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Autore: Giangiuseppe Pili

Giangiuseppe Pili è Ph.D. in filosofia e scienze della mente (2017). E' il fondatore di Scuola Filosofica in cui è editore, redatore e autore. Dalla data di fondazione del portale nel 2009, per SF ha scritto oltre 800 post. Egli è autore di numerosi saggi e articoli in riviste internazionali su tematiche legate all'intelligence, sicurezza e guerra. In lingua italiana ha pubblicato numerosi libri. Scacchista per passione. ---- ENGLISH PRESENTATION ------------------------------------------------- Giangiuseppe Pili - PhD philosophy and sciences of the mind (2017). He is an expert in intelligence and international security, war and philosophy. He is the founder of Scuola Filosofica (Philosophical School). He is a prolific author nationally and internationally. He is a passionate chess player and (back in the days!) amateurish movie maker.

Capire l’individuo premoderno del mondo moderno – Dove stava Nietzsche?

Di Gustav-Adolf Schultze (d. 1897) – Nietzsche by Walter Kaufmann, Princeton Paperbacks, Fourth Edition. ISBN 0-691-01983-5, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=95963

Introduzione

In una recente conversazione siamo finiti a parlare dei movimenti di estrema destra attivi in Italia nel XX secolo. Essi erano costituiti da una compagine relativamente eterogenea di persone sparse in diverse organizzazioni più o meno ufficiali. La conversazione verteva sulla mia personale difficoltà a comprendere la natura concettuale e politica di questi movimenti e persone.

Capire “La società aperta e i suoi nemici” di Karl Popper

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“La società aperta e i suoi nemici” una introduzione

In questo testo presentiamo al lettore il capolavoro della filosofia politica di Karl Popper, La società aperta e i suoi nemici, che, insieme a L’origine delle specie e Moby Dick, tutti dicono di aver letto e capito ma in realtà ben pochi lo hanno letto, figurarsi capito. Attacchi da ogni parte arrivano alla visione di Popper, che nonostante tutto lo sforzo, continua ad essere un faro di intelligenza e speranza per un mondo in cui, vien da dire, i veri vincitori ideologici della guerra fredda sono stati i vinti, realizzando così una condizione di rovesciamento simile a quella considerata da Philip Dick ne La svastica sul sole.

La potenza della ragione secondo Kant

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4.2 La potenza della ragione

La ragione è molto potente, ovvero è capace di creare idee aggregando conoscenze dell’intelletto per estenderle oltre i limiti del solo intelletto. La prima volta che mi accinsi allo studio della Critica della ragion pura mi convinsi che l’intelletto è molto più efficiente della ragione, almeno nella visione kantiana. Dopo tutto, è l’intelletto ad essere capace di conoscere il mondo, nella misura del possibile. Questo perché, ancora una volta, i dati del senso interno e del senso esterno, tempo e spazio, vengono ordinati dall’intelletto e noi possiamo avere un’immagine del mondo indotta esclusivamente dall’intelletto. Nella visione kantiana, se noi avessimo avuto diverse categorie intellettuali, avremmo una percezione dei fenomeni (ovvero una costruzione degli stessi) completamente diversa da quella che abbiamo. Per Kant la conoscenza non è oggettiva ma intersoggettiva. Ovvero, la conoscenza che noi abbiamo del mondo è quella che possiamo avere in quanto esseri intellettuali razionali finiti. Un pipistrello ha un’immagine del mondo totalmente diversa dalla nostra nella misura in cui la sua esperienza è ordinata in modo differente dalle sue categorie. Tuttavia, questo non significa, come è stato detto, che Kant riduce tutto a pure categorie soggettive, ovvero il mondo è come il soggetto lo vede. Questo è un punto cruciale che vale la pena di considerare brevemente.

Questo è il Marketing – Seth Godin

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Consigliamo – Vincere con l’Arte della Guerra – di Giangiuseppe Pili


Godin, Seth; (2018), This is Marketing, Penguin


Dopo Raise the Bar di Jon Taffer, Never Split the Difference di Chris Voss, un altro libro che può anche essere utile. Se Taffer e Voss sono decisamente al di sopra di questo testo, essi comunque sono parte di quel team di professionisti internazionali invitati dagli stessi podcast & video-promoter. Seth Godin è tra questi.

Abbiamo varcato il punto di non ritorno, ma io non ne ho paura


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Il trillo della rivoluzione

“Le vere rivoluzioni, quelle che non si limitano a cambiare la forma politica e il personale del governo, ma che trasformano le istituzioni e dànno luogo ai grandi trasferimenti della proprietà, lavorano a lungo sotterranee prima di scoppiare alla luce del giorno sotto l’impulso di qualche circostanza fortuita. La Rivoluzione francese, che colse alla sprovvista col suo impeto irresistibile non meno gli stessi autori e beneficiari, che quelli che ne furono le vittime, ebbe una lenta preparazione per più di un secolo. Essa nacque dalla sconcordanza, che tendeva a farsi di giorno in giorno più profonda, tra la realtà delle cose e le leggi, tra le istituzioni e i costumi, tra la lettera e lo spirito”, così inizia la monumentale Rivoluzione Francese degli storici Albert Mathiez e Georges Lefebvre. Come ogni cambiamento storico significativo, esso si fonda su una lunga catena di avvenimenti che si pongono alle spalle degli esseri umani i quali decidono infine per una direzione o per un’altra. Come il capitano di una nave senza precisa rotta, ma ispirato dalla ricerca di grandi ricchezze e con la perpetua paura di perdere la nave, gli esseri umani non possono cambiare ciò che sono, non possono decidere di vivere in un altro mondo o con altre persone. Esse però sono pur sempre ancora responsabili di ciò che vivono, nella misura in cui vogliono e dispongono.

E tu, che complottista sei? – Le radici filosofiche del complottismo


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Non sono un grande esperto delle teorie del complotto o complottismo, sia in campo politico che scientifico. Non solo non sono un esperto, ma non mi interessano per niente. Prima di tutto mi annoiano, in secondo non mi affascinano. Eppure hanno generato un impressionante dibattito nel mondo internazionale, giungendo addirittura al Jouranl of Philosophy in tempi non sospetti ma generando un vasto dibattito tra gli ivory towers philosophers, il che è tutto dire.

Sono stato, mio malgrado, coinvolto da questo fenomeno per via di alcuni miei amici, i quali invece sono curiosamente attratti da queste visioni alternative, il primo ne è un grande appassionato per ragioni ideologiche. Pur non credendoci sino in fondo (ma poi vallo a sapere!), egli vorrebbe crederci, ovvero assumerle come interpretazione standard della realtà, principalmente per andare contro la “visione dominante” secondo cui la scienza è l’unica religione possibile. Dove qui, effettivamente, con “scienza” si intende genericamente qualsiasi informazione passata come vera solo perché qualche istituzione statale ha pagato per la “ricerca”. Essendo il mio amico una persona intelligente, non riesce ad accettare questa sorta di narrativa per pseudo-adulti come qualcosa di vero o, perlomeno, di bello da credere. Effettivamente, credere che la verità sia un modulo burocratico difeso dalla polizia obiettivamente non desta molta appetibilità. Pur essendo io agli antipodi di questo modo di pensare, entrambi convergiamo in una visione assai critica di questa riduzione per infanti di quello che è il processo scientifico, che è fatto di esseri umani, soldi, burocrazia e marketing, come tutto il resto. Non perché necessariamente ci sia niente di meglio, ma perché questo non trasforma un’attività umana in una attività divina. Su questo, vorremmo dire, c’è poco margine di disaccordo.

Raise the Bar – Jon Taffer

Taffer, Jon; (2013), Raise the Bar, New Harvest


The decision to become an enterpreneur is almost irrational

Jon Taffer – Raise the Bar

Jon Taffer è una celebrità americana del mondo della ristorazione e dei nightclub – che in effetti non saprei come definire in italiano, vista la difficoltà tipica di categorizzare luoghi di ritrovo principalmente interessanti per giovani e magari single – specie in vie di estinzione secondo le statistiche ISTAT. Raise the Bar è un testo di eccezionale interesse per chiunque sia interessato a comprendere le dinamiche del mercato – in generale – e della ristorazione – nello specifico.

L’assunto implicito è che la ristorazione fa parte del mondo del business e, come tale, lo scopo è massimizzare il profitto. Infatti, meraviglia delle meraviglie, una qualsiasi attività di questo tipo è un’azienda e, come tale, secondo la costituzione delle normative in tal senso, il suo scopo dichiarato è la produzione di utili. La questione, naturalmente, è il prodotto, ovvero che tipo di servizio si vuole proporre all’utente.

Il giorno del giudizio – Salvatore Satta

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Satta, Salvatore; (1979), Il giorno del giudizio, Ilisso: Nuoro


Il giorno del giudizio è una possibile prova della resistenza e della grandezza dell’italiano come lingua. Essa può ancora avere un senso e potrà ancora averlo. Questa resilienza della lingua italiana non è un caso. Essa viene da autori che italiani lo sono stati per adozione linguistica o per scelta volontaria. Salvatore Satta è incidentalmente un sardo e, come tale, egli ha imparato l’italiano dopo o, al massimo contemporaneamente, la lingua del luogo. Come Joseph Conrad, Satta ha una lingua italiana di seconda pelle, indipendentemente dal momento in cui la deve aver imparata come egli stesso dice, tra letture, scuola e ricopiatura di atti notarili ovvero: in modo del tutto artificiale. Egli infatti è un vero italiano, ovvero un acquisito, un traslitterato dalla regione alla penisola.

Aristotele ovvero la felicità come il massimo conseguimento della propria natura


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La ricerca della felicità è una esigenza universale dell’essere umano, secondo Aristotele. Tutti gli esseri umani ricercano il bene ed esiste un bene ultimo oltre il quale non ne esiste nessun altro. Il bene ultimo è proprio la felicità. Così ci dice lo Stagirita:

Poiché i fini appaiono essere molti e di essi alcuni li vogliamo a cagione di altri (come la ricchezza, i flauti e in genere gli strumenti), è chiaro che non tutti sono perfetti; ma il sommo bene sembra essere perfetto.  (…) Dico più perfetto quello perseguito per sé in confronto di quello perseguito per altro; e quello che non è mai voluto per cagion di un altro, in confronto di quelli che possono essere voluti sia per sé e per cagion di altro. E, insomma, perfetto senz’altro è quel fine che viene sempre voluto per sé e non mai come mezzo per un altro. E tale sembra essere soprattutto la felicità: la vogliamo infatti sempre per se stessa e mai per altro.[1]

Sicurezza e Intelligence – Stefano Bonino – A review for the international reader –

Bonino, Stefano; (2020), Sicurezza e Intelligence nel Regno Unito del novecento, Soveria Mannelli: Rubbettino


Sicurezza e Intelligence nel Regno unito del Novecento is a recent book published by Rubbettino, the leading Italian publisher in the field of intelligence studies and security. Stefano Bonino is an accomplished author nationally and internationally, and he proved all his scholarly ability in this fascinating book. The topic has been explored in the international intelligence studies literature, especially looking at Christopher Andrews, Richard J. Aldrich, Rory Cormac, and Michael Goodman’s work – just to name a few. However, this is the first time that the topic is fully covered by an Italian author for the Italian public. Even though this is the most important aspect of the book, which is already a remarkable achievement worthy of being underlined, it would be a good reading also for the international scholar and reader as I will argue.