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Un’intervista per scoprire la Turi Kumwe Onlus!

Attribution Picture – Massimiliano Pescarolo

Oggi sono superlieto di presentare a tutti i lettori Scuola Filosofica (SF) e i soci di Azione Filosofica (AF) l’intervista curata insieme ad Andrea Maffei della Turi Kumwe Onlus (TK). Infatti, come i lettori di SF sanno e, ancor di più i soci di AF, una delle nostre mission è proprio quella di difendere la cultura e la ragione attraverso la divulgazione di iniziative a favore di ideali simili ai nostri. Per tale ragione, quando Andrea Maffei mi ha contattato per un possibile comune intervento, ho immediatamente dato la green light con tutto l’entusiasmo di cui sono capace. Ringrazio allora Andrea, auguro il meglio alla Dr Ilaria Buscaglia e il massimo possibile alla TK per una versione di questo mondo migliore tanto in Italia che in Rwanda. Un plauso è necessario: le foto di Massimiliano Pescarolo e della Federazione Scacchistica Rwandese sono meravigliose e ringraziamo per averle condivise con noi! E quindi, senza ulteriori indugi, lascio la parola alle domande e, soprattutto, alle risposte. Invitiamo tutti gli interessati a tenersi direttamente in contatto con le iniziative della Turi Kumwe Onlus!


1. Come descriverebbe la mission della “Turi Kumwe Onlus”?

La mission di TK è quella di sostenere in Rwanda piccoli progetti locali che favoriscano in particolar modo l’istruzione e l’avviamento al lavoro di categorie di persone svantaggiate, come ad esempio donne e bambini. Mi vengono in mente le cooperative di lavoro femminili o le iniziative di sostegno allo studio. Collabora inoltre con partner occasionali, ad esempio supportando iniziative di piccola imprenditoria in loco. Parallelamente, in Italia, TK s’occupa non solo di fare conoscere il proprio lavoro in Rwanda (anche con eventi di raccolta fondi) ma pure di fare educazione alla mondialità e alla pace. L’anno scorso era il venticinquesimo anniversario del Genocidio dei Tutsi del Rwanda. TK ha organizzato il più lungo percorso sull’argomento tenuto in Italia. Quest’anno TK ha per così dire ampliato il suo campo di intervento, con il percorso “Di cosa parliamo quando parliamo di Africa” (organizzato anche con l’aiuto di altre associazioni), che tiene nel liceo scientifico Antonelli di Novara. Il tentativo è appunto quello di parlare d’Africa, per permettere ai giovani di andare al di là degli stereotipi promossi da un’informazione spesso grossolana. A giudicare dalle reazioni dei ragazzi mi pare stia riscuotendo buoni risultati.


2. Come “Turi Kumwe Onlus” normalmente affronta la mission? Quali sono le sue metodologie di intervento?

Dipende. Per semplificare diciamo che l’associazione è divisa in due parti, una italiana e l’altra rwandese. Le iniziative qui sono curate dai volontari di TK, mentre in Rwanda si trovano la presidente Ilaria Buscaglia, che risiede in loco, insieme alle suore Inshuti z’Abakene (amici dei poveri) con cui collaboriamo. Ad ogni modo poi ogni progetto viene considerato e approvato collegialmente.


3. Come definirebbe l’attuale situazione sociale e politica del paese africano? Esso porta ancora le tracce terribili del genocidio perpetrato nel 1994? C’è il rischio di una reviviscenza delle violenze tra diversi gruppi etnici?

Senz’altro il Rwanda reca ancora le tracce del Genocidio, non fosse altro che per la sua vicinanza nel tempo. Ogni famiglia ne è stata in un modo o nell’altro colpita. Spesso le vittime si trovavano uccise da quelli che fino a poco tempo prima erano semplici loro vicini di casa o conoscenti, amici, talvolta. Il trauma insomma non è stato soltanto materiale ma anche psicologico e direi spirituale: in un caso come questo è lo stesso tessuto sociale a finire lacerato. Ad oggi, però, credo sia da escludere un possibile ritorno a quel genere di violenza. I nomi delle due etnie (che in realtà etnie non erano affatto), Tutsi e Hutu, non vengono più pronunciate e ciascuno afferma di riconoscersi rwandese; mentre riguardo il concetto della cosiddetta “riconciliazione” sono stati condotti e pubblicati numerosi studi. In questo processo il governo ha avuto un ruolo centrale, applicando misure vigorose. Uno dei progetti centrali di TK è quello del Centro Iramiro [di cui parla anche il video di David Dolci]. Io ci sono stato due volte ed ho avuto modo di incontrare moltissimi bambini. Il Rwanda è un Paese estremamente giovane. I bimbi ignorano se “sono Hutu” o se “sono Tutsi”, sono due categorie che hai loro occhi semplicemente non hanno significato. Ciò mi riempie di speranza.


4. Per i lettori di Scuola Filosofica, che magari non conoscono la Turi Kumwe Onlus, potrebbe raccontarci in breve la sua storia? Come siete arrivati al Rwanda, perché proprio il Rwanda e come tutto è nato?

TK nasce per idea della presidente Ilaria Buscaglia, la quale raggiunge il Rwanda durante i suoi studi universitari. Qui nel 2007 conosce Jerome Rugema, un ragazzo sopravvissuto al Genocidio del ’94. Da quell’incontro nasce la onlus, la quale dapprima opera su Uganda e Rwanda e poi passa ad occuparsi esclusivamente di questo secondo Paese.


5. Turi Kumwe Onlus ospita un team di persone. Quali sono i loro background e le loro esperienze, ovvero come descriverebbe il Team?

Innanzitutto giovane! La maggior parte di quelli che lo compongono sono infatti studenti universitari o liceali, i quali entrano in contatto con l’associazione attraverso le sue varie iniziative o anche conoscendola sui social network. Generalmente il progetto che li attira è quello del Centro Iramiro, che offre la possibilità, ogni estate, a un gruppo di ragazzi di partire per il Rwanda e trascorrere del tempo insieme ai bimbi del centro. Dopo questa esperienza di solito le persone restano all’interno di TK, aiutandola cioè anche con le sue attività in Italia.


6. Nel sito della Turi Kumwe Onlus ho visto che siete attivi anche in Italia con progetti per combattere il razzismo. Quale è la vostra esperienza in questo campo? Chi può partecipare ai progetti e dove?

Generalmente gli eventi si svolgono qui a Novara (come il percorso di quest’anno) o in giro per il Piemonte (come quello dell’anno passato), ma laddove vi fosse la possibilità TK sarebbe felice di allargarsi anche da un punto di vista geografico! Sebbene il sopra citato “Di cosa parliamo quando parliamo di Africa” non tratti direttamente il tema del razzismo, pure lo affronta per così dire superandolo, attraverso cioè una conoscenza approfondita di differenti prospettive del tema Africa (specificamente l’evoluzione politica e sociale di alcuni suoi Paesi). Non bisogna credere che la cosiddetta società civile possa o debba risolvere i problemi che la politica non intende affrontare, ma senz’altro può svolgere una funzione ad essa complementare la quale io ritengo importante. Il ravvivarsi del razzismo di questi ultimi anni è stato incoraggiato più o meno latentemente da forze politiche di prima portata e potrà venire debellato solo e soltanto da contrarie spinte altrettanto politiche, attraverso precise riforme sociali ed economiche, oltre che culturali.


7. Tornando in Rwanda, quali sono le vostre prossime attività?

Abbiamo già pagato le tasse scolastiche dei ragazzi che sosteniamo, nonché avviato un corso di taglio e cucito per un gruppo di donne. Tuttavia queste sono le attività fisse, che vengono svolte ogni anno. La prima novità sarà a maggio, quando faremo partire il corso di scacchi ad Iramiro. Abbiamo recuperato fondi a sufficienza per svolgere questo primo corso ed ora speriamo di guadagnarne ancora abbastanza per finire di comprare i materiali (cioè le scacchiere) e per offrire ai bimbi, nel caso in cui il corso piacesse, la possibilità di frequentarne un altro l’anno prossimo (la raccolta fondi rimarrà attiva anche a febbraio!). Il signor Kevin Ganza, presidente della Federazione Scacchistica Rwandese (che colgo l’occasione per ringraziare) è concorde con noi sul fatto che una delle cose più importanti sia quella di raggiungere un livello sufficiente per far sì che i bimbi possano giocare ed allenarsi anche da soli, cioè in assenza dell’istruttore. L’attività seguente sarà quella del volontariato ad Iramiro. Stiamo organizzando un gruppo di ragazzi che partano questa estate e siamo contenti perché ci sono parecchie richieste. Ad ogni modo si tratta ancora di un work in progress, dunque se qualche lettore fosse interessato a partire e volesse ulteriori informazioni non deve far altro che scrivere a TK.


8. Una domanda un po’ superficiale ma non posso non farla: fate anche attività a sfondo scacchistico o contate di farle?

Il progetto Scacchi Iramiro sarà il primissimo di tale argomento organizzato da TK. A tale proposito bisogna ringraziare tutte quelle persone ed organizzazioni che hanno dato e daranno il loro contributo, piccolo o grande che sia, alla realizzazione di tale iniziativa. Anche Scuola Filosofica, con lo spazio che qui ci concede, è nel gruppo degli enti che TK ringrazia affettuosamente. Una menzione speciale non può poi mancare per David Dolci, che col suo lavoro ci ha consentito di raggiungere una visibilità che altrimenti avremmo molto faticato ad avere. Per quanto riguarda il futuro, chissà! Per intanto ci piacerebbe potere mettere le basi per il secondo corso. Se poi qualche associazione o circolo desiderasse sviluppare il progetto Scacchi Iramiro attraverso una specifica collaborazione, ecco, questo credo potrebbe rappresentare davvero qualcosa di importante non tanto per la nostra onlus quanto per i bimbi ad Iramiro e magari anche per quelli che vivono nel circondario, sprovvisti per lo più di giochi o di occasioni di svago.


9. Se un lettore di Scuola Filosofica volesse aiutare Turi Kumwe Onlus, come potrebbe farlo?

Il primo modo potrebbe essere quello di provare a lavorare con noi, aiutarci nella realizzazione e progettazione di eventi e attività varie. Naturalmente ciò diventa difficile per qualcuno che non abiti fra Piemonte e Lombardia! Allora potrebbe, attraverso i social network, ricondividere e pubblicizzare i nostri progetti oppure ancora, se intende portare un contributo economico (fondamentale per lo sviluppo delle nostre attività e il mantenimento di quelle già in corso), può donare sull’IBAN di TK, che trova semplicemente sul sito. Ogni contributo è ben accetto!


10. Cinque parole per definire Turi Kumwe Onlus?

Intraprendente, giovane, solidale, cooperativa, crescente.


Giangiuseppe Pili

Giangiuseppe Pili è Ph.D. in filosofia e scienze della mente (2017). E' il fondatore di Scuola Filosofica in cui è editore, redatore e autore. Dalla data di fondazione del portale nel 2009, per SF ha scritto oltre 800 post. Egli è autore di numerosi saggi e articoli in riviste internazionali su tematiche legate all'intelligence, sicurezza e guerra. In lingua italiana ha pubblicato numerosi libri. Scacchista per passione. ---- ENGLISH PRESENTATION ------------------------------------------------- Giangiuseppe Pili - PhD philosophy and sciences of the mind (2017). He is an expert in intelligence and international security, war and philosophy. He is the founder of Scuola Filosofica (Philosophical School). He is a prolific author nationally and internationally. He is a passionate chess player and (back in the days!) amateurish movie maker.

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