificati se non dopo che l’evento rispettivo si sia prodotto.

Ed è il caso in studio, di Ipazia di Alessandria raffigurata nell’insieme pittorico di “Scuola di Atene” di Raffaello che vedremo fra poco.

– La sincronicità tra uno o più avvenimenti che sono vissuti da una persona e uno o più eventi esteriori, obiettivi, che si manifestano allo stesso tempo (simultaneamente) o dopo un periodo di tempo molto breve.

Secondo Jung, la definizione di Sincronicità deve soddisfare i seguenti criteri:

“Due o più eventi apparentemente accidentali, tuttavia non necessariamente simultanei, sono detti sincronici se sono soddisfatte le seguenti condizioni:

qualunque presunzione di un nesso causale tra gli eventi è assurda o inconcepibile; gli eventi sono in corrispondenza tra di loro attraverso un significato comune spesso espresso simbolicamente; ogni coppia di eventi sincronici contiene una componente prodotta internamente e percepita esternamente.”[6]

« Ecco quindi il concetto generale di sincronicità nel senso speciale di coincidenza temporale di due o più eventi senza nesso di causalità tra di loro e con lo stesso o simile significato. Il termine si oppone al ‘sincronismo’, che denota la semplice simultaneità di due eventi. La sincronicità significa quindi anzitutto la simultaneità di un certo stato psichico con uno o più eventi collaterali significanti in relazione allo stato personale del momento, e – eventualmente – viceversa[7] [8].

 

Dettaglio di Ipazia di Alessandria nell’insieme pittorico di “Scuola di Atene”

Fonte delle cinque immagini:
La quinta immagine è un dettaglio dell’opera pittorica di Raffaello, “Scuola di Atene”, 1509-1511, di Wikipedia, di pubblico dominio.
Fonte delle cinque immagini:
La quinta immagine è un dettaglio dell’opera pittorica di Raffaello, “Scuola di Atene”, 1509-1511, di Wikipedia, di pubblico dominio.

Ai fini della genuinità della profezia è importante che la suddetta immagine di Ipazia, essendo un dettaglio dell’opera pittorica “Scuola di Atena” di Raffaello, pubblicata da wikipedia, non sia stata tratta da me ma da altri (che neanche conosco). Infatti l’immagine è stata tratta dal sito https://www.storicang.it/a/ipazia-filosofa-alessandrina_14951.

Questo dettaglio della “Scuola di Atena” di Raffaello non permette di seguire eventuali linee geometriche guida per giungere ad una spiegazione della raffigurazione, com’è stato fatto con il quadro “Incredulità di San Tommaso” di Caravaggio all’inizio. Si tratta di un dettaglio, ma se si riscontrerà un certo telaio strutturale coerente, che darà luogo ad una spiegazione interessante, non si potrà dire che sia stato Raffaello a concepirlo in toto, ma solo in parte. Per la parte senza autore come si può spiegare?

Non spiegandolo in altro modo,  potrebbe rientrare nella concezione della  sincronicità junghiana esaminata nel precedente capitolo. Questo per dire che la raffigurazione pittorica raffaellesca potrebbe essere una prefigurazione di un profezia.

La linea PO, che passa per la fronte e naso di Ipazia, rappresenta Thanatos ed Eros, ovvero la mente e il corpo, passano per M ed N l’incrocio di tre Sezioni Auree. Questa prefigurazione matematica ce la vuol dire in modo “sincronico”, cioè ci vuol far capire con una profezia, che i due Thanatos ed Eros sono in accordo.

La lettera M si incentra sul dito indice di Ipazia rivolta a se stessa, come a voler dire sono io che ho voluto l’accordo di Thanatos ed Eros.

Che vuol dire?

Vuol dire che sono in felice armonia della Madonna, il concetto emerso nell’esaminare la pittorica di Caravaggio, Incredulità  di San Tommaso.

Ma non basta per credervi.

La conferma ce la rivela il filosofo Parmenide o Senocrate o Aristosseno, non si capisce quale dei tre.

Parmènide di Elea (Elea, 515 a.C./510 a.C., 544 a.C./541 a.C. – 450 a.C.) è stato un filosofo greco antico, autore del poema Sulla natura.

Viene considerato il fondatore dell’ontologia, con cui ha influenzato l’intera storia della filosofia occidentale.

Senocrate (Calcedonia, 396 a.C. – Atene, 314 a.C.) è stato un filosofo greco antico.

Fu discepolo di Platone e, sembra, anche di Eschine Socratico.

Aristosseno (Taranto, … – …; fl. 335 a.C.) è stato un filosofo greco antico, peripatetico e scrittore di teoria musicale.

Figlio di Spintaro (allievo di Socrate), fu da questi e dal padre avviato alla musica e alla filosofia.

Gli occhi di uno di questi tre filosofi sono attirati dal punto M e la linea di questo sguardo collima col punto C della Sezione Aurea CI. Non solo, perché con la linea ML, passante per il suo braccio, indica il libro nelle sue mani.

Che vuol dire quest’altro rilevamento?

Vuol far capire che la locuzione di Ipazia, relativa al dito indice, “SONO IO NEL LIBRO“, è veritiera. Veramente è scritto nel libro in sue mani, testimonia il filosofo.

Da qui la profezia della croce di Ipazia per dar vita all’Eros e Thanatos dei filosofi e della scienza, che non erano di natura spirituale. Col suo estremo sacrificio corporale. Come rappresentato magnificamente dal preraffaellita Charles William Mitchell con Hypatia del 1885.

Brescia, 4 aprile 2025


Fonte delle cinque immagini:

Le prime due sono opera di Caravaggio, con “Incredulità di San Tommaso”, 1600-1601, di Wikipedia, di pubblico dominio.

Le seconde due sono opera di Charles William Mitchell, con “Ipazia di Alessandria”, di 1885, Wikipedia, di pubblico dominio.

La quinta immagine è un dettaglio dell’opera pittorica di Raffaello, “Scuola di Atene”, 1509-1511, di Wikipedia, di pubblico dominio.


[1]https://lamenteemeravigliosa.it/pulsione-di-morte-o-thanatos-che-cose/

[2]    https://www.stateofmind.it/2019/12/olfattophilia-sesso-olfatto/

[3]https://www.neuroscienze.net/spiritualita-sacralita-trascendenza/

[4]  Ibidem 3

[5]https://www.neuroscienze.net/sincronicita-e-senso-sottile-degli-eventi/

[6]Ibidem 5

[7]  https://it.wikipedia.org/wiki/Sincronicit%C3%A0

[8]  L’intuizione che la vita di ciascuno di noi sia costellata di eventi che hanno un profondo collegamento con il nostro inconscio, venne a Jung a seguito di un episodio “illuminante”.

Una sua paziente gli stava raccontando un sogno, nel quale era presente uno scarabeo dorato. Proprio durante la seduta, Jung sentì “qualcosa” sbattere contro il vetro della finestra attirando la sua attenzione. E quale sorpresa quando, andando a controllare, vide che si trattava nientemeno che di una cetonia, un insetto simile allo scarabeo di un bel verde dorato! https://www.ohga.it/sincronicita-jung-e-lo-studio-sulle-coincidenze.


Gaetano Barbella

Diploma tecnico, innata predisposizione per il disegno, capacità e inventiva nel campo della meccanica delle macchine, interessi culturali a tutto campo: su queste premesse Gaetano Barbella coltiva da autodidatta il suo interesse per la matematica, con lo spirito, la genialità, la curiosità di un dilettante di talento. Dedicatosi in particolare allo studio di problemi di geometria, di esoterismo, di egittologia e di arte, è uno scrittore esperto di geometria occulta, ricercatore del mistero e dell'insolito. Vive a Brescia con la famiglia sin dal 1969.

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